7.
Violetto come l’altra metà delle Pasticche Vomitose
Quello
che i due stavano vivendo in quelle settimane era qualcosa di molto simile ad
una storia d’amore clandestina tra due amanti destinati a rimanere tali per
sempre. Eppure qualcuno sapeva. Non tutti i dettagli, ovviamente. Ma alcune
persone vicine ad Hermione e a Fred erano a conoscenza di qualcosa di molto
vicino alla verità.
George, per esempio, era una di queste persone.
Naturalmente
questa volta Fred non aveva neppure provato a nascondere al gemello quello che
era successo con Hermione ne tantomeno poteva più far finta che la ragazza
rappresentasse solo una distrazione momentanea tra le ingiustizie della
Umbridge e i commerci, sempre più fiorenti, dei loro Tiri Vispi Weasley. Per
quanto George cercasse sempre di far parlare il gemello in merito ai suoi veri
sentimenti per la ragazza, Fred si limitava sempre a dire che gli piaceva, che
era una ragazza davvero brillante e che stava bene con lei. Ancora non era
pronto ad ammettere che forse si era innamorato di Hermione Granger e di certo
prima avrebbe dovuto chiarirlo a sé stesso e solo dopo lo avrebbe detto al
fratello, anche se forse George l’aveva già capito.
Un’altra
persona che aveva scoperto la loro storia segreta era Ginny. Ginny era la
migliore amica di Hermione e, come tale, aveva notato un cambiamento
estremamente positivo nella ragazza. Hermione era diventata più tranquilla, in
un certo senso era come se si fosse rilassata in fatto di rispetto delle regole
e quant’altro. Così Ginny una sera l’aveva presa in disparte in Sala Comune e
le aveva chiesto, senza troppi giri di parole, cosa avesse prodotto quel
cambiamento in lei. Hermione inizialmente era stata titubante ma poi si era
lasciata andare. In fin dei conti di Ginny poteva fidarsi; Ginny era sempre
stata dalla sua parte anche quando le aveva confidato che sarebbe andata al Ballo
del Ceppo con Victor Krum. La rossa l’aveva sostenuta sempre e fu così anche
quella volta. Anzi, a dire la verità, fu molto meglio. Ginny non solo fu
estremamente entusiasta della notizia ma non vedeva il motivo per il quale i
due non dovessero mettersi insieme. Certo, per Ron sarebbe stato un duro colpo
da digerire ma come la ragazza aveva fatto notare ad Hermione, al cuor non si comanda e alla fine il
fratello avrebbe dovuto cedere di fronte all’evidenza della loro situazione. Tuttavia,
per il momento, Fred e Hermione non avevano parlato di un ipotetico futuro
insieme perché fuori dalle mura del castello tutto era così incerto che si
accontentavano di vivere quei momenti di passione e dolcezza che probabilmente
non sarebbero durati a lungo. Fuori si poteva già percepire l’odore acre di una
guerra senza contare la battaglia giornaliera che gli studenti portavano
avanti, ormai da mesi, contro il dittatoriale regime della Umbridge.
C’era
poi una terza persona che aveva intuito qualcosa. La certezza assoluta l’avrebbe avuta solo se,
effettivamente, una volta fosse incappata, per
caso, in Hermione e Fred. Questa persona era Harry. Il ragazzo da tempo
aveva la sua teoria quasi del tutto accreditata dal fatto che una sera, mentre
se ne stava in dormitorio ad osservare la Mappa del Malandrino, aveva notato il
cartiglio di Hermione insieme al cartiglio di Fred in un’aula del quarto piano.
Harry si era sentito quasi colpevole per averli visti insieme come se li avesse
sorpresi realmente e perciò da quel giorno aveva fatto attenzione a non badare
più ai cartigli dei due ragazzi che, sempre più spesso, comparivano vicini nei
posti più impensati.
Insomma,
qualcuno sapeva di loro.
