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Autore: _AppleJack_    24/02/2014    1 recensioni
Distretto 12.
17 anni dopo la fine della rivolta.
Capitol City ieri, Capitol City oggi, Capitol City domani.
Nuovi personaggi, nuova storia, ma soprattutto: Nuovi Hunger Games.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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CAPITOLO VENTUNO




 
Più il tempo passa, più le voci girano. Ormai sono quasi quattro settimane che io e Kelan siamo scappati. E ci stanno ancora cercando, pare che non vogliano arrendersi e non ci credono ancora morti. Devono aver capito da tempo che siamo stati aiutati, nemmeno noi saremmo sopravvissuti. Si, ormai abbiamo accettato quello che siamo, degli stupidi esperimenti da laboratorio di quella stupida Capitale.  Abbiamo provato a sfruttarla a nostro vantaggio. In questa settimana ci siamo fatti aiutare anche da Douglas che aveva letto tutti i fascicoli su di noi. Ci siamo allenati fino allo stremo delle forze. Adesso corriamo a una velocità pari a più di ottantacinque chilometri orari, ci siamo esercitati molto nella lotta a corpo libero, con i coltelli e con l’arco. Ci arrangiamo un po’ come possiamo. Kelan inizialmente era un po’ fuori allenamento rispetto a me, ma anche lui è migliorato molto. Ci aiutano un po’ tutti. Katniss è dovuta tornare subito a casa, per gestire e tenerci informati sulla situazione nel distretto dodici. E anche perché i pacificatori la tengono sotto controllo, sia perché mi conosce, sia perché appena 17 anni fa, era lei il volto della passata ribellione. E ormai tutti hanno capito che sta per risuccedere. Siamo quasi pronti a mettere in atto il piano, che hanno studiato Douglas, Kelan e anche Nick. Io aggiustavo le parti tecniche, ma la parte pratica è toccata a me, ovviamente. Dato che la maggior parte della tecnologia che vogliono  usare io non l’ho mai vista. E poi, diciamocelo. Io dietro una poltrona mentre qualcun altro fa il lavoro sporco e si becca tutto il divertimento di ammazzare di botte qualche pacificatore o capitolino?! No non mi ci vedo per niente. Partirò domani mattina con un treno che mi porterà a Capitol City. Grazie ad un amico di Nick, ex ribelle e più che pronto ad aiutarci. Mi nasconderò in una cassa di legno che verrà caricata alla stazione del distretto quattro. E grazie a lui sarò lasciata a poca distanza dal nostro obbiettivo. Mentre gli altri rimarranno qui collegati con me con delle radioline, non ho ben capito come funzionano, ma in pratica io sento loro e loro sentono me. Mi daranno tutte le indicazioni grazie a queste e vedranno quello che succede grazie a una telecamera. Mancano poche ore al sorgere del sole. Sono seduta su questo scoglio nascosto da un bel po’ ormai. Non riesco bene a prendere sonno. Non so se sono spaventata per quello che potrebbe succedermi, o per le responsabilità che ho sulle mie spalle. In fondo ho appena sedici anni, e ne ho già passate di tutte. Stringo in mano il mio arco. In realtà ero andata via per provare a prendere qualcosa, ma senza un grande impegno da parte mia. Improvvisamente sento un rumore dietro di me e mi giro pronta a scoccare. Ma appena vedo Nick con le mani alzate al cielo e gli occhi sbarrati mi tranquillizzo. “ Come mi hai trovato questa volte? Se continui così inizierò a pensare che hai anche tu un super olfatto!” accenna ad un sorriso e si siede di fianco a me. “ Hai paura?” mi chiede. “ Certo, sarei una pazza se non ne avessi. Nonostante io faccia di tutto per sembrare sicura di me stessa, in realtà ho una gran paura di fallire. Di deludere tutti quelli che credono in me.” non posso mentire davanti a lui. È veramente l’unico che mi conosce meglio di chiunque altro. Sa bene che ho una paura terribile. “ Ti avevo detto che sarei potuto venire anche io.” Io scuoto subito la testa, prima che continui. Ha