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Autore: Strega_Mogana    21/02/2014    1 recensioni
Raccolta di one-shot/flash fic con tema i sorrisi.
Un sorriso a Settimana per Severus. Un anno di sorrisi.
Sfida n. 14 del Forum Il Calderone di Severus - Magie Sinister
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, Hermione/Severus, Lily/Severus
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Titolo: Sei prevedibile, Granger
Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One Shot
Rating: Per tutti
Genere: generale, romantico
Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton.
Pairing: Hermione / Severus (Sai che novità...)
Epoca: post guerra
Avvertimenti: AU
Riassunto:
Hermione passava più tempo nei sotterranei di Hogwarts che al Ministero. Era portata per fare la ricercatrice, aveva una mente aperta e trovava sempre nuove strade da sperimentare. Parlare con lei era risanante per lo spirito e la mente.
Parole: 2.033



Sei prevedibile, Granger

- Sei sparito per sei mesi!
Un ragazzino del terzo anno di Serpeverde si bloccò in mezzo al corridoio e si voltò verso la porta che conduceva al laboratorio privato del Preside Piton.
Qualcuno stava urlando contro Piton. Qualcuno con istinti suicidi, probabilmente.
- Mi vuoi rispondere, Severus?
Lo studente riprese a camminare velocemente verso la Sala Grande; aveva la netta impressione che tra poco il Preside sarebbe uscito come una furia dal laboratorio e non voleva intralciare il suo cammino. Se era fortunato sarebbe riuscito a non incrociarlo per tutto il giorno.
Il Preside Piton appoggiò la borsa di pelle nera sulla scrivania con un tonfo e osservò la donna che, incurante del pericolo, era piombata nel suo ufficio ad urlargli contro.
Sollevò un sopracciglio sottile e aprì con uno scatto la borsa.
- Non sono affari tuoi, Granger. - sibilò iniziando ad estrarre barattoli e radici.
- Non sono affari miei? - gridò l'altra paonazza in volto. La vide infilarsi una mano in tasca e, di riflesso, la sua mano sfiorò l'impugnatura della bacchetta nera nascosta nella tasca interna del mantello; invece Hermione estrasse un biglietto ripiegato in quattro parti – Mi hai inviato questo stupido messaggio con un gufo spelacchiato e sei sparito per sei mesi!
- Mi era sembrato di essere stato abbastanza chiaro in quel biglietto.
La strega sbuffò e aprì il messaggio.
- Parto. - lesse Hermione – Ho una tesi nuova da provare. - alzò lo sguardo sul mago – Questa… - disse sventolando il biglietto con forza, tanto che un angolino si spezzò e cadde a terra dolcemente - non è una spiegazione. Non sapevo nulla di una nuova tesi, avresti dovuto dirmelo, avremmo studiato insieme la sua preparazione e i suoi effetti.
- Avevi cose ben più importanti a cui pensare.
Il mago finì di estrarre tutti gli ingredienti che aveva raccolto nel suo lungo viaggio e iniziò con le pergamene contenenti i suoi appunti. La sua collaborazione con Hermione Granger era stata, all'inizio, prettamente simbolica e fastidiosa. Il Ministero gli aveva chiesto di studiare una nuova formula per la pozione antilupo; aveva accettato dopo un po' di tempo, avendo trovando il suo lavoro di Preside noioso e ripetitivo. In quanto pozione sperimentale andava testata nelle sue varie fasi, compresa la trasformazione nelle notti di luna piena.
Qui entrava la petulante SoTutto; in quanto avvocato delle creature magiche la sua presenza era necessaria per assicurare al Ministero che i suoi metodi non lenissero la liberà dell'individuo, né la sua sicurezza e che, cosa più importante in una società che garantiva l'uguaglianza tra razze magiche e non, non avessero ripercussioni sulla comunità dei Lupi Mannari.
La prima volta che avevano somministrato la pozione ad un giovane mago rimasto vittima della maledizione durante la guerra i risultati erano stati pessimi. Il giovane si era trasformato, era stato doloroso, violento ed inaspettato. Il giovane si era fatto accecare dal suo lato animale e stava quasi per attaccare Hermione se un suo intervento non l'avesse salvata in tempo.
Dopo quello spiacevole episodio aveva cercato una soluzione al problema sull'instabilità della pozione, aveva fatto vari tentativi per mesi, con calcoli sempre più complessi e selezioni accurate degli ingredienti e della loro provenienza. Anche il più insignificante dettaglio era fondamentale.
Il secondo tentativo era andato meglio. La trasformazione c'era stata, ma il lupo sembrava avere coscienza del suo lato umano. Era stato un passo avanti, ma da quel punto non aveva poi fatto molti progressi.
Non era ancora riuscito a bloccare del tutto la trasformazione né a sopprimere completamente l'istinto animale.
