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Autore: Bloode    23/02/2014    1 recensioni
Cameron è il primo grande amico di Ariel, si conoscono da quando Ariel è nata e hanno giocato insieme fino all'età di sette anni. poi un giorno Cameron e la sua famiglia svaniscono nel nulla. Ariel crede che si siano trasferiti e la sua vita continua anche senza Cameron. dieci anni dopo Ariel sembra una ragazza come tante altre e cerca di vivere una vita normale, ma lei in realtà custodisce un grande segreto: appartiene alla grande famiglia delle Fate. tuttavia riesce a conciliare le due vite senza troppi intralci. un giorno però nella vita di Ariel arriva un ragazzo nuovo dal quale lei dovrebbe star lontana perchè è venuto per darle la caccia. ma c'è qualcosa negli occhi di questo ragazzo che attrae irrimediabilmente Ariel. e questo potrebbe creare un grande problema sia per il mondo delle Fate, quello di Ariel che per la setta dei Cacciatori: la nuova famiglia di Cameron, o per come lo conoscerà Ariel... Blake.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Emozionato?”
“Di cosa scusa?”
“Beh del fatto che oggi andrai a stare da Trent..”
“Oh si.. per quanto possa emozionarmi la cosa,  insomma”
La conversazione procedeva a rilento mentre Ariel  aiutava Blake a prendere le sue cose dalla stanza d’ospedale, Gwen gliele aveva portate la sera prima, dopo la loro conversazione e poi era sparita. Due scatoloni di vestiti e cianfrusaglie giacevano abbandonati sul linoleum chiaro dell’ospedale.
“E’ tutta la tua roba quella?”
“Si, mi piace viaggiare leggero..”
“Credo tu mi debba delle spiegazioni”
“Credo che anche tu debba darle a me.. ma non qui. Non ora.. In un posto più appartato magari..”
“Allora dov’è la roba da portare in macchina?”
“Qui! Vieni Trent”
Fece Ariel andandogli incontro e circondandogli il collo con le braccia, lui la sollevò leggermente e inspirò il profumo dei suoi capelli per un lungo istante. Poi lo sguardo seccato di Blake e un suo colpo di tosse lo fecero scostare da Ariel.
“Dai Trent, carichiamo questa roba sul fuori strada”
Fece Ariel, lui per tutta risposta prese, senza troppa delicatezza il primo scatolone e se lo caricò su una spalla. Poi si avviò verso la porta mentre Ariel iniziava a chiudere il secondo scatolone, intanto Blake si stava sfilando la camicia del pigiama, non appena Ariel si girò e lo vide a torso nudo arrossì leggermente, poi negli occhi di lei si dipinse la compassione. Era ancora cosparso si quei lividi spaventosi; sbucavano fuori dai lembi della fascia elastica che gli circondava il torace, visto che dalla lastre era venuto fuori che aveva due costole rotte e una incrinata. Ariel si avvicinò e gli toccò una spalla
“Ti fanno tanto male?”
Blake la guardò, sorrise e si portò la sua mano dalla spalla alla guancia, premendo con delicatezza, poi scrollò le spalle e infilò il maglione
“Non troppo. Se non respiro troppo forte è sopportabile”
Ariel lo aiutò ad alzarsi ma non appena Blake si mise in piedi entrò un’infermiera in camera con una carrozzella
“No no! Ragazzino per oggi ti becchi la Ferrari aziendale. Ti piacerà dai!”
Blake stava per dire qualcosa quando però mosse il primo passo e sentì le costole scricchiolare e gemere; Ariel gli avvicinò la sedia a rotelle e lui ci si sedette sopra con un tonfo, poi prima ancora che potesse allungare le mani oltre i braccioli per muoversi, Ariel era già dietro di lui e lo spingeva delicatamente. Blake alzò gli occhi e le sorrise, poi uscirono dalla stanza e si avviarono nel corridoio. Dopo dieci metri incontrarono il medico di  Blake
“Salve piccioncini, allora Blake, come ti senti?”
“Bene grazie”
“Oggi te ne torni a casa, ma devi stare attento; niente sforzi, rimani disteso il più possibile e.. ho già dato a quel ragazzo alto che sbraitava la prescrizione medica per prendere gli antidolorifici in farmacia.”
“Trent..”
