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Autore: Jane The Angel    24/02/2014    5 recensioni
Blaine arriva al McKinley e tutto è diverso rispetto al St. Jude, la scuola cattolica che ha frequentato fino a quel momento. Molti più ragazzi, rigide gerarchie sociali, insegnanti poco interessati al benessere degli studenti. Blaine troverà un sostegno in Kurt e la loro amicizia crescerà rapidamente, ma c'è qualcosa di Kurt che Blaine ancora non sa.
Dalla storia:
"Il peso che per qualche ora gli era sembrato fosse scomparso tornò sulle sue spalle, ancora più insopportabile di prima, non appena i suoi occhi si posarono sulla vernice verde marcio che insudiciava il suo armadietto.
Finocchio."
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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26. Lacrime e sorprese

 

 

 

Per Kurt la sala prove era sempre stata una specie di oasi di pace. Tutte le prese in giro che subiva durante la giornata, tutte le lotte che era costretto a combattere per mantenere intatta la sua dignità, sbiadivano nel momento stesso in cui attraversava quella doppia porta di legno e si univa ai suoi compagni.

Nessuno lo giudicava, nessuno lo metteva in imbarazzo in quell’aula. Poteva respirare e sentirsi, per un paio d’ore, in pace con sé stesso.

Non quel giorno.

Quel lunedì entrare nella sala prove era uno strazio, una tortura lenta e dolorosa ma con un sottofondo piacevole, per quanto potesse sembrare impossibile.

Da un lato la prospettiva di provare di nuovo quella canzone con Blaine gli faceva temere di ripiombare in un imbarazzo ancora più profondo, d’altra parte però qualsiasi occasione per avere un contatto con Blaine in quel momento era ben accetto.

Semplicemente non poteva sopportare quella situazione. C’era stato un periodo in cui lui e Blaine non si erano parlati, ma all’epoca per lo meno conosceva il motivo di quell’allontanamento. Ora invece, sebbene fosse ovviamente consapevole del motivo del suo imbarazzo verso Blaine, non riusciva proprio a immaginare perché anche lui fosse così strano nei suoi confronti.

-Ehi, Kurt?- lo chiamò Artie non appena fu entrato in sala –Blaine non è con te?-

Kurt si accigliò, guardandosi attorno e notando solo in quell’istante che non c’era traccia del suo amico –Ehm… no, non… credevo fosse già arrivato.- rispose mentre si sedeva al suo posto, nervoso.

-Speriamo che arrivi. Ho davvero bisogno di vedere il vostro pezzo.- sbuffò Artie, passando poi a chiedere qualcosa a Brittany mentre Kurt riprendeva a fissare la porta, in attesa.

Blaine arrivò un istante prima dell’inizio delle prove. Kurt gli rivolse un sorrisetto, in attesa che si sedesse accanto a lui come al solito, ma Blaine pur restituendoglielo occupò la sedia rimasta libera accanto a Sam.

Kurt si morse il labbro, sprofondando un po’ nella sua sedia con le braccia incrociate all’altezza del petto.

Non riusciva davvero a capire perché Blaine si stesse comportando in quel modo. Era strano da quella mattina e proprio non sapeva come prenderlo.

-Bene, allora.- prese la parola Artie, distogliendo il controtenore dai suoi pensieri e costringendolo a prestare attenzione alle prove –Iniziamo con Over the moon, ok Rachel? E poi vediamo I’ll cover you. Venite tutti a fare il pubblico… Rachel, tu mettiti sulle scalinate. Mi hanno appena avvisato che avremo una struttura di legno sul palco, ma per ora ci accontenteremo.-

Si sistemarono tutti insieme sul pavimento, in piedi con la schiena rivolta a un immaginario pubblico, mentre Rachel saliva sul palco con la sua miglior aria professionale dipinta sul volto.

Kurt si trovò accanto a Blaine. A quel punto della storia Collins e Angel erano già una coppia, perciò il riccio era praticamente costretto a stargli accanto, ma a Kurt non sfuggì la differenza rispetto alle prove precedenti. Si toccarono raramente, solo quando strettamente necessario, e la scarica elettrica che sembravano passarsi l’un l’altro quando accadeva non era affatto qualcosa di piacevole, tanto più che ogni volta Blaine sembrava ansioso di rompere il contatto il prima possibile.

