»Chapter 19
A song for two – As Ink On Paper
Quell’oggi
sarebbe iniziato il corso di
teatro per preparare lo spettacolo di fine anno, quello forse non tanto
atteso.
Beth avrebbe preparato la scenografia, e ne era entusiasta. Ma ben
presto
l’entusiasmo si sarebbe trasformato in gioia, Alec
varcò la soglia dell’auditorium.
Era la prima volta che lo vedeva a scuola – anche se la
frequentavano entrambi
- e il suo cuore sussultò.
Più volte aveva cercato i suoi occhi neri tra quelle mura,
eppure sembrava che
non ci fosse; sembrava che Alec fosse solo una sua invenzione, un
illusione, un
sogno.
E adesso era lì: jeans strappato, t-shirt verde, capelli
lunghi e spettinati, e
la sua Martin Black sulla spalla destra. Camminava in direzione di Mrs.
Button.
Alec
sbuffò, la preside, Mrs. Elliot, lo
aveva punito costringendolo a partecipare allo spettacolo di fine anno,
e
adesso avrebbe dovuto passare molti pomeriggi in quello stupido
auditorium.
Quando entrò in quel luogo sorrise al vedere gli occhi di
molte novelline non
smettere di guardarlo.
Perché ad Alec piaceva. Gli piaceva essere guardato e
desiderato. Voleva farsi
desiderare. E tutte cadevano ai suoi piedi; fatta eccezione di qualcuno,
ovviamente.
Mrs. Button, una donna di mezza età bella tonda e con
l’odore dei biscotti
appena sfornati, gli sorrise: adorava Alec.
Alec si diresse verso quest’ultima che gli disse -
<< ma quale onore
signorino Cooper >> - e con un -
<< colpa della Elliot
>> - e un sorriso le rispose, la donna dai capelli grigi
- <<
allora grazie per la vostra presenza signore
‘‘futuro grande musicista’’
>> - lo canzonò; Alec arrossì, lei
era una delle poche persone ad averlo
sentito suonare - << su forza, per il momento aiuta la
signorina Smith
>> - e gli indicò una ragazza dai capelli neri
legati in modo
disordinato.
Alec sorrise, non sarà affatto male stare qui,
pensò.
Si diresse verso Beth, sarebbe stato impossibile non riconoscerla.
Indossava un jeans ad alta vita, largo e strappato sulle gambe, delle
converse
bianche e una t-shirt – di quelle corte – bianca.
Stava dipingendo. Le si
avvicinò e portò le labbra al suo orecchio e -
<< sei ancora più bella
tutta sporca di pittura >> - disse con la sua voce bassa
e roca; Beth
sussultò ed emise un piccolo grido per lo spavento, si
girò e vide Alec a pochi
centimetri da lei. S’immobilizzò, cosa
ci fa qui?, pensò.
<< Mrs. Button mi ha detto di darti una mano…
>> - le disse
guardandola intensamente; Beth annuì, gli diede un pennello
e con il capo
indicò la parte che doveva dipingere.
Era in estremo imbarazzo, e cercava – in tutti i modi
– di non guardarlo, ma
ogni tanto non resisteva e lo vedeva passarsi una mano tra i capelli.
Sospirò.
Si sentiva osservata. Più volte
aveva colto Alec mentre la guardava intensamente, e le sue guance
–
inevitabilmente - diventavano rosse.
Questo
scambio di sguardi durò finché
Mrs. Button non disse ai ragazzi di fare una pausa. Alec –
finalmente a detta
sua – posò il pennello e si diresse verso la
porta, ma si accorse che Beth non
c’era; era ancora lì intenta a dipingere. Le si
avvicinò e a bassa voce le
disse - << non fai una pausa? >> - la
ragazza non rispose, e Alec
si convinse che non avesse sentito, le si avvicinò
– nuovamente – e
all’orecchio le ridisse - << non fai una pausa?
>> - Beth sussultò
di nuovo, e quando si girò si ritrovò a pochi
centimetri dal viso di Alec, il
quale voleva soddisfare la voglia matta che aveva di baciarla.
Beth annuì e si avviò verso la porta seguita da
Alec.
Alec le prese il polso e la portò con se nel retro della
scuola e con -
<< c’è meno folla >> -
ed un alzata di spalle si scusò. Prese una
sigaretta e l’accese, poi senti una voce bassa dirgli -
<< noi sai che il
fumo uccide? >> - Alec sorrise e con - <<
già c’è scritto anche sui
pacchetti >> - le rispose. Beth sbuffò, Alec
guardando in alto le disse -
<< cosa c’è i ragazzi che fumano non
ti piacciono? >> - Beth lo
guardò in modo strano - << allora per questo
ti piace mio fratello?
>> - la ragazza strabuzzò gli occhi e divenne
rossa dalla rabbia -
<< cosa?? Tu!! Ma come ti salta in mente… ma
cosa stai dicendo? Ancora
con questa storia?... sei matto? No, no e no…
>> - << sta zitta!