Era frustante per il suo orgoglio.
Dopo più di un anno di stretta collaborazione con la Grifondoro si era deciso ad aprirle il suo laboratorio e i suoi appunti. Più che altro per farla stare zitta e perché due cervelli erano sempre meglio che uno solo.
Hermione passava più tempo nei sotterranei di Hogwarts che al Ministero. Era portata per fare la ricercatrice, aveva una mente aperta e trovava sempre nuove strade da sperimentare. Parlare con lei era risanante per lo spirito e la mente.
A volte portava anche del lavoro extra e si trovano a parlare per tutta la serata di legge e conseguenze dei comportamenti umani sulle altre razze.
- Cose più importanti? - domandò la strega disorientata interrompendo il filo dei suoi pensieri e i suoi ricordi – In che senso?
- Torna a casa, Hermione. - le rispose duramente il mago senza guardarla – Non hai un marito che ti aspetta?
Non sentì nessuna risposta da parte sua e lasciare Hermione Jean Granger senza parole non era affatto facile.
Sollevò la testa dalle carte e la vide in mezzo alla stanza, con il suo bigliettino ancora in mano e lo sguardo basso.
- Non l'hai saputo? - gli chiese con un filo di voce – Nessuno ti ha avvisto?
- Sono partito quasi all'improvviso, ho chiesto a Minerva di sostituirmi questi mesi e non ho detto a nessuno dov'ero diretto. Quindi no, Granger, - spiegò utilizzando il tono più scocciato del suo repertorio - nessuno mi ha avvisato di nulla.
Hermione sospirò.
- Il matrimonio è stato annullato. - disse tutto d'un fiato a voce bassa.
La frase echeggiò nella stanza come se fosse stata urlata. Severus sgranò gli occhi, sentì improvvisamente il corpo tremare.
- Perché?
Hermione sollevò lo sguardo e lo fissò come se non si aspettasse quella domanda.
- Non lo amavo. - rispose con una sincerità disarmante – Lo amavo come fratello, ma nient'altro. Ho pensato che avrei preferito vivere sola piuttosto con condannare entrambi all'infelicità. Sono una di quelle ragazze che vuole sposarsi una volta sola nella vita e voglio che sia per amore non perché credo che sia amore.
- Eppure quando Weasley veniva qui a trovarti mi sembravate fin troppo appiccicosi e melensi.
- Ron era appiccicoso e melenso. - precisò lei – E' un bravo ragazzo, Severus. - ci tenne a precisare quando vide una sua smorfia disgustata - Non è colpa sua. E' colpa mia. L'ho lasciato due giorni prima delle nozze. Credevo che in qualche modo l'avessi saputo.
- Ero già partito.
- Eri già partito. - annuì lei - Ti ho cercato, ma nessuno sapeva dove ti fossi nascosto.
- Non mi sono nascosto. - puntualizzò irritato.
Calò un silenzio pesante tra di loro. Hermione lesse ancora le due righe che le aveva scritto prima di partire.
- Non mi sembri sollevato all’idea che non mi sia sposata. – lo mormorò appena come se stessa parlando a se stessa.
Severus sollevò un sopracciglio.
- Perché dovrei essere sollevato?
La labbra di Hermione si incurvarono un in sorriso amaro, ma non rispose alla sua domanda.
Il mago sospirò e tornò a sistemare le pergamene scritte durante il viaggio. Ogni tanto lanciava occhiate silenziose alla donna. Era stranamente taciturna, la rabbia di poco fa sembrava svanita e non ne capiva il perché.
Hermione era sempre in grado di disorientarlo.
- Come ti senti? – le domandò per rompere quell’opprimente silenzio.
Ci volle qualche lungo secondo prima che Hermione si decidesse a rispondere.
- Come mi sento... - sorrise la strega tristemente - Mi sento stupida... - accartocciò il biglietto in mano - io... io credevo di aver visto qualcosa nel tuo sguardo negli ultimi mesi... - Hermione non se ne accorse, fissava la palla di carta stretta nel pugno, ma Severus era sbiancato - io... - fece una piccola risata isterica e si passò la mano libera tra i ricci – se tu mi fai queste domande è perché non… - sospirò chiudendo gli occhi, sembrava esausta - Scusa se sono piombata qui urlando. - il cambio repentino di discorso e del tono di voce lo disorientò nuovamente – Sarai stanco per il viaggio e tutto il resto. Quando vorrai spiegarmi la tua nuova teoria sai dove trovarmi. Ora scusami me ne vado a casa a mangiare un chilo di gelato, guardare un film d'amore strappalacrime e a maledirmi per la mia innata capacità di innamorarmi dell’uomo sbagliato. – fece scivolare la pallina di carta in tasca poi sollevò lo sguardo su di lui, tratteneva con fierezza le lacrime - Ciao Severus.
Uscì così di fretta che non gli diede il tempo di rispondere o capire bene cosa lei gli stesse dicendo.
Si ritrovò in piedi nel suo ufficio, con addosso ancora l’odore del luogo dove era stato negl’ultimi sei mesi e la consapevolezza che Hermione Granger gli aveva appena confessato di essersi innamorata di lui.

