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Autore: take_me_with_you    22/02/2014    5 recensioni
mi voltai ancora,vedendo Harry affiancato da Liam,Josh non fece lo stesso,pensava solo a diminuire le distanze. Harry e Liam si avvicinarono di più,quando anche Josh si accorse di loro.
"Amico lasciala stare." disse Liam,incrociando le braccia al petto e guardandomi.Sembrava così calmo. Josh li ignorò tirandomi a se,infilando la testa nell'incavo del mio collo,potevo sentire il suo respiro.Lo allontanai ma aveva il doppio della mia forza,vidi Harry poggiare la sua mano sulla spalla di Josh facendolo voltare verso di se. "Ma chi cazzo sei amico?" "Non importa chi sono" pochi secondi e un pugno destro colpì il viso di Josh
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO CINQUE.

Restai immobile, quasi congelata sui miei piedi. 
“Tu ... tu sei..” “La sorella di Louis..scusami io stavo..andan..mi dispia..” gesticolavo indicando alle mie spalle. Ero nervosa. “Ehi parli troppo” Abbassai lo sguardo, quando poi lo sentì tossire. Ero in completo imbarazzo. Le voci pesanti continuarono a sentirsi. “Ci conviene fare due passi..sarai venuta per un motivo no? o magari ti piaccio?” disse scherzando. “Ma no” risi, mentre ci dirigemmo all'uscita di quel condominio. Dei ragazzi salutarono Liam, infilai le mie mani congelate nelle tasche del cappotto, fiondando la mia bocca nella sciarpa che quasi si seccavano. “Non che mi importi..” guardai ancora la ghiaia sotto ai miei piedi “Ma come hai fatto a .. trovarmi?” continuò. Sospirai alzando lo sguardo al cielo “Tim..” ammisi sorridendo, e lui non fece da meno. “Lo conosci?” “Direi che sono sua cliente da troppo ormai” ridacchiai, mentre lui mi sorrise dolcemente “Di cosa vuoi parlarmi?” “Di Louis” scattai, lui sospirò stringendosi di più nel suo giubbotto nero in pelle, faceva davvero troppo freddo, e il suo naso e forse anche il mio presto sarebbero diventati due ghiaccioli rossi. Restò in silenzio. “Dove ha dormito in questi giorni?” chiesi, ma lui sembrò trovarsi alle strette, come se dovesse farsi gli affari suoi e non dirmi niente che io voglia sapere. “Non credo abbia voglia di vederti..” guardò i suoi piedi, come se dentro di se sapeva che con quella risposta mi aveva ferita. “Non è la risposta che mi aspettavo” i suoi occhi puntarono su di me. “E' che voglio sapere se sta bene...devo parlare con lui.” “Lui sta bene.” Mi sorrise ancora, come se vorrebbe confermare le cose che ha detto. Arrivammo in un parco, dove era quasi deserto, c'erano dei bambini accompagnati da genitori, e degli anziani che se ne stavano su una panchina tendendo dei giornali in mano. “Vogliamo prendere un caffè caldo?” mi disse, indicando la caffetteria dall'altra parte del parco, annuii, sorrisi senza nemmeno averne le intenzioni. Quel ragazzo era così gentile. Il posto non era male, il signore dietro al bancone poteva essere sulla quarantina, coetaneo a mia madre...dei ragazzi guardavano la gazzetta seduti ad un tavolo, e un signore infondo che parlava liberamente al telefono, le pareti di un legno scuro sembravano dare più calore a quel piccolo locale. “Due caffè per favore” ci sedemmo poi al banco. “Offro io se non ti dispiace...” Si voltò verso di me, aspettando una risposta. “Grazie” respirai sorridendogli. Bevemmo i nostri caffè tranquilli, ma l'ansia aumentava, pensando di tornare a casa senza aver concluso nulla. Senza aver visto o parlato con mio fratello. “Voglio vederlo Liam.” ammisi fredda. Si limitò a guardarmi quasi comprensivo... “Chiamalo allora.” “So che non risponderebbe o che magari abbia spento il telefono” mi lamentai quasi, sistemandomi sul mio sgabello. “Provaci.” mi incoraggiò, urtandomi con il gomito. Presi il mio telefono digitando il suo nome, stava squillando. Sembrava non rispondere. “Vedi?” dissi guardando Liam, stavo per mettere giù, ma la sua voce pronunciò il mio nome. Riportai al mio orecchio il telefono,vedendo Liam sorridere. “Louis...” “Si,sono io” abbozzai una risata, che cretino, sapevo che era lui. “Dove sei?” “Cosa ti serve Amber?” sembrò sbuffare dall'altro lato del telefono. “Tu Louis, devo parlarti” ammisi sospirando. “Sono occupato” borbottò. “Non è una novità” sputai. Cosa aveva di più urgente da fare? “Non posso,dove sei?” rotei gli occhi al cielo. “Cosa ti importa?” “Smettila di fare la bambina Amber!” con tono poco alto. “In caffetteria con Liam” lo guardai, solo allora mi accorsi che stava dando dei segnali con le mani per dirmi un "No,non dirglielo" ma era troppo tardi, sentendo mio fratello imprecare dall'altra parte. “Che ci fai con Liam?” urlò. Non risposi guardando Liam sospirare. “Passamelo.” riprese. Lo feci, cercando poi di capire cosa si stessero dicendo. “No idiota! Non sarei così scemo.” disse Liam, mentre io inclinai la testa su di un lato, concentrandomi di più sulla voce di mio fratello. “Non siamo alla caffetteria di Tim,ma quella dopo il parco” poco dopo Liam aggiunse un “Ok dammi qualche minuto” fine della chiamata. “Scusami Liam.. io non credevo che...” “Tranquilla” rise. “Devo andare adesso.” aggiunse, alzandosi dal suo sgabello. “Oh...” stavo per impigliarmi nelle mie stesse gambe, alzandomi, ma per mia fortuna riuscii ad evitare una figuraccia nel cadere. “Grazie per