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Autore: Tomocchi    22/02/2014    2 recensioni
Un gruppo di novizie divinità deve scendere su una Terra un po' fantasy per superare un esame, ma, ovviamente, questi ragazzini pensano più a divertirsi che ad effettivamente altro..
L'unico a cui sembra importare è Hi, il novizio dio del mattino, che oltre a dover esaudire le richieste dei propri fedeli e combattere entità malvagie come demoni, avrà a che fare con un amore non corrisposto e un po' scorbutico!
[Attenzione! Il rating diventerà rosso,non so quando ma lo diventerà.]
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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The Novices

Il fuoco e l'acqua

 

 

Le due divinità erano rimaste nella città di Proviel per un paio di giorni, aiutando chi aveva bisogno con le proprie forze, alternando il lavoro a una buona dose di riposo.
Hi era sempre più entusiasta di quello che faceva, i sorrisi dei fedeli erano ancora più appaganti delle preghiere che lo tenevano in vita, mentre Yoru svolgeva tutto con una pacatezza e indifferenza che dava quasi da pensare.
Alla fine erano ripartiti una mattina, con una borsa ciascuno piene di cibarie e qualche oggetto utile come qualche panno per asciugarsi dal sudore ed erbe medicinali che sarebbero potute servire in caso di qualche malore: non che ne soffrissero, ma avevano trovato il gesto molto gentile.
“Quanto pensi che manchi alla prossima città?” domandò Hi impaziente, quasi saltellando ad ogni passo tanto era curioso nell’incontrare persone nuove.
“Non ne ho idea, zitto e cammina.” Commentò laconico Yoru, cercando di zittirlo, ma sapeva che era una speranza vana: il novizio del mattino si era scoperto un gran chiacchierone, sembrava una trottola impazzita, quelle con cui giocano i bambini di paese.
“Pensi che ci accoglieranno bene? Dovremmo riposare prima giusto? Cosa ci aveva consigliato il sacerdote di Proviel?” chiese ancora a raffica, guardandolo con la testa appena inclinata per poter vedere il suo viso sotto la frangia dei capelli scuri.
“Smettila! Guarda avanti!” sbottò il novizio della sera, stringendo le mani a pugno e trattenendosi dallo sprecare energie per mollare un pugno dritto in faccia al compagno, che si stava rivelando sempre più insopportabile e petulante.
Come aveva potuto pensare quasi bene di lui nel paese di prima?
Doveva ritenersi fortunato di essere immortale, o lo avrebbe ucciso ancora prima di partire…
Hi strinse le labbra, tornando a camminare lungo la strada sterrata senza lasciarsi distrarre da altro, un po’ triste per la reazione che aveva Yoru ad ogni sua frase.
A parer suo si sarebbe dovuto dare una calmata, o forse era perché nella sua mente era ancora stampata l’immagine di quella ragazza…ehm, ragazzo sorridente che giocava con lui.
Forse era proprio per quello…ma perché smettere di sperare?

Tenne le braccia molli lungo i fianchi, camminando lentamente al fianco di Yoru, senza proferir parola.
Sarebbe stato meglio così…

Verso sera, raggiunsero un altro paese, molto più grande di Proviel, e questa volta trovarono ben poca gente per strada, cosa che li tranquillizzò un po’, visto che la stanchezza li aveva presi a tal punto da renderli poco inclini alla conversazione con altre persone.
I due novizi entrarono nella prima locanda che trovarono sul loro cammino, guardandosi intorno e studiandone l’architettura solida, semplice e accogliente data dal legno di quercia.
L’uomo dietro al bancone, non molto alto, calvo e con degli occhialetti tondi sul naso, li raggiunse, affabile, con le mani congiunte e un sorriso stanco sul volto.
“Benvenuti, benvenuti! Non avete idea di quanto mi faccia ospitare delle divinità…” commentò l’ometto guidandoli su una scala e poi in un lungo corridoio pieno di camere.
Dopo aver raggiunta una stanza, che a quanto pare era una delle poche libere, diede loro la chiave e con una piccola riverenza sparì, quasi saltellando da tanto era felice.
Yoru inarcò un sopracciglio, poco convinto, studiando il comportamento di quella persona, mentre Hi armeggiava con la chiave e la serratura per poterla aprire ed entrare.
Vinta quella battaglia tintinnante, i due ragazzi raggiunsero i letti e il ragazzo dai capelli bianchi ci si buttò di peso, con un verso tra lo stanco e il gioioso, mentre il moro si sedette con più garbo e attenzione, con la solita aria di indifferenza sul viso.
“Buonanotte Yoruchan.” Cinguettò Hi, ormai ad occhio chiusi, affondando e strofinando la testa più volte nel morbido cuscino di piume, senza nemmeno spogliarsi o togliersi le scarpe, cosa che fece Yoru, con un po’ di imbarazzo e ritrosia; insomma, andava bene l’essere stanchi, ma un minimo di decoro dovevano averlo sempre!
Ripose la giacca su una sedia posta all’angolo e le scarpe sotto di essa, prima di recarsi alla finestra e fissare fuori la luna crescente, inquieto.
Non riusciva a non pensare alla frase detta dal locandiere poco prima di guidarli nella stanza.
Non avete idea di quanto mi faccia ospitare delle divinità…

