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Autore: milly92    24/02/2014    3 recensioni
Stanchi delle solite storie in cui un'alunna e un professore si amano e riescono ad essere felici superando mille ostacoli? Allora questa storia fa per voi, visto che il professore in questione non sa nemmeno che la ragazza con cui ha a che fare sia una sua alunna e non ha per nulla intenzioni "serie"...
"Mi... Mi stai incoraggiando a...".
"Ad uscirci, sì".
Trudy sembra aver assimilato subito e fin troppo in fretta la notizia, in un modo che mi lascia alquanto scioccata. Sembra crederci più di me, quasi quasi. "Sai come si dice in questi casi?".
"Sei fottuta?" suggerisco, melodrammatica come sempre.
"No. "Fake it until you make it"! Fingi! Fingi fino a credere sul serio di non essere una sua alunna e il gioco è fatto, no?".
Da una parte, il discorso della mia amica ha un minimo di senso, dall'altro sono troppo spaventata perchè, per la prima volta in vita mia, rischio di iniziare un cammino caratterizzato dal proibito e ho paura di scottarmi.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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E dopo due mesi eccomi di nuovo qui.
Grazie a chi leggerà, mi siete mancati tanto!


Capitolo 15
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... Ma non mi fermo più
mentre vado a cercare quello che non c'è più
perchè il tempo ha cambiato le persone.  

Sono un'altra da me stessa,
sono un vuoto a perdere ,
sono diventata questa
senza neanche accorgermene.

Non c'è cosa più pesante di un lungo silenzio imbarazzante.
Puoi percepirlo perchè riempie ogni particella di ossigeno che ti circonda e ti fa rimbombare nella testa tutte quelle frasi che vorresti pronunciare, una che si accavalla sull'altra.

Non so come, trovo il coraggio di alzare lo sguardo e di ritrovarmi faccia a faccia con Germana, che mi è seduta di fronte con un gigantesco punto interrogativo stampato in faccia.
I ricordi dell'ultima ora - io che, nel panico, dico: "Germana, appena puoi vieni da me e ti spiego", per poi scendere di corsa le numerose rampe di scale, rinchiudermi in auto e tornare nella casa che divido con Trudy insieme a Lisa - si sovrappongono nella mia testa, e ciò mi rende alquanto stordita.
"Io nelle ultime settimane sono uscita con il professor Scott" inizia Germana, forse comprendendo che non parlerò se non spinta in questa assurda conversazione.
Ricordo vagamente Marina dire che era uscita con qualcuno abbastanza spesso, ma non pensavo fosse sempre lo stesso ragazzo.
"Tu cosa ci facevi oggi fuori casa sua?" aggiunge, insistente.
Deglutisco, e posso percepire quanta voglia di chiarezza sia espressa dal suo volto.
"Volevo dirgli la verità" dico quindi, abbastanza stupidamente.
"E cioè...?".
"Germana, sono uscita con Leo per circa un mese! Lui mi ha notata nel pub dove lavoro, ha voluto conoscermi, ed io non gli ho mai detto di essere una sua alunna!" vuoto il sacco, alzando la voce di parecchi toni tanto da farmi risultare decisamente isterica.
Non oso immaginare le condizioni e il colore del mio volto...
"Per questo non ti ho mai visto alle sue lezioni! Che puttanella!" sbotta Germana, facendo rapidamente due più due, battendo un pugno sul povero tavolo della cucina.
Ignoro la sua offesa, perchè una grande parte di me sente di meritarla pienamente, così prendo un grande respiro e decido di continuare. "Senti, tra di noi non c'è stato nulla di sentimentale, era una cosa puramente fisica".
"Tu che hai fatto sesso con Leo! Inaudito! Alla faccia della santarellina!".
"Devo ricordarti tutte le volte in cui mi spingevi a cambiare e a darmi una mossa?" le chiedo, basita.
Comprendendo il punto della questione, lei annuisce e si morde il labbro, stordita dalla rivelazione.
