Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: ciastinsipod    19/02/2014    3 recensioni
Lei Claudia lui Justin lui diciotto anni lei diciassette migliori amici da sempre ma lui all'improvviso scompare non si hanno più tracce di lui...starà a lei ritrovarlo!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Pattie Malette
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per la duecentesima volte lo provai a chiamare al cellulare,avevo perso le speranze che rispondesse ma..."pronto"mi disse con voce insicura "j-justin sono Claudia,che fine hai fatto?" "Sono andato via" "e dove vai?" "Dai miei nonni...per sempre!"’’c-c-come per sempre?" Non volevo che si accorgesse che stavo piangendo ma era più forte di me non potevo fermarmi "si sono andato via,non voglio più avere niente a che fare con te e con tutta la città,DIMENTICAMI tanto non tornerò più"a quelle parole attaccai non volevo sentire più niente,quello non era Justin, non era lui. La mia mente continuava a pensare queste cose. Dovevo arrendermi mi aveva trattata malissimo era lui, è come se era lui ,riconoscerei la sua voce tra mille,era logico come potevo pensare che era mio amico uno come lui,mi aveva solo usato  quando gli servivo per i compiti mi aveva riempito di bugie da così tanto tempo,ero furiosa e a pezzi allo stesso tempo,presi il mio cellulare poggiato sulla scogliera e tornai a casa,non cenai rimasi tutto il giorno in camera mia senza mai uscire.
Justin’s Point of View
Cosa avevo fatto?stava piangendo mentre parlavamo,non aveva mai pianto per me l'avevo trattata malissimo l'avevo umiliata non mi avrebbe perdonato mai ma l'avevo fatto  solo per proteggerla non avrei mai permesso che nessuno la toccasse nemmeno con un dito lei era mia...ed ora mi ritrovavo qui senza amici a cambiare città,posto dove vivere,casa scuola,per quanto sarebbe durata questa storia?quanto sarebbe andata avanti?volevo tornare da lei,dai miei amici volevo fare il campo estivo con lei...lei...Claudia la sua voce mi risuonava nella testa ci mancavano altre ore di viaggio mamma stava dormendo e io stavo guardando fuori dal finestrino,ad un tratto il mio cellulare vibrò era un messaggio in numero sconosciuto "è venuta una ragazza a cercarti,questa cosa non deve succedere più nessuno deve sapere  di quello che é realmente successo,se vuoi il bene della ragazza dovrai trasferirti a Londra da solo "cosa Londra?dove c'era il campo estivo?sembrava tutto uno stupido piano,io non sarei mai andato lì e loro non avrebbero toccato Claudia era questo che volevo,ma se non sarei andato lì l'Avrebbero maltrattata non avevo scelta,come facevo ad andare a Londra ci voleva tempo e soldi e mia madre ?che cosa avrei detto a mia madre?non sapevo che fare,la mia vita si era ribaltata,da un giorno all'altro era tutto diverso. Dopo tante ore di viaggio arrivammo finalmente in Ontario prendemmo un taxi dovevamo arrivare a Stratford la città dei miei nonni,"cos'hai Justin?" Mi disse mamma nel taxi "niente..."risposi con aria vaga "Justin" disse mamma aveva capito che era successo qualcosa in fondo era mia mamma mi conosceva meglio di tutti, "mentre tu dormivi in treno..."sospirai e presi il mio telefono "mi è arrivato questo messaggio"mostrai a mamma il telefono,dopo aver letto rimase a bocca aperta e si lasciò cadere di peso sullo schienale del sedile. Cosa dovevamo fare ora? "Justin..." "Si mamma"risposi,"dovrai andarci" le scese una lacrima, la abbracciai "mamma..."non sapevo cosa dire era strano c'era qualcosa anche mi nascondeva,forse qualcosa che io non sapevo,che non voleva farmi sapere! Non mi avrebbe mai lasciato andare senza combattere doveva essere qualcosa di grosso. "Ma con i soldi come facciamo?" Chiesi "c'è
intanto eravamo quasi arrivati, "mamma hai deciso di trasferirci,hai deciso di mandarmi a Londra ora lascia decidere a me come organizzarmi" dissi con aria decisa "come darti torto Justin?!" Mi raccomando riguardati,non scenderai per niente a casa dei nonni ripartirai per l'aeroporto ecco qui i soldi"li posò nella mia mano,"non voglio dargli troppe spiegazioni quindi se ti chiameranno cosa che succederà  dovrai dirgli che stai studiando in un college prestigioso di Londra" "ok mamma"il taxi si era fermato da arrivato il momento di separarci,non pensavo fosse mai successo eravamo sempre stati insieme mai così lontani ma prima o poi sarebbe successo "ti voglio bene figlio mio sono orgogliosa di te!"disse le con la voce piena di pianto "anch'io te ne voglio mamma,però non piangere se no iniziò anch'io" scoppiammo a ridere ci sbracciammo lei uscì al taxi prese la valigia e entrò a casa dei nonni,io mi misi le mie cuffiette...il taxi ripartì diretto all'aeroporto.
