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Autore: _ayachan_    22/06/2008    7 recensioni
Un'AU (breve) ambientata tra le colline dell'Oltrepò pavese, che vede entrare in scena la nobiltà e il popolino, intrighi e tradimenti, il tutto in un'atmosfera che, ora che ci penso, ricorda vagamente quella di Goldoni.
(liberissimi di insultarmi per l'audace paragone)
[Dedicata a sammy1987 per il suo compleanno]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Orochimaru, Rock Lee, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Deserving-4


Deserving




Ogni leggenda parla del sole come della magica panacea. Mostri, vampiri, fantasmi e incubi scompaiono all’alba, bruciati dalla luce rosata che attraversa nubi e finestre, e le malattie più brutte si curano stando in giardino.
Quando aprì gli occhi, destato da un raggio caldo sul suo viso, per prima cosa Sasuke Uchiha odiò la magica panacea che lo aveva svegliato; e per seconda cosa odiò il mal di testa tremendo che lo ghermì non appena sbatté le palpebre.
«Che ore sono...?» mormorò intontito, con la bocca impastata e i muscoli pesanti.
Si rigirò sulla pancia, sentendo le lenzuola di lino frusciare sulla pelle nuda dell’addome, e si tese alla ricerca dell’orologio da taschino, abbandonato sul comò insieme al fazzoletto e al nastro con cui legava i capelli, ora sciolti sul collo e umidi di sudore. Le lancette ticchettavano precise, e segnavano le sei e venti.
Sasuke mugolò, crollando il capo sulla spalla, e si lasciò ricadere prono tra le lenzuola. Non aveva dormito più di due, forse tre ore. E non aveva decisamente digerito lo spumante. E doveva andare in bagno.
Facendo leva sulla volontà più che sulle sue forze, si issò sulle braccia, e buttò un piede giù dal letto. Riuscì a fare lo stesso anche con l’altro, mentre la stanza vorticava davanti ai suoi occhi, e scostò confusamente le lenzuola. Si alzò, passandosi una mano tra i capelli, sbadigliò sonnolento, e fece vagare lo sguardo per la stanza.
Fu allora che vide la giovane domestica che lo fissava ad occhi sbarrati.
Fu allora che lei lanciò un grido, e lasciò cadere la bacinella d’argento che aveva portato perché si sciacquasse il viso.
Fu allora che lui si accorse di essere completamente nudo.