"Senti, prima di partire io e lui abbiamo concordato di essere semplicemente amici, anche perchè non ci siamo visti per tutto il periodo in cui ho studiato per la prova di letteratura. Siamo andati a letto una, cioè, due volte e basta, per il resto siamo usciti solamente e abbiamo pomiciato un bel po'. Vederci mi ha aiutato a capire che posso essere chi voglio, che anche senza il mio ex valgo qualcosa, e, onestamente, rimpiango solo la rete di bugie che ho creato, perchè per ora solo Trudy, il suo ragazzo e una mia amica lo sapevano".
"Eh? E il tuo bodyguard, Dario?".
Alzo gli occhi al cielo spazientita, e scuoto il capo in segno negativo. E' così che gli altri vedono Dario, come il mio bodyguard?
"Non gliel'ho detto".
"E perchè mai...?".
"Senti, Germana, non ti interessa. Tu, piuttosto?".
Lei si morde il labbro, inizialmente un po' esitante, poi socchiude gli occhi e si decide ad aprir bocca.
"Io... Beh, lo sai che sono sempre stata la sua fan numero uno" ammette, passandosi una mano tra i lunghi capelli biondi. "Seguivo le sue lezioni con passione, anzi, ho anche capito delle cose di grammatica che ignoravo... Spesso gli chiedevo dei chiarimenti a fine lezione, ero sempre l'ultima ad andarmene, e un giorno gli ho chiesto di correggere una traduzione. Lui mi ha sorriso - sai com'è sexy quando sorride! - e mi ha detto che se volevo potevamo correggerla insieme quella sera, a cena. Non ho resistito, ho accettato, e al contrario di quello che credevo si è trattato di un vero e proprio appuntamento! Ero super nervosa, non mi sentivo così da secoli, e la cosa assurda è che non è successo nulla, nemmeno un bacio! Così mi ha invitato al cinema la sera dopo, poi la sera successiva siamo usciti ancora, ci siamo baciati e mi sono sentita morire, è stata una cosa assurda, stupenda, e da allora si può dire che vivo quasi a casa sua... E prima mi ha chiesto di tornare in America con lui, tra un mese".
Assorbo tutte quelle informazioni con una rapidità che mi sorprende e, senza nemmeno rendermene conto, tutti i pezzi del puzzle combaciano.
Ovvio che sia lei la sconosciuta ragazza che ha rubato il cuore di Leo! E' fuori dagli schemi, tutto fuorchè timida, una sorta di bomba ad orologeria che non si sa quando scoppierà... E' perfetta per quel poco che so di lui.
"Ci andrai?" domando semplicemente.
Germana alza gli occhi al cielo e sbuffa, portandosi una mano alla tempia e massaggiandola.
"Sono affari miei, Lena, e in più non capiresti".
"Certo, ovvio, non potrei mai capire i mirabolanti pensieri di Germana De Santis, eppure era lei quella che un paio di volte mi ha detto che alla fine, dopotutto, siamo simili" sbotto, lanciandole un'occhiata di rimprovero.
"L'ho detto perchè avevo capito che ci fosse qualcosa sotto, poi sentii che alla fine ti eri fatto Matteo dopo la rottura con l'ex e...".
"Quindi puoi solo sparare sentenze e infastidirmi? Senti, non penso che qualcuno oltre me sappia della faccenda di Leo, quindi se ti va di parlarne sai che lo farai con una che può capirti, altrimenti ciao".
Seria più che mai, mi alzo per la frustrazione, senza sapere cosa fare, cosa dire, cosa pensare: la certezza che mano a mano mi riempie ogni fibra del mio corpo è assurda ma quanto mai veritiera. Io e Germana, seppur per motivi diversi, ci troviamo nella stessa situazione, ma un po' la invidio perchè lei prova dei sentimenti per quest'uomo, mentre io mi sono cacciata in questo reticolo di bugie per nulla.
"Non voglio diventare come mia madre" dice all'improvviso lei, con voce atona.
La guardo senza capire, sorpresa.
