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Autore: MissCappuccino    19/02/2014    11 recensioni
#TRATTO DAL QUARTO CAPITOLO.
Sentimmo il boato tipico di un aereo che atterra e circa dieci minuti dopo esso si fermò nel proprio parcheggio. Il portellone si aprì ed io e Rose ci tenevamo per mano. Uscì Mark per primo,Rose tirò un sospiro di sollievo. Però lui aveva una strana espressione in viso. Liam mi cinse le spalle con un braccio. Come a volermi proteggere. Vicino a me avevo Safaa,Doniya e Waliyha.Ero agitata e tremavo. Scrutai il volto di Mark,teso e preoccupato.
Notai solo dopo che aveva qualcosa appoggiato ad una spalla. Una bara.
TO BE CONTINUED
Trailer : http://www.youtube.com/watch?v=BgeSIqoKzEY
Genere: Commedia, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 19-Where are you?
 
 
 
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Sussultai e smisi di respirare. Perché mi stava dicendo tutto ciò? Secondo quale legge arcaica era vietato che due fratelli stessero con un'altra coppia di fratelli?
-Io voglio la tua felicità, così come voglio quella di Liam. Ed è giusto che voi facciate le vostre esperienze, ma vi dico di fare attenzione. Tutto qua. E ricorda che sarò sempre nel tuo cuore, ti voglio bene piccolina. E sii forte- disse, mi abbracciò e scomparve.
 
**
16-05-2014
 
Mi alzai con due avvallamenti neri sotto gli occhi. Avevo un aspetto a dir poco spaventoso, segno che quella notte non era stata una delle più belle della mia vita.
Il cuscino era macchiato di nero, il mascara del giorno precedente che non avev0 tolto era colato senza che io me ne rendessi conto. I capelli arruffati contornavano il viso che adesso sembrava non appartenermi più.
Liam di fianco a me, si mise seduto e si stropicciò gli occhi ancora assonnato. Mi guardò con sguardo compassionevole e di chi sa cosa hai passato.
-Adesso va meglio?- chiese nonostante sapesse già la risposta.
No che non andava bene. Avevo pianto tutta la notte e ci sarebbero voluti una bella doccia e chili di trucco per non far capire ciò.
Liam mi era stato accanto tutta la notte, sperando che mi addormentassi al più presto ma il sonno mi avvolse solo verso le tre del mattino.
Avevo i muscoli completamente indolenziti e mi trascinai verso il bagno mugugnando un flebile “meglio” verso mio fratello.
Chiusi la porta alle mie spalle e, dopo essermi svestita, entrai nella doccia.
Ricordai immediatamente di tutte le volte che mi ero chiusa a chiave in bagno per non permettere a Zayn di entrare. Di tutte le volte che avevamo fatto la doccia insieme. Degli schizzi di acqua e degli scherzi. Un lieve sorriso mi increspò,solo per un momento, le labbra al dolce ricordo prima di ritornare alla solita espressione aflitta.
Con il sapone avrei voluto lavare via anche i miei sentimenti. Che senso aveva continuare in quel modo?
Mi sembrava di essere tornata all’anno precedente, quando tutto era nero e privo di luce.
Adesso avevo Louis, il mio sole a mezzanotte, ma potevo sostituire quel vuoto? Mi era concesso? O mi stavo solo illudendo che tutto ciò non fosse mai accaduto e che la mia vita fosse ripartita da zero?
Mille domande si affollavano nella mia mente, senza che trovassi risposta. Stavo seriamente pensando di avere bisogno di uno psicologo. Avevo il sospetto di essere bipolare, troppi cambiamenti d’umore che non mi lasciavano mai pace.
Uscii  dalla doccia e mi lasciai avvolgere dal tepore diffusosi nell’intera stanza. Strizzai i capelli con un asciugamano e mi chiesi cosa provavo davvero.
Quel giorno ci sarebbe stata la  funzione commemorativa della morte di Zayn. Era già passato un anno. Un anno travolgente, pieno di avvenimenti inspiegabili.
Avevo perso il mio grande amore, avevo sofferto, provato il suicidio, ed avevo lasciato che i miei familiari si prendessero cura di me. Avevo trovato Louis. Il ragazzo dai grandi occhi color mare che con un sorriso diffondeva allegria a chiunque.
Ero felice di averlo al mio fianco, ma mi sentivo come se mi mancasse comunque qualcosa. Come se l’assenza di Zayn si riversasse anche sul nostro rapporto.
Louis aveva notato che i miei atteggiamenti stavano cambiando, ma non per colpa sua, ma per colpa mia. E nonostante ciò, mi stava vicino e capiva perfettamente i miei stati d’animo.
 