Piegato sul suo piatto di fagiano arrosto, Naruto rischiava di soffocare per il gran ridere. Tossì, si asciugò una lacrimuccia, e afferrò il bicchiere di vino per svuotarlo in un’unica sorsata. Solo allora riprese fiato, e gettò un’occhiata piena di compatimento al suo unico commensale, un truce e cupo Sasuke.
«Fammi capire» celiò trattenendo le risatine. «Questa notte hai chiesto la mano di una ragazza, e questa mattina ti sei presentato nudo come Iddio ti ha fatto davanti a un’altra. Non male. Non male davvero»
«Piantala» sibilò l’Uchiha arrossendo, e si passò una mano tra i capelli, frustrato. «La prossima volta che i camerieri aprono bocca mozzo la lingua a tutti, lo giuro»
Naruto scosse la testa, strappando un pezzo di pane e masticandolo sornione.
Erano seduti sul terrazzo, all’ombra del grande timpano della villa. Sulla tovaglia bianca c’erano il piatto della carne, il vino, un cestino di pane e un vaso di cristallo, con un inutile quanto coreografico papavero all’interno.
«Beh, e lei?» chiese all’improvviso Naruto, mentre Sasuke giocherellava nervosamente con un’ala del fagiano.
«E lei chi?» replicò lui, stizzito.
«La cameriera! Non ti è saltata addosso?»
La forchetta stridé sul prezioso piatto in porcellana, facendo arricciare il naso di Naruto.
«Ma che razza di servitù avete a palazzo?» chiese Sasuke asciutto, scrutando acidamente il compagno.
Quello si strinse nelle spalle con nonchalance. «Beh, io me le scelgo bene le cameriere» commentò leggero, facendo ondeggiare il coltello per aria, e addentò un pezzo di carne. «Mh, giufto» aggiunse dopo un attimo, a bocca piena. «Devi paflave col mafchee pella faccea di Shakua!»
Sasuke non ebbe bisogno del traduttore per capire a cosa alludesse Naruto. D’altronde, il pensiero della sua proposta di matrimonio aveva iniziato a ossessionarlo subito dopo l’umiliazione per la scena di nudo mattutino.
Sbuffò, a sguardo basso, e si passò una mano nel colletto per allentarlo leggermente.
Da sobrio la faccenda assumeva tutta un’altra prospettiva. Una prospettiva poco accattivante, per l’esattezza. Ora che l’alcol aveva smesso di rendere tutto semplice e fattibile, si rendeva conto di essere un completo, irrimediabile idiota.
Come aveva potuto fare quel che aveva fatto? E sicuramente i camerieri avevano sparso la notizia prima dell’alba, perché – Gesù! – aveva chiesto a loro dove abitava Sakura.
Ma il vero dramma non erano i pettegolezzi della plebe. Il vero dramma era che lui non poteva sposare Sakura, e basta. Per Orochimaru, per le sue origini, per le convenzioni, per tutta una serie di motivi sui quali non poteva soprassedere. Ma allo stesso tempo non poteva nemmeno tornare a Codevilla e dire ‘è stato tutto uno spiacevole equivoco, scusate per l’improvvisata notturna e dimentichiamo tutto. Buona giornata’. Il che lo metteva in una posizione molto più che scomoda.
Naruto lo studiò, masticando il boccone con aria pensierosa.
«Sapevo che saresti stato in crisi» commentò dopo aver deglutito, additandolo con la forchetta. «Per questo mi sono preso la libertà di far chiamare il marchese»
«Cosa hai fatto?» Sasuke scattò in piedi, facendo strusciare rumorosamente la sedia. «Come ti sei permesso?» tuonò, il viso arrossato dall’ira, mentre Naruto lo fissava sbattendo le palpebre, la forchetta ancora alzata e immobile. «Hai osato dare ordini in casa mia, ai miei camerieri! Per una faccenda di tale importanza! Come hai osato?!»
L’altro abbassò il braccio e gli gettò un’occhiataccia. «Sembra proprio che tu abbia molta paura di quel che hai fatto stanotte» commentò asciutto.
Sasuke gli voltò la schiena bruscamente, passandosi una mano tra i capelli sudati.
Oh, Naruto aveva l’indubbio merito di aver risolto l’impasse in cui erano caduti, ma lo aveva fatto decisamente nel modo peggiore. Tornò a guardarlo, iroso, e slacciò definitivamente il colletto, con uno sgradevole senso di soffocamento.
«Che razza di idiota!» sibilò tra i denti, ricevendo in cambio un’occhiata offesa.
«Ehi, l’ho fatto per te» si giustificò Naruto. «Tu devi sposare quella ragazza, o sarai per sempre un idiota come me, ma frustrato»
«Tu non sai cosa voglio io» ribatté Sasuke, piantando le mani sul tavolo. «Non intrometterti nella mia vita!»
«Parole al vento» commentò Naruto, laconico, portandosi alle labbra una generosa sorsata di Bonarda. «E, fidati, un giorno mi ringrazierai»
«Un giorno pregherò Orochimaru di liberarmi di te!» sbottò il duca, voltandosi di scatto.
Il cotone della sua camicia frusciò leggero mentre si allontanava a passi pesanti, e nella sua furia urtò il valletto che usciva sul terrazzo senza nemmeno scusarsi.
«Ti costerebbe troppo!» gridò Naruto senza alzarsi, passando una mano a scompigliare i capelli chiari. Sbuffò, mentre il valletto si avvicinava timoroso, portando una lettera, e lasciò perdere le posate. «Ahh, che uomo impossibile!»