Non “voi” divinità, riferito a loro in particolare. Ma in generale.
Che ci fossero anche dei loro compagni accampati lì? No, non era possibile.
Insomma, sarebbe stata una coincidenza incredibile, e soprattutto, come potevano essere stati così veloci da raggiungere quella parte di paese?
Tutti i novizi venivano mandati in parti diverse delle varie regioni, alcuni ci mettevano anni per incontrarsi, e di solito avveniva al logo d’esame, e forse nemmeno quello.
Scosse il capo, scacciando quei pensieri e cercando invece di prendere sonno per riposare: l’indomani sarebbe iniziato di nuovo il lavoro con i vari fedeli, e doveva essere in gran forma.
Avrebbe dovuto prendere esempio da Hi. Sorrise appena nel vederlo lì steso, a dormire come un bambino troppo cresciuto, beato e sereno. Quasi invidiava la sua tranquillità…
Sospirò pesantemente, stendendosi con lentezza e rigidità, sperando di prendere sonno nonostante l’inquietudine…

***

La mattina era a dir poco splendida.
Il sole sembrava ancora più luminoso, dopo una notte di buon riposo.
Hi si stiracchiò con un sorriso, energico e pronto all’azione, facendo un po’ stretching per poter sciogliere un po’ muscoli.
Yoru dormiva ancora, e diamine, era ancora più carino, così innocente e indifeso!
Si trattenne dall’andare lì vicino a baciarlo, non poteva rischiare, e non voleva certo spaventarlo per nulla.
Pensò invece di andare a prendere la colazione e farla insieme lì in camera, magari questo avrebbe aiutato a iniziare meglio la giornata.
Senza mettersi le scarpe, in punta di piedi uscì dalla stanza cercando di fare poco rumore, accostando la porta allo stipite con una certa attenzione.
Lentamente, si voltò, bloccandosi non appena vide una persona uscire da una stanza poco più avanti della loro.
Un ragazzo alto un metro e ottantacinque, piuttosto muscoloso e dai corti capelli che sfumavano dal biondo fino all’arancio e infine al rosso scuro sulle punte. Tre ciuffi sparati in alto lo rendevano decisamente particolare, oltre al fatto che girava con solo un asciugamano addosso.
Anche di spalle, Hi lo avrebbe riconosciuto tra mille, nessuno era come lui.
“Ho!” esclamò, per poi tapparsi la bocca con la mano, sperando di non aver svegliato Yoru e di aver mandato a monte il progetto colazione.
Il ragazzo chiamato Ho si voltò, mostrando una faccia sorpresa quanto la sua e sorrise gioviale alla vista del compagno.
“Ehilà Hi.” Salutò sottovoce, agitando una mano e avvicinandosi un po’. “Che ci fai qui?” domandò, mentre il ragazzino lo guardava con un sorriso.
“Io? Cosa ci fai tu semmai! Questa parte di paese è la nostra, come sei arrivato qui?”
“Io e Mizu viaggiamo in fretta, non ci perdiamo in chiacchere come te e il tuo compagno.” Commentò il rosso con un sorrisetto, facendogli l’occhiolino.
Ho era uno dei suoi migliori amici, il novizio dio del fuoco. Nell’alto dei cieli era conosciuto per la sua spigliatezza e per la sua abilità nell’infrangere cuori: si vociferava che sarebbe stato il prossimo dio del sesso, titolo che fino a quel momento era di suo padre Hisyooziki.
Si erano allenato spesso con lui, era un ottimo combattente, e i suoi pugni di fuoco non erano certo carezze.
Mizu, la sua compagna, era la novizia dea dell’acqua; sua madre era famosa per essere anche dea della bellezza, e questo aveva contribuito a rendere la ragazza molto insicura e tendente a sottovalutarsi, cosa che non era vero: Hi sapeva per certo che lei era molto forte e anche carina, solo che era sempre all’ombra della genitrice.
E così, entrambi erano lì, più rapidi ed efficienti di lui e Yoru. La cosa era un po’ sfiancante, lo faceva sentire debole, cosa che non era.
In lui si accese una certa rivalità, prima che il suo viso si accendesse di rosso, visto che al fianco di Ho apparve una ragazza bionda e prosperosa completamente nuda.
“Quando torni in camera?” domandò lei dispiaciuta, accarezzando i bicipiti del ragazzo, mentre lui sorrideva.
“Prendo la colazione con il mio amico e poi torno, che dici? Anzi, meglio che mi metta qualche vestito.” Si rivolse a Hi, appoggiandogli una mano sulla spalla: “Mi aspetti un attimo? Puoi?”
Il ragazzo dai capelli bianchi annuì più volte, mettendo le mani dietro la schiena mentre Ho sorrideva e rientrava in camera per potersi vestire.
Curioso di vederlo, si appoggiò allo stipite della porta, finché il rosso non uscì con la sua veste cerimoniale, composta da una giacca aperta smanicata, pantaloni lunghi fino al ginocchio e scarponcini simili a stivaletti bassi rosso bordeaux e dai bordi azzurro cielo.
“Andiamo!” lo esortò l’amico, scendendo le scalette in fretta e dirigendosi nel reparto risposto, dove c’era già qualcuno intento a fare colazione.
Ho prese del pane con prosciutto e uova cotte al volo, mentre Hi ordinò del succo d’arancia, pane con marmellata e una brioche calda.
Stava giusto aspettando quest’ultima, quando vide il novizio del fuoco mangiare il panino in tutta fretta e dirigersi verso la porta.
“Ho-kun!” lo richiamò, usando l’appellativo imparato da Asarika: “dove vai?”
Non doveva tornare dalla ragazza in camera?
L’interpellato si bloccò con una gamba alzata e un’espressione colpevole in viso, facendo segno a Hi di zittirsi.
Ah, ma certo, ora capiva perché era tanto famoso nella sua terra…
Se sfruttava e abbandonava i suoi amanti così, ci credeva che lo chiamavano Infrangi cuori
Per lui, il solo pensiero di abbandonare Yoru gli era insopportabile, non riusciva a concepire un mondo dove lui non ci fosse.

