Questo
Capitolo
è dedicato a
Juuri
che mi sostiene e mi aiuta sempre.
Grazie, ti adoro.
Capitolo ventuno: Gwendolyn Wood
Gwendolyn
Wood, sin da bambina, si era sempre differenziata da tutti i suoi
coetanei
ovunque ella si trovasse. Omettendo il fatto che appartenesse ad una
famiglia
di Purosangue molto ricca si era distinta non solo per l’
aspetto ma anche
grazie ai suoi modi di fare che non sarebbero mai stati adatti ad una
persona come
lei.
Era cresciuta tra un grande
manor sulla costa meridionale della Cornovaglia e un’enorme
villa che si
trovava nei pressi delle zone più fredde di Londra. I suoi
genitori, Marianne
Earnshaw e Adolph Wood, erano dei Purosangue di vecchio stampo che non
tolleravano assolutamente né la presenza dei Babbani
né quella dei Mezzosangue.
A detta loro, Hogwarts non era
più degna di istruire la propria bambina. Correva il rischio
di infettarsi a
causa di tutti quegli sporchi figli di Nati Babbani e infimi traditori
del loro
sangue. Così l’avevano iscritta alla scuola di
magia di Bauxbatons senza la
minima esitazione.
A lei, però, non importavano
tutte quelle cose sul sangue puro. Non le interessavano i Babbani,
anzi, in
realtà non le erano mai interessate le persone in generale.
I genitori la
pressavano parecchio ma era stato un qualcosa di naturale acconsentire.
Mettersi in viaggio e lasciare
la sua amata Francia era stato quasi un trauma. Si era maledetta almeno
un
centinaio di volte; lei amava il posto in cui viveva e non avrebbe
voluto
lasciarlo per niente al mondo. Non le interessavano le stupide lotte,
gli assassinii
e il sangue puro.
“Mettere
i bastoni tra le ruote
ad Harry Potter. Complicargli la vita e colpirlo
dall’interno, cominciando da i
suoi amici: la sciocca mezzosangue Hermione Granger e Ron Weasley.
Tenere
d’occhio Allyson Reed e accertarsi che stia ancora dalla
parte giusta.”
Questo era ciò che avrebbe
dovuto fare durante i mesi che restavano alla fine di
quell’anno scolastico.
Non conosceva queste persone e non aveva la minima voglia di farlo ma
il
pensiero di lei, priva di vita e l’Oscuro Signore chino sul
suo cadavere con un
uno sguardo sadico e una risata malvagia la convinse ulteriormente a
dover fare
il proprio lavoro.
Arrivò a destinazione nel bel
mezzo della notte. Faceva molto freddo e una pioggerellina leggera
cadeva dal
cielo, ma era così fine che Gwendolyn non la sentiva
neanche. Severus Piton
l’accolse appena fuori dell’espresso che
l’aveva condotta fin lì, ad un
villaggio chiamato Hogsmeade.
- Seguimi, Wood. - la voce
melliflua di Severus le arrivò a malapena. Il professore non
attese nemmeno una
risposta e le voltò le spalle, iniziando a camminare
lentamente tenendo alta
una lanterna con la mano sinistra, mentre nell’altra era
impugnata la bacchetta
nascosta sotto il lungo mantello nero.
Se non fosse stato per la fioca
luce probabilmente si sarebbe potuto benissimo confondere tra le
tenebre. Gwendolyn
lo seguì tacitamente, osservando il posto intorno a lei con
disinteresse. Piton
la guidò a piedi sino ai cancelli della grande scuola e solo
allora la ragazza
parve cominciare a guardarsi attorno con una certa curiosità.
Quella scuola era meravigliosa.
Quelle considerazioni le tenne
per sé, ovviamente. Non mostrò neanche un accenno
di ciò che provava o pensava.
Il suo viso restò indifferente non facendo trapelare alcuna
espressione. Ma ciò
non le impedì di pensare alla maestosità della
scuola. Era molto diversa da ciò
che era abituata a vedere a Bauxbatons. Non che la scuola francese non
fosse
bellissima ma al confronto con Hogwarts non era niente, davvero.
Piton bussò due volte sulla
porta e dopo un invito ovattato la spinse con disinvoltura mostrando
l’ufficio
ovale e spazioso. La rossa seguì il professore
all’interno e immaginò
immediatamente che quella doveva essere la stanza più
grandiosa dell’intero
castello.
Non aveva mai visto una
simile…cosa e la disgustò alquanto. Non ne
conosceva la causa ma ipotizzò che
forse a infliggergli quella maledizione - o qualsiasi cosa fosse -
doveva
essere stato solo Lord Voldemort. E rabbrividì a quel
pensiero immaginando sé
stessa con una mano del genere.
- Benvenuta ad Hogwarts, Mrs.
Wood. Mi dica, ha fatto un buon viaggio?
- Non mi lamento. - disse
scocciata la Wood, prendendo ad osservare con interesse la bella fenice.
- Vedo che le piace Fawkes. -
constatò tranquillo Silente.
Gwendolyn non rispose e voltò
lentamente il capo verso il vecchio preside.
