Storia
partecipante al secondo turno di “Fritto di
Paranza”
(contest indetto da Frantasy94) che richiedeva di modificare il finale
di un
certo personaggio, per me sempre Alec, come sarà nel resto
della raccolta.
Spero non sia inverosimile, io ce lo vedo a compiere un atto del genere.
ciao
slytherin
ele
Non sono la tua arma.
Aro
si era
arreso. La premonizione di Alice Cullen lo aveva convinto a desistere e
a
battere in ritirata.
La
sua
decisione mi aveva stupito, ma lui era il leader e io mi limitavo a
eseguire
gli ordini: niente di più.
Stavamo
ritornando a Volterra, alla vita di sempre. Dove non sarei stato altro
che un
giustiziere per i condannati; avrei mostrato la magnanimità
di Aro e dei
Volturi.
La
foresta
ci circondava ancora e il gruppo era compatto, decine di vampiri
accorsi al grido
di giustizia di un pazzo; questo era Aro, in fin dei conti, con la sua
mania di
giustizia e il mantenimento della razza, nient’altro che un
folle, ma questo
suo lato non mi aveva mai infastidito.
Non
saprei
dire che cosa mi fece cambiare idea, non saprei spiegare
perché non rimasi al
mio posto, seguendo il capo passo dopo passo per vivere
l’eternità come una
semplice arma.
Forse,
fu
l’aria di superiorità e arroganza che
mostrò Aro o la sufficienza con cui mi
guardò Caius, mentre affermavano che avrebbero vinto la
battaglia senza
problemi, ma era stato più saggio ritirarsi.
Non
era
vero. Loro non sarebbero usciti
vincitori da quello scontro, senza di me, senza Jane; non avrebbero
superato
nessuno dei combattimenti fin ora affrontati, non avrebbero ucciso un
solo
vampiro senza il nostro aiuto!
Avevano
ancora il coraggio di affermare di essere i fautori della loro fortuna,
senza
noi guardie non sarebbero
sopravvissuti tutti quei secoli, non sarebbero stati nulla se non dei
normali
vampiri, probabilmente assoggettati ad altri più forti.
Mi
bastò
lanciare uno sguardo a mia sorella, si trovava alla mia destra, le
nostre mani
si sfioravano quasi; lei capì immediatamente e
annuì lievemente.
Si
avvicinò
ad Aro e Caius, che le rivolsero tutta la loro attenzione. Tutti gli
altri
Volturi sembrarono stupiti quanto loro e fecero un passo avanti, mentre
Jane
illustrava un piano fasullo e inventato per attaccare nuovamente, una
strategia
che non sarebbe mai stata messa in atto.
Nessuno
badò
a me, né alla nebbia perlacea che si spanse dalle mie mani,
fino a
raggiungerli. I più vicini caddero, urlando spaventati,
mentre Caius si girò
verso di me, infuriato. Jane fu più veloce.
“Dolore.”
Quella
singola parola bastò a far sì che uno dei nostri
capi cadesse al suolo in preda
alla sofferenza più atroce.
Aro
provò a
muoversi, sul suo viso, per la prima volta, potevo vedere una vera
espressione
di stupore.
Era
tardi:
nessuno dei vampiri aveva agito abbastanza in fretta e
l’occhiata supplicante
che lanciò a Demetri e Felix non fu d’aiuto,
poiché avevano già cominciato ad
uccidere i Volturi e i loro alleati.
L’ultimo
a
cadere fu Aro: non fui buono con lui, non lasciai che morisse di una
morte
indolore. Lo liberai dalla nebbia, poco prima che Felix lo decapitasse
e gli
desse fuoco.
Le
guardie
si erano rivoltate, le armi avevano attaccato i loro padroni.
Avevamo
compiuto il primo passo verso una nuova era, forse una nuova
supremazia, non
l’avevo ancora stabilito .
L’unico
fatto
indiscusso era che avrei deciso del mio destino.
[510
parole]