Provarono la canzone di Rachel quattro volte, finché Artie non sembrò relativamente soddisfatto di ogni piccolo particolare.

-Bene! Rachel, la ripetiamo un paio di volte la prossima settimana. Iniziate a studiare Take me or leave me, mi raccomando.- istruì Artie –E Brit, inizia a pensare a una coreografia. Niente di troppo intricato, è già una canzone potente. Ora andiamo avanti… Kurt, Blaine? Siete pronti?-

Kurt si voltò verso Blaine, sperando in una delle loro solite occhiate d’intesa, ma il ragazzo sembrò a stento aver capito di dover cantare con lui. Sembrava pronto per un assolo, non lo guardò neanche per errore e si avviò verso il centro della sala senza aspettarlo mentre i loro compagni prendevano posto.

Esitando, Kurt raggiunse il centro dell’aula e si posizionò al fianco di Blaine. Questi gli prese la mano in modo fiacco, sfiorandola a malapena, e un istante dopo la musica partì.

Kurt iniziò a cantare e percepì subito che la sua voce era perfetta. Aveva provato molto e sapeva di poter viaggiare sulle note con tranquillità, e lo stesso valeva per Blaine. Le loro voci si mixavano in un’armonia perfetta.

Ma il coinvolgimento, la passione con cui avevano provato era scomparso. Non c’era chimica, non c’era… nulla.

Tutto quello che Kurt riusciva a sentire era un imbarazzo crescente che rendeva i loro movimenti falsi, rigidi. Gli occhi non si incontravano, le mani si sfioravano a malapena e sembrava che i loro corpi si respingessero l’un l’altro in modo impicciato.

Man mano che la canzone andava avanti iniziò a sentire un groppo in gola che diventava pian piano più largo e pesante, quasi impedendogli di respirare. Riuscì a mantenere la voce limpida e piacevole solo per miracolo, probabilmente grazie alla stessa ferrea forza di volontà che gli impediva di lasciar uscire le lacrime che minacciavano di sfuggire al suo controllo.

Blaine era lontano, lontano come non era mai stato. Nemmeno quando avevano litigato.

Allora sapeva a cos’era dovuta quella distanza: Blaine gli aveva fatto un torto, non poteva accettare ciò che Kurt era e quindi si erano distanziati. Aveva un senso, una logica, nonostante fosse difficile da accettare.

Ma quello? Blaine aveva eretto un muro e Kurt non riusciva a capire cosa stesse accadendo. L’unica cosa che sapeva era che Blaine lo stava allontanando e lui si sentiva incredibilmente solo.

A stento si accorse che la canzone era terminata. Blaine fece un passo lontano da lui non appena la musica finì e Kurt lo fissò, solo per un istante, prima di voltarsi verso i compagni che li osservavano incerti.

Ci fu un attimo di silenzio, teso e pesante, dopodiché Puck iniziò lentamente ad applaudire e gli altri lo seguirono, esitanti e decisamente poco convinti.

Kurt cercò per l’ennesima volta di incontrare  lo sguardo di Blaine, ma questi rimaneva insistentemente voltato dalla parte opposta, le braccia incrociate al petto in un chiaro segno di chiusura.

-Ehm… o… ok.- esordì Artie, interrompendo quell’applauso stentato –Va bene. Credo che dovremo… lavorarci un po’. Le voci erano perfette, dovremmo solo…- si interruppe, cercando le parole –Beh… volete riprovarla?-

-Non ora, se è possibile.- rispose prontamente Blaine, e qualcosa dentro Kurt si spezzò un po’ di più.

-Ok. Ok, io… direi che potremmo… provare un altro pezzo allora. Abbiamo ancora un po’ di…-

-Io devo andare.- lo interruppe Kurt senza pensare. Voleva solo uscire da lì prima di scoppiare in lacrime, doveva farlo –Ci vediamo domani.- aggiunse con voce roca prima di precipitarsi fuori dall’aula ricordandosi a stento di afferrare la sua borsa.