*


Quando il marchese mise piede sulla ghiaia del palazzo degli Uchiha, trovò Sasuke in persona ad attenderlo in cima alle scale che portavano all’ingresso. Nervosamente, allora, piegò il capo come si conveniva e asciugò furtivo il sudore che gli imperlava la fronte, sotto la frangia folta e regolare.
«Marchese» rispose il duca con un cenno rigido, e scese le scale per tendergli la mano. «Sono lieto di ospitarvi nella mia dimora»
«Oh, figuratevi» ribatté quello, frettoloso. «E’ un dovere... cioè, un onore per me... Mi avete convocato, e io...»
Sasuke si guardò intorno rapidamente, individuando il cocchiere del marchese e il suo stalliere a pochi passi di distanza.
«Non qui» disse allora, asciutto. «Venite dentro, l’aria è più fresca. Vi offro una limonata»
«V-Vi ringrazio...» balbettò il marchese, confuso.
Sasuke lo afferrò per un braccio, in una stretta che da lontano poteva anche sembrare amichevole, e con il solito passo marziale lo trascinò su per le scale e oltre le colonne dell’ingresso, fin nell’atrio luminoso e decorato dagli affreschi.
«Signore!» lo chiamò a quel punto un domestico, cercando di attirare la sua attenzione.
«Non ora!» lo liquidò lui, proseguendo lungo il corridoio ad ovest, e fino al salotto buono.
«Signore, vi cercava...» tentò un’altra cameriera, incrociandolo in quella stanza, ma di nuovo lui la congedò bruscamente.
«Esci. E porta della limonata» disse sbrigativo, lasciando finalmente il braccio del marchese Lee.
La cameriera tentennò, incerta. Ma poi il buonsenso le consigliò di chinare il capo e obbedire, se voleva evitare fastidi, e lei seguì il consiglio e se ne andò rapida.
Nel salotto scese un silenzio teso, acuito dal velluto delle tende e dalla generale opulenza di infissi e affreschi. Il marchese si massaggiava lentamente il braccio che Sasuke aveva stretto troppo forte, e lui, d’altro canto, fissava il tappeto con la fronte corrugata, rigido.
«Ebbene» esordì a un tratto, più bruscamente di quanto fosse sua intenzione. «Immagino che non sappiate perché vi ho convocato»
«No, effettivamente no...» ammise il marchese, sbattendo le palpebre dalle ciglia insolitamente lunghe e rade.
«Bene» ripeté il duca, muovendo passi nervosi fino alla credenza su un lato della stanza. «Bene» insisté, aprendo la vetrinetta e tirando fuori due bicchieri di cristallo e una bottiglia scura.
«Ehm, duca, avete chiamato per la limonata» gli ricordò il marchese, confuso, e lui si fece ancora più rigido.
«Quando arriverà berrò anche quella» commentò secco, stappando la bottiglia.
Versò il vino, rosso e corposo, in entrambi i calici, e poi li sollevò tenendoli per lo stelo sottile.
«Prendete» disse al marchese, facendogli cenno di avvicinarsi, e mentalmente aggiunse: ne avrete bisogno, almeno quanto me.
«Vi ringrazio, duca...» mormorò quello, obbedendo con una certa titubanza. «Ma, perdonate la franchezza, ancora non comprendo il motivo per cui mi avete fatto chiamare»
Sasuke strinse le dita sul cristallo, serrando la mandibola. Sì, neanche lui comprendeva il motivo, forse perché non lo aveva fatto chiamare.
Ora che se lo trovava davanti, aveva due sole possibilità, entrambe precedute da una lunga tergiversazione: poteva dirgli che voleva solo stringere un legame più saldo con lui, naturalmente all’unico scopo di migliorare le rispettive posizioni, o poteva intimargli di rompere il fidanzamento con Sakura e non osare protestare.
Chissà perché, nessuna delle due lo allettava.
Se solo Naruto gli avesse lasciato più tempo, avrebbe potuto far chiarezza nella sua mente e prendere la decisione giusta... Ma come sempre, Naruto si era rivelato troppo impulsivo.
«La fretta è cattiva consigliera» se ne uscì allora, prendendo tempo. «Perché non vi sedete, prima?»
il marchese si guardò attorno incerto, e vide il divano foderato di velluto blu che lo attendeva accanto al tavolino di mogano.
«Con permesso...» si scusò, raggiungendolo e accomodandosi rigidamente sui cuscini.
«Prego, prego» mormorò Sasuke frettolosamente, bevendo altro vino dal bicchiere. «Allora... la campagna produce, quest’anno?» esordì, maledicendosi mentalmente.
Non riusciva a fare altro che girarci attorno!
Fu allora che le porte decorate della stanza si aprirono bruscamente, e Naruto fece il suo chiassoso ingresso, per una volta con tempismo perfetto.
«Sasuke!» chiamò con voce leggermente isterica, dimenticando ogni più elementare forma di cortesia. «Sono ore che cerco di incontrarti!»
Il duca gli scoccò un’occhiata allibita e stizzita, vedendolo fare irruzione a quel modo, ma quando vide il suo colorito una ruga d’apprensione si disegnò tra le sue sopracciglia.
«E’ un’emergenza!» continuò Naruto, raggiungendolo a grandi falcate e sventolandogli davanti al naso un foglio spiegazzato. «Lascia perdere qualunque cosa tu stia facendo: lei sta venendo qui!»
«Lei?» trasalì Sasuke, pensando immediatamente a Sakura.
«Lei?» domandò Rock Lee, smarrito, con il calice ancora pieno e sollevato davanti al petto.
Neruto si scompigliò nervosamente i capelli.
«Sì, lei!» esclamò, facendo avanti e indietro di fronte a Sasuke. «La cugina del ministro della giustizia spagnolo, la donna più terribile che io abbia avuto occasione di incontrare! In una parola, la mia fidanzata»
E questa volta, Sasuke dovette lasciar da parte il suo proverbiale contegno e strabuzzare gli occhi quasi quanto quelli del confuso Rock Lee, ancora seduto sul divano di velluto blu, e sempre più convinto di essere vittima di un tragico errore.