>> - << cosa? >> - se
possibile divenne ancora più rossa -
<< ti prego sta zitta… >> -
continuò - << altrimenti?
>> - gli disse spavalda - << se continui a
parlare… non fai altro
che aumentare la voglia che ho di baciarti >> - le disse
guardandola
negli occhi e con la sua calda voce; Beth, questa volta, divenne rossa
per
l’imbarazzo ed abbassò il capo.
Alec gettò la sigaretta a terra e le si avvicinò,
con due dita le alzò il
mento, e – nuovamente – la guardò negli
occhi, poi abbassò anche lui lo sguardo
e se ne andò.
***
Alec
era in camera sua intento a
scrivere una canzone – o meglio ci tentava. Lo spettacolo
sarebbe stato
sull’amore, e Alec non sapeva cosa scrivere. Non sapeva cosa
fosse l’amore, e
né tantomeno voleva saperlo.
Era nervoso, lo era dannatamente. E si sentiva stupido per aver
confidato a
Beth di volerla baciare. Ma proprio non ci riusciva, aveva una voglia
matta di
farlo, e lei continuava a parlare, e a muovere quelle labbra; e Alec
avrebbe
solo voluto sbatterla al muro e baciarla, ancora e ancora.
Sospirò. E la mano a muovergli i capelli non
bastò. Posò la sua chitarra sul
letto e scese giù.
E neanche il bicchiere d’acqua fresca bastò ad
alleviare quella strana
sensazione.
Una mano gli si poggiò sulla spalle, James gli sorrise. E
Alec avrebbe voluto
prenderlo a schiaffi. Respirò a fondo e prima che il
fratello uscisse dalla
cucina gli chiese - << ti piace Beth? >> -
James sorrise e con -
<< aspettavo che me lo chiedessi >> - gli
rispose, e con il capo
gli indicò il divano.
I fratelli Cooper erano seduti sul divano. Il grande salotto
sembrò – per Alec
– improvvisamente stretto. Gli mancava l’aria.
<< Alec >> - disse in tono fermo James.
Alec si girò e lo guardò, poi con il capo gli
fece segno di continuare.
<< Si >> - Alec sbuffò e prima
che potesse parlare James continuò -
<< Si, mi piace; è una bella ragazze, ed
è anche simpatica, ma non è il
mio tipo; siamo solo amici >> - Alec aggrottò
le sopracciglia e -
<< perché volevi saperlo? >> -
gli chiese il fratello maggiore, ma
Alec si limitò ad alzare le spalle.
<< Piace a te? >> - gli chiese allora
James, Alec cominciò a ridere
e – finalmente – gli rispose con un -
<< no >> - secco.
James gli sorrise in un modo strano e andò via, lasciandolo
solo e soddisfatto
– anche se non voleva ammetterlo.
Ora aveva campo libero, forse?
Ma non ci avrebbe provato, Beth l’aveva rifiutato e non era
mai successo che
una ragazza lo facesse. Eppure ogni volta voleva riprovarci, ma un
altro
rifiuto non l’avrebbe accettato.
Poi un’idea lo colpì. Sorrise. Avrebbe fatto in
modo che fosse stata Beth a
provarci con lui. Sorrise, vincitore.
***
Erano
le undici di sera quando squillò
il telefono di Beth.
<< Pronto? >>
<< Beth? >>
<< Si… chi sei? >>
<< Non mi riconosci? >>
<< Alec… >>
<< Si! >>
<< Come fai ad avere il mio numero? >>
<< Ho i miei mezzi. >>
<< E scommetto che tu non abbia intenzione di dirmi quali
siano. >>
<< Indovinato. >>
<< Cosa vuoi? >>
<< Parlare con te. >>
<< Lo stiamo già facendo. >>
Alec
sbuffò, perché l’ho chiamata?,
si chiese. Ma non lo sapeva. Ma aveva voglia di risentire la sua voce.
Beth
sbuffò silenziosamente, cosa
vuole?, si chiese, ma non sapeva la risposta. Eppure essere a
conoscenza
che adesso dall’altra parte del telefono ci fosse Alec le
fece battere più
forte il cuore.
<<
stavo scrivendo una canzone… ma
non riesco a continuarla… non trovo le parole
adatte… >>
<< io me la cavo con le parole…
>>
<< puoi aiutarmi? >>
<< perché dovrei? >>
<< per favore >> - sospirò -
<< è per lo spettacolo. >>
<< ok. >>
Alec sorrise.
<< possiamo vederci? >>
<< a quest’ora? >>
<< si! >>
<< dove? >>
<< al nostro posto? >>
Beth sorrise al ricordo del loro ultimo incontro lì.
<< arrivo >> disse e staccò il
telefono.
Sorrise,
ma un vuoto
allo stomaco la riempiva. Avrebbe dovuto vedere Alec, e dopo
ciò che era
successo la mattina non ne aveva il coraggio.
Avrebbe voluto baciarlo. Avrebbe voluto che la baciasse. Avrebbe voluto
tante
cose, ed invece era rimasta lì, immobile, e rossa per
l’imbarazzo.