Una volta fuori si precipitò verso il bagno degli uomini, facendo lo slalom tra le poche persone che si trovavano ancora nell’edificio. Solo quando finalmente raggiunse la stanza e si chiuse la porta alle spalle si permise di cedere, sperando che le lacrime lo aiutassero a espellere il peso che gli era cresciuto dentro negli ultimi tre quarti d’ora.

Si appoggiò al muro, una mano davanti agli occhi, e lasciò cadere la tracolla a terra, provando uno strano senso di soddisfazione  nel poter finalmente lasciar sfuggire tutto quello che aveva trattenuto durante la canzone.

-Ehm…-

Kurt sobbalzò sentendo quel suono appena accennato e, non appena aprì gli occhi, si pietrificò.

Quella era una pessima giornata. L’aveva capito fin da quando Blaine aveva iniziato a comportarsi in modo strano, era peggiorata quando quella dannatissima Hanna era entrata prepotentemente a far parte dell’equazione e ancora di più durante quelle orrende prove. Ma davvero, credeva di aver raggiunto il fondo.

Ma no, perché il destino non poteva essere gentile con Kurt Hummel. Qualche divinità ce l’aveva con lui, non c’era spiegazione.

Non c’era altro motivo per cui scegliendo un bagno a caso, per altro in un orario in cui la scuola avrebbe dovuto essere semivuota, si fosse trovato a cercare rifugio proprio nel bagno che Karofsky stava usando.

-Oh non… ci posso credere.- singhiozzò Kurt, senza curarsi di recuperare la borsa prima di provare ad aprire la porta. Prima che potesse uscire, però, la maniglia gli scivolò di mano e la porta si richiuse con un tonfo.

-Aspetta!- lo fermò Karofsky, e Kurt si lasciò sfuggire un altro singhiozzo.

Bene. Bene.

Ci mancava solo un pestaggio per completare quella giornata. Provò nuovamente ad uscire, ma le sue mani tremavano eccessivamente  e gli sfuggì un gemito di frustrazione quando non fu in grado di afferrare la maniglia.

-Perfetto!- esalò a bassa voce, poi si voltò con un gesto più scocciato che spaventato –Perfetto! Avanti, dammi un pugno, rompimi il naso, fai quello che ti pare. Non mi interessa, quindi sfogati, forza!- ringhiò, appoggiandosi alla porta con gli occhi chiusi nell’attesa del primo colpo.

Come era accaduto la volta precedente, negli spogliatoi, il colpo non arrivò.

Per un istante, un singolo folle istante, quasi si aspettò di vedere che Blaine era intervenuto per difenderlo come era successo quella domenica.

Tuttavia, nel momento in cui riaprì gli occhi, l’illusione svanì e Kurt si trovò a pensare di avere un’allucinazione. Forse Karofsky l’aveva colpito così forte da farlo svenire e stava avendo una specie di esperienza premorte, perché non era possibile che stesse accadendo quello che gli sembrava.

Karofsky lo stava guardando e sul viso aveva un’espressione… imbarazzata?

-Io… non voglio… nel senso, sei libero di andartene, è ovvio. Volevo solo… parlare di… oh, al diavolo.- borbottò rapidamente il giocatore di football, senza guardare Kurt negli occhi e mangiandosi le parole. Kurt era decisamente sconvolto, così sconvolto che non riuscì a fare nulla, né a parlare né a muoversi per andarsene. Rimase semplicemente lì, fermo, con gli occhi fissi sul viso di Karofsky che stava arrossendo.

Arrossendo. Karofsky era imbarazzato, non voleva picchiarlo e stava arrossendo.

C’era decisamente qualcosa di inspiegabile nell’aria quel giorno.

