Capitolo
6 - Ed è
in certi sguardi che si intravede
l’infinito
Il
viaggio proseguì senza troppi intoppi. Bilbo si
dimostrò essere molto utile,
grazie alla sua piccola statura poteva infilarsi fra le rocce senza
essere
visto dai nemici. Gli orchi e i mannari erano sulle loro tracce e il
piccolo
Hobbit informava la Compagnia sulla posizione del nemico.
Lùthien non li
temeva, li avrebbe affrontati sicura di vincere. Lo stregone invece
sembrava
essere molto preoccupato e non solo riguardo quell’impresa,
c’era qualcos’altro
sotto. Teneva le sue preoccupazioni per se, non aveva detto nulla
nemmeno a
Lùthien.
<< Quanto è vicino
il branco? >> chiese
Thorin a Bilbo non appena quest’ultimo li raggiunse.
<<
Troppo vicino >> rispose il Mezz’uomo
riprendendo il fiato << un
paio di leghe, non di più >> aggiunse
<< Ma questa non è la parte
peggiore. >>
<<
I mannari ci hanno fiutato? >> domandò
preoccupato Dwalin.
<<
Non ancora, ma lo faranno >> li informò Bilbo
<< abbiamo un altro
problema. >>
<<
Ti hanno visto? >> chiese ancora Gandalf.
<<
No! Non è questo >> rispose esasperato il
povero Hobbit.
<<
che vi avevo detto? Silenzioso come un topo! >>
esclamò tutto fiero lo
stregone.
L’intera
Compagnia continuava a fare domande su domande mentre Gandalf non
faceva che
complimentarsi per le abilità di Bilbo, e
quest’ultimo cercava di parlare senza
riuscirci. Voleva dire qualcosa di importante.
<<
Ah, allora! >> li interruppe Lùthien
<< volete farlo parlare o no?!
>>
<<
Grazie, Lùthien >> le fu riconoscente quello
<< c’è qualcos’altro la
fuori! >>
Ci
fu
un silenzio totale. Nessuno osava fiatare e neppure immaginare quale
altro
mostro fosse sulle loro tracce.
<<
Quale forma ha assunto? >> chiese preoccupato Gandalf << quello di
un Orso? >>
<<
Si. >>
La risposta di Bilbo fu
immediata e al
contempo stupita nel sapere che lo stregone sapesse esattamente di cosa
si
trattasse.
<<
più grosso, molto più grosso >>
aggiunse lo Hobbit.
<<
Tu sapevi di questa Bestia? >> domandò uno dei
Nani.
Lùthien
guardò per qualche secondo Gandalf. Egli sapeva benissimo
dell’esistenza di
quel mostro. Vide lo stregone voltarsi mentre alcuni Nani iniziarono a
dire di
tornare indietro. Thorin li riprese, dicendo loro che se tornavano
indietro
sarebbero stati presi dagli Orchi. Non avevano via d’uscita,
l’unica cosa che
c’era da fare era quella di proseguire e affrontare in
qualche modo la Bestia. Lùthien
tirò fuori il suo Arco, ma prontamente Gandalf
fermò il suo braccio.
<<
C’è una casa >> le disse lo stregone
<< dove noi potremmo trovare
rifugio. >>
<<
Di chi è la casa? >> domandò Thorin
<< amico o nemico? >>
<<
Nessuno dei due >> rispose dopo qualche esitazione lo
stregone <<
lui ci aiuterà o… ci ucciderà.
>>
<<
Che scelta abbiamo? >> borbottò Thorin.
<<
Nessuna >> concluse Gandalf terrorizzato.
Appena
fece giorno l’intera Compagnia si mise a correre come se non
ci fosse un
domani. Dietro di loro c’erano gli Orchi trainati dai Mannari
e adesso alle calcagna
avevano anche un grosso Orso. Gandalf cercava di incitarli a correre e
di non
fermarsi per nessun motivo al mondo. Lùthien stava dietro di
loro, come per
coprirgli le spalle. Lei era pronta a combattere contro Bestia se fosse
stato
necessario e anzi sperava proprio di avere la possibilità di
mettersi
all’opera. Kili correva fianco a fianco a lei, nonostante la
ragazza
continuasse a dirgli di correre insieme agli altri. Il Nano voleva
starle
accanto, non voleva che rimanesse da sola ad affrontare il nemico.
