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Autore: Ammie    23/02/2014    2 recensioni
Rebecca, una diciassettenne che vive da sola, ha paura di essere ferita dalle persone e perciò si isola dal resto del mondo. Non fa amicizia con nessuno, non vuole rischiare di essere abbandonata di nuovo.
All'improvviso però, arriva qualcuno che entra impetuosamente nella sua vita.
E che forse sarà in grado di farle cambiare idea.
La vita di due adolescenti fatta di amore, lacrime, risate e dolore raccontata con un pizzico d'ironia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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LA SCOMMESSA.
 
Capitolo dieci: Changing is all about you.
 
 
 
Sono passati tre giorni dal mio incontro hot con narciso. O per essere più precisi, è da tre giorni che lo evito. A scuola cerca di attirare la mia attenzione lanciandomi bigliettini o sussurrando il mio nome, ma a casa non è da meno: ogni ora suona a mia porta per le richieste più inutili.
Sospirando, mi butto sul letto e prendo orgoglio e pregiudizio per scoprire gli ultimi gossip di casa Bennet. Sono a pagina 101. È da quando che ho conosciuto Alessandro Mister Perfezione Giubilato che sono a pagina 101.
Faccio a tempo a leggere le prime due righe che qualcuno bussa, quindi in punta di piedi mi avvicino alla porta e spio dall'occhiello.
"Narciso, vattene." dico stanca.
"Becca, apri per favore... È importante."
Curiosa, appoggio la schiena sulla porta e resto in ascolto. "Sarebbe?"
"Apri la porta e fammi entrare!" ride. "Non mordo mica..." dice poi malizioso, scatenando in me pensieri impronunciabili.
Riflettendo mi rendo conto che dovrei smetterla di evitarlo e che mi sto comportando come una bambina, quindi sbuffo e apro. Capisco anche però che il mio sbuffare non è a causa della sua presenza in casa mia, ma del fatto che sia venuto da me probabilmente solo per chiedermi qualcosa. Scuotendo la testa, mi dò della pazza e mi siedo tranquilla sul divano.
Imitandomi, si irrigidisce quando è il momento di parlare. Passano vari minuti di teso silenzio, ma poi apre la bocca. "È per la scommessa. Non va bene."
In questo momento non posso far altro che ringraziare qualsiasi divinità mi abbia preso in simpatia.
Che abbia finalmente deciso di desistere?
"Voglio modificare qualcosina..."
No!
Sorpresa, strabuzzo gli occhi e mi porto le mani nei capelli, arricciandoli nervosamente con l'indice. "Scusa...?"
"Se ci pensi bene la scommessa non ha senso: se riesco a fare in modo che tu ti fidi ancora delle persone potrò corteggiarti per un mese... Ma io lo sto già facendo." sorride sghembo dopo aver detto quest'ultima frase, facendomi venire le palpitazioni. "Sono così magnanimo che ho deciso di renderti le cose un po' più facili."
Lo guardo attonita e basita, non capendo le sue intenzioni. "Spiegati meglio..."
A quel punto, mostrandomi il solito sorriso firmato AZ, lascia il suo posto per sedersi accanto a me e come Danny di Grease mi mette il braccio attorno. "Scommetto che riuscirò a farti innamorare di me." mi dice a un palmo dal naso.
Rimango senza parole, con la bocca aperta. "C-cosa?" riesco a malapena a sussurrare.
È proprio in quell'istante che punta i suoi occhi luccicanti come la brillantina su di me, facendomi quasi svenire per quanto sia sexy. Mentre con la mano mi accarezza dolcemente la spalla procurandomi brividi di piacere, prende a strofinare il naso contro la mia guancia. "Diavolo, come ho fatto a non accorgermene?" mormora.
E mentre tutta questa sensuale onda di piacere si abbatte su di me, io riesco appena a ricordare come si respira. "Cioè... Cosa.?"
Nel sentire la mia voce alza la testa di scatto, per poi avvicinarmi così tanto a lui che potrei eseguire la respirazione bocca a bocca senza problemi.
Non male come idea.
"Sei mia." dice prima di tuffarsi nelle mie labbra. Senza chiedere, senza esitare. Con un rapido gesto infila la lingua nella mia bocca, iniziando a muoverla assieme alla mia che, a quanto pare, è dotata di volontà propria. Con la mano libera accarezza con estrema lentezza la mia guancia, mentre io rischio seriamente di liquefarmi sotto il suo tocco.
"Mmmn..." mugugno nel bacio, prima di sentire le sue labbra abbandonare le mie.
Apre gli occhi, guardandomi con passione. "Dimmi di fermarmi."
"Io... Non posso." e poi mi zittisce.
Basta con le parole, basta con i ripensamenti. Non si cura di preliminari e di gentilezze, ma infila di nuovo la lingua nella mia bocca.
Non posso fare altro che abbandonarmi a quell'assalto dolce e feroce lo stesso tempo, accogliendolo pienamente e buttandogli le braccia al collo. Mi concedo al suo totale dominio.
E lui, insaziabile e bramoso, mi domina. Sento la sua mano scivolarmi lungo la pelle nuda del braccio, fino ad arrivare al fianco.
Con un impeto di coraggio, da seduta mi ritrovo sopra di lui, senza smettere di baciarlo. Mi strofino su di lui e mi sento avvampare quando vengo in contatto con il rigonfiamento dei pantaloni. Sposto miei baci fino al collo e decido poi di trasformarli in lunghe e sensuali leccate, lasciandogli addosso una scia umida.
Lo sento sospirare beato, mentre porta una mano tra i miei capelli e con l'altra mi strizza il sedere. "Becca... Come riesci a farmi questo?"
Lo guardo attonita. Perchè ogni tanto se ne esce con frasi come queste? "Non sto facendo niente di che."
"Per me stai facendo, invece." sussurra avvicinandosi di nuovo alle mie labbra, ghignando. "Oh, eccome."
All'improvviso mi viene in mente un'idea per stuzzicarlo, quindi lo blocco poggiando le mani sul suo petto.
Inarca le sopracciglia, sorpreso. "Che c'è?"
Sorrido malefica. "Rilassati. Mi piace punzecchiarti, Narciso."
"È proprio questo che mi preoccupa, mia Dulcinea..." dice, dandomi poi un casto e tenero bacio.
Detto questo decido di procedere con il mio piano: lentamente -e con quell'espressione che usa Meredith Grey per abbindolare Derek- mi alzo e mi metto di fronte a lui. Lo vedo deglutire mentre mi guarda. Oh Dio, non ho mai ricevuto uno sguardo così famelico e sexy in tutta la mia vita.
I suoi occhi brillano intensamente di passione e... Qualcos'altro che non riesco a identificare, per il momento.
Ancora lentamente, provocandolo, porto le mani sull'orlo della mia maglia e la alzo.
"Becca..." dice come per ammonirmi, tentando di alzarsi.
Quando mi fissa in quel modo mi sento a mio agio. Mi sento desiderabile. Mi sento davvero sexy, altro che lo sguardo di Daniele Palle Mosce. "Sta' buono."
Anche se di sicuro contrariato obbedisce, leccandosi le labbra. "Ai suoi ordini."
Poi, in un secondo, resto senza maglia. Solo un reggiseno verde acqua mi copre il seno e quindi finisco inevitabilmente di arrossire ancora. Sposto lo sguardo verso il basso e fisso il pavimento, nella speranza che lui non mi veda intimidita.
"Diavolo, sei..." si alza, squadrandomi soprattutto in una certa zona. Poi mi prende le mani, sorprendendomi. "Sei la più bella ragazza che io abbia mai visto." dice sincero.
Appena pronuncia quella frase sento qualcosa in me cambiare. Mi fa male il petto, ho caldo, il cuore sembra sul punto di esplodere.
Perché mi sento così?
"...Bene." è l'unica cosa che riesco a dire, prima di saltargli addosso. Lingue che combattono più ardentemente e più selvaggiamente di prima, respiri affannosi, degni di cinque km di corsa. Ecco quello che si può percepire, oltre alla palpabile e tangibile attrazione sessuale che c'è tra noi.
"Mmh... Becca..."
Gli porto nuovamente le braccia al collo, attirandolo maggiormente a me per sentire i muscoli sotto la maglia.
 
