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Autore: ChelseaH    23/06/2008    5 recensioni
“Solo tu potevi accettare l’invito di uno sconosciuto, fra l’altro in uno dei quartieri più malfamati di Amburgo.”
E tutto iniziò con un delitto da Starbucks in cui la vittima fu un cappuccino e l'assassino un ragazzo dagli occhi blu...
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Con questa fan fiction non intendo dare rappresentazione reale dei caratteri e/o delle azioni dei Panik. Non li conosco e non mi appartengono e non ho scritto questo con alcuno scopo di lucro.

Notina iniziale: come praticamente i 3/4 delle mie rpf, anche questa è AU solo nel fatto che i Panik qua non sono ancora famosi.
I Tokio Hotel sono accreditati fra i personaggi ma ci tengo a sottolineare fin dall'inizio [prima che qualcuno pensi di trovarsi di fronte a qualcols'altro xD] che questa è fondamentalmente una PANIK-fic e i TH [nemmeno tutti] entrano in scena solo dal capitolo 12^^

Somebody Out There

1.

Melina entrò di gran carriera da Starbucks, era in ritardassimo ma negarsi il piacere quotidiano di Un cappuccino strabucksiano era impensabile. Mentre faceva la coda guardò nervosamente l'orologio, Katie l'avrebbe uccisa, soprattutto se avesse scoperto che, oltre ad essere uscita di casa in ritardo, si era concessa pure la tappa Starbucks. Ma in fondo che poteva farci? Era una sua addiction e alle addiction raramente si comanda. Ordinò e mentre si dirigeva verso il tavolino con zucchero, cacao e varie per dare il tocco finale al suo cappuccino, il cellulare le vibrò prepotentemente in tasca e non ebbe nemmeno bisogno di guardare il display per sapere chi fosse. Infatti non appena rispose una voce inviperita la assalì dall'altra parte della cornetta.

“Meli si può sapere dove sei finita?!” le chiese l'amica in inglese. Katie era una londinese doc, si era trasferita ad Amburgo tre anni prima per fare l'erasmus e alla fine ci si era sistemata in pianta stabile. Ma l'Inghilterra le mancava tantissimo, così, almeno con Meli, si concedeva il vizio di parlare la sua adorata lingua madre.

“Da St-“

“Non dirmi da Starbucks!”

“Plausibile...”

“Sei davvero irrecuperabile, io sono qua ad aspettarti!”

“Arrivo Katie, un po' di pazienza, devo solo zuccherare il cappucc-“ si interrupe di colpo quando qualcosa la urtò facendo finire il suo agognato cappuccino per terra. Si voltò per cercare il colpevole e si ritrovò di fronte ad un ragazzo con un'espressione mortificata in volto.

“Scusami, non avevo intenzione, aspetta ti aiuto!” si offrì in un inglese talmente perfetto da poter fare concorrenza a Katie che era nata e cresciuta nel pieno centro di Londra.

“Sono tedesca, stolto!” lo rimbeccò Meli, chinandosi a raccogliere il bicchiere ormai vuoto e girandosi verso una delle bariste in cerca di aiuto.

“Oh, scusa... ti ho sentito parlare inglese al telefono e pensavo-“

“La mia amica è inglese per cui parliamo inglese.” lo liquidò in maniera piuttosto brusca, troppo presa dal suo cappuccino-dramma.

Quando una ragazza arrivò a pulire il lago che ormai si era formato ai loro piedi, Meli si avviò sospirando verso l'uscita, se si fosse fermata a prenderne un altro Katie l'avrebbe ammazzata sul serio.

Scese nella metropolitana e nell'attesa si sedette infilandosi nelle orecchie le cuffie dell'ipod, che accese al massimo per non dover sentire i borbottii della gente intorno a lei, quella non era decisamente giornata. Quando la metro si fermò di fronte a lei, salì e venne praticamente travolta da un ragazzo che si era infilato dentro al vagone mentre le porte si stavano richiudendo.

“Ancora tu?” disse in tono irritato togliendosi una delle due cuffie.

“Per un pelo! Tieni! - le disse porgendole un bicchiere strabordante di cappuccino fumante – per farmi perdonare.” le sorrise e lei notò per la prima volta che aveva gli occhi di un azzurro limpidissimo.

“Grazie.” suo malgrado ricambiò il sorriso, in fondo perché farla pagare ad un perfetto sconosciuto solo perché lei si era alzata tardi, la sua migliore amica la aspettava in centro già sul piede di guerra e per giunta doveva finire una tesina di cinema entro il giorno seguente?

“Dove vai di bello?”

“In centro, devo vedermi con una mia amica.”

“Giusto, quella inglese!”

“Esatto!”

“Come ti chiami?”

“Melina, tu?”

“Linke.”

“Che razza di nome sarebbe?” gli chiese senza riuscire a trattenere una risata.

“In realtà è il cognome, mi chiamo Christian ma tutti mi hanno sempre chiamato Linke per cui...” ridacchiò a sua volta.

Chiacchierarono un po' del più e del meno fino a che Meli non si alzò.