non avermi respinta,nel momento che..beh,mi hai visto fuori la tua porta.” Mi sorrise, una volta fuori, mi salutò nuovamente e si incamminò per la sua strada, lo guardai allontanarsi, la mia testardaggine continuava a dirmi di seguirlo "Magari sta andando da Louis" agitavo la testa, cercando di convincere il mio subconscio che era una scelta sbagliata, ma vinceva sempre lui. Finii col seguirlo. Cercai di essere il più silenziosa possibile dietro di lui, ma le persone in strada mi aiutavano a non attirare attenzioni, anche qualche macchina qua e la erano di aiuto, mi sentivo tipo una spia o che ne so, un agente segreto? Riuscii a trovare il lato divertente in quello che stavo per fare...beh,in piccola parte. Vidi Liam voltare a destra, feci lo stesso, altre strade, per quanto ancora avremmo camminato? Sospirai notandolo poi fermarsi alla porta di una chiesa, non in buone condizioni, le finestra, almeno alcune erano coperte dallo scotch, capendo che un incendio l'aveva ridotta in quelle condizioni dalle bruciature sull'esterno...pensai che magari a mio fratello e ai suoi amici piacevano i luoghi abbandonati. Continuai a seguirlo con cautela,se mi avrebbe vista non so cosa avrei mai potuto inventare, restai nascosta dietro ad un muro abbastanza vicino a lui, mentre restava fermo davanti a quella porta, molto probabilmente aspettava qualcuno, le mie domande furono spente alla visione di Harry che svoltava l'angolo dopo la chiesa e dirigersi verso Liam, ne restai delusa,speravo tanto di vedere mio fratello. Scattai con la testa all'indietro, premendo di più la mia schiena contro le mura fredde, pregai di non essere stata vista. "Ehi Liamita" "Smettila con quel nome ridicolo,idiota!" La risata di Harry sembrò così divertita,che quasi ridevo anche io per come aveva chiamato il suo amico, poco dopo sentii la porta aprirsi con delle chiavi. "Arrivo subito,devo fare una telefonata" "Ok,fa presto" aggiunse Liam, la porta si chiuse. Passarono dei secondi, il cuore quasi mi saliva in gola, quando sarei riuscita ad andare via e lasciare questo casino? maledico me stessa, pensando che magari avrei assistito alla chiamata più lunga del mondo per come ero sfigata. "Vedo che ti piace giocare a nascondino" quando la mia mente percepì a pieno le parole di Harry, sgranai gli occhi, buttando giù il groppo in gola. Restai immobile,con le spalle al muro,in entrambi i sensi. Maledetta me, ripetevo più sotto voce possibile, strinsi in un pugno il mio cappotto mentre ascoltavo i passi farsi più vicini, una volta entrato maledettamente nella mia visuale, si poggiò con la schiena al muro difronte e le braccia incrociate al petto. "Sai,non sei brava in questo gioco" continuai a restare in silenzio, anche se lo avrei sputato in un occhio, in un secondo mi salì alla testa il pensiero della notte scorsa, dove lui ha colpito violentemente Josh e dove era dietro di me completamente inzuppato dalla pioggia. Il cuore poteva quasi uscire dal petto, la gola iniziò a seccarsi, non conoscevo quel ragazzo e non riuscivo a fidarmi di lui. Cioè non potevo, io non lo conoscevo...Liam è stato diverso, lui ha comunicato con molti sorrisi, mi ha voluto dare fiducia dall'inizio, o almeno è quello che mi è sembrato. Ho pensato che Liam fosse un bravo ragazzo,e non mi sono sbagliata. "Perché stavi pedinando il mio amico?" quasi si acciglia, diventando più serio di quello che poteva sembrare "Devo parlare con Louis" dissi piano "Non è qui" "Come posso credere che tu stia dicendo la verità?" il suo corpo viene distaccato dal muro, avvicinandosi di poco a me. "Mi stai prendendo per il culo?" "No" scattai. Il silenzio regnava in quelle strade, le nostre voci quasi facevano eco tra quelle mura, solo qualche macchina era di passaggio, schizzando le pozzanghere sull'asfalto bagnato. "Perché hai picchiato così violentemente quel ragazzo ieri? Perché ti ho ritrovato alle mie spalle fuori casa?" la curiosità mi stava mangiando dall'interno "Tu mi hai seguita non è così?" continuai. Si allontanò da me,eravamo così vicini? Mi dava di nuovo le spalle, come l'ultima volta andando via. "Vattene,non c'è niente che tu cerchi qui" disse un ultima volta,sparendo definitivamente dalla mia visuale, pochi secondi e capii che era entrato nella chiesa dal rumore che aveva emanato quella vecchia porta. Restai ancora attaccata al muro per qualche minuto, con lo sguardo nel vuoto, una parte di me voleva aprire quella porta, entrare e magari se avrei trovato Louis avrei fatto quello che ho sempre voluto da piccola senza mai smettere, abbracciarlo. E se era come ha detto Harry? se lui non c'era? Tornai alla realtà. Infilai nuovamente le mie mani gelide nelle tasche così calde, mi avvicinai alla porta, incerta sul cosa fare...un messaggio sul mio cellulare mi scacciò via i pensieri. “Stai bene? Hope. xx” Mi ricordai della sera precedente, dove avrei dovuto inviarle un messaggio quando sarei arrivata fuori casa. "Si,scusami Hope,se mi raggiungi a casa avrò il tempo di spiegarti tutto.” “Sono ancora in pigiama ma se insisti..” sorrisi. “Insisto.” “Ok,mi preparo e arrivo.” Risi, rimettendo il cellulare nella mia tasca, e proseguendo per la mia strada, voltandomi un'ultima volta verso quella porta, dove speravo sarebbe uscito mio fratello. 