- Beh, ora che diavolo dovrei
fare? - sbottò improvvisamente, seccata e stanca.
- Che insolente! Per Merlino,
non ci sono più gli studenti di una volta! Ai miei tempi se
uno di loro si
fosse rivolto a me in questo modo…
- Non preoccuparti, Phineas. -
Silente interruppe Phineas Nigellus Black con divertimento appena
accennato
mentre quest’ultimo dal suo ritratto borbottava qualcosa a
proposito
dell’insolenza e della maleducazione. Gwendolyn si
accigliò, perplessa e in
contempo irritata per l’interruzione.
- Mrs. Wood è solo stanca e non
aveva l’intenzione di rivolgersi in questo modo, mi sbaglio?
Fece Silente rivolgendosi verso
la ragazza, la quale annuì mestamente.
- Ora, passiamo alle cose
importanti. La prima cosa da fare è lo smistamento.
La rossa gli rivolse
semplicemente uno sguardo interrogativo. Smistamento per cosa? Il
preside prese la propria bacchetta e con un movimento appena accennato
trasportò il cappello logoro e lo poggiò tra di
loro.
- Scusi, non credo di aver
capito…cioè un Cappello Parlante dovrebbe
rovistarmi nella testa per capire in
quale di queste quattro case dovrei essere smistata?
Silente annuì, sorridendo
nuovamente dinanzi alla sua espressione.
- Il Cappello Parlante, Mrs.
Wood, è capace di vedere ogni cosa. Persino i suoi pensieri
più reconditi.
Gwendolyn era semplicemente
infastidita. Non le andava che un Cappello Parlante sbirciasse nella
sua testa
e non l’avrebbe permesso.
- Le quattro case - Grifondoro,
Corvonero, Tassorosso e Serpeverde - rispecchiano delle caratteristiche
che
ogni fondatore ha voluto per ogni suo studente. Ad esempio, i
Grifondoro
dovrebbero essere leali e coraggiosi e i Serpeverde astuti e
ambiziosi…
Aveva spiegato Silente
porgendole il cappello. Gwendolyn indugiò avvertendo il
tessuto ruvido del
cappello sotto le dita. Aspettò qualche altro secondo
osservando il pezzo di
stoffa rattoppito nelle sue mani.
- Non temere e ricorda che il
Cappello tiene sempre in considerazione ciò che desideri.
La rossa annuì distrattamente e
con uno scatto meccanico s’infilò sulla testa quel
cappello, un po’ grande per
la sua testa tanto che gli ricadde sugli occhi, nascondendole il volto
serafico
del preside. Attese per alcuni attimi e la sua pazienza
minacciò di vacillare
ma sobbalzò impercettibilmente non appena una voce chiara le
parlò nella sua
testa.
“Oh, guarda un po’ chi
abbiamo qui. La figlia di Adolph Wood. E nel fiore della sua
adolescenza.”
“Datti una mossa”
pensò
intensamente sperando che quel cappello la sentisse forte e chiaro.
“Tale e quale a suo padre
quando non era altro che un ragazzino indifeso. Beh, sarei portato a
scegliere
per Serpeverde. Sarebbe la casa ideale per te.”
“Allora vada per Serpeverde, o
come diavolo si chiama, basta che ti spicci.”
“Sei sicura di quel che
dici?"
La rossa si limitò ad
un'occhiata eloquente, alzando gli occhi al cielo - tecnicamente,
nell'interno del cappello - in una implicita richiesta
di sbrigarsi.
"Oh, ma qui c'è anche
dell'altro. Bene, molto bene. Una delle scelte più
difficili, a quanto pare.
Serpeverde potrebbe non essere la strada giusta, sai?"
"Non me ne frega niente,
sai?" fu la risposta di lei, che represse in malo modo uno sbuffo
infastidito. Poté quasi giurare che il Cappello stesse
ridendo. "Se la
metti così... potresti sorprenderli tutti, sai? Credo sia
meglio... "
In quel momento Gwendolyn non
avvertì più la voce nella sua testa ma la
sentì chiaramente attraverso le sue
orecchie.
- GRIFONDORO!
La ragazza si tolse il cappello
rapidamente, posandolo il più lontano possibile da lei.
- Bene, Mrs Wood. Grifondoro.
Spero si trovi bene con i suoi nuovi compagni.
- Si, si. Certo. - bofonchiò
ancora sorpresa di tutta quella scena mentre sentiva il sonno
cominciare a
pervaderla.
- La divisa e i suoi bagagli
sono già stati trasportati in una delle stanze del
dormitorio. Adesso la
professoressa Mcgranitt l’accompagnerà…
Ma Gwendolyn non ascoltava più.
Piuttosto, pensava a ciò che l’avrebbe aspettata
l’indomani. Ciò che l’avrebbe
aspettata nei giorni che avrebbe trascorso lì. La sua mente
già vagava lontano
e in un attimo si ritrovò a seguire una donna
dall’aria rigida e severa, poi
l’istante successivo si accorse a malapena di aver appena
varcato la soglia di
una grande stanza e di trovarsi in un comodo letto dalle coperte
scarlatte
mentre la mente e i pensieri si allontanano da quel posto e si
perdevano nelle
infinite spiagge assolate, galleggiavano nel mare salato e si
distendevano in
riva ad osservare un tramonto mentre l’aria fresca e
salmastra li avvolgeva fra
le sue spire.
