Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Finitem_    21/02/2014    11 recensioni
La vita di Louis è uno schifo: suo padre ha tradito sua madre con l'insegnante di francese di sua sorella causando il divorzio, ha dovuto cambiare casa, scuola, città, nessuno lo vuole come amico, i soldi sono pochi, la casa è piccola, sua madre è appena uscita con un uomo per la prima volta dopo mesi e le sue sorelle non sono in casa.
E' solo, come sempre.
Decide allora di fare una scenata al padre, reo di tutto quello che sta passando, e per darsi coraggio si beve qualche birra di troppo, prima di salire in macchina diretto verso la sua vecchia casa.
Harry Styles si sta invece apprestando a tornare a casa dopo una giornata di scuola, lo stomaco gorgogliante, l'acquolina in bocca, il pensiero fisso sulle lasagne della mamma, che già in tavola attendono il suo arrivo.
Cala il buio e basta un attimo: uno schianto, una vita segnata dal senso di colpa, l'altra appesa a un filo.
Niente sarà più come prima...
*Larry Allert, don't like don't read, don't ship don't rompere i coglioni*
** Vagamente Punk!Louis&FlowerChild!Harry, se volete leggerla in quell'ottica**
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic

dcfgsdrtgsd 20. Got You Stuck On My Body Like A Tattoo




Louis avrebbe dovuto saperlo.
Il pacco di Lucky Strike, comprato due giorni fa' è già praticamente vuoto, tranne per una sola misera sigaretta che lo sguarda come con scherno mentre la fissa incredulo e senza spiegarsi questa morìa di nicotina, proprio adesso che Fizzie ha acceso lo stereo litigando con Lottie per scegliere il CD e le gemelle giocano a nascondino correndo su e giù per il corridoio.
Ha già mal di testa, e senza un po' di sano fumo sente che non sopravviverà alla giornata.
Sospirando prende la sigaretta, apre la finestra e se l'accende sporgendosi sul davanzale: non sia mai che sua madre lo becchi di nuovo a fumare in casa o che parta l'allarme antincendio un'altra volta, fracassandogli i timpani col suo rumore irritante.
Sa benissimo, dopo aver fatto mente locale, come mai la sua razione di viveri è durata così poco, la causa ha due occhi acquamarina, mille ricci e altrettanti capricci, e un nome che è tutto un programma.
Si, Harry Styles aveva iniziato a fumare.
Non fumare seriamente tutto un pacchetto di Lucky Strike, ma quasi: dopo l'espisodio al lunapark ci aveva preso gusto, e aveva implorato Louis di fargli provare a fumare ancora.
Aveva fatto gli occhi da cucciolo indifeso, la vocina triste, si era strusciato come un gatto, finto di piangere e pregato il maggiore fino a quando, questi, nauseato ed estremamente irritato, aveva acconsentito.
All'inizio gli aveva fatto una tenerezza immensa mentre lo guardava tenere la sigaretta tra due dita, terrorizzato come se fosse una bomba, o aspirare appena il fumo, buttandolo subito fuori senza nemmeno mandarlo giù, bagnando con le labbra troppo umide tutto il filtro rendendolo inutilizzabile a parer suo.
Si era perfino dimenticato di essere arrabbiato.
I primi giorni si sedevano nel patio sul retro della biblioteca (dove Anne Styles sapeva che suo figlio 'studiava') e facevano un tiro ciascuno, fissando le nuvole rincorrersi in cielo, ma dopo qualche tempo Harry gliene aveva chieste in prestito un paio, da fumare all'intervallo aveva detto, e poi aveva iniziato a prenderle senza nemmeno chiedere.
Sapeva la motivazione: voleva sentirsi grande e farsi vedere dai compagni, che lo avevano sempre visto come il nerd perfettino cocco dei prof, e nonostante lui negasse fino a non avere più voce lui non ci cascava.