“Saresti dovuta entrare, magari buttando giù la porta, gridando di volere tuo fratello. Tipo come un film.” risi alle sue parole “E' mio fratello a non volermi vedere, non sono loro che lo tengono rinchiuso.” “Oh beh...però..” sospirai, bevendo l'ultimo sorso dal mio bicchiere. “Guardiamo un film?” suggerii, vedendo un sorriso aprirsi sulle sue labbra. Lei amava i film. “Horror.” cinguetta battendo le mani, peggio di una bambina. “Ok, ok. Ma non piagnucolare.” “Ehi.”dice, dandomi una pacca sulla spalla. “Sei tu quella che si copre il viso ogni cinque minuti.” rido apertamente, le lanciai una smorfia mentre ci dirigemmo in salotto. Amavo come lei i film Horror, ma era più forte di me. Mi piacevano da impazzire, ma avevo una paura tremenda. Ero una completa fifona. “Guarda, scommetto che adesso le staccherà la testa!” mi disse divertita. “Smettila..” “No, lo sapevo io. Ecco la posseduta.” “Hope!” gridai con tutta me stessa, ero davvero così fifona? “Avevo ragione allora.” in quel preciso istante sentimmo la porta sbattere, entrambe sussultammo, ma era solo mia madre che era tornata dal lavoro...a quanto pare non ero poi l'unica fifona. “Ciao ragazze” mia madre ci sorrise.

“Ho visto Louis oggi..” continuai a sparecchiare la tavola, quasi confusa dalle parole di mia madre. “Dove?” “Entrava da Tim, era da solo” sospirai, togliendo lo sguardo da quello di mia madre. “E' un' idota!” “Amber!” “Mamma non provare a difenderlo, entrambe sappiamo che è sbagliato il modo in cui si sta comportando” “Ma è mio figlio...” pensai che avevo dato peso a quella conversazione, che magari era preferibile restare zitta. “Scusami tesoro..” “Tranquilla mamma...lui ti ha vista?” “No.” le sorrisi ancora, infondo, sapevo che Louis un giorno sarebbe ritornato, magari non era certezza, ma speranza. Io e la mamma finimmo col guardare un film, ingozzandoci di cioccolata, come ai vecchi tempi, due film Horror in una sola giornata sarebbero stati uno strazio, a mia madre non piacevano,così optammo per un genere strappa lacrime. Il mattino seguente mi risvegliai sul divano,e capii che la sera precedente ero crollata dal sonno almeno alla seconda parte del film, capitava spesso...forse sempre. La luce del mattino penetrava forte dalle grandi vetrate nel salotto.

