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Autore: Melissa_    19/02/2014    0 recensioni
Dal Primo Capitolo:
'Erano anni che non lo vedevo, eppure adesso era d’avanti a me. Mi scrutava e sorrideva a malapena. I suoi occhi chiari mi perforarono come la prima volta. Pensare che circa dieci anni fa avrei ucciso questo essere con una forchetta, unica arma disponibile per una bambina di appena otto anni, adesso, a vederlo in un ascensore di una Costa Crociere a circa 30 ore e 1600 km di distanza da casa, per picchiarlo avevo solo una borsetta e sinceramente non avevo nemmeno la forza di farlo. Eravamo solo io e lui sul ascensore.
“Ma sei Emiliana?” mi chiese l’essere di fronte a me.
“No, sono sua cugina.” Dissi sbuffando.
“Il senso dell’umorismo non l’hai perso, Emi” ed eccolo là il suo splendido sorriso. Sto per dirgli che lui è rimasto il solito deficiente di un tempo quando le porte dell’ascensore si aprono. Esco velocemente, sento già il cuore a mille a causa del suo sorriso.
“Ma sei in crociera con Patty?” Boom. Aveva gettato la bomba.
“No, sono con la scuola.” Risposi fredda velocizzando il passo e allontanandomi da lui. Lo odiavo a otto anni e dovevo continuare in eterno.'
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dopo questa lunga attesa ecco il capitolo. Mi ritiro in solitudine dopo questo finale sdolcinato ahah Un bacio grande a tutti quelli che hanno letto, recensito e messo questa storia nelle seguite/preferite :D Buona Lettura!


Mi svegliai in un bagno di sudore. Avevo il fiatone come se avessi fatto una corsa in bicicletta. Mi alzai dal letto, guardai l’orologio che segnava le quattro e mezza di mattina. Era stato solo un sogno? Niente Riccardo? Niente licenziamento di Alvisini? Sorrisi. Era soltanto uno stupido incubo. Mi vestì di fretta, afferrai le chiavi del motorino e scesi giù nel parcheggio. Presi il cellulare e mandai un messaggio a Martina: ‘tesoro domani non vengo, forse non torno più in quella scuola. Poi ti racconto.’
Misi in moto e iniziai a guidare per quelle strade vuote. I lampioni illuminavano i piccoli vicoli del mio paese e qualche gattino miagolava ad un altro. Ero determinata. Ero convinta. Ero felice. Fermai il motorino davanti ad un portone di legno massiccio. Scesi e mi avvicinai lentamente ad esso. Erano le cinque passate e sperai che l’inquilino dell’appartemento fosse sveglio. Suonai più volte fin quando un ragazzone dagli occhi chiari mi aprì la porta.
“Alessandro!” urlai buttandomi tra le sue braccia. Mi tenne stretta a lui, accarezzandomi i capelli. Mi fece entrare in casa sua e accomodare sul suo divano chiedendomi spiegazioni.
“Ascoltami, scusa.. devi perdonarmi! Io devo stare con te e tu con me. Cambio scuola, me ne andrò in un altro istituto per non creare problemi ma devi promettermi che starai insieme a me, per sempre. Io ti prometto che sarò solo tua.” Mi fermai e lo guardai. Stava ridendo. “Finiscila di ridere!” gli urlai infastidita.
“Sei proprio una stupida ragazzina.. “ disse ridendo scherzosamente avvicinandosi a me. “Che ti è successo in una notte?” continuò sedendosi accanto a me e stringendomi ancora una volta tra le sue braccia.
“Ho paura di perderti! Io e tu siamo costretti ad essere un’unica cosa.. non posso stare senza di te, morirei.” Dissi con le lacrime agli occhi ripensando a quell’orribile incubo.
“Io e tu siamo incatenati, non vedi” disse allundendo al nostro abbraccio. Lo baciai con tutta me stessa, con tutto il mio amore. 

  
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