Prese il suo parka e uscì di casa. I capelli legati
‘‘ alla bell e meglio’’,
con due ciocche a coprirgli il viso. Il maglione verde –
quello enorme – e il
cielo stellato sulla testa.
Quando Beth mise piede nel Prior Park era passata da un po’
la mezza notte. L’aria
era fredda, ma odorava di quel tipico aroma che c’era solo
lì. Beth sorrise, le
era mancato quel posto così tanto da non accorgersene.
Alec era appoggiato al ponte con lo sguardo rivolto verso il cielo.
Quando
sentì dei passi, abbassò il viso e vide Beth
venirgli incontro.
<<
ehi >>
le disse con un sorriso stanco.
<< ciao >> gli rispose una volta che furono
a qualche metro di
distanza.
<< scusa ci ho messo un po’ di tempo, ma sono
venuta a piedi…>> gli
disse Beth per rompere il ghiaccio.
<< cosa?... ma sei pazza? A
quest’ora… >> disse con fare
preoccupato, ma fu interrotto da una risata di Beth - <<
da quando in qua
ti interessa? >> - << non ce nulla da
ridere >> - disse con
tono duro, Beth annuì e sussurrò un flebile scusa.
<< grazie per essere venuta >> - allora le
disse, e Beth gli
sorrise.
<< su vieni con me >>
A
pochi metri di
distanza c’era una coperta sull’erba e la stessa
chitarra che Beth aveva visto
quella stessa mattina.
<<
È
davvero bella. >>
<< Ti piace? >> disse sorridendo Alec, Beth
annuì.
Alec
e Beth si
sedettero, ma di cominciare a scrivere non ne avevano la minima
intenzione.
Alec guardava Beth e lei il cielo.
<<
Parlami di te
>> le disse.
Beth abbassò il viso e aggrottò le sopracciglia
<< cosa vuoi sapere?
>> gli sussurò.
<< Qualcosa di te >> e lo disse con un
sguardo così intenso che
Beth non poté rifiutare.
<< mi piace guardare le stelle, l’odore del
caffè e gli abbracci >>
e i tuoi occhi avrebbe voluto aggiungere.
Alec sorrise, le si avvicinò e condivisero –
nuovamente – gli stessi respiri.
Alzò la mano e le sfiorò la guancia per arrivare
ai capelli che sciolse.
<< mi piacciono i tuoi capelli, non portali sciolti
>> le disse a
pochi centimetri dalle sue labbra, Beth annuì
impercettibilmente.
E
stettero lì un bel
po’; a guardarsi, scambiarsi qualche parole e a guardarsi.
Poi Alec si alzò, si sfilò la maglia e si
avvicinò al fiume che scorreva sotto
il ponte. Beth si alzò di scatto - << cosa hai
intenzione di fare?
>> - e Alec con un alzata di spalle - << un
bagno >> - le
rispose.
<< Tu sei pazzo, è gelida! Torna qui!
>>
<< Ad una condizione >> sorrise divertito.
<< Quale? >> chiese Beth intimorita.
Alec la guardò intensamente, e a lungo, poi con voce bassa e
decisa le disse -
<< baciami! >>
Beth sussultò.
<< perché dovrei farlo? >> disse
con voce tremante.
<< perché ti piaccio. >>
<< cosa ti fa essere così sicuro?
>>
<< vuoi questo bacio quanto me! >>
<< ti sbagli >> disse flebilmente.
Alec le si avvicinò lentamente ma troppo presto le fu vicina
- << sul
serio Beth? >> - le disse con le labbra tremendamente
vicine al suo
orecchio. Beth annuì.
<< sul serio? >> richiese con le labbra sul
collo della ragazza.
Beth deglutì e annuì di nuovo.
<< ne sei convinta? >> chiese con le labbra
a pochi millimetri da
quelle di Beth.
Un flebile << si >> uscì dalle
sue labbra.
<< puoi cercare di mentire a te stessa e convincerti di
riuscirsi, ma il
tuo corpo Beth… quello non mente >> le disse
con gli occhi fissi nei
suoi.
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Ink Droplets
Care
lettrici,
ho eliminato lo scorso capitolo perché non mi soddisfaceva,
e non solo l’ho
modificato, ma anche continuato. Spero che adesso vi piaccia.
Ringrazio tutte voi che mi sostenete sempre. Grazie mille!
P.s. scusate le brevi note, ma non voglio annoiarvi.
Nuova
Flashfic: ‘‘Il tempo si
è fermato… eppure tutto diventa
polvere’’ ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2440964&i=1
)
‘‘La
vita va avanti. Il mondo non ti aspetta,
nessuno lo fa. Il tempo non si ferma, non abbiamo la magia. La
felicità non
esiste. I ricordi si dimenticano.
Il sole non
c’è
più.E in quella foto… il tempo si è
fermato… eppure tutto diventa polvere.’’
Se
vi va date un’occhiata!!
Un
bacio.
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