già provato un sacco di volte a farmi questo discorso. “ No, e lo sai perché. Devi rimanere qui con gli altri. In fondo non ci vuole nulla, se tutto va secondo i piani tra meno di una settimana ci rivedremo.” Lo guardo cercando di mettere tutta la sicurezza che riesco nel mio sguardo. Ho paura si, ma è necessario. E lui non può venire, deve stare qui e tenere sotto controllo Kelan e Douglas che sarebbero in grado di farsi prendere dal panico al primo accenno di pericolo. Come hanno affermato molte volte da quando ci siamo messi a pianificare il tutto, loro sono la mente e io il corpo. Ci siamo preparati al meglio per questo, e ora bisogna andare in scena, non si può più aspettare. Bisogna agire prima che il Presidente decida di chiudere fuori i distretti, o ancora peggio distruggerli uno ad uno. Rimaniamo a guardare il mare fino a quando non vediamo sorgere il sole, dopodiché ci avviamo verso il distretto ancora addormentato. Non dobbiamo farci vedere e i controlli sono aumentati tantissimo. Arriviamo alla piccola stazione dove incontriamo un ragazzo sulla quarantina che saluta Nick con una stretta di mano per poi guardarmi. “ Sei pronta?” mi chiede. Io annuisco con convinzione. Si sono pronta. Ho aspettato tanto tempo questo momento e finalmente è arrivato. Ci fa salire in uno scompartimento pieno di casse, alcune con il numero 12. Dall’odore capisco che sono le casse del mio distretto che contengono il carbone. Deve essere il treno che passa dai vari distretti e raccogliere i prodotti da mandare alla capitale. Nick mi aiuta ad entrare in una cassa con su il numero 8, mi passano lo zaino con dentro le radioline, le telecamere e il necessario per mangiare e bere. Ovviamente non sarei mai andata da nessuna parte senza essere armata. Infatti nella cassa posiziono un bellissimo set di coltelli super affilati e super nuovi più un arco che mi ha portato Douglas, uguale a quello che avevo nell’arena. Nemmeno lui  verrà, rimarrà nel distretto quattro, dove hanno montato in casa di Nick un sacco di computer e apparecchi a me sconosciuti, gli serviranno per guidarmi e aiutarmi quando sarò arrivata a Capitol. Saluto con un abbraccio Nick, il quale mi da in cambio un veloce bacio sulla guancia e mi sussurra un leggero “ Ci vediamo tra qualche giorno Piccola Dea.” È strano quando mi chiama così. Il treno parte poco dopo. La cassa fortunatamente non è tanto piccola e ci sto tranquillamente. Aiutandomi con la torcia mi posiziono l’auricolare nell’orecchio e osservo il resto della tecnologia che mi hanno dato. La metà delle cose non l’ho mai vista. Tanto mi contatteranno poi loro non appena sarò quasi arrivata, grazie ad un piccolo localizzatore. Mi rilasso cercando di godermi quel poco di tranquillità che mi è concessa. È incredibile come in così poco tempo siano successe così tante cose. Sembra passata poco più di una settimana da quando mi hanno presa e portata a Capitol City per partecipare come tributo. Hanno provato a depistarmi, facendomi provare il dolore più straziante di tutta la mia vita. O forse no, anche quando sono nata l’hanno fatto. Chissà cosa hanno buttato dentro al mio corpo indifeso. Ho pensato molte volte a quanto mia mamma May mi abbia dato in così poco tempo. Ha dimostrato tutto l’amore che una donna è in grado di provare trascinandomi via da quel laboratorio e affrontando un viaggio impossibile per riuscire a salvare i suoi due bambini. E ha dato la vita per noi. In un certo senso ce l’ho sempre avuta con lei per quello che mi ha fatto passare. Sono vissuta nell’ombra e nella paura di essere scoperta e giustiziata insieme alle altre famiglie che si sono prese cura di me. Ma, ovviamente, non è stata colpa sua, no ancora una volta la colpa ricade sulla capitale. E io sono qui per questo no? Per fargliela pagare una volta per tutte. E fare in modo che non rinasca più questa tortura.