“Allora,
Fred. Cosa dovevi dirmi di tanto importante da non poter aspettare la fine
delle lezioni?” Hermione si era fermata vicino al vecchio tiglio che cresceva
all’estremo angolo del porticato e con
un agile balzo si era seduta sul muretto, pronta ad ascoltarlo.
Fred
si sistemò accanto a lei indugiando un secondo di troppo sulla parte di gamba
scoperta tra la gonna e le calze della divisa. Hermione se ne accorse e si
coprì alla bell’è meglio cercando di ricomporsi. Fred sogghignò. Hermione si
vergognava ancora di tutto, soprattutto degli sguardi che il ragazzo le
riservava.
“Granger,
devo dire che nascondi bene degli argomenti piuttosto interessanti che mi
piacerebbe approfondire, con il tuo permesso, naturalmente.” scherzò Fred
evitando di rispondere alla domanda di lei.
Hermione
alzò gli occhi al cielo. “Non cercare di sviare il discorso, Fred. Su, parla.
Che cosa devi dirmi di così importante?”
“A
quanto pare devo proprio dirtelo. Ok, allora tanto meglio farlo subito. Fuori
il dente, fuori il dente. Non si dice così nel mondo dei babbani?”
Hermione
sorrise di fronte all’innocente ignoranza di Fred sui proverbi babbani.
“In
realtà si dice fuori il dente, fuori il
dolore.” puntualizzò la ragazza, correggendolo.
Questa
volta fu Fred che alzò gli occhi al cielo. Poi guardò Hermione come se si
aspettasse che dicesse ancora qualcosa.
La
ragazza rispose allo sguardo significativo di Fred.
“Va
bene, Fred. Prometto che me ne starò zitta finché non avrai finito di
raccontarmi tutto.” disse, sbuffando appena.
Fred
sorrise soddisfatto. Da quando aveva cominciato a conoscere meglio la Granger
aveva notato che parlava moltissimo e
l’unico modo che lui aveva sperimentato per farla stare un po’in silenzio era
quello di baciarla. In realtà a lui non dispiaceva affatto questo genere di
diversivo ma una volta Hermione si era sentita offesa e così, da quel momento,
avevano deciso insieme che, quando Fred avrebbe dovuto comunicarle qualcosa di
importante, il che succedeva raramente, Hermione avrebbe tenuto la bocca chiusa
fino alla fine del discorso del gemello.
“Allora
posso cominciare.” disse in tono stranamente serio “Dunque Granger, ormai
l’avrai capito anche tu visto che è un po’ che ci frequentiamo. Tra un po’non
ci potremo più vedere così spesso, quest’anno io andrò via da Hogwarts e…”
“Mi
stai forse dicendo che non dobbiamo più vederci?” lo interruppe immediatamente
Hermione. Non ce l’aveva fatta. Aveva infranto la promessa ma non aveva avuto
altra scelta. Alle parole del ragazzo aveva sentito come se un masso enorme le
fosse precipitato sul petto, al livello del cuore.
“Sto
solo cercando di dirti che non terminerò i miei studi, quest’anno. A dire la
verità, sia io che George non li termineremo. Abbiamo deciso di andarcene.
Abbiamo da parte un po’ di soldi e siamo già in parola con un mago che ci
affitterà un locale a Diagon Alley dove apriremo il nostro negozio di scherzi.”
Hermione
sgranò gli occhi, allibita. Fred aveva intenzione di lasciarla prima del tempo.
Fred avrebbe lasciato la scuola per iniziare una nuova vita lontano da lei.
Come poteva farle questo? Hermione, già da un po’ di tempo, aveva cominciato a
mettere in conto il fatto che, prima o poi, qualcosa fra lei e Fred sarebbe
cambiato. Era una cosa inevitabile dato che lui aveva due anni in più di lei e
frequentava l’ultimo anno ad Hogwarts. Ma aveva anche pensato che avevano
ancora due mesi da passare insieme, prima del diploma e poi se ne sarebbe fatta
una ragione e tutto si sarebbe sistemato in modo diverso, invece non stava
andando così. Lui stava scappando da lei.