"Mia madre ha mollato tutto per mio padre. Ha lasciato la sua città, ha litigato con la sua famiglia che voleva farla sposare con un medico, l'ha seguito fino in Valle d'Aosta a causa del suo lavoro - era un militare - e poi, un bel giorno, lui la tradisce con mille donne diverse, lei lo scopre, lo lascia, con a carico una bambina di otto anni, e non torna a casa per il litigio con i suoi, così senza lavoro, senza un soldo, va in una piccola città della Campania, da un'amica, e inizia a fare lavori saltuari per dar da mangiare a sua figlia. Ecco la storia di Germana, detta anche la Troiana. Ma perchè fosse così, perchè odiasse legarsi per sempre solo con un uomo e perchè, al tempo stesso, avesse bisogno sempre e costantemente dell'affetto di un ragazzo, anche solo per una notte, nessuno se l'è mai chiesto. E' facile giudicare, lo sappiamo tutti, ed io mi odio perchè adorerei mollare tutti e tutto e volare in California con Leo" spiega, con un crescendo di emozioni che le si dipingono in volto e che danno vita ad un volto serio, preoccupato, triste, che non le ho mai visto in faccia.
Mi porto una mano alla bocca, sentendo quasi le lacrime agli occhi, e come una stupida non so cosa dire.
L'ho sempre giudicata, non mi sono limitata a difendermi quando ero vittima dei suoi attacchi, ed ora provo una grande compassione per lei, compassione che so non vorrà vedermi esprimermi a causa del suo essere, dopotutto, orgogliosa. Ecco perchè non ce ne ha mai parlato, in tre anni che la conosciamo.
"Io... Mi dispiace, non...".
"Per favore, non voglio la tua pietà" mi blocca, alzandosi a sua volta e fronteggiandomi.
Annuisco, per nulla sorpresa. "Hai tutte le ragioni del mondo, Germana, sul serio. Potresti, non so, proporgli che lo raggiungerai in estate, dopo la sessione e tutto il resto".
"Pensi che non ci abbia pensato? So che se ci andrò, non tornerò più qui".
Deglutisco, sul serio senza sapere cosa dire. "Qualunque cosa sceglierai, sarà quella giusta".
Germana sembra sul punto di invocare una divinità per la disperazione, perchè alza lo sguardo e sembra stia guardando il soffitto.
"Ecco perchè non siamo amiche, sai solo sparare stronzate" biascica.
Non riesco a prendermela, presa come sono dalla sua storia e dal "Momento-confidenza" che abbiamo condiviso.
"Eppure ci siamo fatte lo stesso ragazzo, questo non conta niente per te? Significa avere qualcosa in comune" ironizzo, sentendomi decisamente stupida.
"Hai un senso dell'umorismo che fa schifo. Me lo ricordi pure? Hai scopato con quello che fino ad ora è l'unico uomo che mi abbia sul serio ammaliato e me lo ricordi pure?!" chiede, incredula.
Imbarazzata, abbasso lo sguardo, senza sapere cosa dire.
"Allora vattene in California e non avrai più a che fare con questa scema" dico semplicemente, indicandomi.
"No, direi che è ora di andare a casa" ribatte invece, raccattando giacca e borsa e avviandosi verso l'uscio.
"Germana!" la chiamo, trattenendola per un braccio.
"Che c'è?".
"Per favore, acqua in bocca. Nessuno deve sapere nulla" la prego, esasperata come non mai.
Lei annuisce, con un sorriso mesto. "Sono obbligata, non posso smerdarti perchè tu potresti fare lo stesso con me" mormora, aprendo la porta d'ingresso.
"Germana" ripeto.
"Che c'è?" domanda di nuovo, esasperata.
"Io devo tornare a Caserta, quindi probabilmente ci rivedremo tra qualche settimana... Puoi chiamarmi quando vuoi se ti serve qualcuno con cui parlarne".
Annuisce impercettibilmente, evidentemente colpita da quell'offerta gentile, e poi mi saluta con un cenno, scomparendo dalla mia visuale nel giro di pochi ma lunghi istanti.
Chiudo la porta d'ingresso, stordita, confusa, sapendo che mai mi sarei aspettata di condividere dei segreti con una persone come Germana da quando la conosco.
"Ehi, tutto bene?".
Alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti le mie due migliori amiche che mi fissano con apprensione.
"Lo so che avete origliato tutto" dico solo.
"Beh, la casa è piccola" mormora in difesa Trudy.
"Certo" rispondo, sarcastica. "Comunque dobbiamo tornare a casa, è tardi, domani c'è la laurea...".
"Lena, lo sappiamo che non va niente bene, smettila di essere razionale, blocca il tuo cervello e sfogati" sussurra Lisa, avvicinandosi e abbracciandomi con calore, seguita da Trudy che la imita.