Per poco non mi viene un infarto quando dal mio orecchio riecheggia la voce squillante di Kelan che mi avvisa che sono quasi arrivata. Mi rendo conto solo ora di avere tutte le gambe intorpidite dalla posizione. Apro piano la cassa, mi posiziono lo zaino e l’arco in spalla, il set di coltelli legato alla coscia destra, per avere una migliore resa con i calci, che lancio principalmente con la sinistra. I capelli rossi sono comodamente legati in una coda alta, per non darmi fastidio. “ Adesso è questione di velocità Gio. Appena il treno si ferma le porte si apriranno automaticamente, hai tipo sei secondi per scendere e rifugiarti sotto, dopodiché faremo scattare il diversivo che ti permetterà di andare via dalla stazione.” La voce di Douglas è sicura. “ Ricevuto.” Rispondo io. Appena le porte si aprono faccio esattamente quello che mi è stato detto. Riuscendo a nascondermi sotto al vagone. Il diversivo consiste nel fa scattare l’allarme antincendio. Che  creerà abbastanza panico da permettermi di uscire senza essere vista, ma non sospetteranno mai di un attacco dei ribelli. Appena parte l’allarme aspetto che ci sia abbastanza confusione da sgattaiolare fuori dal mio nascondiglio e seguire le indicazioni di Douglas che mi guida attraverso scale e corridoi. Fino a quando non arrivo all’ingresso delle fogne. Proprio così gente, avete capito bene, fogne. Sto per entrare nelle fogne di Capitol City. Bello schifo eh? Qui dovete ringraziare il mio caro fratellino che ha avuto questa brillante ideona di farmi puzzare di merda per un mese, in modo tale che chiunque voglia uccidermi muoia asfissiato prima ancora di aver tirato fuori il coltello.” Ricordami ancora perché non ti ho ancora strangolato per questa parte del piano Kelan?” chiedo non appena i miei piedi entrano in contatto con l’acqua verdognola e puzzolente di Capitol City. “ Perché era la cosa più veloce ed efficace. Ora preparati che il viaggio è bello lungo.” Mi mordo la lingua parecchie volte per non far uscire la sfilza di insulti che la mia mente contorta sta producendo in questo momento.  Cammino tutto il resto della giornata, seguendo attentamente le indicazioni che mi danno Douglas e Kelan. Nick non l’ho ancora sentito da quando sono salita sul treno. Sarà andato a nuotare o a pesca. Riesco a trovare una piccola rientranza abbastanza larga per permettermi di sdraiarmi un minimo. Camminare con i piedi nell’acqua è molto stancante e ci si impiega quasi il doppio del tempo. Domani sarà un’altra lunga giornata di cammino. Mangio un po’ di pane che mi hanno dato e provo a prendere sonno. Dopo un paio d’ore sento la voce di Douglas che mi chiede se sono sveglia. Rispondo con un leggero si. “ Come stai?” scoppio a ridere senza riuscire a trattenermi. “ Sono nelle fogne, ho camminato con i piedi nella merda per cinque ore, e mi chiedi veramente come sto?” anche lui si mette a ridere, anche se so bene che non si riferiva a quello, vuole sapere se sono spaventata, se ho l’ansia, se voglio tornare indietro. Ma ormai, dopo tutto quello che abbiamo fatto per arrivare fin qui, non si può più tornare indietro. “ Sai, Nick prima, mentre tu eri sul treno, mi ha raccontato la storia del perché ti chiama Piccola Dea. E mi è venuto in mente, quando l’ho fatto io per sbaglio e tu mi sei saltata addosso cercando di uccidermi. Pensavi che avessimo rapito anche lui.” Non so dove voglia arrivare. “ E quindi?” chiedo io dopo un po’. “ Niente, è solo che credo di capire cosa prova, addirittura meglio di te. Sei completamente cieca lo sai? Quel ragazzo