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Autore: AIne Yukimura    21/06/2008    3 recensioni
Ginny Weasley si risveglia dopo un coma di 4 anni in un ospedale babbano senza ricordarsi chi è o le misteriose cause per cui è caduta in coma...
Genere: Dark, Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ok. Sono scomparsa per un po’ senza lasciare traccia. Tranquille non mi avevano rapita gli alieni, ma credo che a questa conclusione ci foste già arrivate leggendo la comunicazione nel capitolo precedente. Che posso dire? Mi dispiace molto, moltissimo,(chiedo umilmente perdono) per avervi mollato proprio sul più bello e riaprire con un capitolo che è di transito e non è molto “succulento”. Ho avuto un botto di cose da fare (compreso un bel botto con lo scooter che proprio non ci voleva) e sono stata costretta a trascurare la fan fic. Ma saprò farmi perdonare U.U dopotutto sono ancora viva dio solo sa come, credo che dovrei iniziare a credere e pregare qualche entità superiore U.U, e quindi ne approfitto per scrivere XD Me è ufficialmente tornata su EFP! yeeee


Camminava per l’ampio e lussuoso corridoio con il suo solito e algido incedere. Nulla tradiva il fuoco interiore che quella notte si era acceso in lui e che lentamente lo stava iniziando a divorare. Quello stesso fuoco che quella misteriosa ragazza era riuscito ad accendere con un solo bacio. Era entrata nella sua vita come un tornado e con la stessa intensità era riuscita a sconvolgergli l’esistenza, tutto in meno di 48 ore. Ora si ritrovava posseduto da una frustrazione a lui nuova: la frustrazione di non essere riuscito ad ottenere qualcosa, più precisamente di non essere riuscito a ottenere Scarlett Rose. Non riusciva a spiegarsi il perché ma si sentiva improvvisamente incompleto, rabbioso, violento…
Senza neanche accorgersene, perso nei suoi pensieri, era giunto davanti alla porta della sua stanza. Mise con decisione la mano diafana sulla fredda e liscia maniglia e aprì lentamente la porta, senza far rumore. Allo stesso modo se la richiuse alle spalle. La stanza era buia, a Pansy dava fastidio qualsiasi tipo di luce la notte, quindi riuscì a malapena a scorgere la sagoma di sua moglie beatamente addormentata e ignara della sua rabbia interiore. Con passo felpato si mosse in direzione del letto, mantenendo gli occhi fissi su Pansy, quegli stessi occhi che ardevano di desiderio, come d'altronde il resto del suo corpo, da quando le labbra della sua nuova cameriera si erano posate sulle sue. Senza pensarci troppo, si inginocchiò sul letto e poggiò le labbra su quelle della moglie con inaspettata delicatezza, questo le fece dischiudere le palpebre e mormorare con ara divertita e sorpresa:
- Draco!...-
Lui la fisso intensamente per alcuni secondi e poi ripeté il medesimo gesto, questa volta però era più famelico, della delicatezza precedente aveva ben poco, era carico di desiderio, di frustrazione, di rabbia…
Mentre approfondiva il bacio con foga si portò sopra di lei, incurante di starla schiacciando con il suo peso, si scostò solo quando la sentì muoversi sotto di lui cercando di farlo sollevare.
- Cosa ti prende?- domandò stizzita cercando di tirarsi a sedere
- Shhh!...- fu tutto ciò che ottenne in risposta mentre lui la faceva ridiscendere con tocco delicato ma che non ammetteva repliche, poi tornò a baciarle il collo scendendo verso i seni, in un modo che Pansy reputò troppo violento e infatti appena lui accennò ad abbassarle la candida vestaglia puntò le braccia per cercare di fermarlo e gli disse in un sussurro deciso:
-Basta! Ti prego smettila! Cos’hai? Sei fuori di te calmati per favore!-
Lui però era come se non la stesse ascoltando, nella sua mente non era in quella stanza, e quella che stava deliberatamente “molestando” non era sua moglie. Non lo sapeva neanche lui il perché di quel comportamento ma il non riuscire ad ottenere qualcosa lo metteva di cattivo, anzi pessimo, umore. Fu così che mentre dedicava le sue sgradite attenzioni a Pansy si ripromise che avrebbe avuto quella misteriosa donna, quella Scarlett che aveva il potere di accendergli l’inferno dentro, per il semplice motivo che lui era Draco Malfoy e otteneva sempre tutto ciò che desiderava.
Pansy sotto di lui ormai aveva cessato di opporre resistenza, aveva voltato il capo e teneva gli occhi serrati mentre una lacrima fuggitiva le rigava la guancia che non era poggiata sulla morbida e pregiata superficie del letto.
Eccola li, pensava, ancora una volta costretta a ingoiare il rospo, costretta alla sottomissione, costretta ad assecondare passivamente gli scatti d’ira del marito. Trattenne il fiato mentre sentì che Draco la penetrava, tra una spinta e l’altra si ritrovò a pensare che forse quello era il prezzo da pagare per la sua felicità, in fondo lei non poteva lamentarsi della propria condizione c’era una guerra in corso eppure lei viveva sotto una campana di vetro, nel lusso sfrenato, servita e riverita da mattina a sera. In un certo senso lei forse doveva quella sottomissione a suo marito. Ma aveva paura lo stesso, si sentiva sporca lo stesso, cosa sarebbe successo se un giorno quella campana si fosse rotta? Che fine avrebbe fatto lei?
Un spinta più forte e poi fu tutto finito, silenziosamente Draco si scostò da lei e senza proferir parola si mise a dormire dal suo lato. Pansy rimase lì, immobile, nella medesima posizione in cui suo marito l’aveva lasciata, Aprì gli occhi e si ritrovò a fissare vacuamente la parete di fronte. Si sentiva vuota, come una bambola rotta, una bambola usata e poi riposta per un futuro utilizzo. Come tutte le altra volte insomma. Draco era un ottimo marito ma a volte si abbandonava completamente ai suoi scatti d’ira e lei, lei subiva…