**
Gwendolyn non aveva la benché
minima voglia di alzarsi da quel caldo letto e lasciare che
realtà la
travolgesse come il vento impetuoso. Lo sapeva. Sapeva che se avesse
lasciato
quel caldo tepore avrebbe dovuto lasciarsi trasportare dal corso degli
eventi.
E in più avrebbe dovuto modificarli a piacimento di un tizio
con qualche
rotella fuori posto e la capacità di farti desiderare la
morte con il solo sguardo.
Certo, era sempre meglio di
quell’orrenda tenuta che era costretta ad indossare a
Bauxbatons, ma quel suo
nuovo abbigliamento la faceva sembrare una bambola peggio di
quell’altra.
Soprattutto per il fatto che i suoi capelli si intonassero
perfettamente alla
cravatta e alla sciarpa. Per non parlare delle decorazioni che
troneggiavano
nei dormitori e nella Sala Comune. Parevano essere la casa delle
bambole
perfetta per l’aspetto della ragazza che vedeva allo
specchio. E questo era una
cosa che non migliorò affatto il suo umore, anzi, lo
peggiorò di un centinaio
di Walt.
La sera prima la direttrice
della sua casa le aveva dato alcune indicazioni sbrigative sui luoghi
comuni
più importanti prima di lasciarla
“riposare” e se il suo senso
dell’orientamento non era andato a farsi una vacanza proprio
in quel momento,
sarebbe riuscita a raggiungere la sala in cui solitamente si svolgevano
i pasti senza alcun problema. Ma, nonostante ci si fosse messa
d’impegno, sbagliò
strada per due volte a causa delle scale che si spostavano
improvvisamente ma
riuscì ad arrivare finalmente in Sala Grande.
Quanto le mancavano le crepes
di lì. Quanto le mancava essere lì. Con un gesto
brusco allontanò quei pensieri
e si riempì il piatto, scegliendo con accurata e, forse fin
troppa, attenzione
soffermandosi su pietanze diverse per ammazzare il tempo. Non dovette
attendere
molto, però, prima che la Sala Grande cominciasse a
riempirsi come al solito.
Il vociare allegro e gli schiamazzi degli studenti la circondarono ma
lei
sembrò ignorare qualsiasi sguardo o parola, persa nel
contemplare il cibo
selezionato che aveva appena finito di mettere nel piatto.
La cicatrice di Potter e il
colore dei capelli di Weasley erano inconfondibili. E, andando per
esclusione,
le due ragazze accanto a loro dovevano essere la mezzosangue e la Reed.
Li
seguì con lo sguardo e stette a fissarli per un po',
sorprendendosi nell’essere
costretta ad ammettere che il loro legame doveva essere molto forte.
Quasi
riusciva a sentirlo. Distolse lo sguardo dal gruppetto e
cominciò ad esaminare
il tavolo degli insegnati quasi al completo. Poi passò ai
Corvonero, ai
Tassorosso ed infine ai Serpeverde.
Sapeva che cosa era successo.
Sapeva della faccenda del marchio e tutto il resto ma non aveva avuto
la
possibilità di incontrarlo a Malfoy Manor. Avrebbe voluto,
però. Beh, dopo la
colazione non avrebbe perso neanche un minuto e si sarebbe fiondata a
parlargli.
Aveva così tante cose da dirgli, aveva così tante
frecciatine e schiantesimi da
lanciargli, aveva così tanta voglia di ascoltare le sue
prese in giro e
rispondergli a tono, aveva così tanta voglia di discutere
con lui.
- Perdonatemi se interrompo la
vostra colazione, ma ho un annuncio importante da farvi.
La voce di Albus Silente interruppe le sue riflessioni e la costrinse a rivolgere la propria attenzione su di lui. Accentuò il piccolo ghigno sulle labbra piene non appena il preside la invitò ad alzarsi mentre almeno un centinaio di sguardi si accingevano a rivolgerle la totale attenzione.
L'angolo di Hono:Seeeera a tutti ^-^ Ventunesimo capitolo, che ne dite? Interamente dedicato a questo nuovo personaggio ispirato ad un'idea di Juuri, e per questo la ringrazio tantissimo e non smetterò mai di farlo. Beh, spero che vi piaccia, che non vi abbia deluso e che vi sia sembrata una svolta interessante nella storia. Non so come sia venuto quindi mi affido a voi :')
Ringrazio tuuuuutti quanti per il vostro sostegno, siete fantastici u.u Ringrazio coloro che recensiscono, coloro che hanno messo questa mia long tra le seguite, le preferite e le ricordate e ringrazio ancora una volta Juuri! <3
Allora, con questo vi lascio e alla prossima settimana ^-^ Mi raccomando, recensite se vi va C: Saaaluti
Hono