 
**
 
 
Indossai un pantalone nero con una camicia dello stesso colore mentre Liam, dalla parte opposta nella stanza si pettinava i capelli.
Dopo aver ritoccato il viso quel tanto che bastava a mal celare la nottata, misi gli ampi occhiali da sole e uscii nel freddo venticello primaverile di Londra. Il cielo era nuvoloso quel tanto che bastava a far filtrare solo per poco tempo qualche raggio di sole. Esattamente come il mio stato d’animo, scuro ma con piccoli raggi di luce.
Louis e Charlotte erano nella macchina parcheggiata al lato della strada e ,con un groppo in gola, mi feci coraggio e indossai uno dei miei più falsi sorrisi.
Mi sedetti nel sedile anteriore dell’auto e lo salutai con un piccolo bacio, mentre rivolsi a Lottie un timido sorriso e partimmo.
Salii le scale della cattedrale malferma sui tacchi,appoggiandomi leggermente a Louis che mi sosteneva e mi teneva la mano, sforzandomi di ricacciare indietro il groppo che mi si era formato in gola alla vista delle ghirlande di fiori.
“Dalla madre e dal padre”, “dalle sorelle Doniya, Walihya e Safaa”, “Dagli zii” recitavano i nastri su ogni ghirlanda fino a quando il mio sguardo si posò su quella con le rose rosse e qualche peonia bianca sparsa. “Da Katy” lessi. Mi faceva male vedere che non poteva esserci scritto “dalla fidanzata” . Non volevo nemmeno vedere quelle ghirlande. Erano orribili per me, non oggettivamente, ma ciò che significavano mi aveva distrutta e continuava a farlo. Come un piccolo tarlo che divora il legno dall’interno, veloce e inesorabile.
Oltrepassai la soglia della chiesa e tolsi gli occhiali, lasciando che il mio sguardo vagasse tra la folla, dove vidi più occhi posarsi su di me e sulle mani mie e di Louis intrecciate. Mi scostai leggermente da lui e andai vicino a Liam, cercando conforto in lui. Prendemmo posto vicino i miei genitori e la funzione iniziò. Alla nostra sinistra i genitori di Zayn e le sorelle ci osservavano, probabilmente stupiti alla vista di Louis. Doniya era l’unica ad esserne a conoscenza e mi aveva esortata a rifarmi una vita, e per quanto mi illudessi fosse possibile, non sarei tornata più quella di prima.
Trattenni le lacrime il più possibile e uscii dalla cattedrale con gli occhi e il viso asciutto. Quando invece giungemmo alla lapide scoppiai in un pianto silenzioso e liberatorio. Mi accasciai alla spalla di mio fratello che mi sorreggeva mentre Lottie aveva lo sguardo carico di compassione e anche lei sull’orlo delle lacrime, nonostante non lo avesse mai conosciuto. Louis, essendosi accorto del mio malessere, mi fu subito accanto, cingendomi la vita e accarezzandomi i capelli. Appoggiai il viso sulla sua spalla e chiusi gli occhi. Immaginai di essere tra le braccia di Zayn. Nel suo abbraccio caldo, confortevole, che sapeva tanto di casa e di famiglia. Singhiozzai e Louis mi strinse più forte. Sentii una mano accarezzarmi il braccio e voltandomi scorsi il volto di mia madre rigato dalle lacrime. La  abbracciai e piangemmo insieme, in silenzio, attirando comunque gli sguardi altrui.
Poco dopo scorsi la famiglia Malik. Il volto stravolto di Trisha mi fece rivoltare lo stomaco e accapponare la pelle. Ci abbracciammo con i fazzoletti zuppi di lacrime tra le mani e ci guardammo, senza bisogno di parole da dire.
I nostri sguardi dicevano già tutto.
Louis, nonostante gli occhiali da sole, non riusciva a nascondere il dolore che provava nel vedermi in quello stato. Soffriva per me e, ne ero sicura, avrebbe dato qualsiasi cosa per vedermi sorridere, anche se sarebbe significato far tornare Zayn  e lasciare lui. Mi faceva male pensare che lui dovesse assistere a tutto ciò. Che dovesse pensare di essere un ripiego perché volevo dimenticare il mio fidanzato defunto, perché non era così. Lui era il mio raggio di sole dopo la tempesta. Peccato che la tempesta avesse lasciato danni irreparabili.
 
