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Autore: Miss_Darcy    25/02/2014    3 recensioni
#Da: Capitolo 2 - Vuoto
Intorno a Bloom c'era solo il buio, di quelli più assoluti dove non riesci a renderti conto se il respiro che avverti è tuo o di un qualche essere nascosto nelle tenebre.
« Cosa vuoi da me?! » urlò; il suo grido echeggiò numerose volte, prima di spegnersi del tutto.
« Noi, mia piccola fata, vogliamo
te ».
Il tono cui quella frase era stata pronunciata le fece venire i brividi: le ricordava troppo quello di un mostro assetato di sangue che striscia vicino alla sua preda e la circuisce con dolci moine prima di assalirla.
Genere: Angst, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Trix, Un po' tutti, Winx
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 – Congetture

 

La preside della scuola per fate di Alfea era seduta dietro la scrivania nel suo ufficio, la schiena comodamente appoggiata all’imbottitura verde dello schienale della sedia girevole.

Indossava uno dei suoi vestiti preferiti, un completo azzurro opaco con un rigido bustino che le sosteneva la vita, e i capelli bianchi erano pettinati secondo la moda delle signore di Magix – la quale imponeva un’acconciatura vaporosa e sempre in ordine.

I suoi capelli erano sempre stati motivo di vanto – anche se non era una donna che amava ostentare la sua bellezza – sin da quando era giovane, non vedeva perché non tenerli curati nonostante l’età.

Stava invecchiando, Faragonda se ne rendeva conto con muta rassegnazione. L’aveva capito davvero solo di recente, quando lei era sparita: mai si era sentita così vecchia e inutile; nonostante fossero termini per niente educati, la donna non trovava altre parole per esprimere a pieno ciò che provava. Di fronte alla disperazione delle sue allieve non era riuscita a fare nulla, nulla se non mormorare che “sarebbe andato tutto bene”.

Ed era sicura di non essersi immaginata l’astio che aveva scorto negli occhi delle giovani fate in lacrime innanzi a lei. Del resto, come poteva biasimarle? Lei era Faragonda, un membro della Compagnia della Luce, la preside di Alfea, una delle persone più potenti della Dimensione Magica che non vantava poteri da immortale, non avrebbe forse dovuto sapere – o quantomeno prevedere – un fatto del genere? Probabilmente le sue studentesse la vedevano come una donna incrollabile e dalle mille risorse, ma era in realtà più debole di quanto non dimostrasse.

C’era qualcosa che ribolliva sotto la superficie della Dimensione Magica, la preside ne era convinta: ciò che era successo non lasciava spazio a troppi dubbi, del resto. Una strana inquietudine le serpeggiava dentro da un paio di settimane, aggredendola con tormentose domande quando meno se lo aspettava, e Faragonda non poteva fare a meno di provare un sottile timore. Aveva affrontato di tutto nella sua vita, dai mostri d’ombra alle Streghe Antenate, ma l’ignoto era sempre stato qualcosa che la spaventava. Il non sapere cosa si celava nell’ombra di una stanza la inquietava in misura tale da costringerla ad accendere la luce per controllare che non ci fossero nemici di qualche genere nascosti nelle tenebre.

Ecco, questo – la paura del buio – era qualcosa che non si addiceva per niente all’idea che gran parte delle persone aveva di lei.

Il filo dei suoi pensieri venne spezzato – troppo bruscamente per i suoi gusti – da un insistente bussare alla porta. La preside di Alfea si ricompose, tossicchiò appena e disse  « Avanti ».

La porta di mogano verde si spalancò e Grizelda entrò a passo di marcia, con il suo fedele registro sottobraccio e un cipiglio che non prometteva nulla di buono.

« Ah, Ispettrice, » disse Faragonda, con una nota di esasperazione nella voce quasi impercettibile. « Che posso fare per lei? ».

« Preside Faragonda! » esclamò con voce stridula la donna dai corti capelli castani. « E’ una cosa inammissibile! Deve venire immediatamente a vedere: le allieve del primo anno… ».

« Suvvia, Grizelda, si calmi! » disse con voce fin troppo irritata la preside, mettendo a tacere l’altra donna. « A meno che non sia scoppiato un incendio non vedo per quale ragione dovrebbe importunarmi, soprattutto in questo momento così delicato! ».

Faragonda si pentì delle parole pronunciate non appena le uscirono di bocca: Grizelda era sempre stata una fedele collaboratrice – un po’ troppo ligia alle regole, questo sì – e le era sempre stata grata per l’aiuto che le dava nel gestire la scuola, ma era davvero suscettibile. E poi si sentiva ingrata nel trattarla così. Inaspettatamente l’Ispettrice calò gli occhi sul pavimento e assunse un’aria mortificata.

« Mi perdoni, » disse. « Come stanno le ragazze? ».

La preside sospirò: «  Non bene, temo. Sono distrutte, soprattutto Stella ».

La donna annuì tristemente, poi si congedò e uscì dallo studio.

 

 

* * *

 

In tutt’altro luogo, in una dimensione sconosciuta, ove realtà e illusione erano una cosa sola, una creatura nascosta nell’ombra osservava con attenzione un globo luminescente, sospeso davanti a ciò che un tempo era il suo viso. Il pallido baluginio dell’incantesimo della Finestra sul Mondo illuminava appena le letali tenaglie che schioccavano, sadicamente divertite.

Intorno all’essere numerosi suoi figli banchettavano con la preda del giorno, animando l’altrimenti silenzioso ambiente con lo scattare delle loro fauci, il rumore delle ossa spezzate e un orribile risucchio.

« Molto bene, mia cara Faragonda…  » ringhiò in quello che una volta era il suo linguaggio comune, facendo scivolare la lingua ruvida tra le zanne letali come se stesse per gustare una preda succulenta. « A quanto pare anche tu subodori qualcosa, eh? Ma quando capirai, stolta, sarà ormai troppo tardi! ».

La scena della Finestra sul Mondo cambiò, e l’immensa creatura sporse la sua mole in avanti per osservare meglio l’immagine della ragazza intenta a respingere la sua prole. Sfiorò con le chele la bolla luminosa, facendo schioccare le fauci con irritazione.

« Possibile che le fate siano così dannatamente testarde? » gorgogliò, per poi scoppiare in una risata gutturale che di umano non aveva nulla. « Oh, be’, suppongo che così sia più divertente! ».

Un urlo animale, sgorgato dalle gole dei mostri attorno a lui, fece da sfondo alla sua osservazione.

 


L’Angolino dell’Illusionista

Penso di essere abbastanza soddisfatta di questo capitolo. Ho voluto esplorare un po’ la psiche di Faragonda, anche se non credo di esserci riuscita bene, e ho anche dato una sorta di ‘assaggio’ di ciò che attende i nostri personaggi. Spero che vi piaccia e che mi lascerete un commento.

Ringrazio Tressa e Alquade01 per aver recensito lo scorso capitolo, nuovamente Tressa che ha messo questa storia tra le preferite e Sara JB che l’ha messa tra le seguite. 

Piccolo avviso: in questo periodo non sarò presente su EFP, dato che il mio computer deve andare in riparazione e non so quando potrò riaverlo. In caso, mi farò sentire tra qualche settimana con il pc di una mia amica.

Ci vediamo al prossimo capitolo.

 

Miss_Darcy

  
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