****
Ginny non aveva dormito molto, anzi, non aveva dormito e basta. Durante tutta la notte aveva pensato a ciò che si era consumato in pochi minuti in quel salotto. Non era nulla di che ma quello che la preoccupava erano le sensazioni che aveva avuto: quando le sue labbra si erano unite a quelle di Malfoy si era sentita completa, come se per tutta la vita non avesse aspettato quello. Quell’uomo era davvero riuscita a stravolgerla, forse aveva qualcosa a che fare con il suo passato?
Ritrovarsi nel medesimo salone a ripensare a tutto ciò le faceva uno strano effetto. Quel luogo illuminato a giorno non le sembrava più così afrodisiaco e romantico come le era sembrato la notte precedente…o forse era semplicemente perché mancava una certa persona? Si stava forse innamorando? Impossibile! Lui era sposato, era un mangiamorte e poi neanche lo conosceva!
- Rose cara, ripulite la scena del delitto?- pronunciò una voce alle sue spalle con tono sarcastico ed educato.
Ginny, che stava ripulendo i cocci del bicchiere caduto la sera precedente e la macchia sul tappeto da esso causata, si girò lentamente e quando identificò la fonte di quella voce il suo cuore mancò di un battito. Ok, forse, quel tizio le piaceva.
Insomma a chi non sarebbe potuto piacere, bello era bello, li con aria ironica, i capelli biondi ordinatamente spettinati, e uno dei suoi soliti e pregiatissimi completi fatti con materiali di prima qualità. (sbaw *w* N.d.A.)
Siccome tardò a rispondere Draco si avvicinò e aggiunse :
- Bè chi tace acconsente…- e le lanciò un occhiata a metà tra il complice e il seducente, ancora qualche passò e si ritrovarono faccia a faccia, pericolosamente vicini. Ginny sentiva che prima o poi il cuore le sarebbe uscito fuori dal petto per l’intensità con cui batteva.
Lui d’altronde sembrava tranquillissimo e la guardava dritta negli occhi poi a fior di labbra con un mezzo sorriso beffardo aggiunse con voce pacata – però vi sarei grato se la prossima volta che avete intenzione di somministrarmi un qualche filtro d’amore, abbiate anche il buon senso di non usare il servizio migliore della casa- e posò il suo sguardo enigmatico sui cocci rotti, e Ginny lo imitò. Rispostò il suo sguardo su di lei e con un ghigno soddisfatto si allontanò, si voltò e se ne andò chiudendosi la porta alle spalle lasciando nel salone un alquanto stranita e confusa Ginny, un po’ arrabbiata con se stessa per non essere riuscita a tenergli testa.
****
Draco quella mattina si era svegliato insolitamente di buon umore, neanche se la ricordava la rabbia provata la notte precedente, buon umore che poi era aumentato quando aveva scorto la ragazza in salotto e da li non era riuscito a non lanciarle qualche frecciatina per vedere come reagiva.
Rientrando in camera e trovando la moglie seduta alla sua toiletta (sono quelle specchiere spettacolari dove ti siedi e passi ore a truccarti, pettinarti e guardarti come faccio io con la mia, amo il genio che le ha inventate N.d.A.) come di consueto ebbe però una stretta allo stomaco…forse era stato ingiusto con Pansy… le si avvicinò si abbassò e la cinse da dietro puntando gli occhi nello specchio di fronte cercando il suo sguardo. Prontamente gli occhi grigi di lei si incrociarono con i suoi e le labbra rosee di lei si incresparono in un sorriso di convenienza.
- Buongiorno- disse lui scendendo a baciarle il collo
- Buongiorno- sussurrò lei in risposta
Un lieve bussare alla porta li interruppe
- Avanti- disse prontamente lei come per interrompere quel contatto. O per lo meno è l’impressione che ebbe Draco alzandosi.
- Signori, la colazione è servita- disse Ginny tenendo imbarazzata gli occhi attaccati al pavimento, avendo capito di aver sicuramente interrotto qualcosa.
- Scendiamo subito- disse Draco porgendo la mano alla moglie e aspettandosi che come al solito che lei vi poggiasse la sua ma ciò non accadde. Lei rimase li immobile guardandoli dallo specchio con aria tranquilla e abbozzando un sorriso disse:
-Draco, caro, va avanti tu, sono sicura che avrai da fare io devo finirmi di preparare-
- come preferisci- rispose lui cercando di rimanere neutrale e di non dare l’impressione di essere stato infastidito dal comportamento della moglie, si avviò alla porta e vi uscì, Ginny, avvertendo la tensione stava per uscire allo stesso modo chiudendosi la porta alle spalle e lasciando Pansy da sola quando fu richiamata.
- Rose, cara, vieni, chiudi la porta-
Il cuore di Ginny iniziò a palpitare, forse Pansy sapeva qualcosa? E se l’avesse cacciata? Dove sarebbe andata?
- Rose, come ben sai, anzi no, non lo sai, comunque resta il fatto che fra due mesi ci sarà un ballo qui al Manor e ho bisogno che tu esca oggi, subito dopo colazione per andarmi a ritirare delle stoffe,sai, i campioni per il colore del vestito, le farei portare qui ma oggi ho un terribile mal di testa e preferisco restare in camera senza che nessuno mi distrurbi.- disse aggiustandosi allo specchio con molta raffinatezza
Ginny tirò un sospiro di sollievo e si limitò a rispondere
- Certamente-
- Bene, fatti spiegare la strada da Twincle e dille che non voglio che nessuno mi venga a disturbare, per nessuna ragione al mondo- continuò Pansy sottolineando le ultime parole
- come desiderate- si inchinò lievemente e si diresse verso la porta, poggiò una mano sulla maniglia e stava per abbassarla quando Pansy la fermò
- Ah, Rose, prendetevi pure la giornata libera, potete stare a Diagon Alley quanto vi pare anche tutto il giorno, oggi non ho bisogno di voi, l’importante è che torniate stasera con quelle stoffe-
- Si signora, grazie signora- si sentiva una stupida a parlare così, ma aveva capito che per il momento era meglio starsene buona e assecondare il destino. Abbassò la maniglia e uscì.
****
Pansy nel frattempo, furtiva, aveva aperto il cassetto della sua toiletta da cui aveva estratto un biglietto attaccato a una Dalia nera. Sul suo retro vi scrisse velocemente poche righe in risposta:

Oggi a casa mia, solito orario, mio marito sarà fuori fino a stasera.

The Black Dalia

Lo chiuse in una busta, lo sigillò, svegliò la sua civetta personale, addormentata sul suo trespolo nella stanza, le legò il biglietto alla zampa, aprì la finestra e con aria colpevole aveva lasciato che l’uccello appollaiato sul suo braccio spiccasse il volo. Lo fissò mordendosi il labbro inferiore finchè non scomparve, poi, chiuse la finestra vi si appoggiò e chiudendo gli occhi scivolò lungo la parete. Era sbagliato, terribilmente sbagliato, ma ne aveva anche così terribilmente bisogno.
****



Ok capitoluccio poco perverso, apparte l’inizio, ma mi serviva com ecapitolo di transizione. Colgo l’occasione per ri-ringraziare tutti quelli che mi hanno letta, commentata o/e aggiunta tra i preferiti.
Comunque se non si fosse capito il personaggio di Pansy è ispirato totalmente a The Black Dalia, film noir bellittimo *w*.



jess: grazie per i complimenti, anche io non vedo l’ora di poter postare il capitolo di Draco e Ginny che fanno Friski Fraski (adoro dirlo così *w*) anche se soppianterei volentieri Ginny con me stessa *w* U.U kisskiss

DNikSophieG: sono contenta che ti stia iniziando a piacere e anche tanto XD non ti preoccupare ho già provveduto a frustare mio fratello!U.U kisskiss


GiO91: la povera piccola Ginny è in un piccolo macello quindi se non rivela la sua identità e meglio, comunque si Draco non ci arriva al fatto che lei possa essere Ginny perché è totalmente convinto che lei sia morta U.U kisskiss

Noemi_Malfoy: ok non uccidermi perché non ho aggiornato presto ma ho giustificato sopra U.U XD comunque credo se ne vedranno delle belle, per quanto riguarda Hermione non so che fine farle fare, dipende dal sadismo che avrò quando scriverò quel capitolo XD kisskiss

vale_03: grazie per i complimenti amò, comunque mi conosci e le scene di nudo non possono mancare sono obbligatorie! Sennò come sfogo il mio lato perverso! Kisskiss

Mady: ok amò, so che vorresti essere tu Ginny ma ti dico un segreto: in realtà Ginny sono io ghghghghg e mi passo tutti i tuoi amichetti immaginari ghghghgh U.U kisskiss ti lovvo pure io ^.^
  
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