Fece Ariel trattenendo una risata, Blake sorrise e poi tornò serio guardando il dottore
“Dovrò seguire cure particolari?”
“No tranquillo solo antidolorifici e una pomata che va applicata sui lividi… dubito che il ragazzone alto che sbraitava te la metterà però”
Concluse il dottore con una risata, poi strinse la spalla di Blake e salutò i ragazzi e continuò il suo percorso nel corridoio. Un paio di minuti dopo Ariel e Blake erano alla macchina e Trent se ne stava appoggiato al cofano con le chiavi in mano
“Allora,ce la diamo una mossa?”
“E dai Trent, stai un po’ tranquillo!”
Gli disse Ariel con un sorriso, lui le sorrise di rimando, poi con uno strattone non troppo amorevole aiutò Blake a sistemarsi nel sedile posteriore insieme ad uno scatolone mentre Ariel si sedeva sul  posto del passeggero e appoggiava i piedi sul cruscotto di Trent
“Ari.. i piedi!”
“Ma perché voi maschi tenete così  tanto alle vostre automobili? E poi, mica lo rovino il cruscotto, porto solo trentotto!”
“Ariel..giù quelle “scarpacce da combattimento”come le chiama tua madre dal mio cruscotto!”
Per tutta risposta Ariel sfilò gli anfibi e mise nuovamente i piedi sul cruscotto, poi guardò Trent con un sorrisetto
“Va bene ora?”
“Ah Ariel uno e lo.. ah si! Spilungone che borbottava zero!”
Fece Blake dal sedile posteriore
“Si da il caso che tu sia ospite dello “Spilungone che borbottava” e se non vuoi trovarti per strada evitiamo questo sarcasmo ok?”
“Eddai Trent! Su non essere così severo!”
“Non essere così severo? Ariel è pur sempre un cacciatore! A volte sembra che dimentichi questo dettaglio!”
“Non è come gli altri! Mi ha salvato la vita!”
“Ma due settimane fa ti ha quasi ucciso mandandoti fuori strada! Guardati i tagli del braccio se te lo stai per dimenticare!”
Nell’abitacolo calò il silenzio, che rimase fin quando Trent non parcheggiò sul vialetto d’accesso della palazzina in centro dove abitava.
“Scendete? Oh dai non voglio passare sempre per l’orco cattivo della situazione ma Ari, lo sai come la penso! Poi magari mi sto sbagliando ma un po’ di giudizio..”
Ariel non lo degnò di una risposta, così intervenne Blake, che le toccò una spalla e le sorrise, poi, piano le disse
“Non lo biasimo, nemmeno io mi fiderei subito.. ma cambierà idea vedrai! Mi impegnerò perché sia così!”
Ariel gli sorrise e poi guardò Trent,  rinfilò le scarpe e scese dalla vettura, poi mentre lei scaricava i due scatoloni dal cofano, Trent aiutava Blake a sistemarsi sulla carrozzella.
“Fortuna che hanno riparato ieri l’ascensore. Lasciami gli scatoloni Ari, tu porta su Blake.. terzo piano, 12b”
“Ok Trent, semmai ti aspettiamo all’ascensore!”
Rispose Ariel iniziando a spingere Blake. Intanto Trent aveva impilato gli scatoloni e li stava trasportando uno sopra l’altro verso l’interno del palazzo. Si posizionarono nell’ascensore e salirono fino all’appartamento di Trent.
“E’ un po’ spartano.. ma vivendo da solo non mi sono dedicato molto all’arredamento o al decoro”
Fece Trent prima di farli entrare in casa, poi aprì la porta di legno chiaro e li lasciò entrare. Un salotto semplicissimo, con un divano di pelle nera e un televisore attaccato al muro, una libreria grande quanto una parete, piena di libri e con due ante chiuse, dentro le quali doveva esserci la scorta di liquori di Trent.
Poi la porta di vetro scorrevole della cucina si aprì e una cucina di acciaio e laccata di un bel rosso carminio entrò nel campo visivo dei ragazzi. Infine Trent concluse il giro della casa con la sua camera da letto, il suo studio e il bagno e la stanzetta che lui usava come lavanderia, che ora era diventata una camera da letto per Blake
“E  questo è tutto”
Disse riconducendoli in cucina e aprendo il frigorifero per prendere qualcosa da bere. Ariel si sedette al tavolo e Blake passò dalla carrozzella alla sedia di plastica trasparente della cucina.