Claudia's Point of View
Allora la maglia rossa l'avrei portata,l'ombrello,preso la maglia grigia non mi convinceva tanto quindi l'ho lasciata a casa erano più di due ore che ripensavo a cosa avevo preso e non,il fatto era che non riuscivo ad addormentarmi dovevo dimenticarmi di Justin un po' già l'avevo fatto non ripensavo più a lui come quattro giorni fa,ora ci pensavo solo se qualcuno lo nominava era un inizio o no?
"Drinn" il rumore della sveglia mi aveva fatto sobbalzare dal letto era ora di partire per l'Inghilterra,il viaggio sarebbe stato lungo, molto lungo.
Arrivai all'aereo porto e salutai i miei genitori mi sarebbero mancati un po' intanto mi preparai per il volo,dietro di me c'era una ragazza con i capelli neri ricci e da un viso simpatico,almeno così sembrava mi sarebbe piaciuto fare amicizia con qualcuno del college,infatti quel l'aereo era solo per i ragazzi del campo estivo,ma sapevo che nessuno avrebbe voluto fare amicizia con me... Smisi di pensare a questo e controllai se avevo tutto "ehi scusa" una voce veniva da dietro,mi girai era la famosa ragazza..."dici a me?!" Risposi sorpresa, "si,per caso sai se i posti sono numerati o tutti sparsi?"chiese lei "no,non so..." Risposi io, "comunque piacere mi chiamo Rebecca tu sei..." Mi aveva sorpreso non mi aspettavo me lo chiedesse "ciao io sono Claudia piacere mio" ci stringemmo la mano e ci sorridemmo "sai da sola o con qualche amico?"chiesi io "da sola purtroppo...tu?" Rispose lei "beh...si io sono da sola" guardai in alto le lacrime non dovevano scendere ,non ora "cos'hai?" Mi chiese lei. Guardai in basso, come aveva fatto a capire che c'era qualcosa che non andava? "Niente"risposi io con tono gelido,lei mi guardò e accennò un ok,continuava a fissarmi non sapevo cosa fere la guardai negli occhi mi sorrise poi mi chiese con aria gentile “ci vogliamo sedere vicino?” risposi si e le sorrisi,e io che pensavo di  non farmi amici, lui beh lo stava diventando lo so, non la conoscevo ancora, ma lei era riuscita a capire che c’era qualcosa che non andava in me senza neanche conoscermi. Ci sedemmo e iniziammo a parlare del più e del meno, più la conoscevo più la sentivo vicino a me sempre più amica. “scusa se prima sono stata indiscreta quando ti ho chiesto cosa avevi ma non avevo nessuna intenzione negativa” abbassò la testa mi sentii in colpa “ no, no tranquilla fa niente e che …” sospirai mi guardò e aggiunse “se non vuoi dirmelo fa niente”chiusi gli occhi per non far uscire le lacrime e andai avanti “e che … dovevo andare al campo estivo con il mio migliore amico ma lui e sparito non so dove sia, l’ho chiamato e mi ha risposto dicendomi di scordarmi di lui, che lui non sarebbe mai più tornato nella mia città”dissi io “e non sai dov’è ora?” mi chiese lei con aria interrogativa, “no non lo so dai suoi nonni mi ha detto” abbassai lo sguardo,continuai a pensare a lui,mi mancava,mi mancava tanto,mi aveva ferito quando mi aveva detto di scordarmi di lui ma io continuavo a volergli bene,questi pensieri mi ronzavano nella testa,ormai Rebecca si era addormentata ma io non ci riuscivo.
I minuti passavano e dopo un po’ Rebecca si svegliò,mancava un quarto d’ora all’atterraggio.
Arrivammo al college,io e Rebecca avevamo deciso di condividere la camera,ci avevano assegnato la 216,al secondo piano. Aprimmo la porta e …
Era una camera enorme ma squallida,tutta marrone,con un letto marroncino chiaro,tutto scorticato,e le coperte di colore giallastro,che odoravano di chiuso. Era orribile e Rebecca era d’accordo con me, ma non importava, tanto dovevamo solo dormire lì per vari giorni, intanto ci era stato comunicato che le lezioni iniziavano con cinque giorni di ritardo e che in quei giorni avremmo potuto sistemarci e scegliere le attività pomeridiane. Dopo aver disfatto le valigie si erano fatte le dieci e ci buttammo sul letto io dormi su quello superiore,ma nessuna delle due riusciva a prendere sonno in quella stanza spettrale così ad un certo punto Rebecca disse “Clà ma perché non la dipingiamo, dico in questi cinque giorni,tanto è grande i mobili si possono organizzare che ne pensi?” mi sporsi di sotto “ penso che sia un idea fantastica,domani andiamo a comprare tutte le pitture e le altre cose che ci servono”dissi,” si che bello, non vedo l’ora ora buonanotte”disse lei spegnendo la lampada “notte”risposi io, dopo un po’ mi addormentai.
  
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