*


«Marchese!» esclamò Sakura impallidendo, quando si trovò la carrozza di Rock Lee sulla porta. «Che cosa fate qui? Non vi aspettavamo...»
«Lo so, mia cara, lo so» cinguettò lui, entrando con grazia nella cucina che ormai considerava un distaccamento della sua villa. «Ma ero di strada, e non ho resistito alla tentazione di un’improvvisata. Spero di non aver commesso un errore!»
Si girò preoccupato a guardarla, e lei sbatté le palpebre, confusa.
Era ancora agitata per la visita notturna di Sasuke, non aveva chiuso occhio, probabilmente si vedeva lontano un miglio, ed era sola in casa. Perché Lee aveva deciso di comparire all’improvviso, e ammirarla mentre dava il peggio di sé?
«No... Nessun errore, marchese» mormorò, richiudendo in fretta la porta. «Prego, accomodatevi. Vi preparo un caffè?»
«Volentieri, mia cara»
Di umore insolitamente allegro, Rock Lee si accomodò su una delle sedie e appoggiò i gomiti al tavolo.
«Vengo dalla villa del duca» esordì, pieno di brio.
La tazzina nelle mani di Sakura cadde a terra e si frantumò sul pavimento, per fortuna ancora vuota.
«Cosa?» alitò lei, sbiancando, e si voltò tremante verso il marchese.
Cielo. Sapeva. Sasuke lo aveva convocato e gli aveva detto... No. Non poteva essere. Lee non sarebbe stato tanto di buon umore se gli avessero detto che il loro fidanzamento doveva essere rotto. Lee l’amava. Lee voleva sposarla.
«Sakura, va tutto bene?» chiese lui preoccupato, alzandosi e raggiungendola, per chinarsi a raccogliere i cocci.
«Io... non... ho dormito poco...» sussurrò sgomenta.
«Devi fare più attenzione alla tua salute, cara» le sorrise lui, posando i pezzi di coccio sul ripiano e prendendole una mano. «La prossima volta rientreremo prima dal ricevimento, va bene?»
Lei annuì automaticamente, trattenendo il respiro. «Che... Che vi ha detto il duca?» si azzardò a chiedere, guardando spaventata Lee.
«Oh, grandi novità!» esclamò lui, con gli occhi illuminati da una gioia intensa. «Darà un altra festa!»
Sakura rimase interdetta. Accigliata, fissò il marchese come se non fosse sicura di aver capito bene.
«Una festa?» ripeté confusa.
«Sì, entro una settimana» confermò lui.
«E vi ha... convocato per dirvelo?»
«Oh no, certo che no! In effetti, ora che mi sovviene, non ho ben capito per quale ragione mi abbia invitato...» rifletté per un istante, meditabondo, e Sakura si sentì gelare. Lei sapeva perché. «Ad ogni modo!» riprese il marchese, scrollando le spalle con noncuranza. «E’ in arrivo la fidanzata dell’amico del duca, il giovane biondo che era con lui, e naturalmente è doveroso presentarla con un altro ricevimento! E, sempre naturalmente, la nobiltà è nuovamente invitata a prendervi parte. Ho pensato che fosse una notizia sufficientemente buona per passare a riferirvela immediatamente... Od ho fatto male?»