Voleva solo giocare a fare il grande, e anche se questo era sbagliato e la nicotina rovinava i polmoni  favorendo in futuro l'insorgere di un cancro, Louis aveva lasciato correre: si ricordava com'era avere quindici anni, e soprattutto si ricordava che Harry era più piccolo di lui e che soffriva della sindrome dell' non essere abbastanza, di essere troppo piccolo, troppo immaturo perchè Louis lo prendesse sul serio e rimanesse con lui a lungo, quindi aveva lasciato che il ragazzino facesse il ragazzino, facendo lo sborone con gli amici e fumando come un turco agli angoli delle strade quando uscivano insieme, interpretando quel sorriso soddisfatto come una conferma delle sue teorie.
“Vedi?” sembrava dire “Non c'è bisogno che mi tratti diversamente, non sono piccolo, sono capace di fare le stesse cose che fai tu...”
Aveva capito che stava iniziando a sorpassare il limite della sua sopportazione e del buon senso in generale quando si era ritrovato nel negozietto di tatuaggi dove si era rifugiato una notte di dicembre durante una tempesta di neve che però non era riuscita a placare i suoi bollenti spiriti di ribellione.
Il vecchio tatuatore l'aveva pure riconosciuto:
“Quello della vecchia scuola” aveva mormorato quasi canticchiando tra se' e se' mentre finiva di parlare con un cliente al telefono.
Nel mentre si erano seduti e Louis aveva cercato il coraggio di cercare di dissuadere di nuovo il piccolo dall'idea di farsi un tatuaggio.
Un paio di sigarette non fanno nulla, ma un tatuaggio è indelebile e resta per sempre, ma il riccio non ne aveva voluto sapere, anche se in quel momento se la stava decisamente facendo sotto dalla paura.  
“F-farà molto male?”
Quando Louis aveva guardato negli occhi di Harry aveva visto paura e molta apprensione mal dissimulata.
“Non sei obbligato a farlo, sai” aveva sussurrato piano nel suo orecchio, facendolo rabbrividire dal solletico “Possiamo dire al vecchio che hai cambiato idea e andarcene”
“No” si lamentato lui piano “Io voglio restare, voglio farlo! La mia era solo una domanda...”
“Bhe, innanzitutto conta dove lo vuoi fare, ci sono posti molto sensibili come le caviglie, i polsi o dietro il collo...”
Il ricciolo si era toccato il fianco sinistro “E qui? Qui fa male?”
“Non dovrebbe” li aveva interrotta la voce burbera e rozza del vecchio tatuatore, lo stesso che qualche mese prima aveva inciso la pelle di Louis “Ma prima di anche solo pensare di tatuare qualcosa a un tredicenne...”
“Quindicenne”
“Fa lo stesso. Non voglio grane: sei accompagnato da un maggiorenne?”
Louis si era indicato con una mano, mentre con l'altra mostrava la carta d'identità, precedendo la domanda dell'uomo, che senza scomporsi aveva continuato impassibile “E l'autorizzazione di un genitore?”
Harry aveva estratto dalla cartella il foglietto dell'autorizzazione, dove troneggiava la firma di sua madre palesemente falsificata ottenuta ricalcandola da una verifica di scuola quella mattina prima di prendere l'autobus, ma con grande sollievo di tutti e due l'uomo non aveva detto niente, limitandosi a invitarli nella saletta con un cenno.
“Allora? Cosa vorresti farti tatuare, ragazzino?” l'uomo si era voltato verso Louis “Ma lo sa che poi non viene via?”
“Certo che lo so! Non sono idiota!”
Il più grande siera trattenuto per non ridere, sapeva dal modo in cui le labbra del tatuatore si contraevano che stava scherzando e che cercava di rimanere serio e non scoppiare a ridere in faccia al povero Harry, irritato come non mai.
“Una scritta”
“ E di grazia, posso sapere cosa vuoi che io scriva?”
Louis aveva grugnito, sull'orlo di cedere al desiderio incontrollato di sghignazzare a più non posso, davanti alla faccia offesa e altezzosa del più piccolo.
“Maybe we will” aveva risposto tagliente, addolcendosi un poco ed avvampando furiosamente quando aveva incontrato gli occhi blu dell'altro che lo scrutavano curiosi.
