Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: xdreamonbieber    23/02/2014    0 recensioni
"Sentii le sue morbide labbra adagiarsi sulla mia pelle".
Alexis è una sedicenne come tutte. Brava a scuola e ha tanti amici. Un giorno una passeggiata nel parco con la sua migliore amica Mackenzie cambierà per sempre la sua vita.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ciao Justin." disse lui con un sorriso malizioso sul viso. 

Ho odiato quella faccia fin dalla mia infanzia. L'uomo più spregevole, orrendo, violento del mondo era davanti a me, mi guardava e teneva la mia ragazza tra le sue mani sudicie. Trasalii alla vista delle sue mani che si stringevano alle braccia esili di Alexis. Lei era così.. così pallida e le si leggeva il terrore sul viso rigato dalle lacrime nere a causa del mascara. 
"Lasciala andare John, adesso!" dissi cercando di stare calmo. 
"Cugino mio, non ci vediamo da più di dieci anni ed è questo il saluto che mi spetta?" rispose lui.
"Non ti meriti nessuna delle mie parole. Ora, se non vuoi che ti faccia seriamente male, lascia andare Alexis e noi ce ne andiamo."
"Pensi che ti lascerò andare così facilmente? Senza nemmeno lottare? Non credo proprio."
A quelle parole feci un respiro profondo, dicendo a me stesso di stare calmo. Guardai fuori dalla finestra per rilassarmi. Il cielo non era più così scuro come prima, la notte stava finendo, una notte che avrei ricordato per sempre.
"Sai, io ricordo bene quello che mi hai fatto anni fa. Sì, lo ricordo molto bene" disse, toccandosi la cicatrice che gli attraversava la guancia sinistra, e anche io me lo ricordavo bene come se l'era procurata. "Cosa ti fa pensare che non mi vendicherò? Magari sulla persona che tieni di più.." disse lanciando un'occhiata ad Alexis. 

"Provaci e giuro che ti uccido. Se lo dico lo faccio, John." 
"Già, ma non credo che me ne importerebbe se ti ferissi nel cuore." 
Ferire nel cuore. So che significa, ma cerco di cacciar via quel pensiero dalla mia mente. 
"Lasciala andare." dissi. Alexis piangeva non sapevo cosa fare. Sentire i suoi singhiozzi mi faceva male. Lei era nelle sue mani e io non sapevo come riprendermela. Non sapevo come riprendere la ragazza che mi ha fatto cambiare, la ragazza che mi stava insegnando come si ama, la ragazza che amo. Io ho bisogno di lei, ma non so davvero come uscire da questa merda di situazione.
"Non sai cosa dire, Justin?" detto questo si voltò verso i due uomini dietro di lui sussurrando loro qualcosa.
L'uomo più muscoloso e alto si mise una mano in tasca tastandone il contenuto. Io lo osservavo, 'cos'ha lì dentro? Cosa sta cercando?' mi chiedevo. L'altro uomo stava fermo e mi fissava. John rideva. 'Lo odio, lo odio. Avrà in mente qualcosa.' pensavo. Mi girai verso Tyler, la disperazione prese il sopravvento.
"Forse avresti dovuto pensare prima di agire.. Ciao ciao Justin."
L'uomo altro estrasse una pistola dalla tasca me la puntò contro. Non mi lasciò il tempo di tirare fuori la mia. 


Un colpo riecheggiò nell'aria.


Alexis' Point of View:


La mano di quell'uomo mi stringeva il braccio così forte che ormai avevo perso la sensibilità dal gomito in giù. Piangevo. Volevo andarmene da quel posto schifoso. Volevo riabbracciare Justin. Speravo che venisse a salvarmi.. Dentro di me la speranza era ancora viva. Odiavo essere toccata dalle persone, specialmente se erano estranei. 
'Appena sarò a casa farò una doccia..' pensai '.. Se mai ci tornerò a casa..'
"Alexis, dov'è Justin? Non doveva salvarti, eh?" disse e poi scoppiò in una risata.
"Come sai chi è Justin? E come sai che lo conosco?" chiesi asciugandomi le lacrime.
"Ben presto lo saprai.." sorrise. 
La mia bocca si aprì per dire qualcosa, ma un tonfo mi interruppe.
"Coglioni del cazzo mollate la mia…" era Justin. Era venuto a salvarmi, ma nello stesso tempo si era messo nei guai. Sapevo che quei ragazzi volevano qualcosa da lui e forse io ero l'esca. 
Non seguivo molto il discorso, avevo un mal di testa allucinante che mi impediva di rimanere cosciente a ciò che accadeva attorno a me. Sentii solo pronunciare la parola 'cugino mio' dall'uomo che mi aveva presa e che mi stava tenendo il braccio. Forse voleva uccidere Justin. Forse voleva vendicarsi per qualcosa che era successo prima che io e lui ci conoscessimo. 
L'uomo, John si chiamava, da quel che ero riuscita a capire, parlava di una cicatrice e diceva che Justin avrebbe dovuto pensare prima di agire. 
Poi si voltò, prima verso di me, poi verso i due uomini di fronte a me che osservavano la scena. 
"Stai pronto Kevin, prendi la pistola e stai pronto." 
Pistola? Avevo sentito bene? Pistola? Volevo gridare a Justin di scappare, volevo avvertirlo, volevo salvarlo, ma le parole non uscivano dalla mia bocca, erano imprigionate nel mio corpo, come se non avessi la voce. 
Pensavo e ripensavo a quello che avrei potuto fare. 
Uno sparo mi risvegliò dai miei pensieri. 'No, no, no. Non può essere!' pensavo. 
Vidi il corpo giacere a terra. Immobile. 
Scoppiai a piangere.

 


Buonasera. Scusate se non ho più pubblicato nulla.. Ecco qua il dodicesimo capitolo, spero vi piaccia. :)

  
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