Sakura si guardò attorno smarrita, e poi raggiunse una sedia, lasciandocisi cadere. «No... certo che no» mormorò stordita, con un curioso ronzio nelle orecchie.
«Cara, ma ho l’impressione che voi non stiate per niente bene...» si preoccupò lui, raggiungendola e inginocchiandosi accanto alla sedia. «Forse fareste bene a stendervi e riposare qualche ora»
«Sì, forse sì» approvò lei automaticamente, rialzandosi. «Marchese, vi chiedo perdono se sono costretta a farvi uscire così...»
«Nessun perdono, nessun perdono» fu in piedi in un istante. «Non c’è nulla da perdonare. Riposate, cara, vi voglio in forma per il prossimo ricevimento»
All’idea di rimettere piede in casa di Sasuke, lo stomaco di Sakura si contrasse – spiacevolmente o no? - ma Rock Lee non sembrò avvedersene.
Prima di arrivare alla porta, la fermò e le prese le mani, baciandone i palmi con devozione.
«Sakura... tra meno di un mese saremo marito e moglie» sussurrò sorridente. «Voi sarete marchesa, e sarete la più bella tra le nobildonne... E tra qualche anno saremo noi a dare ricevimenti in giardino, e i nostri figli correranno lungo il prato e si sporcheranno di fango. Non aspetto altro che questo momento»
Alle parole del marchese, Sakura impallidì. Lui la fissò, in attesa di una risposta, e lei deglutì e si costrinse ad annuire.
«Sì, certo...» mormorò con un filo di voce.
«Bene, mia cara» sorrise lui, confortato. «Ora vi lascio riposare come si conviene, e lascio la vostra casa prima che i vicini diano fiato alle malelingue. Domani tornerò ad accertarmi delle vostre condizioni, se non vi spiace. Per oggi, buona giornata»
Mentre Sakura lo guardava salire sulla carrozza, ferma dietro la finestra, il senso di colpa le strinse lo stomaco, insieme alla paura.
Voi sarete marchesa.
Voi sarete duchessa.


*


Tra le Alpi e la pianura padana una carrozza correva veloce, trascinata da stalloni bianchi e fulvi. Il cocchiere frustava gli animali con indolenza, sbadigliando nella notte, e si stringeva nel tabarro accertandosi che la provvidenziale fiaschetta di grappa fosse ancora al suo posto.
Dietro le tende di velluto rosso, che ondeggiavano pigramente al trotto dei cavalli, una mano scostò la stoffa e gettò un’occhiata all’esterno. Constatando che il paesaggio era ancora quello montuoso cui erano abituati da ore, un paio di occhi verdi si ritrassero insoddisfatti.
Lasciare le assolate terre di Spagna in cambio di picchi aguzzi e gelidi; per un uomo che stimava quanto l’unghia del suo dito mignolo, e che, sfortunatamente, era anche il suo promesso sposo.
Rintanata sul divanetto finemente decorato, la giovane duchessa Sabaku Temari pensò che era tutta una grande seccatura.


