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Autore: Delirious Rose    23/02/2014    4 recensioni
Ipocrisia: Tom Riddle, Prefetto, al lavoro. (drabble)
Renaissance: e se Harry fosse arrivato 5 o 10 minuti più tardi nella Camera dei Segreti? (flash)
L'Intenzione dietro l'Incanto: gli usi impropri degli incantesimi erano molto più interessanti.
Questa storia partecipa al primo turno del contest "Fritto di paranza" di Frantasy
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tom O. Riddle
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Renaissance

 

Aveva dimenticato che cosa significava essere una creatura fatta di carne, ossa, umori, cartilagini e non d’inchiostro e pagine ingiallite: l’aria che entrava prepotente nei polmoni, la spiacevolezza del freddo, il sangue che scorreva nelle vene o il cuore che pulsava in petto. Per una volta Tom Marvolo Riddle non provò alcuna vergogna a sentirsi debole, fisicamente o mentalmente, perché ciò significava solo una cosa: l’incantesimo aveva avuto successo e lui si era finalmente liberato di quella prigione che era stato il suo vecchio diario.

Si volse quasi istintivamente verso la sorgente di calore che percepiva al suo fianco e gli occhi verde veleno si posarono sulla bambina, che giaceva nuda ed esamine in una pozza di sangue: lo stesso incantesimo che le aveva squarciato il corpo – perché la via d’uscita passava per le sue labbra – stava lentamente rimarginando le ferite affinché nessuno potesse sospettare quello che era accaduto nella Camera dei Segreti. Forse la bambina sarebbe morta dissanguata se nessuno l’avesse trovata, di certo non sarebbe più stata la stessa se fosse sopravvissuta: le ferite del corpo rimarginavano, ma quelle dell’anima… Tom pensò che, se la bambina fosse sopravvissuta, sarebbe stato consono porgerle i suoi ringraziamenti – ci teneva a passare per un giovane compito e beneducato – ma non subito, non in quel momento.

«Ssshivvva…» sibilò non appena si sentì in grado di parlare e il basilisco emerse dalla bocca spalancata della statua di Salazar Slytherin, raccogliendolo fra le proprie spire.

«Sssh…»

Udì Tom, mentre il buio e il sonno piombavano su di lui.

 

 

La millefoglie scricchiolò appena sotto la pressione della forchetta, mentre la crema pasticcera si allargava sul piatto languidamente: Tom raccolse il boccone con cura, indugiando ancora un attimo sull’alternanza cromatica di bianco, giallo dorato e paglierino; una volta in bocca, il giovane ebbe l’impressione di mangiare una nuvola che riempiva palato e naso dell’aroma delicato della vaniglia Bourbon. Mentre masticava quasi religiosamente, si chiese come aveva potuto ignorare quelle percezioni nei suoi primi sedici anni di vita – si era scoperto affamato di sensazioni, adesso che le poteva provare di nuovo.

«Nessuna sotto il quinto anno, eh?» sogghignò Biagio Zabini.

Tom ripensò alla bambina e a quello… che aveva provato nell’apprendere che era ancora viva.

«A volte siamo costretti a fare cose sgradevoli, ma necessarie.»

Il mago annuì, quindi fece scivolare una busta anonima verso di lui.

«Vahina potrebbe raccontarti un aneddoto o due in proposito. Tuttavia ha fatto la sua parte: questi sono i documenti per la tua nuova vita.»

«Thomas Jedusor?» sibilò, leggendo il nome sul passaporto.

«Il figlio del terzo o quarto marito di mia nuora, uno scemo di Saint-Pierre sotto la sua tutela: fa comodo anche a lei averlo ancora in giro, non so se mi spiego. In ogni caso, adesso non ti resta che riprendere la scuola e diplomarti, ma non a Hogwarts: qualcuno potrebbe riconoscerti.»

«Durmstrang?» chiese Tom, esaltato da quella prospettiva.

Biagio scosse la testa, sorridendo malizioso. «Non ho contatti in Scandinavia. T’invidio: ci sono tante belle ragazze a Beauxbatons.»

 

 

 

Shiva: il nome del basilisco, che trovo abbia un suono abbastanza serpentesco.
Millefoglie: non una qualsiasi, ma quella di Gill (Rouen). Non nascondo che ho esitato con il rombo dell’Astrance (Parigi): mi ha deciso il fatto che quest’ultino sarebbe stato anacronistico.
Vahina (Zabini): dalla descrizione fisica di Blaise, ho supposto che sua madre fosse originaria del DROM-COM, ergo il nome esotico e l’essere il contatto di Biagio Zabini con Beaubatons.
Thomas Jedusor: il nome è da pronunciare To-mà, mentre il cognome è quello usato nella versione francese di HP. Ho preferito usare una variante del suo vero nome piuttosto che il secondo appioppatogli dai traduttori francesi, semplicemente perché Elvis non si può proprio sentire
Saint-Pierre (Saint-Pierre-et-Miquelon): Collettività d'oltremare della Francia costituita da otto isolotti montuosi situati nell'Oceano Atlantico a sud di Terranova. L'isola più estesa è quella di Miquelon, separata da Saint-Pierre (26 km²) dallo stretto di La Baie.
Durmstand: secondo Wikipedia la scuola sarebbe in Scandinavia.

Come il precedente capitolo, anche questa flash partecipa al secondo turno del contest “Fritto di paranza” di Frantasy94: la traccia da sviluppare era un finale alternativo per il personaggio scelto, e dopo una lunga riflessione, ho optato per un “e se Harry fosse arrivato nella Camera dei Segreti 5 o 10 minuti più tardi?”. Se questa scelta forse non brilla per originalità, credo che nessuno – Tom per primo – sia stato sfiorato dalla possibilità di vedere il Giovine Lord fra i bo-bo di Beaubatons (ok, come gioco di parole fa pietà). Inoltre una cosa che colpirà è la sua sensualità – intesa come inerente alla sfera sensoriale – che non è campata per aria o dovuta al mio fangirlismo: mi è parso semplicemente ovvio che, dopo cinquant’anni in un diario, riscopri ogni singola sensazione che un corpo di carne e sangue è capace di offrire.

   
 
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