Sospirante, lo salutò con un cenno e il rosso sparì, con un sorriso malandrino stampato in volto.
In fondo, anche se per poco, si era come sentito di nuovo a casa e al sicuro nell’incontrare il suo amico, era qualcosa di familiare, un po’ più vicino rispetto ai cibi che sua madre gli mandava ogni sera nei templi delle divinità in cui si fermava.
Un fischio del cuoco lo riportò alla realtà, prese la colazione ordinata e dopo aver ringraziato, salì nuovamente le scale e si recò in camera, allegro al pensiero di fare colazione con il suo compagno di viaggio.
Sperava di trovarlo ancora addormentato, ma purtroppo Yoru era già sveglio, già vestito e già…arrabbiato?
La faccia rossa  paonazza non era certo normale amministrazione.
“Yoruchan?” salutò incerto, alzando un po’ il vassoio per mostrare il cibo, ma il moro inveì contro di lui lo stesso.
“idiota! Sparire in questo modo…senza avvisarmi…ma chi ti credi di essere? Hai idea di che colpo ho preso? Qui siamo sulla Terra, tra i comuni mortali, dove possono anche sgozzarti nel sonno o rapirti, non nel mondo di nuvole rosa dove la tua mammina ti faceva dormire!” sbraitò, ansante, le mani strette in pugni pronti ad attaccare.
Hi si fece piccolo piccolo, ma non poté trattenersi dal dire: “Veramente la mia mamma mi faceva dormire nel mio letto, con le lenzuola e tutto.”
Gli occhi di Yoru lampeggiarono d’ira, alzando una mano e prendendo un gran respiro, per poi chiudere lentamente gli occhi ed espirare, come a cercare di restare tranquillo.
No, non poteva usare e sprecare i suoi poteri su Hi, sarebbe stato divertente trasformarlo in qualcosa di ridicolo o addirittura sconvolgerlo cambiandogli sesso, ma sarebbe stato inutile.
Quella testa bacata prendeva tutto alla leggera, avrebbe dovuto inculcargli le regole della sicurezza in testa da solo, a parole. Purtroppo.
“La colazione! E scusami Yoruchan, non volevo farti preoccupare.” Disse allegro il ragazzo dai capelli bianchi, con un gran sorriso sul viso.
Yoru si era arrabbiato perché era preoccupato per lui, questa era una bella cosa! E soprattutto un passo avanti nel loro rapporto!
Il moro sospirò e si sedette sul letto, prendendo una brioche e dandogli un morso di malavoglia, il nervoso gli aveva chiuso un po’ lo stomaco ma doveva mettere qualcosa sotto i denti.
Hi bevve un po’ di succo d’arancia e si avvicinò alla finestra per guardare fuori, sbrodolandosi un po’ nel vedere una nuova figura molto conosciuta.
Una ragazza che dimostrava circa sedici anni, dai lunghi capelli azzurri con una spessa frangia e due sfere trasparenti ai lati della testa, si guardava attorno, stringendo l’orlo del vestito smanicato senza spalline anch’esso azzurro
, con dei bordi rossi che la mettevano decisamente in risalto.
Strofinava la suola di uno stivale azzurro lungo fino al ginocchio, come se fosse stata ansiosa, mentre si guardava attorno spaesata.
Quella era Mizu, la compagna di viaggio di Ho, e probabilmente si erano persi di vista… oppure si erano dati appuntamento in quel luogo, e Ho non si era spiegato bene, lasciando la povera ragazza in mezzo a degli sconosciuti, che gli lanciavano sguardi lascivi e curiosi.
“Yoruchan.” Gracchiò Hi, tastando alla cieca per poter afferrare un tovagliolo o qualcosa senza  perdere di vista la novizia dea.
“Io scendo un attimo, puoi aspettare qui?”
“Perché, cosa succede?” domandò stranito il moro, fissandolo di sottecchi per quel comportamento strano.