*


«Hai sentito la novità?»
Con movenze finemente calcolate, la giovane marchesa si accomodò sul divanetto accanto al marchese, tenendo tra le mani un piattino pieno di torta alle nocciole.
«Hn?» fece lui, riemergendo dal semi-sonno in cui era quasi caduto, e le gettò un’occhiata pigra.
Al suo fianco la marchesina sorrise maliziosa, con un brillio negli occhi azzurri.
«I servitori non parlano d’altro» sussurrò, portando alle labbra rosee un boccone del dolce. «Sembra che il nobile duca abbia fatto una visita notturna alla fidanzata del marchese Lee. Sicuramente era ubriaco, considerati i bicchieri di spumante che gli abbiamo visto vuotare, ma credo si possa parlare di colpo di fulmine, come lo chiamano i francesi»
«Mh...» fu il laconico commento del marchese, che soffocò uno sbadiglio dietro la mano.
«Certo, ancora non mi spiego come quei capelli possano attirare così tanti uomini...» borbottò la giovane, accarezzando distrattamente le ciocche bionde che le ricadevano sulle spalle. «...Ma forse è il suo essere selvatica a parlare per lei»
«Ino, si sente odore d’invidia da qui ai cancelli della proprietà» sospirò il marchese, atono.
Le guance della ragazza accanto a lui si imporporarono di indignazione.
«Come osi?» scattò, posando bruscamente il piattino sul tavolo di fronte al divano. «Io non sono affatto invidiosa di una contadina! Per quanto possa essere attraente, è evidente che gli uomini non la desiderano per la sua cultura o la sua istruzione... Da lei vogliono unicamente figli robusti, e sicuramente li avranno anche!»
«Ino, abbassa la voce...!» si lamentò il marchese, con una smorfia. «Non hai alcun bisogno di demolire Sakura Haruno ai miei occhi, dal momento che non mi interessa minimamente»
Le spalle della marchesina si rilassarono visibilmente, e prese a tormentare una ciocca della lunga chioma.
«Shikamaru» disse sottovoce, incapace di nascondere l’ansia nel tono. «Tu sai quali sono le intenzioni dei nostri genitori, vero?»
Il ragazzo sbuffò, lasciando ricadere indietro la testa.
«Ino, non ho la forza né la voglia di discutere con mio padre o, peggio ancora, con mia madre... Non hai nulla da temere, chinerò la testa e accetterò, se me lo comanderanno»
«Ma non devi sentirti obbligato» borbottò lei, chinando lo sguardo e arrossendo, a disagio.
«Non mi sento obbligato» la rassicurò lui, laconico. «Meglio te di una sconosciuta»
Negli occhi di Ino brillò un lampo di indignazione.
«Prego?» scattò, raddrizzando la schiena.
«Arriva Choji» replicò lui, tendendo l’orecchio alle voci lungo il corridoio. «Forse hanno finito la battuta di caccia»
«Non ho intenzione di lasciar cadere il discorso» mormorò Ino, minacciosa.
Ma un attimo dopo fecero il loro ingresso i marchesi Nara, Yamanaka e Akimichi, accompagnati dal figlio di quest’ultimo, e riempirono il salottino di risate corpose, eliminando anche l’ultimo alito di intimità che era venuto a crearsi.
«Allora? Buona caccia?» chiese Shikamaru, facendo lo sforzo di alzarsi e andare a tendere loro la mano.
«Nulla» sorrise bonario il giovane Akimichi. «E’ stata soltanto una cavalcata, alla fine»
«E allora questa sera cosa mangeremo?» chiese Ino, raggiungendoli e rivolgendo al nuovo arrivato un sorriso condiscendente.
«Con quello che mangi tu, figlia mia, potremmo anche finire per avanzare una quaglia» intervenne il marchese Yamanaka, in tono di vago rimprovero. «La pelle che si tende sulle ossa non ha mai attratto nessun uomo!»
«Ma nemmeno le curve troppo abbondanti, padre» rispose lei, in tono vagamente sostenuto. «E in ogni caso, dubito che dobbiate preoccuparvi dell’eventualità che io resti nubile...» aggiunse dopo un istante, con un sorriso d’intesa.
Il marchese la guardò a lungo, meditabondo. E poi, evitando di incrociare lo sguardo dei compagni, si avvicinò al tavolino su cui erano posati una bottiglia di vino e cinque bicchieri.
«Ino... ho sentito che ieri sera il ricevimento del duca si è svolto senza problemi» iniziò, versandosi due dita di Sangue di Giuda. «Sei riuscita a rivolgergli la parola?»
«No, è rimasto in disparte per quasi tutto il tempo» rispose lei, perplessa. «Ma ho avuto occasione di conoscere il nipote del re»
«Oh, bene. E cosa te ne è parso?» domandò, centellinando il rosso nel bicchiere.
«Sembra un bravo ragazzo. I suoi modi forse sono leggermente affettati, ma credo sia l’influenza della corte, e sicuramente è molto affabile. Probabilmente i suoi gusti in fatto di donne sono discutibili, ma sembra che ultimamente sia una malattia molto diffusa, e in ogni caso mi sembra più incline a divertirsi che non a sistemarsi a breve»
«Dici?» il marchese la guardò, preoccupato. «E il duca? Come ti è parso, a distanza?»
«Padre, perché mi fate queste domande?»
Per un attimo nella stanza aleggiò un silenzio nebuloso. Poi il marchese Yamanaka prese la bottiglia e riempì gli altri bicchieri, voltando le spalle a tutti.
«Non è nulla. Pensavo soltanto che, forse, è giunto il momento di pensare a sistemarti»
E quelle parole, collegate al duca e al nipote del re, fecero correre un brivido di fredda incredulità lungo la schiena della marchesina.