Il tatuatore non aveva avuto più niente da ridire: aveva pregato il ragazzo di sdraiarsi e abbassarsi un poco i pantaloni e l'elastico dei boxer, prima di iniziare a preparare la macchinetta dell'inchiostro, riempiendola del liquido nero che gli avrebbe macchiato la pelle.
“Sicuro? aveva chiesto di nuovo Louis, che aveva paura che forse il piccolo, candido, tenero ed innocente Harry si sarebbe amaramente pentito di quello che stava per fare, e che quello era solo un capriccio o un colpo di testa.
“Si. E tu?”
“ E io cosa?”
“Sicuro che non faccia male?”
Il più grande si china su di lui, pizzicandogli gioiosamente il fianco e solleticandolo senza pietà, facendolo contorcere, scalciare e dimentare come un anguilla,  mentre dice forte per sovrastare le risate dell'altro:
“ Povero il mio pasticcino che ha paura di farsi male!”
“Lo-Louis piantala!” lo prega questo tra le risate.
“E' questo il male che sentirai” risponde l'altro continuando la sua tremenda tortura, mentre l'altro rotola sullettino, incapace di star fermo “ Povero piccolo Harry, non riesce proprio a sopportarlo!”
“B-basta! N-non sono un bambino!!”
Il provvidenziale arrivo del tatuatore salva il ricciolino, che a dispetto delle sue parole stringe fortissimo la mano di Louis e caccia uno strilletto decisamente poco mascolino quando l'ago inizia a incidergli delicatamente la pelle.
“Ti faccio male?” chiede immediatamente l'uomo, interrompendo l'operazione.
Harry avvampa, e stringe la mano ancora più forte mentre scuote la testa.
Il vecchio si china nuovamente su di lui, e riprende il lavoro lasciato a metà.
“Ne hai tanti di tatuaggi?” chiede il più piccolo, mentre fissa Louis con occhi grandi grandi che lo fanno sembrare più piccolo e fragile di quello che è, e così l'altro per distrarlo gli parla, proprio come quando era in ospedale, quando la sua mano era fredda e scheletrica e il corpo ricoperto di tubi e macchine che lo tenevano in vita.
“ Tanti. Troppi...”
“Hanno tutti un significato?”
“Più o meno...Il primo è stata una bussola, perchè m'indicasse la giusta via ma credo che non sia servita a molto, perche non mi ha portato molto lontano...
Poi c'è stato il mio “Far Away”, perchè è lì che voglio andare, molto, molto, molto lontano da questo buco di città e da tutto il resto di questo schifo di mondo, poi un aereoplanino di carta, che ho sempre abbinato alla libertà, un mappamondo, da abbinare alla bussola, che mi servirà durante i viaggi che farò, un ferro di cavallo, che porta fortuna e con la mia sfiga cronica male non fa, una corda con un nodo da marinaio attorno al polso, il numero 78, che è quello che più vorrei eliminare...”
“Perchè?”
“Mi ricorda una storia d'amore finita male”
“Ugh, brutta storia” aveva commentato il vecchio, chino sulla pelle bianca e immacolata di Harry, che però sembrava essersi dimenticato del dolore, tanto era interessato al racconto di Louis.
“E poi? Ne hai altri?”
“ Quello che ho fatto qui: la scritta “ It is what it is”, perchè la vita dopotutto è quello che è...”
“Me li fai vedere?”
Il più grande si era arrotolato le maniche della felpa e si era chinato all'altezza del lettino per permettergli di vederli meglio e di ridisegnare i loro contorni scuri con la punta delle dita, facendogli venire la pelle d'oca lungo la spina dorsale e le farfalle nello stomaco.
 Era tanto tempo che non si sentiva così.
Qualche chiacchiera dopo la scritta, nera come la pece sulla tenera pelle di Harry, era completa e dopo aver pagato con un piccolo sconto ( ma solo perchè era un tatuaggio della vechia scuola e il ragazzino era simpatico) ed essersi sorbiti le raccomandazioni del vecchio, erano di nuovo fuori all'aria aperta, mentre sulla città calava la sera.
“E' tardi” aveva commentato il più piccolo, fissando lo schermo del cellulare con uno sguardo quasi inorridito.
