Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: Vanoystein    21/02/2014    2 recensioni
Jill tornò a guardare la strada qualche secondo dopo, non ebbè nemmeno il tempo di gridare che si trovò subito ferma, immobile, con la cintura che le stringeva sul petto. La macchina si era letteralmente capottata, i vetri si erano rotti in mille pezzi, vedeva sangue ovunque, lei sanguinava, sua madre aveva perso i sensi.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Jill si svegliò ansimante, il cuore martellante, la fronte e le mani completamente sudate.
La luce della luna filtrava dalla finestra illuminando la stanza.
La ragazza era tornata in città, in una piccola casetta che Vincent si era procurato, Jill ancora non sapeva come e a dirla tutta nemmeno voleva saperlo.
L’idea di Alec di farla tornare in città era stata abbastanza stupida, almeno secondo lei.
Ormai però tanto valeva passare le giornate in casa oppure nascosta dall’arcata, perché si sapeva, se i Demoni avessero voluto in un modo o nell’altro sarebbero riusciti a superare quella ‘’porta’’ magica.
Da quell’ultimo episodio in infermeria erano tutto piuttosto titubanti.
Noah e Alec erano ancora dell’idea che fosse stato proprio lui a far entrare quel Demone, ma lui negava e Jill si fidava di lui.
Inoltre, era successo qualcosa tra Vincent ed Alec, Jill lo capiva.
Lo capiva dalla tensione che c’era tra loro ogni dannato giorno. O litigavano o si ignoravano.
Ma d’altronde, lei non avrebbe potuto fare niente, erano affari loro e non aveva né voglia né tempo di preoccuparsene.
Jill aveva passato tutta la nottata sveglia. L’aveva passata a pensare. A pensare a come in poco tempo la sua vita fosse stata travolta da eventi inimmaginabili.
Pensava alla sua migliore amica e al suo ragazzo ormai morti.
Jill credeva davvero che fosse lei la causa di tutto, in parte la colpa doveva essere anche sua.
Aveva praticamente immischiato Dakota ma soprattutto Julian in tutta la faccenda delle creature sovrannaturali, e il suo senso di colpa aumentava di minuto in minuto.
Un nodo allo stomaco e un grosso peso sul cuore, insieme alla testa piena di mille pensieri, paure e preoccupazioni.
Era passata già una settimana da quando Jill era tornata in quell’enorme ma monotona cittadina e, ancora non era successo nulla solo perchè Alec l'aveva nuovamente marchiata, nascosta ad angeli e demoni.
Jill usciva comunque continuamente di casa, infischiandosene dei rischi che poteva correre. Quando non c’era né Alec né Vincent a sorvegliarla lei se la svignava sempre.
In quei momenti di libertà andava quasi sempre a casa di Julian, a fare visita alla madre.
Entrare in quella dannata casa le faceva un male tremendo, ma non ci poteva fare niente, sentiva il dovere di andare da lei.
Finivano per parlare per ore, di Julian, il che portava la signora alle lacrime ogni volta che finivano qualche discorso.
Pensare che lei non sapesse nemmeno come fosse morto davvero il figlio, pensare che non aveva nemmeno potuto riavere il suo corpo faceva sentire Jill tremendamente in colpa.
L’idea di mandare a fuoco la casa con lui dentro era stato uno stupidissimo errore.
I poliziotti avevano solamente archiviato il caso, subito, dopo poco.
Il fatto di non trovare nemmeno il corpo li aveva comunque portati alla possibile conclusione che fosse morto, ma il fatto era che lui era davvero morto e nessuno lo sapeva apparte lei ed Alec.
Tutto questo rendeva ancora più difficile per Jill andare dalla donna e fingere, guardarla negli occhi e fingere.
Fingere di non sapere niente, di non aver visto Julian morire davvero davanti ai suoi occhi, fingere di non aver avuto quella malsana idea di bruciare il corpo e la casa, che in teoria, secondo la polizia, sarebbe andata a fuoco a causa di un incidente. Forse una fuga di gas.
Poteva comprendere perfettamente lo stato d’animo della donna, Jill si sentiva esattamente come lei.
Ma resisteva, tutte le volte che parlavano di lui Jill resisteva anche se la voglia di gridare, di piangere, di sfogarsi era troppa.
Jill continuava a ripeterle di farsi forza, di andare avanti, nonostante lei fosse proprio la prima che non riusciva ad essere forte e che non voleva voltare pagina.
Non poteva.
La morte del suo ragazzo e della sua migliore amica erano state troppo, anche se lei cercava di tenerlo nascosto avevano avuto un grosso impatto su di lei.
Era come se si fosse creato una voragine dentro di lei, come una parte di lei che era venuta a mancare, un pezzo sparito, rubato.
– Cara, vuoi un tazza di te? – La voce tremante della madre di Julian riportò Jill alla realtà.
– Ah nono, grazie. Ora dovrei tornare a casa. – Le rispose alzandosi dalle mani e prendendo la borsa che aveva poggiato sul tavolino di legno davanti a lei. – A presto. – Si congedò infine, uscendo velocemente dalla casa chiudendosi piano la porta alle spalle.
Percorse velocemente tutta la strada che collegava la casa di Julian a quella casa nella quale era obbligata a restare.
Appena aprì la porta d’ingresso si trovò davanti Alec che aveva in mano una borsa grigia nella quale stava cacciandoci dentro quaderni e penne alla rinfusa. –Non ti chiedo neanche dove sei stata. – Disse immediatamente lui appena Jill chiuse la porta. – E io invece posso chiederti cosa stai facendo? – Chiese lei inarcando le sopracciglia. – Torni a scuola cara mia. – Sorrise lui, porgendole la borsa.