Karofsky comunque sembrò incoraggiato dalla mancata risposta e andò avanti –In realtà volevo scusarmi. Non accetterai le mie scuse, lo so ma… ero solo… non sapevo cosa… ho pensato molto in questi giorni e ho capito che tu… che il motivo per cui… merda.- imprecò a bassa voce, frustrato, e alzò lo sguardo sul controtenore che ancora lo fissava sbalordito –Mi spaventavi, ok? Mi spaventi ancora, in realtà.-

A questo, Kurt proprio non poté trattenersi dal rispondere –Scusa. Scusa io… io spavento te?-

-Beh… beh, sì. Tu sei… fuori.-

-Fuori? Fuori da che c… oh.- la comprensione colpì la mente di Kurt come se qualcuno avesse pigiato un interruttore –Avevo ragione allora.- esalò.

-Non… so. Su cosa?-

-Sei gay.- il pugno di Karofsky colpì la parete con una tale forza che Kurt fu sicuro che si fosse rotto qualche osso –Ehi, piano.- si trovò ad esclamare, senza riuscire a trattenersi, e attirando su di sé lo sguardo stordito di Karofsky –Come diavolo fai a preoccuparti ancora per me?-domandò, sbalordito.

Kurt si strinse nelle spalle, incerto –Non… non lo faccio.- disse, anche se sapeva di aver appena dimostrato il contrario.

-Invece sì. Vedi cosa intendo? Tu sei… così. Dici quello che pensi, fai quello che desideri e sei… te stesso.- proruppe il giocatore di football quasi con rabbia.

-Sì. Sì, e allora?- domandò Kurt, decisamente confuso da tutta quella situazione –Qual è il problema?-

-Il problema è che la maggior parte delle persone non ci riesce, ok?- sbottò Karofsky –La maggior parte di noi non può.- aggiunse, un po’ più piano, appoggiandosi al lavandino e portandosi una mano alla nuca, imbarazzato –Scusa. Volevo solo scusarmi, non… scusa. Vado, così puoi continuare a fare quello che… stavi… ok.- borbottò tra sé, cercando poi di superare Kurt per uscire dal bagno.

Il controtenore sapeva bene che stare in silenzio sarebbe stato più semplice, che aveva già abbastanza problemi anche senza farsi carico di quelli di Karofsky, eppure non riuscì a trattenersi –Dave?- lo chiamò, fermandolo, e senza aspettare una risposta continuò –Credo… che ammettere quello che sei a te stesso sarebbe già un passo avanti.-

Rimasero per un istante immobili, in un silenzioso momento di stallo, finché senza una parola Karofsky riprese a camminare e uscì dal bagno, lasciandolo solo.

Kurt rimase fermo per qualche attimo, sentendosi strano. Si sentiva come se avesse appena superato un momento importante, fondamentale, ma senza riuscire a coglierne appieno l’importanza.

Il suo cellulare vibrò nella tasca e lo tirò fuori, sbloccando lo schermo.

Ehi bellezza, sono qui fuori. Stai per uscire? –Bas

Kurt lanciò un’occhiata allo specchio, asciugandosi le poche lacrime che gli erano rimaste sul viso.

Sto uscendo, due minuti e sono lì :) –Kurt

 

 

________________L’angolo di Jane

Lo so, lo so. Vi aspettavate la presenza di Sebastian, la gelosia di Blaine e fuochi e scintille ma… il caro Karofsky meritava un po’ di attenzione e la situazione con lui era sospesa nel vuoto da troppo tempo! Quindi perdonatemi e sappiate che Bas arriverà nel prossimo capitolo, quindi non preoccupatevi!

Come ho già detto la scorsa volta, i capitoli sono andati perduti nei meandri della mia deficienza nell’uso del pc. Ho provato a recuperarli ma non c’è riuscito nemmeno mio fratello, quindi li sto riscrivendo, solo che ci vuole un po’. Proverò a mantenere la puntualità negli aggiornamenti ma non voglio pubblicare nulla di affrettato o malfatto, quindi vi chiedo scusa in anticipo per eventuali attese!

E ora… aspetto i vostri pareri sulla ricomparsa di Dave (che se ve lo state chiedendo sì, avrà ancora un ruolo in questa storia :P).

Un bacione a tutti, cupcakes!!

Jane

  
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