La
ragazza sentì le lacrime pizzicarle il bordo delle ciglia. Si voltò di
scatto verso la colonna. Non voleva farsi vedere a piangere da Fred . Era tutta
colpa di quel dannato Fred Weasley se lei ora stava così male e si sentiva
improvvisamente così vuota dopo le parole che lui le aveva detto. Tutta colpa
sua e dei suoi baci maledettamente passionali e bugiardi.
“Hermione?”
Era la prima volta che Fred la chiamava per nome ma lei fece finta di non
accorgersene. Lui le pose la mano sulla spalla ma lei se la scrollò di dosso.
Si
impose di respirare profondamente prima di iniziare a parlare, cercando di
controllare il tono della sua voce. Se Fred le stava dicendo che da quel
momento non avrebbero più dovuto vedersi allora lei avrebbe dovuto resistere.
Si sarebbe mostrata stoica, come sempre. Dopotutto era Hermione Granger e non
si faceva mettere i piedi in testa da nessuno tantomeno da quel guastafeste di
Fred Weasley!
“È
tutto apposto, Weasley. Non è successo nulla. D’altra parte fra noi non c’è mai
stato niente di che. Ci siamo solo lasciati un po’ trasportare. Ci siamo
divertiti.” Ogni parola che diceva le infliggeva un dolore immenso. Era come
se, volontariamente, si stesse conficcando delle spine nel cuore. Almeno se si
autoconvinceva che tra lei e Fred non c’era mai stato nulla di serio, avrebbe
forse sofferto di meno quando lui non avrebbe fatto altro che confermarglielo.
A
quelle parole Fred rimase per un attimo basito. Hermione non poteva davvero
pensare ciò che stava dicendo. Si rifiutava di crederci! Ma qualcosa gli diceva
che la ragazza non stava scherzando. Quando l’aveva sentita rivolgersi a lui
per cognome, un fremito di paura gli aveva percorso la schiena. Non era stato
come l’ultima volta, durante il loro crepuscolo, quando un brivido di piacere
l’aveva attraversato da capo a piedi. Questa volta una paura irrazionale lo
aveva colto. Non poteva lasciar perdere tutto. Hermione aveva frainteso
totalmente ciò che voleva dire perché lei, ancora una volta, non l’aveva lasciato
terminare di parlare. Ma lui doveva finire
di spiegarle!
In
quel momento la ragazza si voltò. Aveva deciso che avrebbe affrontato Fred a
testa alta. Dopotutto era una Grifondoro: testarda, coraggiosa e fiera. Nessun
Fred Weasley poteva lasciarla, tanto più che loro due non erano mai stati
nemmeno insieme perciò la cosa non avrebbe avuto senso. Le lacrime le rigavano
il volto e le pizzicavano le guance anche a causa del vento.
“Hermione,
tu non hai capito quello che volevo dirti…” riprese Fred, cercando di mantenere
la calma.
“Sono
la studentessa più brillante della scuola, Weasley. Penso di aver capito
perfettamente ciò che volevi dirmi.” gli rispose, secca.
Fred
scosse il capo e provò un moto d’orgoglio di fronte a quella ragazza tanto
bella quanto cocciuta. Con un gesto rapido le prese le mani fra le sue e le strinse
abbastanza forte da impedirle di liberarle.
“Granger,
io non voglio smettere di vederti. È vero che io e George ce ne andremo presto
ma ciò non vuol dire che voglio dare un taglio netto a quello che abbiamo
appena iniziato a costruire. Non è così che ci
si comporta se si vuole stare con qualcuno e io voglio stare con te per
questo volevo chiederti se ti andava di diventare la mia ragazza.”
