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Autore: Jiulia Duchannes    23/02/2014    2 recensioni
Leonetta Tomletta Naxi Marcesca Fedemilla
Violetta Castillo è la figlia del capo delle guardie del re, promessa sposa ed innamorata del duca Tomas Heredia, la sua vita è perfetta ma basta una passeggiata in paese per sgretolare le sue certezze. L’incontro con Leon Vergas, capo dei ribelli, dà una svolta alla sua vita. I dubbi si insinueranno nella sua mente e il suo cuore si dividerà in due, una parte di lei vorrà appoggiare il rivoluzionario Vergas mossa da un fuoco interiore che non credeva di possedere, ma l’altra è ancora legata al giovane Heredia che non conosce la verità sui ribelli e su Leon.
Ludmilla, figlia del re, viziata principessa dalle pretese esagerate, innamorata del conte Heredia conoscerà invece un contadino, un poveraccio che con le sue maniere rozze e il suo modo di trattarla come una comune mortale e non una regina la farà innamorare: Federico.
Natalia, la dama da compagnia della principessa Ludmilla, Francesca sorella del vice del signor Castillo, Camilla figlia del conte Torres, Maxi braccio destro di Leon, Marco cugino di Vergas, Federico e tanti altri i protagonisti di questa ff.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Tutte e tre le ragazze erano sedute ai lati dello stesso materasso situato al centro della cella,pensierose e imbambolate,mentre ripensavano alle conversazioni appena avute con i ribelli.