"Che cosa dovrei dire, che sono un'idiota? Ho creato un casino per nulla! Un castello di bugie inutili, che mi faranno perdere tanto quando crollerà! Non ce la faccio, non ho le palle per affrontare tutto questo, me la sono fatta sotto quando ho visto Germana! Sono una stupida, mi faccio pena da sola, ho così tanto bisogno di attenzioni che ho ceduto al fascino di uno che nemmeno m'interessa sul serio solo per uscire con qualcuno e sentirmi meno sola... Dario mi odierà, io mi odio, ma se lo dico ad alta voce diventerà tutto vero e... E non sono pronta..." inizio a singhiozzare, senza riuscire a trattenermi.
Mi sento un mostro, la solita vocina rompiscatole mi riempie la testa di considerazioni cattive e scoraggianti, mentre l'unica cosa che mi fa sentire un po' più al sicuro è rappresentata dall'abbraccio caloroso delle mie amiche che, non sapendo cosa dire o fare, scelgono il silenzio come compromesso, lasciando spazio all'affetto che provano per me.


"Ma che ci facevate a Napoli? Sono quasi le dieci, siete uscite cinque ore fa!" esclama mia mamma, apprensiva come al solito, quando io e Lisa, appena tornate a casa, le raccontiamo una parziale verità per giustificare il nostro ritardo.
Bugie su bugie, ancora, diamine!
"Trudy aveva bisogno di me, ha litigato con Davide" mento, con il tono più neutro che riesco a trovare. "E siamo passate anche da Lisa per prendere la sua roba, stasera dorme qui...".
"Se non è troppo disturbo" aggiunge la mia amica, timida come lo è raramente.
"Ma certo che no, solo che avevo preparato la cena e si è fatto tardi, così abbiamo mangiato un'ora fa".
"Mamma, tranquilla...".
"Ho lasciato comunque qualcosa, ora corro a riscaldare tutto!".
"Faccio io, tranquilla, sul serio, vai a vedere la tv con papà, e dopo ti faccio vedere il vestito" la rassicuro.
"Va bene" annuisce. "Buon appetito, se avrete ancora fame nella dispensa ci sono...".
"Ci sazieremo, Stefania, tranquilla" dice Lisa, sorridendole candidamente. "E già so che sarà tutto squisito".
Soddisfatta, mamma ricambia il sorriso ed esce dalla cucina, lasciandoci da sole e immerse in uno strano silenzio.
La mia amica si finge impegnata mentre mi aiuta a preparare la tavola, aggiungendo posate e bicchieri, per poi esplodere dopo un paio di minuti, non potendone più.
"Ho sbagliato, non dovevo farti quella ramanzina! Ho esagerato, davvero" si scusa.
Non posso vedere il suo volto perchè sto riscaldando le patate e la focaccia con prosciutto e mozzarella preparata da mamma e quindi le do le spalle, ma onestamente non mi andrebbe nemmeno di guardarla negli occhi.
"Invece hai ragione. Poco a poco risolverò tutto, è difficile ma ce la devo fare, devo trovare un po' di coraggio" mormoro, sentendo il peso di quella decisione ardua direttamente sul mio stomaco, come se fosse di piombo.
"Tutti sbagliamo prima o poi, e alla fine tu non hai ucciso nessuno e...".
"Lisa, basta, pensiamo alla cena, domani ci aspetta una giornata lunga" la interrompo, riuscendo finalmente a voltarmi e a guardarla in faccia.
La vedo annuire e accennare un discreto sorriso, per poi avvicinarsi alla padella e dire con falsa disinvoltura: "Oh, ma che profumino!".
Così, nel giro di dieci minuti siamo a tavola, con le mascelle al lavoro e uno strano silenzio che viene interrotto da una risata cristallina e un'imboscata da parte di Chiara e Dario, che entrano nella stanza.
"Ma buonasera, ce l'avete fatta a tornare!" esclama allegramente Chiara, sorridendo come se avesse una paresi facciale. "Noi abbiamo cenato fuori con una bella pizza" aggiunge.
La parte meno nobile di me vorrebbe uscirsene con un "Ti ho forse chiesto dove hai cenato?" ma la sopprimo e mi limito a sorridere, proprio come fa Lisa.