(FlashBack)

“Mamma,mamma.” Tirai il suo vestito, per far sì che mi desse attenzioni,mentre attentamente sceglieva delle graziose tende da soggiorno. “Cosa c'è piccola?” “Lou Lou..” “Louis smettila di spaventare tua sorella.”
Disse con tono seccato,mio fratello continuava a ridere mentre gli facevo la linguaccia,nascondendomi disperatamente dietro mia madre. “L'uomo mangia fifoni è qui tra noi!” “Louis smettila.”
Vidi il volto di mio fratello scocciato dalle parole di mia madre, mentre si limitò a curiosare tra cose per ragazzi...mi avvicinai a lui,e quando mi  sorrise, come solo lui sapeva fare. “Cosa vuoi?” “Sei cattivo, ti farò dare delle punizioni dalla mamma.” “Io sono cattivo?”
Gli diedi una spinta, facendolo ritrovare con il culo completamente a terra.
Una risata molto divertita mi uscì dalla gola, iniziando a correre per l'intero negozio mentre Louis cercava di prendermi. “Sei mia adesso.” Una risata malefica ne uscì una volta avermi presa,riempendomi di solletico e baci, quelle erano le tipiche risate malefiche dei maghi cattivi...sì, proprio come quelle delle storie che lui mi leggeva ogni sera prima di andare a letto, lui sapeva che mi facevano paura. Dopo ci raggiunse nostra madre con delle tende da soggiorno imbustate,ricordo che non mi piacevano per nulla.
“Cosa ne pensate?” “Fanno schifo.” “Amber!” Disse mia madre con tono sorpreso. “Vedi perché andiamo d'accordo? dammi il cinque Amber!”

(Fine flashback)

Tornai alla realtà quando mia madre mi si piazzò davanti con un mezzo sorriso. “Oggi ho il turno di pomeriggio, che ne dici se andiamo a comprare delle cose?” “Dammi il tempo di docciarmi, a andiamo dove vuoi” mi sorrise, avevo una voglia matta di passare del tempo assieme a lei, come ai vecchi tempi. Passammo da Tim per la colazione, dedicandoci poi a qualche vestito, ne servivano dei nuovi, curiosai tra le varie cose, in cerca di qualcosa di carino. “Che ne dici di questo?” chiese mia madre porgendomi un vestito non molto corto, arrivava sulle ginocchia, non era nemmeno attillato, era velato e leggero, non amavo così tanto mostrare le mie curve, anche se quel vestito avrebbe messo in risalto il mio seno, data la sua scollatura, mi piaceva. “E' carino..” dissi ammirandolo. “Sarebbe molto utile per qualche evento” mi incoraggiò “Provalo” disse poi indicando i camerini dietro di me. Seguii il suo consiglio, rimasi felice del risultato, lo trovavo davvero carino, e trovai piacevole l'intonazione color pesca del vestito con i miei capelli scuri. “Sei splendida” commentò mia madre, portando un sorriso sulle mie labbra. Il tempo volava quando ero con lei, era quasi ora di pranzo e ritornammo a casa con varie buste. “Sai mamma, dovremmo farlo spesso” “Lo penso anche io” una risata ci avvolse, mi congelai quando vidi Louis davanti ai nostri occhi. “Ciao” disse grattandosi la nuca. “Louis, pranzi con noi?” disse la mamma mentre portò le buste in cucina, lasciandoci all'entrata. “Si” rispose, provai a superarlo cercando di raggiungere la mamma, ma mi bloccò piombandosi davanti. “Scusami per l'altra volta...” “Scusami, ma non ho voglia di parlarne ora come ora, ho una gran fame e..” “Sei tu adesso che mi eviti” aveva ragione.  Lo lasciai seguirmi in camera, non ero certa sul perché lo volessi evitare, magari perché non volevo che la mia giornata quasi perfetta andasse in fumo, o magari perché avevo paura di andare oltre l'ultima volta. “Allora?” “Sei tu quella piena di domande” mi accomodai sul letto, stringendo il piccolo cuscino ricamato. “Siamo sicuri che riceverò delle risposte e non altro?” pronunciai parole che non ero sicura sarebbero uscite in quel momento, percepì la rabbia dal suo sguardo, o magari era frustrazione. “Senti, ti ho chiesto scusa, tutto questo già mi è difficile, potresti anche aiutarmi” urlò quasi, cercai di decifrare bene le ultime parole, mentre si diresse alla finestra, guardando ciò che c'era fuori. Evitava il mio sguardo. “Aiutarti? Come puoi chiedermi una cosa simile? Non so dove dormi quando non sei in casa, non so perché frequenti persone simili, io non so più niente di te Louis.” torna a portare il suo sguardo sul mio, mentre cerco di trattenere quelle lacrime. Ne abbiamo passate tante, insieme, in ogni momento, era il fratello che una ragazza avrebbe sempre desiderato. Potevo abbracciarlo ogni volta che volevo, senza aver paura di essere respinta, o di non essere ricambiata, potevo parlare con lui ogni volta che ne avevo bisogno. Lui era un fratello, un migliore amico, quasi un padre per me... lui per me era tutto, e allora sembravamo degli estranei che non sapevano cosa dirsi, come comportarsi. Tutto quello non mi piaceva, mi faceva star male dentro. “Non riesco.” “Allora non potrò aiutarti Louis.” si portò la mano tra i capelli. “Puoi abbracciarmi almeno?” sorrisi, come non avevo mai fatto prima forse, sentii quasi il mio cuore gioire mentre mi catapultai fra le sue braccia, la sua giacca in pelle era fredda, ma il suo petto era così caldo che mi sentii a mio agio. Sorrisi ancora, aspettavo da tempo ormai quell' abbraccio.