 
Voglioso, affamato. Ecco come diventa Alessandro quando mi porta sul grande letto di camera mia. Mi fa distendere con delicatezza, anche se contemporaneamente emozionato per l'inizio dello show.
"Non puoi fare così e pretendere che tenga le mani a posto." percorre poi tutta la mia pancia con la lingua, fino ad arrivare all'incavo dei seni. "Davvero, non puoi."
"Aless... Ahhh..." gemo, quando lo fa ancora. E ancora.
Inizia a leccarmi dappertutto: dapprima piano, sulla pancia e sul ventre, poi con più eccitazione, sul collo. Qui applica una leggera pressione e mi lascia un succhiotto, cosa che mi fa letteralmente impazzire. In una frazione di secondo si allontana da me e si sfila la maglia, lasciandomi la bocca secca. Vedere Narciso a petto nudo è una di quelle cose che cambia per sempre la definizione di maschio. Al confronto, persino il più bello degli dei greci appare scialbo. Ha una leggera peluria scura che diventa un po' più folta vicino la cintura dei jeans. I muscoli -oh, che muscoli- lo rendono forte e quella tartaruga sul petto non può far altro se non farlo apparire ancora più sexy. Istintivamente mi mordo il labbro, anche se vorrei mordere decisamente altro.
"Ti piace ciò che vedi?"
"Sfacciato..." sorrido maliziosa.
Sempre con sguardo accattivante torna su di me, baciandomi e stringendomi in modo tale che la mia terza abbondante trattenuta dal reggiseno possa creare una frizione eccitante al contatto col suo petto. "Sei così... Ahh..."
Quando inizio a leccare l'orecchio è il suo turno di gemere. "Dicevi?"
"Non fare la furbetta con me..."
"Altrimenti...?" chiedo con aria di sfida.
"Cancellerò qualsiasi mio lume di ragione e ti prenderò qui, ora." mi guarda, scompigliandomi poi la frangetta. Subito dopo si avvicina al mio orecchio e inizia a sussurrare. "In tutti i modi possibili e immaginabili."
Per un momento rimango di sasso. Deglutisco, dandomi della matta quando mi trovo mentalmente a implorare perché lo faccia.
Cercasi Rebecca, persa in paradiso.
"Io-" cerco di ribattere, ma il suono di un cellulare mi riporta sul mio pianeta.
Di scatto Alessandro si alza dal letto e risponde al telefono, dandomi la possibilità di ammirare nuovamente quel corpo scultoreo.
"Sì... Arrivo subito." sospira rassegnato. "Beh... Becca potrebbe essere furente con te." sorride poi, chiudendo la telefonata.
"Io potrei essere cosa, scusa?" domando stizzita, ancora a letto, seminuda e pronta alla sua mercé.
Torna sul letto. "Arrabbiata con Greg perché ci ha interrotti." mormora baciandomi la punta del naso. "Come darti torto..."
"Te ne devi davvero andare?"
"Ha bisogno di me..." dice sospirando di nuovo. "Ma recupereremo."
Detto ciò, in silenzio totale ci rivestiamo, ci avviciniamo alla porta di casa e ci fermiamo entrambi di fronte a essa.
In un primo momento sposta lo sguardo da me alla porta, come se fosse indeciso di qualcosa. Poi però mi attira a sé con un gesto rapido e mi lecca le labbra famelico. "Per la scommessa, buona fortuna allora..."
Sorrido, prima di ricambiare il gesto. "Che vinca il migliore."
 
