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Autore: Pleurite98    21/02/2014    6 recensioni
Cosa saresti disposto a fare pur di continuare a vivere? Pur di continuare a pensare?
Trentotto personaggi. Un' isola. Un solo sopravvissuto.
Non puoi fuggire, non puoi ribellarti, puoi solo uccidere.
Sono queste le regole del programma. Chiare ed infrangibili.
Doveva essere la sesta stagione di Total Drama, invece si è trasformata in un incubo.
Dall'ottavo capitolo:
Quando decidi di prendere parte del gioco devi calcolare di dover uccidere chiunque ti capiti a tiro.
Anche se hai un solo amico, devi renderti chiaro nella mente che potresti essere costretto a ucciderlo. Soprattutto se è lui ad aggredirti. Non puoi aspettare che sia qualcun altro a farlo. [...]
Quando decidi di giocare lo devi fare davvero. Senza rimorsi. Senza rimpianti.
Genere: Avventura, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Gwen, Heather, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale
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B-rutale
 
Una volta che Justin (ragazzo numero 7) fu all’aperto cercò di ragionare lucidamente. Doveva pensare. Senza distrarsi. Senza che la sua mente vagasse altrove. Senza che ricordasse i bei tempi andati. Quando sua madre lo chiamava la mattina presto. E lui andava a correre per ore.
Tornava a casa per pranzo e si faceva una doccia.
No. Doveva smetterla. Mente libera. Libera.
Saltò giù dal pontile. Si rintanò sotto le scalette di legno. Tutti i suoi amici sarebbero subito scappati via da lì, nessuno si sarebbe mai fermato. Era da stupidi.
Aprì il suo zaino. Doveva tenere le vivande per dopo. Ora non ne aveva necessariamente bisogno.
Estrasse dell’interno un lungo coltello coperto da una custodia decorata. Probabilmente era un pugnale. Lo impugnò saldamente e lo strinse a sé.
Poco dopo uscirono Lindsay (ragazza numero 10) e Tyler (ragazzo numero 11), li sentì discutere per qualche minuto. Lei si mise a piangere, poi si allontanarono insieme.
La sabbia cominciò a entrargli nelle scarpe. Cercò di toglierla ma questa gli s’infilò sotto le unghie. Maledizione. Lui odiava il mare. (Eccetto che non fosse sdraiato sopra una sdraio).
Si ricordò di quell’anno, prima che fosse scritturato per il reality, che decise di cambiare abitudini alimentari. Decise di togliere i carboidrati. L’olio dall’insalata. Così cominciò lentamente a perdere peso, la sua pelle diventava ogni giorno più pulita.
Poi la palestra. Il suo fisico era diventato scolpito e in breve si era trasformato in uno dei modelli più ambiti dalle case di moda del paese.
Era troppo bello per morire. Si era impegnato così tanto per cambiare.
Non lo aveva fatto per niente. Lo aveva fatto per vivere. Lui si meritava di vivere molto di più di quegli insulsi dei suoi amici. Amici. Ah, che beffa. Compagni è meglio.
Improvvisamente il legno scricchiolo sotto il peso di un duro metallo. La tavola di legno esplose in mille schegge. Un grande frammento di legno strappò un pezzo di carne dai suoi zigomi.
Il suo bel volto sfregiato.
I suoi occhi schizzarono verso l’alto. B (ragazzo numero 13) si preparava a sferrare un altro colpo.
Justin lo schivò appena in tempo.                                                                                                                                                                   Il pesante martello si schiantò contro la roccia.
Prontamente alzò il suo pugnale e lo piantò nella caviglia del ragazzo.
B cadde a faccia in giù sulla sabbia.                         
Non meritava di morire. Era troppo intelligente. Sapeva che sarebbe stato lui il primo bersaglio degli altri. Sovrappeso. Sempre zitto. Un gioco da ragazzi farlo fuori. Ma lui non lo avrebbe permesso, no. Li avrebbe attaccati all’improvviso. Li avrebbe annientati.
Si girò di scatto. La sabbia gli grattava le gengive. Afferrò il manico del pugnale e lo strappò dalla sua caviglia con un urlo.
Si scaraventò nuovamente contro Justin. Questa volta non riuscì a schivarlo, la lama gli perforò un polmone, il secondo colpo gli intaccò le vertebre, la lama si spezzò e andò a conficcarsi in un rene.
Justin cominciò a tossire sangue, B si allontanò da lui, barcollò, poi raccolse il suo zaino.
I suoi occhi si spalancarono. La tempia gli doleva.       Poi buio.
Ezekiel (ragazzo numero 4) ridacchiò. “Chi inizia bene è a metà dell’opera”. Facile. Era stato facile.
Come bere un bicchier d’acqua. Uccidere era così semplice.
Sogghignò nuovamente.
Il martello era inutile. Troppo pesante. Il pugnale era scheggiato. Fermò il cranio di B sotto il peso del suo piede.
Justin tossì di nuovo.
Del sangue cominciò a uscire dalla sua bocca. Alcuni spasmi percorsero il suo corpo.
Era annegato.
 
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