“Ti accompagno al pullman”
“Grazie”
“Ti fa male?” aveva chiesto preoccupato Louis, sbiarciando la mano di Harry premuta sul fianco dove lui sapeva esserci la garza che copriva il tatuaggio, cercando di scacciare dalla mente tutte le orribili storie che aveva sentito su persone che soffrivano le pene dell'inferno a causa di un infezione del sangue a causa dell'inchiostro, o peggio ancora di una reazione allergica.
“No, sto bene. Non vedo l'ora di levare la benda per vedere com'è”
“All'inizio sarà un po' arrossato, ma poi passa col tempo. Fidati”
“Lo so che sei un'esperto”
“Mandami una foto su What's app, mi raccomando” si era preoccupato di dire il più grande, scorgendo la lugubre figura del pullman imbottigliato dal traffico.
“Anche tu! Non ho ancora visto il 78 e la scritta...”
Louis aveva fatto un cenno verso il pullman “Ci vediamo domani allora”
Harry aveva annuito.
“ A domani”
Il moro si era guardato intorno velocemente, prima di chianrsi un po' verso l'altro e baciarlo piano sulla bocca, appoggiando le labbra contro le sue, prima di ritirarsi in fretta, troppo per i suoi gusti, facendole schioccare giocosamente.
Harry, viola dall'imbarazzo e con uno sguardo shockato aveva coperto le labbra con una mano, proprio mentre il pullman alle sue spalle si arrestava sibilando.
“Ma sei impazzito?!” gli aveva strillato arrampicandosi a bordo del mezzo “Avrebbe potuto vederci qualcuno! Come hai potuto correre un rischio così idiota!”
“ 'Rischio' è il mio secondo nome!” aveva fatto in tempo a rispondere l'altro, prima che le porte si chiudessero e lui si allontanasse dal marciapiede salutando distrattamente con la mano.
E mentre il pullman si allontanava, Louis era sicuro di aver visto il più piccolo sorridere estatico, passandosi la  lingua sulle labbra che ancora sapevano di Louis 'Rischio' Tomlinson.





Louis Tomlinson non lo direbbe mai.
Non è consapevole del fascino buio e tenebroso che esercita sugli altri, con quell'aria da cattivo ragazzo duro e misterioso con un armatura fatta di piercing, orecchini ed anelli nei posti più strani: una pallina verde e striata di mille colori, come la carta di un ciupa ciupa sul sopracciglio, il piccolo anellino sulla narice, l'orecchino fatto a borchia appuntita sul lobo e le altre semplici 5 palline d'argento che secondo sua madre gli 'sfigurano' l'orecchio, per non parlare del labbro e di tutta la scena da lavatoio che gli era toccato sorbire quando sua madre l'aveva notato per la prima volta...
No, non sapeva che effetto devastante ad assolutamente assuefante poteva avere.
Harry invece si'.
Quella stessa sera, dopo aver cenato e fatto i compiti per l'indomani era andato in bagno a levarsi la garza che copriva il suo tatuaggio nuovo fiammante, ammirando l'elegante scritta nera che si allargava sulla sua pelle come un marchio maledetto.
Come promesso aveva inviato una foto all'altro, esigendone un'altra dove mostrava i tatuaggi che non gli aveva potuto far vedere nel salone.
Aveva anche insistito per conoscere la storia dietro al tatuaggio che gli ricordava una relazione finita male: non lo aveva dato a vedere ma quel commento lo aveva reso geloso, insicuro e timoroso di poter anche lui perdere Louis un giorno.
“ E' una storia vecchia” aveva digitato l'altro dopo le sue mille insistenze.
“Prima che i miei si separassero a scuola stavo con un ragazzo, Ashton, bomber della squadra di calcio del liceo...
Sembrava essere una cosa seria, insomma, lui si è dichiarato mandando sui tabelloni elettronici che segnano i punti, durante una partita importantissima una cosa tipo: ' Louis Tomlinson sei la mia terza stella a destra e poi dritti fino al mattino. Ti amo. Ti prego dammi una chance'...