– Stai scherzando. Io non ci torno in quella cazzo di università! Figurati! Sono perseguitata da angeli e demoni, il mio ragazzo e la mia migliore amica sono morti e io dovrei seriamente tornare a scuola? A studiare in una università nella quale neanche volevo iscrivermi?! Ma per favore. -
- Guarda il lato positivo della cosa, rivedrai i tuoi amichetti idioti. -
- Di chi è stata questa magnifica idea? Tua? Insomma, non ha senso farmi tornare lì! -
- Secondo tuo fratello sì. -
- Ah certo, fino a due giorni fa lo odiavi e adesso dai ascolto a ciò che ti dice?! -
- Sii positiva, tornerai in parte alla tua vita. Comunque non sperare che ti molli proprio adesso. Sto meditando se iscrivermi come studente oppure presentare un falso curriculum come insegnante. – Ridacchiò Alec.
– Col cazzo! Io mi rifiuto! – Sbottò Jill.

*****

Jill varcò il cancello della scuola. Come al solito l’esterno era pieno di ragazzi che facevano dentro e fuori dall’istituto, altri con in mano libri di scuola, altri ancora ammassati all’angolo ‘’dei drogati’’.
La cosa bella è che nonostante praticamente tutti ormai sapessero delle droghe che giravano sia dentro che fuori da scuola, nessuno interveniva.
Jill aveva infatti passato praticamente tutti i primi mesi di scuola in quel posticino, i professori erano fortunati se la trovavano in classe a due o tre lezioni al giorno, così facevano anche tutti i suoi amici.
Così faceva Julian, ma non Dakota, considerata da tutti come una studente modello.
- Farti passare per mio cugino è un’idea assurda. – Commentò Jill spostando lo sguardo verso Alec.
– Ci crederanno tutti. – Rispose. – Su vai. – Aggiunse facendole segno di entrare all’università.
Jill sbuffò sistemandosi i lunghi capelli mori, fece un grande respiro e finalmente attraversò tutto il cortile entrando nell’edificio.
Come al solito il corridoio principale era poco affollato, praticamente mezza scuola era nel cortile, ma comunque quei pochi studenti che si trovavano all’interno facevano piuttosto fracasso.
Jill non moriva neanche dalla voglia di incontrare di nuovo i suoi amici, non aveva voglia di vedere nessuno, tranne forse due persone.
Le avrebbero sicuramente chiesto tutti di Julian e non aveva nessuna voglia di pensare o parlare di lui.
Poi le avrebbero chiesto di Dakota e a quel punto avrebbe dovuto inventarsi completamente qualcosa da raccontare. Jill si mosse in avanti, avviandosi piano verso il suo armadietto, il numero 38.
– Jill! Ehi! –
Nadya.
Una ragazza piuttosto minuta si fece strada tra un gruppo di ragazzi poco lontani da Jill.
Si avvicinò piuttosto velocemente a quest’ultima andando subito ad abbracciarla.
– Ehi. – Rispose Jill, rimanendo quasi spiazzata dall’abbraccio dell’amica.
In 4 anni che si conoscevano Nadya non era mai stata ‘’affettuosa’’ nei suoi confronti. Certo, erano amiche, erano legate, Jill la considerava come una ‘’seconda migliore amica’’ dopo Dakota ma la loro amicizia non era certo come quella di molte ragazze.
Quella dove si scambiano baci sulla guancia, abbracci e paroline dolci, non facevano per loro.
Non facevano per Nadya, che era sempre stata una ragazza che odiava le smancerie, anche tra amiche.
– Dove sei stata? Perché non mi hai chiamato o mandato messaggi? Quando ho saputo di Julian ho subito pensato a te. Come stai? Sai qualcosa di Dakota? E’ praticamente sparita anche lei – Nadya la bombardò subito di domande.
Proprio come Jill aveva immaginato sarebbe successo.
Lei fece un passo indietro, stava per risponderle ma FORTUNATAMENTE qualcuno la interruppe.
Era Dylan. – Baker, ma chi si rivede. – Il ragazzo arrivò alle spalle di Nadya, si sbrigò a stringere anche lui Jill in un forte abbraccio.
– Ho della roba che mi è appena arrivata. Me l’ha portata Luke qualche ora fa. – Sussurrò lui contro l’orecchio di Jill per poi allontanarsi subito da lei.
– Lasciala respirare. Non credo abbia voglia di Marijuana adesso, il suo fidanzato è appena morto. –
Come sempre, Nadya e la sua solita garbatezza. Sussurrò la parola ‘’Marijuana’’ mentre praticamente tutto il corridoio aveva sentito la fine della frase. ‘’Il suo fidanzato è appena morto.’’
Come infilare il coltello nella piaga.
- Invece sì. – Esordì Jill, rompendo il silenzio creatosi in quei pochi secondi, cercando di ignorare il più possibile quella frase detta da Nadya.
– Voglio della Marijuana. – Aggiunse convinta guardando Nadia e poi Dylan. – Portamela dopo in cortile. Alla prossima ora. Adesso, devo andare a seguire Biologia. – Sbuffò sbattendo con poco grazia alcuni libri alla rinfusa nell’armadietto.
– Ci vediamo dopo. – Disse infine chiudendo violentemente l’anta dell’armadietto per poi andarsene, dirigendosi verso l’aula di Biologia.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: Vanoystein