 Intanto i ragazzi erano chiusi in una stanza enorme; la camera di Leon.
 Solitamente nessuno poteva entrarci tranne il proprietario,ma questa volta Maxi e Marco non avevano potuto resistere; dovevano convincerlo a liberare le dame!
 A dire la verità a entrambi sarebbe piaciuto averle lí con loro,per passare un pó il tempo con qualcuno,per conoscerle meglio. Ma allo stesso tempo sapevano che tenendole rinchiuse le avrebbero solo fatte soffrire.
 Se loro non avevano una vita sociale come quella di tutti gli altri,non significava che anche le ragazze non avessero dovuto averla.
 Dovevano liberarle!
-Leon,cerca di ragionare,le ragazze non sono cattive. Hai parlato con Violetta e si vedeva lontano un miglio che c'era qualcosa tra voi. Tutta la rabbia si era spenta dentro di te e per una volta nella vita eri in pace con te stesso. Perchè buttare tutto all'aria per una stupida vendetta?- chiese Maxi deciso a far cambiare idea al compagno.
-Perchè tutto questo non è affatto vero! Io odio quella ragazza,odio la sua famiglia,odio tutti! E ora uscite,voglio rimanere da solo!- rispose urlando il ragazzo mentre i suoi occhi venivano solcati dalle lacrime,che sarebbero scese da lí a poco.
 Lui non poteva essere visto cosí. Lui era il capo,doveva rimanere impassivo in ogni occasione. Lui non poteva versare lacrime,neppure se queste avrebbero voluto sgorgare dai suoi occhi verdi per liberare il dolore tenuto coraggiosamente rinchiuso in se stesso per tutti quegli anni. Quel dolore che pian piano si era trasformato in odio e violenza.
 Marco e Maxi si guardarono negli occhi, consapevoli di ciò che stavano per fare, convinti che fosse la cosa migliore.
 Leon era impazzito, dopo una settimana di prigionia dettata da motivi puramente personali quelle povere ragazze meritavano la libertà.
 Marco e Maxi controllarono che il loro capo fosse profondamente addormentato ed aprirono la cella, raccomandandosi con le ragazze di fare silenzio affinchè Leon non si svegliasse.
 Leggere come le piume e furtive come ladre le ragazze riuscirono ad arrivare all’esterno della casa, dove salutarono i loro salvatori.
-Francesca?- Chiese Marco trattenendo la ragazza per il polso delicatamente- Ci rivedremo?- Domandò il giovane fissando con occhi innamorati Francesca.
-Domani, domani al giardino di villa Ferro, è il luogo più lontano in cui posso spingermi, so che è rischioso per voi, ma non ho altre alternative- Rispose Fran
-Va bene, alle 21.00 sarò sotto al grande salice, vicino al lago, al centro del parco-
Detto questo Fran si girò e cominciò a camminare seguita da Nata che lanciò uno sguardo a Maxi, desiderando di poterlo rivedere e sapendo che per lui sarebbe stato sicuramente troppo pericoloso.
 Arrivate a castello si misero a gridare a gran voce.
 Ogni stanza del castello si illuminò, e nobili, conti contesse, marchesi e marchese, re e principessa scesero per vedere cose fosse successo, chi stesso gridando tanto fortemente.
 Appena German vide la figlia, con gli abiti sporchi, leggermente bruciati, ma comunque viva, sentì una profonda felicità invaderlo completamente tanto da correre verso di lei senza nemmeno rendersene conto, e stringerla, lasciandosi andare alle lacrime di felicità.
 Tomas rimase impietrito, troppo scioccato anche solo per muoversi, troppo convinto che fosse solo un sogno per essere felice. Gli occhi di Violetta incrociarono i suoi, e lei gli sorrise, un sorriso vero, uno di quelli che tanto amava Tomas.
 Lei gli corse incontro per abbracciarlo, lui la strinse a se con una forza tale che Violetta poteva sentire quasi dolore. Eppure non le dispiaceva quel dolore, non le dispiaceva affatto. Tomas le era incredibilmente mancato. Riaverlo vicino era quanto di più bello potesse esserci. Per un secondo rivide però gli occhi verdi di Leon, occhi felici sorridenti, e poi improvvisamente rabbiosi, cupi, tristi. Quegli occhi così belli le facevano male.
 Luca intanto aveva riabbracciato la sorella, stingendola al petto singhiozzando mandando al diavolo la sua virilità.
 Nata rimase in un angolino, senza che nessuno la venisse abbracciasse, sola. Guardò Ludmilla che la fissava, per un attimo la principessina le accennò un sorriso, non uno di quelli perfidi che le riservava quando la maltrattava, ma uno di quelli che si scambiavano da bambine, il sorriso subito svanì.
 -Padre- Disse Violetta-Io vorrei che Nata divenisse la mia dama-
-Tesoro, Natalia è già la dama della principessina- Spiegò German carezzando i capelli della figlia.
-Non ti preoccupare German, infondo Ludmilla può avere quante dame vuole- Concesse re Rodrigo lanciando un amorevole sguardo a quella figlia non riconosciuta, così diversa dalla principessa, così dolce e innocente, così buona che avrebbe tanto voluto non fosse illegittima.
-No! Io voglio Natalia!- Sbottò Ludmilla
-Violetta…Mi dispiace ma se Ludmilla vuole tenere Natalia non puoi certo portargliela via- Concluse il discorso German.
 Marco fissava pensieroso la luna, poggiato con la schiena al tronco del salice. La pallida luce della luna lo illuminava, rendendolo ancora più bello.
 Fran sorrise nel vederlo e gli si avvicinò.
-Marco- Lo chiamò allegra
-Francesca- La salutò lui abbozzando un sorriso e tornando a fissare la luna con occhi cupi, tristi.
 Non riusciva a guardare la ragazza negli occhi avrebbe visto il dolore che provava, avrebbe posto domande alle quali Marco non voleva rispondere.
 Ma ahimè Fran non era certo stupida, dal primo istante aveva notato che qualche cosa non andava, e aveva la netta impressione che c’entrasse con la loro fuga e con Leon. Di fatto non sbagliava la giovane.
-Come la presa Leon?-Domandò
-Meglio di quel che credevamo- Mentì Marco
-Sei un pessimo bugiardo- Affermò Francesca- Hai dei lividi sullo zigomo- Notò la ragazza prendendo delicatamente il viso di Marco tra le mani.
 -Che ti ha fatto?-Chiese preoccupata.
-Nulla- Ribadì marco abbassando il capo.
-Non è nulla, questo non è nulla-Ribattè risoluta Fran
-Lui si è arrabbiato, ha cominciato a prendermi a calci, se non ci fosse stato Maxi a fermarlo avrebbe continuato all infinito…Non è cattivo è solo arrabbiato. Tutto il dolore che ha provato a causa di Castillo è divenuto rabbia, odio, voglia di vendetta irrefrenabile. E’ come se un demone si sia impossessato del mio amico- Confessò Marco
-Ma Vilu non ha mai fatto male ha nesuno- Commentò Fran confusa
-Non lei. German, German Castillo. Lui ha….Non te lo posso dire, ma tutto questo è solo colpa sua. Non è una brava persona, non lo è assolutamente-
 -Ti credo. Ora devi andartene, se ti trovano qui le guardie sei finito. Rivediamoci domani qui alla stesso ora- Disse Fran
-Certo. Ah e maxi mi ha dato questa lettera per Natalia- Marco, consegnata la lettera girò i tacchi e se ne andò, in cerca di un posto in cui passare quella gelida notte dopo che Leon lo aveva cacciato dal covo perché si era preso la colpa anche per Maxi.