Immagina di ragazzi della nuova scuola come hanno reagito quando hanno scoperto la notizia, scoperchiando il vaso di Pandora...
Sta di fatto che ci siamo messi insieme, e per i nostri sei mesi mi sono tatuato il suo numero maglia sul petto.”
“E poi?” l'aveva incalzato l'altro, bruciando di gelosia.
“ E poi cosa?”
“Perchè dici che è finita male e non vuoi ricordare la vostra storia?” Harry sapeva di non essere la prima relazione dell'altro, e lo accetava, ma  venire a sapere i suoi vecchi trascorsi amorosi era tutto un altro paio di maniche...
“Perchè quando mi sono trasferito sono stato male come un cane, ero solo, depresso e oserei dire quasi suicida, ma nessuno si è fatto sentire, e mi è stato riferito che lo stesso venerdì della mia partenza, a una festa, si è presentato con un nuovo accompagnatore ufficiale, un certo Fabian con cui, stando alla loro versione, era fidanzato da mesi...
Mi ha abbandonto, cornificato e preso per il culo, in sintesi.
E non ha nemmeno chiesto scusa.
Tutto quello che mi resta è un 78 tatuato sulla pelle e una grande amarezza”.
Poi era arrivata la foto.
Non sapeva assolutamente che effetto gli faceva.
Di solito indossava sempre felponi enormi e neri, che non lasciavano immaginare il ben di Dio nascosto lì sotto: la pelle era lievemente più scura della sua, macchiata da un crudele, sadico e realista “e' quello che è” che gli attraversava le clavicole sottili, arricciandosi fino a sfiorare i pettorali, ben sodi ma non da palestrato pompato, non troppo definiti da steroidi e schifezze varie, ma sufficientemente marcati da lasciare lo sguardo vagare su di essi, ottenuti attraverso il duro lavoro a furia di sollevare vecchietti e carrelli medicinali...
Più in basso, proprio sul pettorale sinistro, sopra il cuore, era stampato il '78'.
Gli occhi di Harry erano scesi verso il basso, rapiti dal colore della sua pelle levigata e soda e dalla tartaruga appena delineata, fino a sotto l'ombelico, fino alla linea a 'v' che gli aveva fatto perdere la testa.
Se fosse stato a casa Styles, Louis non avrebbe saputo come spiegarselo, ma ciò che  avrebbe sentito provenire dalla camera del suo ricciolino gli sarebbero sembrati sospiri e gemiti mozzati e miagolii come di molle.
E allora, sentendo appena i gemiti soffocati provenienti dall'altra parte della porta, non s'immaginerebbe mai suo il candido, adorabile, dolce Harry a contorcersi attraverso le lenzuola bianche del letto sfatto e strusciarsi forte contro il materasso sottile e soffiare mugolando sui cuscini profumati e masturbarsi piano, lentamente, come in un sogno. E Harry non riesce proprio a smettere di pensare a quanto deve essere bello Louis, mentre con una mano si tocca piano e con l'altra si accarezza piano la pancia, quasi per calmare la sua stessa eccitazione e rallentare il galoppare inesorabile dell'orgasmo. Solo al sopraggiungere di quest'ultimo, Louis non lo potrebbe neanche immaginare, si porterà la mano libera sulla bocca per non urlare di piacere, per non allarmare sua madre che sta guardando la TV al piano di sotto, mordendo quelle piccole dita bianche e chiudendo con forza gli occhi, finalmente soddisfatto.
E subito dopo Harry torna in se', e arrossisce a quei pensieri che gli invadono la mente stanca, mentre il corpo sfatto e sfinito giace tra le lenzuola cercando di riprendere fiato, cercando di spiegarsi o di scacciare quei dolci tormenti che gli hanno sempre insegnato essere sbagliati, ingiusti, disgustosi e sporchi.