"Noi abbiamo fatto shopping" rispondo invece, scrollando le spalle.
"E come mai siete tornate così tardi?" chiede il mio amico.
"Siamo andate a Napoli a salutare Trudy, tanto non avevamo niente da fare" rispondo.
"Beata te! Io vorrei ancora dare un'occhiata alla tesi ma ho la testa già alla festa a casa di Susy! E' una villa lussuosa, ci divertiremo un casino!" dice energicamente, lanciando un'occhiata ammiccante a Dario che, per tutta risposta, evita il suo sguardo, fingendosi interessato al display del suo cellulare.



Quando pensavo al tirocinio, negli anni precedenti, mi immaginavo coinvolta in situazioni lavorative interessanti, che mi avrebbero messo alla prova e insegnato quello che i libri non dicono.
Ritrovarmi fuori ad una lussuosa villa situata nella periferia di Caserta, alle undici di sera, con un'eccitata Chiara alle calcagna, al contrario, non era affatto nei miei piani.
Eppure eccomi qui, dopo un lungo sabato trascorso tra le lezioni a scuola, il parrucchiere, la sua seduta di laurea e la breve festa con i parenti in un ristorante in cui si è mangiato da schifo.
La seduta di laurea è stata noiosissima, onestamente, e Chiara è riuscita a strappare un novantadue su centodieci, lamentandosi con i genitori che in realtà meritava cento ma la sua relatrice le ha dato solo un punto sulla tesi perchè è una vecchia zitella acida invidiosa di lei.
"Ho il dolce sullo stomaco" sussurra Dario al mio orecchio destro, approfittando della momentanea distrazione di Chiara che è corsa ad abbracciare la proprietaria della villa con i suoi soliti modi affettati.
"Poverino! Spero che ciò non interferisca con i tuoi doveri da accompagnatore" lo prendo in giro, voltandomi verso di lui e sorridendo con evidente sarcasmo.
Elegante e affascinante come non mai - lo ammetto, con giacca, cravatta e camicia sembra tutta un'altra persona - lui sdrammatizza con un sorriso e sospira.
"Te la sei presa, eh? So di non essere stato coerente...".
"Ma sei scemo? Dario, è la tua vita, e mia cugina è una bella ragazza e...".
"No, non c'entra, è che...".
"Sono pronta per ubriacarmi! Ho fatto la brava per mesi, ho dato tre esami da gennaio a ora e devo riprendermiii!".
Il nostro breve confronto viene interrotto da una sexy Lisa che ci raggiunge camminando in modo tra l'elegante e l'ammaliante, con le gambe rese chilometriche dalle scarpe con il tacco dodici e il corpo fasciato da un miniabito azzurro chiaro e oro.
E' così che l'unico tentativo di confronto tra me e il mio migliore amico scompare, lasciando spazio ad una serie di risate e battutine nei confronti di Lisa.
In effetti, a quanto pare, io e Dario siamo bravi a non affrontare i problemi e ad ignorare le discussioni.
Mano a mano, macchine abbastanza costose iniziano ad arrivare nei pressi della villa, rivelando proprietari ed ospiti eccessivamente eleganti e di sicuro ricchi.
"Oh mio Dio, ma quella è Vanessa MakeUp!" esclama Lisa, indicando una ragazza non molto alta con lunghissimi capelli rosso fuoco e un trucco non proprio sobrio che ci è appena passata davanti.
"Chi?" domando.
"Sei proprio arretrata! E' una delle ragazze si occupano di make up più famose di YouTube!".
"Non vedo i tutorial" mi difendo.
"E quello è Cristiano, il youtuber più famoso per quanto riguarda i video degli scherzi telefonici!" aggiunge sbalordito Dario, indicando con il mento un ragazzone scuro di capelli che sta ridendo con un amico, appena uscito da una modesta Fiat Cinquecento.
"Ok, sono ufficialmente un'ignorante. Non vedo la tv, figuriamoci YouTube" spiego, sentendomi sul serio una vecchia noiosa.
"Tua cugina sa il fatto suo" mormora Lisa, entusiasta. "Oh, ci divertiremo!".
In effetti, constato mezz'ora dopo, il divertimento c'è, ma non per me.