Continua



E' un capitolo che apre molte questioni e non ne chiude nessuna. Ma, in compenso, so più o meno come andranno avanti le cose. Cioè, Mr Yamanaka ha stupito pure me, ma non credo che mi scombinerà molto... spero. Ad ogni modo, non essendo questa fic progettata per essere lunga, taglierò e cucirò di qui e di là, quindi rilassatevi e non temete! U_U
Nel prossimo capitolo, gli Hyuuga e Temari... credo. Essendo che ho finito questo capitolo tipo un'ora fa, potrebbe succedere di tutto nel prossimo, per quel che ne so! XD
Oh, esiste una seconda, fittizia versione di questo capitolo, con una piccola differenza; dedicata a Cami (arwen5786):

Facendo leva sulla volontà più che sulle sue forze, si issò sulle braccia, e buttò un piede giù dal letto. Riuscì a fare lo stesso anche con l’altro, mentre la stanza vorticava davanti ai suoi occhi, e scostò confusamente le lenzuola. Si alzò, passandosi una mano tra i capelli, sbadigliò sonnolento, e fece vagare lo sguardo per la stanza.
Fu allora che vide la giovane domestica che lo fissava ad occhi sbarrati.
Fu allora che lei lanciò un grido, e lasciò cadere la bacinella d’argento che aveva portato perché si sciacquasse il viso.
Fu allora che lui si accorse di essere completamente nudo.

E Camilla, la domestica, lo stuprò.

Amen, Sasuke.