Si accarezza piano il tatuaggio con due dita, serrando forte gli occhi cercando di non pensare alla reazione che sua madre potrebbe avere nel vederlo, dal morire d'infarto sul colpo a chiuderlo in cantina e nutrirlo a croste di formaggio e latte rancido per il resto dei suoi giorni, cercando di ignorare il pizzicore della sostanza estranea nel suo corpo, accentuato dalla mancata protezione delle bende, cerca di non pensare che domani ha un test e che se non prende almeno una 'B +' inizieranno tutti a fare pressione perchè non si rovini la sua media perfetta nonostante un'incidente quasi mortale e un ricovero di più di tre mesi, cerca di dimenticare che è sabato, e che andrà a stare da suo padre per il weekend e che non vedrà la sua ragione di vita fino a martedì...
Semplicemente chiude gli occhi, continuando ad accarezzarsi piano come a volersi consolare di tutte le ingiustizie della sua vita.
E immagina che le sue stesse mani da quindicenne siano quelle grandi e rovinate dal lavoro e dalla fatica di Louis, anche se sono sempre fredde, anche se a volte puzzano di sigaretta.
Perchè sono l'unica cosa che vorrebbe sul suo corpo adesso.

















Angolo Fin *w*

*Ansima* che corsa ragazze...
So di essere in ritardo, ma il rientro post-gita è stato a dir poco traumatico O.O
Eniuei è stato divertentissimo, tranne il fatto che m'hanno messo in stanza con la mia ex-migliore-amica ( qualcuna di voi lettrici più anziane se la ricorderà -.-)
Ma ora sono qui, a vedere Harry Styles che manca i Brit Award perchè sta pisciando, Niall con le stampelle e Louis depresso perchè girano voci che la Larry sia finita.
Ma scherziamo?!
Qualcuno mi aggiorni plis :(
Vorrei festeggiare il ritorno di Annie che mi è mancata tantissimissimissimo *la piglia e la sbaciuccia come lei farebbe con Louis* Ele che ha fatto un'analisi perfettissima del capitolo che tra l'altro  è una descrizione perfetta della sottoscritta che, nei panni di Lou, girovaga per Roma fumando Camel Blue, Delia che crede di non valere come la cacca di Harry, ma diciamocelo dopo la sua ultima figura di cacca ai Brit è lui a dover pensare che non vale quanto la TUA cacca XD Ila che mi spezza nella descrizione del suo paese che sembra il mio, che se dovessi contare i bestemmioni che sento quando passeggio per i campi dietro casa mia mentre lavorano i contadini non mi basterebbero le mani, e che non deve perdere nessun'etto per carità che sei già troppo bella così <3
Lu la mia queen of angst che aveva ragione (se le voci sul web sono vere) a shippare Styles-Grimshaw mentre Louis si deprime insieme alla sottoscritta sob sob, 1D_1D che si unisce a me nella protesta contro la Chiesa in quanto musulmana #yeeeeeeeah! Avevo un'amica musulmana che veniva a giocare con noi in oratorio (quando ancora lo frequantavo) ma poi il prete l'ha scoperta e l'ha mandata via.
Come si può mandare via una bambina di 11 anni perchè di religione diversa? Con che coraggio ti fai chiamare uomo di Dio?
Bah. Mi sale il porca troia, ma stiamo tranquilli che io non mando via nessuno <3
Veronica che mi deve aggiornare sulle ultime di Davide ( devo chiamare chi l'ha visto?) e quella fortunella di Fra che vede Harry Styles a Londra dal vivo ma vi rendete conto?! E' la mia stalker preferita <3
Leeroy_hmm che a proposito di fumare devo assolutamente spettegolarti cos'è successo in gita con la mia "amata" compagna di stanza (#ifyouknowwhatimean) e le sigarette!!! Roba da non crederci!!! And last but not least Malu che mi sommerge di cuori e mi fa sentire tanto amata aw che bella cosa <3
Scusate ancora per il ritardo, se avete bisogno di qualcosa (QUALSIASI COSA) mi trovate qua su efp oppure cercando "smilla____" su Instagram :) e se mi scrivete il nome in un messaggio privato ci si può sentire anche su facebook <3 <3 <3
Tantissimi baci romani e un pezzo di Colosseo per tutte!
#Muchlove
Cami
  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Finitem_