La casa di Susy è enorme e stupenda, e il cuore della festa è rappresentato da un enorme soggiorno che dà su una spaziosa terrazza.
L'impianto musicale sta dando "We can't stop" di Miley Cyrus, e Dario si è dissolto con la festeggiata e Lisa, al mio fianco, chiacchiera con la famosa Vanessa.
Le scarpe iniziano a farmi male, e l'istinto di gettarle per aria è molto forte, ma cerco di trattenermi anche se non so come farò visto che la festa finirà almeno verso l'alba.
"Ho imitato il tuo tutorial oro e nero per il mio ventunesimo compleanno, è piaciuto molto!" spiega la mia amica.
"Ma davvero?". Vanessa fa un sorriso non proprio sincero e si toglie una ciocca rossa dalle spalle, mentre si guarda attorno, forse alla ricerca di qualcuno.
"Sì! Possiamo scattarci una foto insieme? Taggherò la tua pagina su Facebook!".
"Va bene, ma mi raccomando, quella ufficiale, ci sono delle pischelle idiote che vogliono imitarmi a tutti i costi!".
"Certo, ovvio!".
Entusiasta più che mai, Lisa estrae il cellulare dalla borsa e me lo porge. "Ci scatti la foto?".
Annuisco pazientemente, e dopo che Vanessa obietta di doversi mettere a destra "Perchè quello è il suo profilo migliore" riesco a compiere la mia missione.
"Se usi i filtri di Instagram non usare il bianco e nero, lo odio, voglio dire, elimina il gioco di colori dell'outfit e del trucco".
"Ovvio" sussurra Lisa, ora un po'più scioccata.
"Oh!". Vanessa si illumina, vedendo qualcuno oltre le mie spalle, e nel giro di tre secondi abbassa la scollatura già bella profonda del suo mini abito. "Gus, Gus! Ciao!". Mi oltrepassa come se fossi un fantasma e si getta addosso ad un ragazzone affascinante che la stringe a sè premurandosi di palparle il sedere. "Ora vado, ciao Laura".
"Lisa!" protesta la mia amica, ma nessuno la sente perchè ormai Vanessa e quel Gus si sono dissolti nel nulla.
"Simpaticissima" osservo, celando un colpo di tosse sarcastico.


"...E quindi, sai, non è facile avere nuovi seguaci sul mio blog ma ce la metto tutta, purtroppo devo scendere a compromessi e spesso devo parlare di argomenti che interessano al pubblico e non a me...".
Alle tre e un quarto me ne sto su un divano con un certo Max, che a quanto pare è un blogger abbastanza noto e che è stato ospite in qualche programma tv di qualche canale meno noto al pubblico.
Non è male, è carino e simpatico, e mi si è avvicinato circa un'ora fa, quando Lisa ha iniziato la sua eterna conversazione con un ragazzo che frequentava l'università con Chiara e sono rimasta da sola.
Il fatto che poi la conversazione stia avendo luogo da seduti, in modo da far riposare i miei poveri piedi, aumenta di più la mia buona disposizione nei confronti di questo ragazzo.
Sono un po' brilla, e deve essere per questo che riesco a parlare tanto senza fregarmene delle stronzate che potrei sparare.
"Ad esempio?" domando, poggiando la testa di lato e bevendo l'ultimo sorso di gin lemon con avidità.
"Gossip, reality show, queste scemenze qui. Ma almeno una volta ho avuto l'opportunità di intervistare i giudici di X Factor".
"Wow! Wow!" ripeto, non proprio intelligentemente.
"Vuoi che ti prenda qualche altra cosa da bere?".
"Un po' di sangria, gracias, chico!".
Max sorride e prende il mio bicchiere vuoto, tornando dopo un paio di minuti con la bibita. Me la porge e lo ringrazio, così torno a bere.
"Come conosci Chiara?" mi domanda.
"E' mia cugina. Che pizza, non puoi sceglierti i parenti!" rispondo, scrollando le spalle.
Davanti a noi, un gruppo di gente ubriaca inizia a fare un ballo imbarazzante sulle note di una canzone che ignoro.
"Oh, allora devo chiederle di presentarmi più spesso qualcuno della sua famiglia".