“Io fra dieci minuti devo andare in ufficio, quindi Ariel tu vieni con me e tu ti sistemi nella tua stanzetta.”
“Ma come possiamo lasciarlo qui solo? Dai e se si facesse male?”
“Non poso lasciarti sola con lui. Hai già dimenticato quello che ci siamo detti in macchina?”
“No però.. non possiamo dai.. e se facessi venire qualcun altro?”
“Tipo?”
Fece Trent perplesso inarcando un sopracciglio
“Tipo Gloove, quella ragazza che era venuta a trovarmi quando tu eri a casa con me! Ricordi Trent?”
“Si che ricordo e no! Assolutamente no! È svampita e non potrebbe mai proteggerti da un potenziale cacciatore! È escluso!”
“Chiama Leyla e il suo ragazzo allora!”
“Ecco forse loro già.. va bene ma qualunque cosa succeda incendia tutto se serve e chiamami!”
“Non darò fuoco a casa tua! Nemmeno se dovesse essere la prima cosa che mi viene in mente. Dai chiama!”
Un quarto d’ora dopo Trent stava scendendo per andare in ufficio e Leyla e il suo ragazzo salivano nell’appartamento di Trent
“Tranquillo ora ci pensiamo noi! Vai pure! Si, si, la controlliamo noi!”
Si sentiva Leyla rassicurare Trent per le scale. Poi non appena entrarono e videro Blake accasciato sul divano tutto fasciato e che iniziava a dimenarsi per il dolore, visto che gli antidolorifici stavano finendo il loro effetto, si guardarono e poi dissero
“E questo è il pericolosissimo cacciatore? Ma se anche un bambino potrebbe difendersi contro qualcuno così malmesso! Oh ciao Ariel! Ti ricordi di noi vero?”
“Si certo! Leyla e .. emh”
“Matt. L’altra volta non mi ero presentato! Piacere!”
“Oh piacere, lui è..”
“Blake, già lo sappiamo, Trent ci ha ripetuto il nome e le manovre di emergenza almeno diciotto volte al telefono e altre quindici mentre salivamo le scale anche se non mi sembra così pericoloso! Dunque che si deve fare?”
Ariel guardò il biglietto della prescrizione medica e poi alzò gli occhi verso Leyla e Matt
“Qui c’è scritto che l’antidolorifico va somministrato ogni due ore per via endovenosa, che la pomata invece va applicata più volte al giorno per alleviare il fastidio dei lividi e per schiarire l’ematoma”
“Avete già acquistato i farmaci?”
“Veramente no..”
“Ok, allora vado io, Matt tu rimani qui con Ariel e vedi se le serve una mano per sistemare gli scatoloni o altro. Torno subito amore!”
Fece Leyla baciandolo rapidamente prima di riprendere borsa e cappotto e riuscire velocemente.
“Come ti senti Blake?”
“Ho solo un po’ di dolore al torace.. ma è sopportabile”
“Forse è meglio metterlo a letto”
Suggerì Matt, che con delicatezza lo sollevò come una piuma e lo portò direttamente nella camera da letto, senza usare la carrozzina; era decisamente muscoloso, ma forse sotto c’era qualcos’altro.. qualcosa che aveva a che fare con la magia, visto che anche Blake era un bel bestione da sollevare, e neppure quel palestrato di Trent era riuscito sollevarlo così facilmente.                                                          Matt sistemò Blake sul letto e Ariel si andò a sistemare nella sua camera, mentre la sua fronte iniziava a cospargersi di goccioline di sudore.
“Posso fare qualcosa per te?”
“Acqua.. ho sete, per piacere”
“Si certo, vado subito a prenderti una bottiglietta d’acqua”
Disse mentre si allontanava per arrivare in cucina e prendere dal frigo di acciaio una bottiglietta d’acqua. Non ci mise più di un minuto, ma non appena tornò nella stanzetta di Blake lo trovò accartocciato sul letto, che sudava e aveva i denti stretti, la mascella serrata per il dolore.
“Oh calmo! Tranquillo, ora tornerà Leyla e vedrai che con l’antidolorifico tutto andrà meglio! Però ora resisti un attimo ok?”