<<
Pensa a correre insieme ai tuoi amici! >> gli urlava
Lùthien durante la
corsa << non pensare a me. >>
<<
Io non ti lascio da sola! >> contrattaccò Kili
<< Combatteremo
insieme! >>
<<
Ah! >> sbraitò la ragazza <<
testardo di un Nano! >>
D’improvviso
sentirono il ruggito dell’animale. Tutti smisero di correre e
restarono
immobili ad ascoltare. Fu Gandalf a spronarli a proseguire e ripresero
la loro
corsa sfrenata. In lontananza videro la casa in cui avrebbero dovuto
rifugiarsi. Lùthien si accorse che Bombur era rimasto dietro
e corse da lui per
spronarlo a correre. Di colpo il Nano accelerò la sua corsa
superando tutti gli
altri. Lùthien dovette trattenersi nel non scoppiare a
ridere. La paura era così
tanta che aveva riacceso l’energie di tutti quanti.
L’Orso era sempre più
vicino a loro e si muoveva ad un’agilità inaudita.
Alcuni Nani erano riusciti
ad arrivare all’abitazione, ma non riuscivano ad aprire le
porte. A metà strada
Lùthien si fermò mentre Kili, non accorgendosene,
proseguì verso gli altri. La
ragazza prese l’Arco dietro la sua schiena,
afferrò una freccia con l’altra e
si posizionò per colpire la Bestia. D’un tratto lo
stregone l’afferrò dal
braccio e la trascinò con se dentro la casa, che nel
frattempo era stata aperta
dal gruppo dei Nani.
<<
Devo legarti quelle manacce, mia cara Lùthien!
>> tuonò lo stregone
continuando a trascinarla.
<<
Ma che male c’è nel voler colpire un mostro?
>> borbottò la ragazza.
<<
Lui ci aiuterà >> la informò
Gandalf << o almeno spero. >>
Proprio
nell’istante in cui le porte si stavano per chiudere, il
mostro arrivò e cercò
di entrare per sbranarseli. Tutti cercarono con tutte le loro forze di
chiudere
la Bestia fuori. Per fortuna riuscirono nel loro intento e furono
finalmente al
sicuro.
<<
Quello cos’era? >> chiesero i Nani, ancora
abbastanza scossi.
<<
E’ il nostro anfitrione >> rispose Gandalf << il suo
nome è Beorn >> aggiunse
<< ed è un mutatore di pelle. >>
<<
Fantastico >> borbottò Lùthien
<< e in cosa si può mutare? >>
<<
A volte in un
enorme Orso nero, altre volte
un omone, grande e forte >> prese a parlare Gandalf
trotterellando da una
parte all’altra della casa << l’Orso
è imprevedibile, ma con l’Uomo ci si
può ragionare >> proseguì
<< Tuttavia, non è che faccia salti di
gioia per i Nani. >>
<<
Questa è una cosa che accomuna molti popoli >>
constatò Lùthien.
<<
Tu neppure vedi di buon occhio i Nani? >> le
domandò preoccupato Kili.