Gli aveva passato un fazzoletto, prima che afferrasse la manica della sua veste per pulirsi.
“C’è Mizu-chan qui fuori.” Confessò, e subito il compagno corse alla finestra con lui, guardando quella figura ben distinguibile dalla massa che stava ferma e in panico.
“Come è possibile? Come fa ad essere qui?” domandò ancora, e sembrava spaventato. Chissà cosa gli prendeva?
Non gli erano giunte voci o rancori tra Yoru e qualcun altro, era sempre stato attento a sentire qualunque notizia per poter ritrovare il suo amore perduto, e Ho e Mizu erano gente che lui aveva frequentato abitualmente quando era nell’Alto dei cieli…
Gli appoggiò la mano sulla spalla, un po’ impensierito, mentre il moro teneva lo sguardo fisso fuori.
Lo sentiva tremare leggermente, e proprio non riusciva a capire cosa gli stesse succedendo.
“Yoruchan..?” domandò, prendendolo per le braccia e cercando di farlo sedere sul letto, fargli bere un po’ di succo e tranquillizzarlo.
“No…non…vai fuori da lei, vai.” lo invitò, tenendo lo sguardo vuoto verso il basso.
Hi non era convinto, ma non poteva nemmeno lasciare Mizu là fuori alla mercé di tutti.
“Torno subito.” Assicurò, dirigendosi subito fuori dalla stanza e della locanda per poter raggiungere nella stradina al lato la ragazza dai capelli azzurri.
“Mizu-chan!” chiamò il novizio del mattino, alzando una mano per poter richiamare la sua attenzione.
L’interpellata, che era di spalle, si voltò, sorridendo per la gioia di vedere un volto amico.
“Hi! Non ci posso credere, sei anche tu qui!” esclamò, camminandogli incontro per raggiungerlo subito.
“Tutto bene? Ti sei persa?” domandò il ragazzo, mettendole una mano sulla schiena per poterla accompagnare dentro.
“Oh, no, stavo solo aspettando Ho. Abbiamo…dormito in posti diversi, lui con la solita sciacquetta, è la terza da quando siamo arrivati….”sibilò, mentre il suo sguardo si faceva scuro e gli occhi diventavano sottili fessure.
A volte la novizia dea dell’acqua era un po’ strana. Passava da atteggiamenti timidi e riservati a certi attacchi di violenza da paura, e quel tono era il campanello d’allarme.
Il ragazzo deglutì a vuoto, sperando di non incappare nella sua furia; sapeva che lei era innamorata cotta di Ho, era chiaro praticamente a tutti, tranne che al diretto interessato…
Stavano giusto per entrare, quando furono fermati proprio dal novizio dio del fuoco, che esordì con un “Ehi bella gente!” e un sorriso che sembrava urlare di prenderlo a schiaffi.
“Ecco dov’eri. Ti stavo aspettando dall’altra parte.” Continuò, rivolgendosi alla ragazza, che abbassò di nuovo lo sguardo mentre arrossiva a dismisura.
Per fortuna erano riusciti a riunirsi, anche se dovevano migliorare la comunicazione, decisamente!
“Bene, noi andiamo Hi. Ci si becca in giro.” Salutò il rosso, dandogli una energica pacca sulla schiena, seguito da un saluto e un bassissimo “grazie.” Riconoscente da parte di Mizu.
“State attenti!” esclamò il novizio del mattino, mentre la coppia si allontanava da quel paese.
Era stato bello incontrarli, in fondo.
Per un attimo, si era sentito di nuovo a casa.

 

Note Finali: Entrano in scena ben due nuovi personaggi, Ho il fuoco e Mizu l’acqua. Sono due personaggi che per ora spariscono, ma torneranno, come Asarika e gli altri…e non avete ancora visto nulla! xD In questa storia ce ne sono parecchi di personaggi…forse troppi BD ma spero li apprezziate…
(Domani metto i disegni dei due personaggi)
Alla prossima :3

   
 
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