**

Tornai a casa con gli occhi gonfi e il volto stanco. Avevo salutato più persone in un ora che in tutto il giorno e non volevo vedere più nessuno.
Non sapevo se avrei preferito che Louis non venisse in quell’occasione. Era già stato molto difficile per me e per lui non lo era stato meno. Non so per quale motivo ma iniziavo a vedere la presenza di Louis come sbagliata nei confronti di Zayn.
Zayn era stato ed era tutt’ora importantissimo per me ed insostituibile quanto lo era Louis.
Perché era tornato di nuovo quel tormento? Perché non riuscivo a vivere il momento e non curarmi del passato?
Mi stesi sul letto mentre Liam, Lottie e Louis discutevano in cucina. Mi coprii gli occhi doloranti con un braccio e sospirai profondamente.
Dopo poco caddi in un sonno profondo e tormentato.
 
-Katy- sentivo una voce roca e profonda chiamarmi.
-Katy- continuava a chiamare. Mi voltai ma non vidi nulla. Camminai per lo stesso stretto corridoio dove mi aveva condotta in precedenza mia nonna. Ritrovai quella porta e la aprii. La stessa stanza indaco ripiena di fotografie si presentò davanti ai miei occhi con la differenza che i soggetti delle foto li conoscevo più che bene.
Io e Zayn.
Nelle pose più semplici e più strane. In tutti i luoghi. Al mare, in montagna, ad Hyde Park.
Lui che mi abbracciava, che mi baciava, che mi sorrideva come solo lui era capace di fare.
Presi con mano tremante una di quelle tante fotografie e la rigirai tra le mani. Feci lo stesso con altre fotografie.
Ricordi su ricordi. Poi un lieve solletico ai fianchi mi fece cadere sul letto posto sotto le fotografie, mentre ridevo.
Il suo volto, i suoi occhi puntati su di me, il suo calore mi fecero trattenere il respiro. Continuavo a ridere mentre Zayn che torreggiava sulla mia figura continuava a farmi il solletico. Una delle peggiori torture per me.
Ridevamo insieme, mentre i suoni delle nostre risate si fondevano. Osservavo ogni singolo dettaglio di quel momento, come a volerlo imprimere nella mia mente per non lasciarla mai.
Lo attirai verso di me prendendolo per la maglietta e lo baciai.
Un bacio ricco di passione, sentimento e mancanza. Quella che avevo provato per un anno e più. E quella che continuava a torturarmi.
Continuavo a ridere, ipnotizzata dal sorriso cristallino del moro.
Dopo che lo implorai di smettere si fermò e si stese di fianco a me, mentre mi sistemavo con il viso sul suo petto.
Mi abbracciò e mi strinse forte, come se fossi la cosa più preziosa per lui, da proteggere ed amare all’infinito.
Sospirai.
 
Mi svegliai di scatto con il sorriso sulle labbra. Qualcosa sotto di me si mosse e solo in quel momento mi accorsi di essere appoggiata al petto di Louis, mentre eravamo stesi sul mio letto.
Subito ritrovai due occhi azzurri attenti a guardarmi e un sorriso mellifluo mentre mi accarezzava il viso. Ricambiai il sorriso un po’ impacciata mi volsi a guardare il mio riflesso nello specchio dell’armadio.
I capelli erano scompigliati e ricadevano in ciocche scomposte ai lati del viso. Il trucco era leggermente colato e il viso gonfio come gli occhi.
-Stai un po’ meglio?- mi chiese in tono carezzevole e preoccupato Louis.
-Un po’- risposi e tornai ad appoggiarmi su di lui, provando a dimenticare quel meraviglioso e travolgente sogno che avrei voluto fosse realtà.

Dove sei se non sei qui con me?
 