“Alla prossima scendo.” gli rese noto.

“Si anch'io, devo tornare indietro.” rise lui.

“Indietro?!”

“Si, non era esattamente nei piani salire su questa metropolitana.”

“L'hai fatto solo per portarmi il cappuccino?”

“Dovevo farmi perdonare, no?” le disse aprendosi in un enorme sorriso.

“Grazie. - gli rispose Meli rigirandosi fra le mani il bicchiere ancora bollente mentre la metro si fermava e i due scendevano – beh, ci si vede in giro!” lo salutò senza pensare che le probabilità di incontrarlo di nuovo in una città grande quanto Amburgo fossero alquanto scarse.

“Perché stasera tu e la tua amica non vi unite a me e i miei amici? Niente di impegnativo, giusto un po' di sano alcol,”

“Io bevo solo birra e vodka.” lo avvertì.

“Vada per la vodka! Ci vediamo fuori dal Golden Puden Club, sai dov'è?”

“Ma... non è a St.Pauli?” chiese la ragazza scettica,

“Si, ma niente di spinto o gay o strani mix delle due cose. - rise lui – devi scendere a Reeperbahn.”

“Mmm... ok dai!” acconsentì lei.

“Facciamo che ci troviamo fuori dalla stazione della metro, almeno evitate di perdervi per St.Pauli di notte.” continuò a ridere di gusto lui.

“Guarda che noi e St.Pauli siamo una cosa sola.” Meli decise di stare al gioco.

“Ah si? E che posti frequentate?”

“Beh, siamo affezionate clienti della condomerie ovviamente, presente? Sta vicino al Docks.”

“Ooooh, vedo che sei un'esperta!”

“Di sicuro mai quanto te e i tuoi amici scommetto.”

“Vedremo!” ridacchiò lui e poi i due si salutarono.

******

“Chi è?” chiese Neely guardando con fare interrogativo il cellulare dell'amico che aveva appena suonato.

“Sarà David, magari ha cambiato idea riguardo a stasera.” le rispose.

“E' Linke. – gli disse la ragazza aprendo lo sportellino del cellulare e leggendo il messaggio – dice che ha invitato una ragazza conosciuta sulla metro e la sua amica ad uscire con noi stasera.”

“Da quando Linke rimorchia sconosciute sulla metropolitana?” chiese scettico il ragazzo.

“Da oggi evidentemente. - sghignazzò lei stravaccandosi ancora di più sul letto mentre osservava l'amico accordare la chitarra – ma quindi chi c'è stasera?”

“Che io sappia noi due, Linke, Juri, forse Jan e poi le nuove conquiste di Linke.”

“Franky?” gli chiese speranzosa.

“No, Franky no. - le lanciò un'occhiata divertita e lei sbuffò – magari verrebbe se ti premurassi di fargli sapere in che maniera gli vuoi bene.”

“Figurati... credo che pensi che io e te stiamo insieme in gran segreto.” osservò indignata.

“Se ogni volta che lui è nei paraggi tu evitassi di appiccicarti a ventosa a me solo per non sbavargli in faccia magari non lo penserebbe.” le fece notare, sempre più divertito.

“Ma per cortesia! Solo la sua mente bacata potrebbe fare associazioni di quel tipo fra noi due. Dai è evidente che gli muoio dietro!”

“In effetti ogni volta che siete nella stessa stanza bisogna andare in giro con il canotto per non rischiare di affogare nella tua bava.” rise.

“Timooooo!” Neely era saltata su lanciandogli addosso la prima cosa che si era trovata a portata di mano, ovvero il suo stesso cellulare e lui abbandonò seduta stante la chitarra per saltarle addosso iniziando una delle loro solite lotte.

Timo e Neely si erano conosciuti all'inizio delle superiori, quando ancora lui manteneva un'apparenza di decenza degnandosi quantomeno di fare presenza in classe, ed erano diventati nel giro di breve amici inseparabili. Inizialmente lei credeva di essersi presa una cotta per lui, non aveva mai ponderato l'idea di diventare seriamente amica di un ragazzo, ma poi aveva capito che l'attrazione che la portava verso Timo era puro e semplice affetto fraterno scaturito da quella che sarebbe negli anni diventata un'amicizia di prima classe.

Prendere Timo Sonnenschein significava però accollarsi anche David Bonk.

David era il migliore amico di Timo praticamente da quando erano nati e inizialmente Neely si era ritrovata ad essere parecchio gelosa del rapporto fra loro due, ma ben presto se ne era fatta una ragione scoprendo anzi che David era per lei un'amico prezioso tanto quasi quanto Timo.

“Ma David cos'ha da fare di così importante stasera?” chiese in una tregua dalla loro lotta a suon di solletico e cuscinate.

“Gli hanno offerto cento euro per suonare per dieci minuti il pianoforte alla noiosissima festa di compleanno di non so chi e lui ci si è fiondato.”

“Ma è così al verde?”

“Mi ci sarei fiondato anch'io se mi avessero offerto cento euro per cantare dieci minuti.” le fece notare con aria offesa.