è completamente cotto di te e l’unica cosa che sei in grado di dirgli è che non vuoi che si faccia male. Quando in realtà io ho visto il terrore puro nei tuoi occhi, quando quella volta, credevi che lo avessero ucciso o torturato. Non riesci ad accettare di voler bene a una persona.” Resto in silenzio per un po’. In realtà è vero quello che ha appena detto. “Quelli a cui voglio bene io ci rimettono sempre qualcosa. Guarda mia madre, Haymitch, Austin, Katniss e Peeta o tutti quelli del giacimento. Non è sicuro voler bene a qualcuno, e manifestare quel sentimento. Loro lo individuano e lo annientano ancora prima che tu te ne sia accorto. ”
“ Gio, non devi affrontare la vita come una continua lotta contro di loro. Se fai così è ovvio che vinceranno sempre. Non fai altro che dargli motivi su cui attaccarti. Non devi aver sempre paura di manifestare qualche emozione. Se fai così, non farai altro che distruggerti da sola.” Non rispondo. Spero che la conversazione si sia chiusa qui. Non mi sono dimenticata di quello che ci siamo detti durante il mio soggiorno a Capitol City. A quando ci siamo baciati o alla notte che abbiamo passato insieme. Ma rimango convinta della mia idea. È da deboli manifestare i propri sentimenti. Non si fa altro che dare al nemico un’altra arma con la quale attaccarti. Riesco a riposare per poche ore, dopodiché mi rimetto subito in marcia. Oggi devo riuscire a raggiungere il posto stabilito. Cammino senza quasi mai fermarmi. Seguo le indicazioni che mi vengono date e vado avanti, non vedo l’ora di uscire da questo posto lercio e puzzolente. Arrivo all’obbiettivo verso il tramonto. Mangio, mi riposo e per le otto sono pronta ad uscire e ad affrontare la parte divertente del piano. “ Ok io ci sono, quando volete.” Dico tramite la radiolina. “ Ok Gio, siamo pronti. Adesso prendi la scaletta sulla destra ed esci. Ti dovresti trovare dietro ad un palazzo, confermi?” faccio quello che mi dicono. “ Confermo.” Ora mi trovo esattamente dove hanno detto, sono riusciti a farsi recapitare da non so chi l’esatta mappa delle fogne di Capitl City, e grazie alle conoscenze di Douglas della città sono riusciti a ricostruire il percorso fino a qua. “ Molto bene. Ora aspetta il nostro segnale, dopodiché entra dalla porta sulla tua destra e, facendo molta attenzione a non farti vedere, prendi il corridoio sulla sinistra. Arriverai in un piccolo soggiorno. È lì il nostro obbiettivo.” Non appena mi danno il segnale seguo le istruzioni che mi hanno dato poco prima. E, prima di entrare nel salottino, impugno l’arco con una freccia pronta a scoccare. Appena entro guardo in faccia l uomo seduto davanti a me. “ Fa solo una mossa falsa, e ti ritrovi con una freccia conficcata nel culo.” Pare essersi sorpreso e spaventato solo inizialmente, per poi ricomporsi e accennare ad un terribile sorrisino strafottente. “ Immaginavo che saresti venuta tu..” la sua voce mi riporta terribilmente al tempo trascorso nell’arena. “ Figlia mia.”







Vi prego non uccidetemi!!
So di essere in terribile ritardo, ma ho avuto molti problemi con il capitolo successivo a questo, tipo un blocco, non sapevo proprio come continuarlo. Ora che ho risolto ho postato subito, nella speranza di un vostro perdono! 
Spero di non avervi deluso e che siate ancora interessati alla mia storia.
Ringrazio per le recensioni e per tutti quelli che mi seguono. Fatemi sapere cosa ne pensate ed eventuali suggerimenti, sempre ben accettati dalla sottoscritta. 
Un Bacio G.

 
  
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