<<
Prima non tanto >> riflettè la ragazza
<< dopo avervi conosciuto però devo
ammettere che siete molto simpatici. >>
<<
Oh, bene >> commentò il giovane Nano
<< ne sono felice. >>
<<
Non è il momento per sdolcinerie varie >> li
riprese Fili <<
dobbiamo stare all’erta. >>
Lùthien
vide il piccolo Nano arrossire. Sorrise e andò a cercarsi un
angolo in cui
poter riposare. Avevano corso tutta la giornata, si sentiva un
po’ stanca. Come
aveva detto Gandalf, dovevano aspettare il ritorno del padrone di casa
che
appunto avrebbe deciso se aiutarli oppure ucciderli. Tornò a
rimuginare sui
suoi pensieri, su quel viaggio e soprattutto su Bosco Atro. Dovevano
solo
attraversarlo e non fermarsi per chissà quanto tempo. Le
possibilità di
incontrare colui che non voleva incontrare erano poche, come
potevano
anche essere tante. Sospirò guardando il soffitto. Per la
prima volta in vita sua
sentiva di aver paura. Il terrore di poterlo incontrare, di poter
incrociare il
suo cammino o peggio ancora di poter incontrare i suoi occhi. Sentiva
il
bisogno di tornarsene a casa, di abbandonare quell’impresa
che tra l’altro non
gli apparteneva. Ma ormai c’era dentro e non poteva di certo
tornare indietro,
sarebbe sembrata vigliacca e debole e lei questo non lo era affatto.
L’avrebbe
affrontato, l’avrebbe guardato dritto in faccia e
l’avrebbe odiato con tutta se
stessa. Di questo ne era più che sicura.
Il
mattino seguente, Lùthien ebbe modo di constatare che Beorn
fosse rincasato e
che tutti stavano facendo colazione. Si alzò stropicciandosi
gli occhi e appena
vide Gandalf quest’ultimo subito le sorrise.
Spostò leggermente lo sguardo e si
vide davanti un omone grande e grosso, proprio come l’aveva
descritto lo
stregone, mentre versava da bere a Fili.
<<
E così tu sei quello che chiamano Scudodiquercia
>> disse Beorn <<
Dimmi, come mai Azog il Profanatore ti sta dando la caccia?
>>
<<
Tu sai di Azog >> si sorprese Thorin <<
come mai? >>
<<
La mia gente è stata la prima a vivere sulle Montagne, prima
che gli Orchi
scendessero dal Nord >> rispose l’Uomo
<< Il
profanatore ha ucciso quasi tutta la mia
famiglia, ma alcuni li rese schiavi, non per lavorare, capisci? Ma per
divertimento >> aggiunse incupendosi <<
ingabbiare e torturare i
mutatori di pelle pareva lo divertisse molto. >>
<<
Ci sono altri come te? >> domandò curioso
Bilbo.
<<
Una volta ce ne erano molti >> rispose secco.
<<
E ora? >> chiese ancora lo Hobbit.
<<
Ora ce n’è solo uno >> fu la
risposta di Beorn.
Lùthien
osservava il tutto senza dir parola. Doveva ammettere che
quell’Uomo e la sua
abilità nel mutare erano molto interessanti. E per di
più Beorn era l’unico
rimasto della sua specie, quindi la cosa si faceva più
intrigante. Sentiva di
essere in un certo senso simile a lui, poiché non aveva mai
scoperto a quale
razza appartenesse e col tempo cominciava a capire che forse non
esisteva un
popolo a cui poteva fare riferimento. Era unica, proprio come Beorn.
<<
Dovete raggiungere la Montagna prima degli ultimi giorni
d’Autunno >>
riprese a dire il mutatore di pelle.
<<
Prima che il Di di Durin arrivi, si >> annuì
Gandalf.
<<
Non avete molto tempo >> li avvisò Beorn.
<<
Per ciò dobbiamo attraversare Bosco Atro >> lo
informò lo stregone.
<<
Un’oscurità grava su quella Foresta
>> spiegò l’Uomo <<
cosa
malvagie strisciano sotto a quegli alberi. C’è
un’alleanza tra gli Orchi di Moria
e il Negromante a Dol Guldur. >>
Lùthien
ascoltava rapita da quel discorso. Non capiva di chi stesse parlando
Beorn. Chi
era il Negromante? Si chiedeva continuamente Bosco Atro era caduto
nell’oscurità, non poteva crederci. La sua Foresta
non era più verde come un
tempo, adesso lì regnavano solo il male e le tenebre.
Iniziò a domandarsi sul
perché gli Elfi del Reame Boscoso non stessero facendo
niente per risolvere
quel mistero. Possibile che fossero così egoisti e malvagi
come ormai lei
stessa riteneva che fossero?