Naturalmente, mi scuso per l'ingiustificabile ritardo con cui si presenta questo capitolo! Perdonatemi, l'università è una brutta bestia... ç_ç E sono ispirata per questa fic solo a casa, praticamente. Anche Bologna è una brutta bestia! T_T
(naturalmente, non appena il capitolo è stato pronto, la linea ha deciso di morire. Dammit!)

arwen5786: partiamo subito dalle tue noticine della volta scorsa! Carattere ingrandito, e... ok ok ok, niente SasuLee! °_° Lo giuro! Anche perché... Mi ci vedi a scrivere del SasuLee IC? ò.ò O meglio: ci vedi qualcuno - uno chiunque - a riuscirci?! Ad ogni modo, sono contenta che per ora i personaggi siano IC. Cioè, essendo un'AU così stramba, mi aspettavo che mi uscissero proprio dagli schemi, e invece più o meno riesco a tenerceli. Forse Shika è il più facile da trattare, ecco. E Ino, che si infila nella parte della cacciatrice di mariti - di Shika - con una facilità disarmante! Ah, tra parentesi, mi hanno chiesto far diventare la fic NaruSaku... Che faccio, accetto? <3
sammy1987: sìììì! Tifate per Rock Lee, l'unico e inimitabile! *_* Io come lettrice terrei per lui, giuro! XD Peccato che Sakura sia una coglioncella... E d'altronde, con quel bel figliolo del duca, chi non le darebbe ragione? Per quanto possa aver tentennato, e per quanto esiti tuttora, non può restare insensibile troppo a lungo...
sasukkias94: chiedo perdono per il ritardo, ma questo è un periodaccio all'uni e la mia vita si è fatta difficile! @_@ Comunque ora il nuovo chap è qui! ^_^
Hipatya:
uhm, penso che Sakura abbia paura di Sasuke come una qualunque contadina dell'epoca può avere paura del duca che le chiede di sposarla all'improvviso! La domanda che sorge spontanea è: oddio, cosa vuole questo, è un maniaco? Che da piccoli abbiano giocato insieme conta poco, quando lui torna ed è straordinariamente figo, freddo e pericoloso - o così si dice... Comunque, non capisco perché sentiate tutti fetore di NaruSaku. ò.ò Ok che mi piace la coppia, ma mica la infilo in ogni angolo, no? Dopo un po' stufa. Per quanto riguarda Shika e Ino, invece, ancora sono un po' perplessa... Devo definire qualche dettaglio, e capire che fare di un certo personaggio! XD
Angel23: eh, chissà se Naruto e Hinata avranno a che fare in questa storia? Non ho ancora fatto comparire per bene gli Hyuuga, vedrò che fare! XD
yuna92: ognuno di voi ha una richiesta sui pairing! XD Se dovessi ascoltare tutti, sarebbe una SasuSakuNaruHinaNejiInoShikaTemaKiba! XD Alla faccia del triangolo! Comunque scoprirai come andranno avanti le cose solo leggendo! ^_^
Saku_piccina93: in effetti anche io pensavo che Sasuke avrebbe rapito Sakura... E così era nei progetti iniziali. Poi però la storia ha preso il sopravvento, e io sono diventata solo un'inutile scribacchina! ç_ç
bambi88: e finalmente... Shika e Tem! In posti diversi, e in situazioni decisamente diverse! Ma che sto combinando? Un quadrato InoShikaTemaNaru? Anzi, ChoInoShikaTemaNaruSakuSasuHinaNeji? XD Per la serie: intrecci letali!
Talpina Pensierosa: come ho già detto a qualcuno, il piano originale prevedeva un rapimento! XD Che poi si è trasformato in una molto più tranquilla richiesta di nozze... Ehh, non tutto è come vorremmo che fosse!
Kairi84: eccappunto, se tu dici "Naruto si sta divertendo un po' troppo" e "voglio vedere cosa ti inventi", è praticamente logico che o imbastisca qualche grosso casino per Naruto! E infatti gli ho trovato persino una fidanzata! E far interagire lui e lei, te lo assicuro, è un vero spasso! <3 Con Sasuke che non sa più da che parte scappare! XD E povero Lee! Che qualcuno parteggi per lui!



  
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