 
"Che palle." sbuffo. Seduto sul marciapiede della strada, sto aspettando che Alessandro mi venga a prendere da più di quindici minuti. Sapevo che non era una buona idea parcheggiare in doppia fila, ma non avevo altra scelta.
Spazientito, gli mando un messaggio dicendogli che il passaggio non è necessario. Probabilmente è ancora da Rebecca a divertirsi.
Beato lui.
Decido quindi di chiamare Stella, magari non ha nulla da fare. "Ciao, sei occupata?"
La sento sospirare pensierosa. "Mmmh... No. Dimmi pure, Greg."
"Puoi venirmi a prendere? Sono davanti al Marchesi."
"Che ci fai laggiù? No, aspetta, non voglio saperlo..."
Mi passo una mano tra i capelli, frustrato. Inizia a fare freddo. "Dovresti portarmi dall'altra parte della città, così posso riavere la moto." spiego.
"Chi si rivede!" dice improvvisamente una voce familiare.
Mi giro, sorprendendomi quando mi trovo davanti Annalisa. "Stella, scusa... Ti devo lasciare."
"...Okay, ma il passaggio?"
"Non serve." dico prima di riattaccare il telefono.
Appena lo metto via mi sorride, trasmettendomi un forte senso di tranquillità. "Gregorio, giusto?"
"In persona." dico mentre la guardo. I capelli tendenti al rosso sono raccolti in uno chignon disordinato con qualche ciocca che cade ai lati del viso, rendendola ancora più bella di quanto già lo è. Sposto lo sguardo verso il basso, notando che i jeans le fasciano le gambe alla perfezione. Se solo ripenso al suo sedere, quel giorno a casa di Rebecca...
"Che ci fai qui?" mi riporta alla realtà.
"Stavo aspettando che una persona mi venisse a prendere... Avevo parcheggiato la moto lì." indico.
Subito si gira, lasciandomi ammirare il morbido collo che ora ho davvero molta voglia di baciare. Ride, prima di tornare a guardarmi. "In doppia fila non si può."
"Grazie della dritta, Einstein." scherzo.
Sorprendendomi di nuovo si siede a terra vicino a me, cosa che le ragazze di solito non fanno. La parte del sedersi a terra, intendo. "Come va?"
"Beh..." mi massaggio il mento, leggermente ispido per via della barbetta bionda che sta crescendo. "Il solito. Tu?"
In un primo momento sembra che la mia domanda l'abbia messa in difficoltà, ma poi risponde. "Tiro avanti." dice, guardando poi la strada di fronte a sé.
Assume un espressione triste e addolorato allo stesso tempo. È strano vederla così, non saprei dire perché ma non mi piace vederla in questo stato. "Senti... Ti va se ci beviamo qualcosa di caldo? Qui fuori si gela."
A un tratto, come rianimata, mi guarda e sorride accettando la proposta. Per qualche secondo ho la possibilità di fissare i suoi occhi scuri: sono simili a quelli del fratello, ma hanno una tonalità più calda. Più dolce, come le sue labbra.
Forse non è poi così freddo.

 
 
 
Non posso trattenermi, sono di super corsa! Appena trovo tempo rispondo alle due dolcissime recensioni, promesso. Grazie di cuore!
RECENSITE per favore!
Ma Maddie.
  
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