Ignorando l'ultimo commento, ma ridendo, mi guardo intorno e vedo che la padrona di casa ha appena preso in mano il microfono con aria altezzosa, come se fosse la più brava delle presentatrici tv. "Gente, un po' di attenzione, per favore!".
Come se avesse parlato il Messia in persona, tutti, anche gli ubriachi, smettono di dedicarsi alle loro dubbie attività, ed io, sentendo che da quel microfono non potrà uscire nulla di buono, mi scolo l'intero bicchiere di sangria in due sorsi.
"Vi state divertendo? Bene, innanzitutto facciamo un'applauso alla nostra Chiara... Chiara, dove sei?".
Un fragoroso applauso prende vita in tutta la sala, e Chiara fa un'entrata trionfale, sorridendo al mondo intero.
Come diamine fa ad essere ancora perfettamente pettinata e truccata dopo ore ed ore?!
"Eccoti qui, tesoro! Ti ricordi quando ti avevo promesso una festa VIP? Ecco, ho mantenuto la mia promessa, e c'è qualche paparazzo in giro che ha fatto degli scatti compromettenti! Continuate a divertirvi, gente, ma dopo aver guardato questo!".
Susy indica il proiettore che c'è dietro di lei, le luci si spengono e iniziano ad essere proiettate varie foto di gente non proprio sobria con in sottofondo una canzone dal ritmo sostenuto.
Una tizia con il vestito bianco bagnato che mette in mostra tutta la sua trasparenza, un ragazzo e una ragazza che ballano in maniera alquanto sconcia, addiritura una che vomita in terrazza... Dopo una ventina di foto, il mio cuore perde un battito, e mi chiedo se la visione che si è parata davanti a me sia tutta colpa dell'alcool, ma a quanto pare no visti i fischi di approvazione.
Chiara e Dario se ne stanno avvinghiati su un divano, intenti nel baciarsi. Lei ha la spallina dell'abito abbassata e lui ha il nodo della cravatta allentato.
Non ricordo altri dettagli perchè mi giro, nauseata, ma cerco di dare la colpa ai drink bevuti.
Sento improvvisamente caldo misto ad una sensazione di disagio e provo a respirare con più regolarità perchè mi sembra di essere in apnea.
"Almeno una della tua famiglia si è data da fare" osserva Max, avvicinandosi di più a me e facendo l'occhiolino.
"Che vuoi dire?" sbotto, incredula, con lo stomaco che sembra si stia attorcigliando su se stesso.
"Nulla. Se vuoi darti da fare anche tu, tienimi presente" mormora contro il mio orecchio, ammiccante, e sfiorandomi leggermente la gamba destra.
Lo guardo, battendo numerose volte le palpebre, perchè sono brilla e sento la testa che non è proprio ferma sulle mie spalle, e deve essere questo che mi porta a fare ragionamenti assurdi.
Se c'è una cosa peggiore per chi ragiona sempre, è il pensare sotto l'effetto dell'alcool, che porta a ragionamenti contorti e controproducenti.
In realtà non so nemmeno io cosa penso, ma fatto sta che dico: "Ti tengo presente" e, come reazione, mi ritrovo Max che mi si getta addosso, baciandomi con un trasporto eccessivo e appoggiando entrambe le mani sui miei fianchi, come se non stesse aspettando altro.
L'odore forte del suo dopobarba misto a quello di rum invade le mie narici, e deve essere questo che mi porta ad allontanarlo da me con uno scatto, facendo sì che egli mi guardi senza capire.
"Pensavo lo volessi anche tu" dice, sconcertato.
"Io... De...Devo...".
"Cosa?".
Ma al posto di una risposta verbale ha una risposta concreta, visto che nel giro di un istante si ritrova le scarpe sporche di vomito a causa mia.
Max scatta su come una molla e mi guarda nauseato, portandosi una mano alle narici per non sentire l'odore causato dal mio gesto.
"Hai bevuto solo tre drink, che cazzo di reazione eccessiva!" sbotta.
"Sc-scusami, scusami, io...".
Lui continua a fissarmi ed io, per la vergogna, con la testa che mi gira, me ne scappo, trovandomi nei meandri di quella lussiosa e vasta villa, senza sapere cosa fare. Per fortuna ho ancora la mia piccola borsa con gli effetti personali con me, e, ormai disperata, varco la prima porta bianca dalla maniglia color oro che mi trovo davanti e scopro che, per fortuna, è un bagno.