 
 
 
Pov X
 
Salii sull’immensa nave mercantile con il giaccone talmente grande che arrivava quasi fino ai piedi. Le scarpe logore strisciavano sul pavimento, segno della stanchezza che non sarebbe cessata per il lungo viaggio che mi stavo trovando ad affrontare.
Continuai a camminare cercando un posto dove potevamo sistemarci, mentre la calca di gente mi guardava con amarezza e compassione.  Cercai di mantenere i nervi saldi e di non lasciarmi prendere dal panico mentre un flebile vento freddo iniziava a soffiare e mi sferzava i capelli sul viso.
Li scostai ripetutamente mentre continuavo a cercare una piccola nicchia non troppo fredda dove avremmo potuto riposare e rifocillarci.
La paura iniziò nuovamente ad attanagliarmi le viscere quando mi girai e scorsi la terra da cui mi stavo definitivamente allontanando, dove non sarei più tornata. Era stata la mia prigione per anni ed adesso  non mi sarei fatta scappare l’occasione di fuggire e di ricominciare da zero.
Scorsi un piccolo ripostiglio con la porta socchiusa. Sarebbe stato perfetto per passare la notte indenni e senza essere disturbati da nessuno. Feci un cenno al ragazzo vicino a me che mi sorrise e mi seguì.
Facendo attenzione a non farci notare, sgattaiolammo all’interno del ripostiglio illuminato da una piccola lampadina e chiudemmo la porta. Quattro pareti bianche, interrotte da un piccolo oblò rotondo, con accatastate su di esse alcune corde e reti per la pesca che ricoprivano solo poco spazio da dentro degli scatoloni vecchi.

Tirammo fuori le coperte, ci stendemmo sul pavimento non troppo freddo  e cercammo delle posizioni comode per dormire anche se a me risultava difficile.
Mi sedetti con la schiena contro il muro, a guardare il mare da dietro l’oblò. Sospirai quando la nave iniziò a muoversi e finalmente ci allontanammo da quella terra maledetta.  Sentii una mano calda posarsi sulla mia spalla con fare rassicurante e vidi il volto del moro sorridermi nonostante la poca luce.
-Andrà tutto bene- concluse con gli occhi assonnati.
Ricambiai il sorriso e gli feci cenno di dormire, non era la prima volta che lui lo faceva mentre io stavo sveglia. Mi accarezzai il pancione e pensai al futuro che avrebbe avuto mio figlio, in quello che consideravo il nuovo mondo. Dove avrei avuto una nuova vita.
Ringraziai mentalmente i miei genitori defunti per avermi permesso di studiare così da poter imparare le lingue. Solo grazie a ciò sarei riuscita ad ambientarmi nella caotica quanto bella Inghilterra. E ringraziai il cielo per avermi mandato quell’angelo custode che adesso dormiva lì al mio fianco, senza di lui non avrei avuto il coraggio di scappare dalla mia vita.
Mi addormentai pensando a quanto sarebbe stato difficile a 17 anni appena compiuti crescere un figlio, da sola, lontana da casa  e senza i genitori a darti sostegno.
Ma sapevo anche che Dio mi aveva mandato quell’angelo custode che in un modo e nell’altro mi aveva già dato tanto.
 
 
Holaaaaaaaa!!!
Uccidetemi, sono pronta a qualunque rivolta, anche perché avete ragione da vendere D:
Lo so, è da quasi due mesi che non aggiorno e dovrebbe essere sufficiente a offrirmi come tributo per gli Hunger Games ahahahhah va be’.
Allora, altro che chiarimenti, qui vi avrò confuse ancor di più. Conoscete la mia mente contorta quindi do il via alle ipotesi più strampalate su questo personaggio dell’ultima parte.
Bene,come state? Scuola? Fidanzati? E il San Valentino come lo avete passato? Io una grandissima schifezza, ma pazienza. Non sarei stata così ispirata se avessi avuto qualcosa da fare.
Ma dettagli. Spero di riuscire ad aggiornare quanto prima, nel frattempo voi recensiteeee!! E scusate gli eventuali errori.
Ps: un piccolo spoiler per farmi perdonare u.u Nei prossimi capitoli ci sarà una digressione con molti Kayn moments *-* 
Kisses <3 <3
Twitter: @IwantmyHaz 


 
   
 
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