Gli disse Ariel mentre gli accarezzava la fronte e i capelli, e spostava le ciocche sudate e scomposte dalla sua fronte . Blake annuì e provò a tirarsi su a sedere per prendere un sorso d’acqua, poi si rimise disteso e si rannicchiò, intanto Matt arrivò in camera bussando leggermente
“Tutto ok? Serve qualcosa? Ho portato questi scatoloni, li appoggio qui?”
“Si grazie Matt.. sai dov’è Leyla? La farmacia è proprio qui sotto e Blake non è al massimo.. insomma..”
“Sono sicuro che sarà di ritorno fra poco.. intanto..Blake, da quanto ti sei trasferito?”
“Tre settimane..”
Disse lui in un rantolo. Nonostante i vari tentavi di Matt e Ariel di far distrarre Blake dal dolore mentre aspettavano Leyla; il risultato fu scarso. Fortunatamente Leyla non tardò troppo nell’arrivare.
“Eccomi! Ce l’ho!”
Disse Leyla mentre riempiva, tirando lentamente lo stantuffo, la siringa con dentro l’antidolorifico. Non appena gli occhi di Blake incontrarono la siringa si riempirono di terrore e iniziò a ripetere
“No! Il fluido no ti prego!”
“Blake ti serve! Starai meglio appena ti daremo l’antidolorifico”
“No.. ti prego! Ti prego il fluido no... ti prego Cassidy!”
“Cassidy? E chi è questa ora?”
Fece Ariel mentre cercava di tranquillizzare Blake. Negli occhi di Matt e Leyla comparvero due sguardi che ne sapevano quanto Ariel; così i tre decisero di sorvolare e di riparlarne una volta sedato Blake. Matt si avvicinò e in un baleno immobilizzò Blake, mentre Ariel continuava a parlargli, Leyla, tentando di non fargli troppo male,  infilò l’ago della siringa nel braccio di Blake e iniziò a premere lo stantuffo. Intanto le grida di Blake si erano spente ed i suoi occhi si erano fatti vacui.
“Io avrei fame..”
“Matt! Sei sempre il solito!”
“No.. ragazzi andate in cucina e mangiate! Ci son dei panini nel frigo.. sicuramente non avrete pranzato, visto l’orario in cui Trent vi ha contattato!”
“Beh in effetti..”
“Su.. andate! Qui ci penso io, e poi ora è tranquillo”
Rispose Ariel guardando Blake e iniziando istintivamente ed accarezzargli i capelli sudaticci. Poi si alzò e accompagnò Leyla e Matt in cucina per fargli vedere dov’erano i panini e per prendere uno strofinaccio umido per tamponare la fronte sudata di Blake. Non appena tornò nella stanzetta addormentato con il viso rilassato. Si sedette di fianco a lui e iniziò a tamponare la fronte con lo strofinaccio umido e a spostargli indietro le ciocche scomposte che troneggiavano sulla sua fronte, poi la sua mano si spostò sulla sua guancia, sulla sua mandibola e poi sul collo, sulla voglia..
“Cam..”
“Ariel..”
Mugugnò lui nel sonno, poi aprì leggermente gli occhi. Ariel lo guardò sorpresa e provò a spostare la mano ma lui la prese e la premette sul suo collo
“Cam.. ricordi qualcosa? Ti dice qualcosa questo nome?”
Fece Ariel avvicinando il suo viso a quello di Blake. venti centimetri di distanza, venticinque al massimo.
“Le tue labbra.. Ariel le tue labbra.. sono così belle”
I visi si avvicinarono ancora. Dieci centimetri.
“Oh non dire questo ora! Ti ricorda qualcosa il nome Cam? Ti ricordi di me?”
“Era estate..c’era del sangue..le mele.. un bacio”
Cinque centimetri. Due. Uno.
“Ehi ma cosa succede qui?!”
La porta si aprì e Leyla quasi tuonò. Poi rimase sulla porta a fissarli. Immediatamente i due si ritrassero facendo così riapparire la distanza fra i due volti.
“Ariel potresti venire in cucina un secondo?”
Fu l’ultima cosa che disse prima di scostarsi dallo stipite e dirigersi verso la cucina. Ariel guardò Blake, poi si alzò e disse
“Devo andare, cinque minuti e torno da te.. dobbiamo parlare”
Blake annuì, anche se nessuno dei due aveva la minima idea di cosa dire.
 
  
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