Mi chiudo dentro, mi sciacquo la bocca, e quando mi guardo allo specchio vedo una Lena con il trucco sbavato, la faccia pallida e i capelli non più perfettamente ordinati.
La mia immagine viene sostituita da un flash accecante che mi mostra di nuovo la foto di Chiara e Dario, ma mi sforzo di non pensare a nulla.
Non so cosa pensare, al riguardo, se non che tutti cambiano, io per prima se è per questo.
Noto che non avevo mai baciato uno appena conosciuto ad una festa senza interesse, e la mia poco sobria conclusione è che una parte di me si stia sforzando di regalarmi in maniera poco ortodossa l'adolescenza "pazza" che non ho mai vissuto.
Ancora con la testa che mi gira e alquanto stordita, prendo il cellulare e chiamo un numero che non sono solita contattare in genere.
Dopo numerosi squilli, finalmente, la voce mi risponde, decisamente infastidita.
"Ma che cazzo vuoi a quest'ora? Sono quasi le quattro!".
"Oh, ho chiamato te, haha".
"Lena, ma sei ubriaca?".
"Ho visto una foto in cui Dario bacia quella stronza di mia cugina, la fashion blogger, quindi devo per forza essere ubriaca, secondo me me lo sono immaginato".
"Cosa? Lena, cosa vuoi, perchè mi hai chiamato?".
"Forse sei l'unica che mi capisce. Ho baciato un tizio sconosciuto e gli ho vomitato sulle scarpe, ha! Ma non fa niente, il grosso l'ho fatto con Leo, e non capisco più nulla, sai? Voglio dire, la mia vita non mi sembra più la mia vita, e forse nemmeno quella di Dario lo è, mi sento una scema, non mi sentivo così scema da tanto tempo! Sai, sono in un bagno a questa festa di merda, ci sono tante persone famose e... E io non so più niente...".
"Lena, hai solo bevuto, stai andando in paranoia, ora trovati un posto tranquillo...".
"La vasca! C'è una bella vasca, ci entro subito!".
"No, Lena, ascoltami...".
"Germana, non rompere, sono stanca, e la vasca è perfetta!".
Germana sbuffa sonoramente, mentre io valuto la vasca con un'aria degna del peggior architetto sbronzo.
"Hai chiuso la porta a chiave?" chiede poi, pazientemente.
"Sì".
"Sbloccala".
"Perchè?".
"Perchè... Devi farlo, è maleducazione usufruire della vasca degli altri chiudendosi dentro" inventa Germana, pensando che fare leva sull'educazione possa servire.
E in effetti ci riesce, perchè obbedisco. "Fatto".
"Ed ora getta la chiave fuori dal bagno".
"Va bene. E' divertente, sai? Ha urtato il muro ed è caduta per terra...".
"Bene, ora...".
"Ora mi stendo nella vasca, ciao Germyyy, ti voglio bene!".
"Fai la brava puttanella" dice lei, con un tono preoccupato che, purtroppo, non ricorderò.


*°*°*°
Dopo quasi due mesi eccomi qui, gente, stanca ma soddisfatta nell'essere riuscita a scrivere il tutto in quattro giorni.
Se non avessi avuto altro da fare ci avrei impiegato anche di meno vista la voglia che avevo di scrivere, ma penso vada bene così, nemmeno io credevo di poter essere così rapida :)

Allora... Capitolo molto adolescenziale, non trovate?
All'inizio quasi tutti erano molto personaggi un po' più "Maturi" nel senso che sembravano sapere ciò che volevano ed ora, tadà, ne combinano di mille colori.
Lena è in piena metamorfosi, e lo strano "sodalizio" con Germana lo conferma.
Parlando di quest'ultima, ora conosciamo la sua storia che può spiegare il perchè del suo carattere.

A quanto pare, Dario ha ceduto al fascino di Chiara, e Lisa conferma un po' la sua vena da party-girl che aveva mostrato all'inizio.

Cosa dire, i commenti maggiori spettano a voi!
Spero che questo capitolo non vi abbia deluso dopo due mesi di attesa :)
Fatemi sapere! ;D
Cercherò di aggiornare al più presto, promesso!

milly92

  
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