 

 


 Nello stesso momento Ludmilla girovagava nervosamente per i corridoi del palazzo alla ricerca della sua serva.
 Non avendola trovata per tutto il castello,si diresse verso le stanze di Violetta e delle sue amiche,per controllare l'ultima volta.
 Non che le dispiacesse di aver perso Natalia,avrebbe sicuramente potuto trovare un altra dama di compagnia,ma era sicura che nessuno l'avrebbe mai sopportata come lei. Oramai Natalia conosceva tutto di lei,sapeva che odiava i ritardi e voleva tutto perfettamente; che voleva essere migliore degli altri,soprattutto di Violetta,per questo aveva bisogno di tutto l'aiuto possibile per essere perfetta.
 Entró velocemente nella camera di Violetta,sbattendo la porta cosí forte da far sobbalzare la principessa.
-Ludmilla! Cosa ci fai quí?- chiese preoccupata dall'arrivo della Ferro.
-Dov'è Nata?- chiese urlando la principessina.
 Violetta abbassó lo sguardo,indecisa se dirle la verità o meno,preoccupata per la sua possibile reazione.
-Rispondi dove si trova Nata?- chiese dando un pugno al cómo in lgno bianco che aveva accanto.
 Violetta alzó lo sguardo e con un'improvvisa decisione si avvicinó alla Ferro dicendo -Siamo riuscite a salvarci insieme a lei e abbiamo capito la sua orribile situazione,orribile a causa tua! Ti sembra normale trattare cosí una persona?- si fermó per far riflettere Ludmilla,anche se quest'ultima non mostrava segni di cedimento -E ora Nata ha accettato di diventare la mia dama di compagnia!-
-Ma Natalia è mia! Ridatemela!- rispose Ludmilla con un'espressione mista tra l'indignata e offesa per la notizia che l'aveva sorpresa come una doccia fredda caduta in pieno su di lei.
-Natalia non è un oggetto! Lei ha scelto autonomamente di rimamere con me,perció ci rimarrà!- controbattè Violetta avvicinandosi alla viziata principessa.
 Ludmilla lanció un urlo e uscí dalla stanza battendo i tacchi e sbattendo la porta.

 Francesca,che si stava dirigendo verso la stanza di Nata,si imbatté per sua sfortuna con la bionda,che urló gesticolando qualcosa di incomprensibile.
 Francesca lasció perdere,era abituata alle scenate della Ferro. Entró nella stanza di Nata,dove quest'ultima era seduta sul grande letto mentre osservava le stelle che brillavano nel cielo scuro.
-É permesso?- chiese bussando alla porta socchiusa.
 -Oh entrate pure- rispose Nata alzandosi di scatto.
 Francesca entró e si sedette sul letto di Natalia sorridendo. Anche la riccia si sedette accanto a lei,incuriosita -Come mai siete quí?-
 -Oh dammi del tu. E non sono venuta per allarmarti,anzi- si fermó con un sorrisetto malizioso -Maxi ti ha invitata al lago!-
 -Che cosa?- chiese sorpresa Nata. Non si sarebbe mai aspettata una notizia simile.
 Allora Maxi non l'aveva illusa dicendole quelle frasi dolci,rassicurandola sempre e facendola sentire unica.
 Francesca si accorse che la ragazza si era incantata a guardare un punto indefinito della stanza,perció le scosse una mano davanti agli occhi,gridando -Su,preparati!-
Natalia scese e indossó un mantello marrone per proteggerla dal freddo della notte.
 Raggiunse in fretta il lago,dove vi trovó il suo ribelle in piedi appoggiato ad un albero.
 Anche se era notte fonda,lui era bellissimo come sempre,con quello sguardo nel quale ci si poteva perdere come in un mare infinito.
 -Ho ricevuto la notizia... Volevate vedermi- si rivolse timidamente a lui.
-Sí,vi avevo detto che vi avrei voluto rivedere almeno una volta- rispose lui avvicinandosi alla ragazza -Il destino ha fatto bene a farci incontrare- continuó avvicinandosi ancora di piú.
 Ormai i loro visi si trovavano a pochi centimentri di distanza,ma Natalia abbassó lo sguardo,intimidita.
 Maxi notó che la ragazza,che si era voltata verso il lago,aveva iniziato a tremare,perció tolse la giacca piena di toppe che indossava e la pose sulle sue spalle. Lei alzó lo sguardo verso di lui,sorridendogli sorpresa.
 Lui ricambió il sorriso e le mise un braccio intorno alle spalle per scaldarla,nonostante lui fosse rimasto solo con una maglia a maniche corte.
 Preferiva che lei stesse bene,anche a costo di morire congelato. Si sentiva legato a lei; anche se continuava a ripetere che era stato il destino ad unirli,aveva capito che era il suo cuore che si era legato a lei senza un motivo. Forse era stata la sua timidezza,ma nel frattempo la sua bontà e dolcezza che l'avevano ammaliato sin dal primo sguardo.
 Si mise dinnanzi a lei,le alzó il mento con il pollice e le si avvicinó guardandola fissa negli occhi castani.

 Nel frattempo qualcuno si trovava dietro ad un cespuglio ad osservare la scena.
 Quel qualcuno era una ragazza bionda e viziata,che avrebbe presto rovinato le cose.
 Sí,Ludmilla Ferro aveva scoperto dell'incontro segreto della sua vecchia dama con lui: un ribelle.
 Quello che si chiedeva ora era: come l'aveva conosciuto?
 Non le rimaneva altro che scoprirlo

  
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