Hermione
a quelle parole smise di opporre resistenza alla presa di Fred e sgranò gli
occhi. Aveva sentito bene? Fred le aveva appena chiesto di essere la sua
ragazza? Non era possibile! Tutto ciò che aveva detto finora non combaciava
affatto. Che senso aveva chiederle di essere la sua ragazza se presto avrebbe
lasciato la scuola?
Come
se le avesse letto nella mente, il ragazzo aggiunse: “Prima di andarmene ho
bisogno di sapere che tu sarai solo mia, Granger. E tutti devono saperlo.” La
sicurezza nella voce di Fred le fece capire che questa volta non stava
scherzando.
Per
un momento nessuno dei due disse nulla. Fred stava iniziando a preoccuparsi
e perciò cercò di sdrammatizzare.
“Per
Merlino, Granger! Non pensavo che per toglierti l’uso della parola bastasse
proporti di diventare la mia ragazza. Se lo avessi saputo di certo ti avrei
fatto questa proposta già al primo anno. Sei davvero una ragazza chiacchierona
a volte, signorina Granger.”
Hermione
a quelle parole si lasciò sfuggire un sorriso. Fred lo notò e lo prese come un
buon segno. Hermione stava cominciando a capire.
“Allora
cosa ne pensi, Granger? Proverai a sopportarmi da adesso in avanti?”
La
ragazza sospirò prima di rispondere. “Forse potrei provarci.” disse,
timidamente. Si vergognava un po’ del suo comportamento di quell’ultima
mezz’ora. Aveva pensato che Fred se ne sarebbe andato senza curarsi di lei
mentre lui, fin dall’inizio, voleva chiederle di essere la sua ragazza a tutti
gli effetti, di fronte a tutti.
Fred
come risposta, senza lasciarle le mani, si avvicinò a lei e la baciò. Quello
era il loro primo bacio come coppia ufficiale e ad Hermione parve che avesse un
sapore diverso, speciale.
L’orologio
della scuola suonò le due del pomeriggio.
Hermione
interruppe precipitosamente il bacio. “Per Merlino, Fred! Devo andare! Ho
lezione di Aritmazia oggi pomeriggio. Dovrei essere già in aula.”
La
ragazza cercò di liberare le sue mani dalla presa di Fred che non accennava a
diminuire.
“Fred,
che fai? Devo andare! Sono già in ritardo.”
“Sai
Hermione, in verità io e George andremo via molto presto. Molto prima di quanto
tu probabilmente immagini perciò pensavo che forse ti avrebbe fatto piacere
passare ancora un po’ di tempo con me oggi pomeriggio. Per una volta potresti
anche saltarla una lezione.” le disse con fare ambiguo e cospiratorio.
Hermione
lo guardò sconcertata mentre lui le lasciava le mani e si allontanava di
qualche passo. “Beh, pensaci. Io ti aspetto di fronte alla Stanza delle
Necessità tra… diciamo mezz’ora. Spero davvero di trovarti lì, Granger.” il
tono di Fred era provocatorio e speranzoso al tempo stesso. Le fece un cenno di
saluto e sparì dietro l’angolo.
Hermione
rimase ancora un attimo imbambolata a fissare il punto dove un attimo prima
c’era Fred poi si accorse che il ragazzo le aveva lasciato una cosa tra le
mani. Guardò e vide una grossa caramella gommosa con una metà arancione e una
metà violetta. Una Pasticca Vomitosa. Fred le aveva lasciato una Merendina
Marinara per saltare la lezione di Aritmazia. Le aveva offerto una scappatoia
su un piatto d’argento e se non l’avesse usata avrebbe fatto la figura della
codarda e lei non era una codarda.
In
un attimo decise cosa fare: per la prima volta in vita sua avrebbe saltato
volontariamente una lezione e sarebbe andata da Fred.
Hermione
scosse il capo. “Ho bisogno di andare in infermeria.” Riuscì a bisbigliare
cercando di trattenere la nausea che aumentava sempre di più.