* * * *



Quando andò ad aprire la porta del suo appartamento aveva ancora il cucchiaio del gelato in bocca.
Severus era dall'altra parte dalla porta.
Si fissarono in silenzio per alcuni minuti.
- Avevi ragione. - disse infine lui – C'era qualcosa nel mio sguardo.
La strega lo fece entrare. Severus si guardò attorno: il televisore era in pausa, l'immagine in bianco e nero era fissa su una donna che rideva. Sul basso tavolino c'era un barattolo di gelato al cioccolato e vaniglia aperto, una confezione di fazzolettini di carta monouso. Molti erano accartocciati sul tavolo, usati.
Si sentì un po' in colpa.
Hermione si affrettò a mettere in fresco il gelato e appoggiò il cucchiaino nel lavello. Fece sparire i fazzoletti usati con un colpo di bacchetta. Poi si concentrò su di lui.
Severus fece un lieve sospiro.
- Mi dispiace. - le disse – Io... ho iniziato a provare qualcosa per te da quando hai cominciato a lavorare in laboratorio, ma...
- Ero fidanzata. - rispose lei.
- Eri fidanzata. - confermò lui – Mi piaceva lavorare con te e non volevo rovinare il rapporto che avevamo. La vecchiaia non mi rende più saggio, - un sorriso amaro e triste increspò le sue labbra sottili - nelle questioni di cuore faccio sempre gli stessi errori. Ma…
Si bloccò nervoso, timido ed impaurito, emozioni che Severus non provava da quando aveva quindici anni. Odiava sentirsi così vulnerabile davanti a qualcuno.
- Ma? - lo incoraggiò lei, si stava torturando le mani.
- Hermione, - disse Severus chiudendo gli occhi – l’amore per Lily mi ha ucciso. Ha ucciso la mia anima, il mio cuore, il mio stesso essere. Sono morto perché amavo Lily e lei viveva senza di me. Era felice senza di me. Ci sono voluti oltre vent’anni per capire che era un amore sbagliato, malato e distruttivo. E quando ho capito che stavo per provare per te lo stesso amore di Lily mi sono rifiutato di accettarlo. Non potevo sopportare tutto quel dolore di nuovo. Sono partito prima del matrimonio perché non potevo più sopportare di vederti felice senza di me. Avevi ragione: mi sono nascosto dal mondo e da te.
- Ma io non ero felice.
- Devi cercare di capirmi... non ho mai neppure lontanamente immaginato che tu potessi ricambiare i miei sentimenti. Ogni volta che ti vedevo con Weasley per me eri una donna innamorata del suo giovane fidanzato. Ero così concentrato sul mio dolore che non ho visto il tuo.
- Così sei partito per dimenticarmi.
Il mago aprì gli occhi e la fissò intensamente.
- Sì.
Hermione si avvicinò a lui egli accarezzò una guancia. Severus si beò di quel contatto.
- Mi dispiace di averti fatto soffrire così tanto, Severus. - sussurrò Hermione.
- Non è stata colpa tua.
- Mi dispiace lo stesso.
Il mago sollevò una mano e le sistemò un riccio dietro l'orecchio; la strega sorrise. Un sorriso innamorato che scaldò l'animo di Severus.
- Ha funzionato? - domandò lei timidamente – Ti sei dimenticato di me?
Con il pollice delineò le sue labbra carnose ed invitanti.
- Credevo di sì. - le rispose con un sussurro roco.
Si chinò sul suo viso per baciarla, ma Hermione gli mise le mani sul petto e lo fermò.
- Aspetta. - disse – Voglio dirti una cosa prima.
- La so già. - mormorò sollevando un sopracciglio sottile.
La donna sorrise maliziosa.
- Davvero?
- Sei prevedibile, Granger.
Lei ridacchiò e giocò un poco con i primi bottoni della casacca nera.
- Ti amo, Severus Piton.
Severus ricambiò il sorriso e l'avvicinò di più al suo corpo.
- Sei estremamente prevedibile.
Non ci fu più bisogno di parlare.
   
 
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