“Ragazzi allora io vado a lavoro” “Certo mamma, a stasera.” le sorrisi, tutto sembrava ritornare come era prima. Louis agitò la mano in segno di saluto, mentre mia madre gli sorrise chiudendosi poi la porta alle spalle. Pensai che sarebbe andata a lavoro felice. “Allora, come hai conosciuto quei ragazzi?” “In giro... non sono così male come credi” disse, ancora concentrato sulla partita di calcio che stava avendo sulla sua console. “Harry mi è sembrato piuttosto aggressivo a quella festa.” sgranai gli occhi quando realizzai che mio fratello non era a conoscenza, e che magari non avrebbe dovuto. “Aggressivo? Sei andata ad una festa e Harry per difenderti ha fatto a botte? Amber chi ti ha toccata?” mi guardò serio, confusa dalle sue parole. “Come... come fai a sapere che mi ha..Louis non mi ha toccata nessuno, potresti spiegarmi?” “Ho chiesto ad Harry di tenerti d'occhio” balbettò velocemente. “Cosa? Io non ho bisogno di guardie del corpo” iniziai a sentirmi frustrata, non ne avevo bisogno. “Avrà avuto i suoi motivi per essere stato aggressivo, ma non capisco perché non mi abbia detto nulla.” spense la console. “Lasciamo stare” feci per alzarmi dal divano, ma mi prese per un polso, tenendomi ferma. “Se non me lo dici tu, allora me lo dirà lui.” “Non sono più la bambina di una volta Louis, grazie, ma non mi serve il tuo aiuto.” Raggiunsi la cucina prendendo del succo, sapevo che sarebbe andando con conclusioni violente, ed io non volevo, sentivo questo bisogno di non dirgli nulla. “Non picchierò nessuno se è questo che credi.” mi voltai a guardarlo, vicino al banco da lavoro. “Non ti fidi più di me?” continuò. “Tutte quelle volte in cui tu eri assente, sono stata capace di cavarmela da sola, andavo e tornavo a piedi dal lavoro, ho aiutato la mamma. Ormai sono grande.” Era sempre stato protettivo nei miei confronti, non così ossessivamente, ma quando doveva. Poi è cambiato tutto nei giorni in cui era assente, capii che potevo farcela in alcune situazioni anche senza di lui, e ormai era troppo tardi per ritornare a fare il fratello maggiore e protettivo. “Come mai non sei a lavoro?” il suo tonò sembrò cambiare. “Ho avuto dei giorni di riposo” gli davo le spalle, mentre poggiai il bicchiere orma vuoto nel lavabo. “Come mai? Hai per caso avuto un malore?” mi voltai a guardarlo. “Sto bene.” il suo sguardo era attento sul mio, sentii il mio corpo essere più debole. “Amber! Il tuo naso sta sanguinando!” sentii Louis muoversi molto velocemente verso di me, poi non ricordai più nulla.

 

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