<<
Io non mi ci avventurerei >> proseguì il
mutatore << se non per
grande necessità. >>
<<
Prenderemo la strada Elfica >> comunicò
Gandalf.
<<
Cosa?! >> esclamò Lùthien
inorridita << no! La strada Elfica no!
Gandalf tu non puoi farmi questo! >>
<<
Ma ragazza mia, dobbiamo per forza >> le disse per farla
ragionare <<
quella zona è ancora sicura. >>
<<
Sicura? >> replicò Beorn << Gli
Elfi Silvani di Bosco Atro non sono
come i loro parenti >> rivelò <<
sono meno saggi e più pericolosi.
>>
<<
Pericolosi? >> borbottò Lùthien
<< niente che io non possa
combattere. >>
<<
ma non ha importanza >> continuò il mutatore
<< quelle Terre
brulicano di Orchi e il loro numero è in aumento
>> aggiunse << e
voi siete a piedi. Non raggiungerete mai la Foresta da vivi.
>>
Tutti
rimasero in silenzio, le parole di Beorn li aveva ammutoliti. Beh, di
certo non
li stava informando di cose buone, al contrario stava dicendo loro che
non
sarebbero andati da nessuna parte, gli Orchi erano sulle loro tracce e
li
avrebbero raggiunti di lì a poco. Lùthien
osservò attentamente l’Uomo alzarsi
da tavola.
<<
Non mi piacciono i Nani >> disse in tono sprezzante
<< sono avidi e
ciechi, ciechi verso la vita di quelli che loro ritengono
più miseri di loro
>> prese un topo che si aggirava lì intorno e
lo tenne stretto nella sua
mano << ma gli Orchi li odio di più. Che cosa
ti serve? >> Concluse
rivolgendosi a Thorin.
Beorn
diede a Lùthien e a Gandalf due cavalli mentre ai Nani e a
Bilbo dei poni.
Potevano spostarsi più rapidamente e raggiungere Bosco Atro
in meno che non si
dica. Dovevano fare in fretta però, i loro nemici si
avvicinavano sempre di
più. La Foresta non era molto lontana, potevano farcela.
Kili, come sempre,
stava appiccicato a Lùthien. Questa cosa faceva leggermente
insospettire la
ragazza. Non capiva il perché quel Nano fosse
così “appiccicoso”.
Finalmente arrivarono all’entrata di Bosco
Atro e lì, in quel momento, Lùthien ebbe un
sussulto al cuore. Si sentì morire,
ebbe un attimo di mancamento. Kili le chiese se avesse qualcosa che non
andava,
ma la ragazza rispose che andava tutto bene. Ovviamente nessuno, oltre
Gandalf,
conosceva la sua storia e né del motivo per cui non voleva
prendere la strada
degli Elfi.
<<
La porta degli Elfi >> annunciò lo stregone,
una volta sceso da cavallo
<< qui c’è il nostro sentiero
attraverso Bosco Atro. >>
<<
Nessun segno degli Orchi >> commentò Dwalin << la fortuna
è della nostra parte.
>>
<<
Liberate i poni! >> ordinò Gandalf
<< che tornino dal loro padrone.
>>
E
così
fecero, i Nani si occuparono di liberare uno ad uno i poni per farli
ritornare
da Beorn. Erano questi i patti.
<<
Questa foresta sembra..malata >> disse Bilbo osservandola
<< come
se una malattia l’avesse colpita. >>
Gandalf
entrò all’interno della Foresta come per
esaminarla e nel mentre gli occhi di
Lùthien caddero su Bilbo. Quest’ultimo aveva la
mano in tasca, in cerca di
qualcosa. Fu un momento e la ragazza si sentì morire. Come
se qualcuno o
qualcosa la stesse richiamando. Un bruciore immenso nel petto, una voce
nella
mente e un segno rosso che invocava il suo nome.
Tutto
questo fu interrotto dalla voce di Gandalf.