“Ma
certo, vada pure. La faccio accompagnare da…” la professoressa non ebbe il
tempo di terminare la frase che Hermione si era già catapultata fuori dalla
classe verso il primo bagno di quel piano che per fortuna non era molto
distante dalla classe di Aritmazia. Appena entrata si chiuse in un gabinetto e
non trattenne più un conato di vomito. Bleah, era disgustoso! Non avrebbe mai
più in vita sua toccato anche solo una di quelle vomitevoli pasticche. Prima
che un secondo conato la cogliesse di sorpresa, si affrettò a mangiare la parte
violetta della caramella che ancora teneva stretta in mano. Come tutto era
iniziato di colpo, tutto svanì altrettanto in fretta. Il gusto della
parte violetta era amaro, non piacevole come la parte arancione ma se era
l’antidoto a quella disgustosa magia, allora Hermione l’avrebbe sopportato.
La
ragazza si sentì improvvisamente meglio come se non avesse affatto vomitato. La
Pasticca Vomitosa aveva funzionato. Ora doveva correre da Fred. Prima di uscire
dal bagno si accertò che nessuno fosse nei paraggi e poi fece di volata quattro
rampe di scale per raggiungere la Stanza delle Necessità. Fortunatamente Gazza
non era di guardia o forse ci aveva già pensato Fred a metterlo fuori gioco. Il
ragazzo infatti la stava già aspettando di fronte ad una parete apparentemente
solida.
Quando
sentì dei passi alzò lo sguardo e sembrò quasi meravigliato di vederla lì.
“È
un miraggio o sei davvero tu, Granger?”
“Certo
che sono io, Fred.”
“L’hai usata?” le chiese in tono curioso.
Hermione sapeva esattamente a cosa si stava riferendo. “Si,
l’ho usata” confermò, “ma credo che non la userò mai più. È stato
orribile.”
Fred
non trattenne una risata di fronte allo sguardo disgustato di Hermione.
“È
assolutamente geniale! Questo devi ammetterlo, Granger.”
Hermione
scosse la testa. Quel ragazzo era davvero incorreggibile. Afferrò la mano che lui le porgeva e
gli si avvicinò.
“E
adesso che facciamo?” gli chiese per la prima volta con un tono malizioso che
Fred non le aveva mai sentito usare. Al ragazzo si seccò per un istante la
gola. Deglutì a fatica prima di rispondere.
“Vedrai,
ho un piano.” rispose con voce roca. Lasciò per un attimo la mano di Hermione e
camminò avanti e indietro per tre volte per tutta la lunghezza del muro di
fronte a loro finché non comparve una porta.
“Sei
pronta, Granger?” Fred aveva ritrovato il suo fare baldanzoso.
“Prontissima,
Weasley.” Arrivata a quel punto la ragazza non si sarebbe più potuta tirare
indietro e poi ora aveva, a tutti gli effetti, una garanzia ben precisa: era
diventata la ragazza di Fred Weasley.
Fred
aprì la porta e invitò Hermione ad entrare. La Stanza delle Necessità era
diventata un’enorme camera da letto. Hermione rimase sbalordita dalla bellezza
di quella stanza e, mentre la porta si chiudeva alle loro spalle e Fred la
conduceva piano verso il grande letto a baldacchino di fronte a loro, Hermione
pensò che non sarebbe mai stata tanto riconoscente ad una piccola ma geniale
invenzione come quella delle Pasticche Vomitose.
Angolo
Mirty_92:
Volevo
ringraziare tutti voi che mi avete seguito e in particolare: SignoraKing,
LadyGinger, Krucci e Fred_Herm che hanno lasciato le loro recensioni!! GRAZIE,
GRAZIE DI CUORE, perché senza il vostro supporto questa storia non sarebbe mai
stata conclusa nel migliore dei modi!!
Mi
auguro di rivedervi tutti quanti presto con le mie prossime FF.
Un
abbraccio commosso,
Mirty_92