<<
Non il mio cavallo! >> urlò lo stregone
<< mi occorre. >>
Lùthien
riaprì gli occhi e per lei fu come ritornare alla
realtà. Vide lo stregone
fermare un Nano dal non liberare il suo cavallo. E allora
capì che il mago se
ne sarebbe andato.
<<
Non ci vorrai lasciare?! >> esclamò inorridita
la ragazza.
<<
Non lo farei se non fosse necessario >> rispose subito
Gandalf avanzando
verso il cavallo.
<<
Mago da strapazzo >> borbottò
Lùthien sbuffando.
Gandalf,
prima di salire sul cavallo, si fermò davanti a Bilbo. Si
voltò leggermente
verso il Mezz’uomo e lo guardò fisso come se
qualcosa in lui lo incuriosisse.
<<
Sei cambiato, Bilbo Baggins >> gli disse
<< non sei lo stesso Hobbit che ha lasciato
la Contea. >>
<<
Stavo per dirtelo >> rispose Bilbo impaurito
<< Io… ho trovato una
cosa nella galleria degli Orchi. >>
<<
Cos’hai trovato? >>
domandò
curioso lo stregone.
Ci
fu
un pesante e lungo silenzio. Solo Lùthien stava ad ascoltare
quello che si
stavano dicendo Lo Hobbit e il mago. Sapeva bene che Bilbo nascondeva
qualcosa
e quel qualcosa ce l’aveva in tasca. Non riusciva a spiegarsi
il motivo del fatto che si
era sentita così male, come se le forze le erano venute a
mancare. Poteva
essere collegato a Bilbo?
<<
Il mio coraggio >> rispose alla fine Lo Hobbit.
<<
Oh bene >> si congratulò lo stregone
<< ti occorrerà. >>
Lùthien
sorrise nervosamente. Era chiaro come il sole per lei che Bilbo avesse
mentito
a Gandalf. Nascondeva qualcosa e sfortunatamente il mago non se ne era
accorto.
<<
Vi aspetterò allo spiazzo prima delle pendici di Erebor
>> annunciò lo
stregone avviandosi << tenete la mappa e la chiave al
sicuro >> li raccomandò << E non
entrate in quella Montagna senza di me. >>
In
quell’ultima raccomandazione guardò Thorin. Ma il
Principe dei Nani avrebbe
mantenuto la promessa?
<<
L’aria della Foresta crea illusioni, entrerà nella
vostra mente e tenterà di
sviare la vostra strada >> li mise
all’erta <<
dovete restare sul sentiero. Non
lasciatelo e se lo fate non lo ritroverete mai più.
>>
Gandalf
galappò via e nel mentre si voltò verso
Lùthien e le gettò un’occhiata di
scuse. Sapeva bene che per lei quella era una vera e propria sfida.
Avrebbe
incontrato chi temeva, questo ormai era ovvio. Dovevano prendere la
strada
Elfica e non avevano via d’uscita.
<<
Coraggio >> li esortò Thorin <<
dobbiamo raggiungere la Montagna
prima che il sole cali sul Di di Durin. >>
Tutti
insieme entrarono nella Foresta. Girarono e girarono e solo dopo molto
si
resero conto che le strade che prendevano si somigliavano tutte.
Stavano
girando intorno e ormai era chiaro. I Nani stavano cominciando a
perdere la
lucidità. La Foresta era buia, tenebrosa e come aveva detto
Gandalf, cercava di
entrare nelle loro menti. D’improvviso Nori si
fermò lungo il tragitto.
<<
perché ci siamo fermati? >> gli
domandò Thorin.
<<
Il sentiero è sparito! >> indicò il
Nano.
Lùthien
ebbe modo di constatare che la Foresta stava prendendo controllo sulle
loro
menti. Li aveva soggiogati e adesso non riuscivano nemmeno a vedere il
sentiero. Lungo il tragitto guardava quello che la circondava con aria
dispiaciuta. Quella Foresta la conosceva e vederla in quello stato la
faceva
star male. Si mise a ricordare di quel giorno in cui lei e
l’Elfo, che tanto
odiava, avevano passato la notte nel Bosco. Chiuse gli occhi e si
portò una mano
sul petto. Le faceva male ricordare, non doveva abbandonarsi ai
ricordi. Quella
vita era acqua passata ormai. Quando
uscì dalla
sua trans davanti a se non vide più i Nani.
<<
Oh fantastico! >> borbottò << Li
ho persi. >>
Nel
frattempo, non troppo lontano, a Reame Boscoso, Re Thranduil aveva
chiesto alle
sue guardie di chiamare suo figlio poiché voleva parargli.
Purtroppo venne a
sapere che Legolas e l’esercito erano andati via da poco
verso Bosco Atro. Il
Re strinse i pugni e cercò di mantenere la calma. Gli aveva
ordinato di non
recarsi mai più nella Foresta e aveva disubbidito ai suoi
ordini. Quando
sarebbe tornato lo avrebbe ripreso per bene.
Lùthien
intanto non riusciva più a trovare la sua Compagnia.
Provò a salire sugli
alberi e appena arrivò in cima ebbe modo di vedere quale
fosse il sentiero
giusto da seguire. Sorrise e tornò giù. Doveva
solo trovare il gruppo dei Nani
e poi li avrebbe condotti fuori da quella maledetta Foresta. Era da un
bel po’ che
girovagava, ma di loro nemmeno l’ombra. D’un tratto
sentì delle urla, non
troppo lontano da dove si trovava, e con un abile scatto si mise a
correre. La
Foresta cercava di intralciarla, di confonderla e per
Lùthien non fu facile
mantenere la strada da percorrere. Sentì altre urla, come se
ci fosse in atto
un combattimento. Poi capì che una delle voci era quella di
Kili. Accelerò
subito il passo e in un batter d’occhio arrivò dal
giovane Nano. Appena lo
raggiunse lo vide in balia di un enorme Ragno. A Lùthien
bastò prendere l’Arco
e schioccare due, tre frecce per abbattere l’orrenda
creatura. Per fortuna Kili
stava bene e nel mentre si stava dirigendo verso di lui per aiutarlo ad
alzarsi, qualcuno l’afferrò da dietro avvolgendo
il suo collo con un braccio.
Si sentì una spada puntata sul collo.
<<
E tu chi saresti? >> le fu chiesto << non
sembri un Nano. >>
Lùthien
capì che si trattava di un Elfo. Le forze
l’abbandonarono, aveva una paura
immensa di voltarsi e a guardarlo in faccia. Sperava con tutta se
stessa di
sbagliarsi, ma il suo cuore aveva preso a battere e battere
all’impazzata, così
senza motivo. Deglutì mentre l’individuo la fece
voltare lentamente per poterla
guardare in viso.
Fu
un
attimo. Occhi contro occhi. Sguardo di ghiaccio contro sguardo di
quercia La
spada, che prima era puntata alla gola di Lùthien, cadde a
terra. Legolas si
sentì mancare. In quell’attimo infinito tutto
sembrava non aver più senso.
Lùthien non provò ne rabbia e ne odio, come aveva
da sempre immaginato. L’unica
cosa che riuscì a pensare avendolo davanti fu…
quanto dannatamente fosse bello.
E
quando questi due esseri s’incontrano e i loro sguardi si
incrociano, tutto il
passato e il futuro non hanno più importanza.
Cosa
sono i secoli, i millenni ? Polvere in confronto a un unico sguardo
dell’eternità.
Saaaaaalve.
Come va? Tutto bene, spero!
Comunque….ehm…
ecco… finalmente ve li ho fatti
incontrare!! :D ! Yeee sono felice anche io per loro : 3!
Ringrazio
chi ha recensito il precedente capitolo : :
ewan91-KyraPotteredirectioner-Satana1-dollyvally-ElyforLoki-Anaire-
E
anche chi ha aggiunto la storia nelle
preferite, nelle seguite e
nelle
ricordate!!
Thanks!!!
Vi
invito a dire la vostra!! :D
Avete
capito qualcosa sulla nostra Lùthien in
questo capitolo?
Cosa
succederà adesso tra i due?
Vabbè,
vi lascio
Bye
Scarl.