“Siete proprio due morti di fame.”

“Scusa se abbiamo una strumentazione da mantenere.” le rispose dandole una sberla amichevole e tempo due secondi avevano ripreso la lotta giocosa.

******

“Solo tu potevi accettare l'invito di uno sconosciuto, fra l'altro in uno dei quartieri più malfamati di Amburgo.” Katie pareva seriamente divertita.

“Ma tu dovevi vederlo, se escludiamo l'attentato alla mia colazione è stato un amore...” le rispose Meli con aria sognante.

“Si immagino, se ti ha colpito così tanto sarà stato senz'altro donna inside o con pesanti tendenze allo slash.” rise l'altra di gusto.

“Non capisci proprio niente!” la rimbeccò.

“E' la pura verità, ogni volta che definisci un ragazzo un amore, o è uomo solo per gli attributi oppure ha pesantissime tendenze allo slash.”

“Bill non è uomo solo per gli attributi .” sbuffò Meli, ben sapendo che il riferimento alla donna inside era tutto per il frontman di uno dei suoi gruppi preferiti, i Tokio Hotel.

“Bill è entrambe le cose perché ha anche tendenze potenti allo slash.” osservò serissima Katie.

“Sarà stato uomo quella sottospecie di coso di cui ti eri invaghita l'estate scorsa in Italia.” borbottò Meli ricordando la loro disastrosa vacanza in Italia, nella quale la cosa più carina che era loro capitata era stato un concerto di un gruppetto di indigeni locali piuttosto bravi, del cui bassista Katie si era abbondantemente invaghita.

“Non cambiare discorso! Quindi stasera ci dobbiamo affidare a degli sconosciuti capeggiati da questa tua nuova fiamma potenzialmente donna inside e potenzialmente slash?”

“Non è nessuna delle due cose, e soprattutto non è una mia nuova fiamma! Ho solo detto che è stato un tesoro.”

“Bah, vedremo stasera. Non vedo l'ora, poi altro che locale, questi come minimo ci portano al gay kino!” ridacchiò.

Meli rinunciò a controbattere, tanto sapeva benissimo che con Katie era un'impresa persa tentare di averla vinta a parole.

******

“Fortuna che non è la tua nuova fiamma! - esclamò Katie mentre salivano le scale della stazione della metro di Reeperbahn – guarda che trucco perfetto che hai addosso! Per non parlare della gonna!”

“E' una serata come tante altre, non è che devo uscire di casa sbattuta solo per dimostrarti che non è come credi!”

“La gonna!” ribadì Katie che ben sapeva che Melina e le gonne erano due realtà incompatibili.

“E allora? Tu invece, guardati! Ti sembra il caso?” chiese indicando la felpa della tuta e i jeans che la ragazza indossava.

“Mi sarei dovuta mettere in tiro per andare al gay kino?” le chiese con aria di sufficienza e Meli non ebbe il tempo di replicare perché sbucarono in superficie trovandosi Linke di fronte.

“Che bello, siete venute davvero!” le accolse nel suo inglese impeccabile.

“Perfetto, ci mancava giusto che si mettesse a fare il saccente.” bofonchiò Katie sopprimendo a stento una risata.

Note: Premetto che è la prima Panik fic che scrivo, e che è qualcosa come un anno che vorrei scriverne una ma non ci riesco. Solo che ora che la Panik addiction ha preso pure la cicci e il porro mi sono ritrovata praticamente costretta ç_ç

Ringrazio la cicci per avermi aiutato a mettere insieme una trama (o quantomeno un inizio di trama e la minaccia di non parlarmi a vita se il personaggio a lei ispirato finiva con T:mo xD), e ringrazio il porro per la solita betatura e per il titolo (e io povera stolta che pensavo stesse componendo poesie per la sua stupida nazionale, invece no, mi stava procacciando titoli xD).

Ora qualche nota alla comprensione di questo capitolo per chi non è mai stato ad Amburgo: St.Pauli è il quartiere a luci rosse, e c'è tutta una strada principale che va dalla fermata della metro di St.Pauli a quella di Reeperbahn in cui ci sono praticamente solo ed esclusivamente sexy shop, videonoleggi porno, negozi molto bondage, cinema porno e cinema gay (i gay kino per l'appunto) e roba simile. Nel mezzo c'è anche il citato Docks che è un locale in cui fanno spesso concerti di un certo rilievo (ad aprile ci hanno suonato anche i Simple Plan) e pub e locali normalissimi (il problema è che devi scavare tanto per scovarli xD). Il Golden Puden Club esiste veramente ed è per l'appunto uno di questi ^^ La condomerie esiste veramente pure quella, ed è veramente vicino al Docks, se sia veramente ciò che dice il nome non l'ho appurato con mano ma, vedendo il posto dove è messa non lo escluderei per niente xD

Passiamo a Melina. Lei è davvero tanto Starbucks addicted esattamente come me [con la differenza che lei abita ad Amburgo e c'è uno Starbucks ogni due incroci in centro, mentre io abito qua e mi attacco al tram ù_ù]. The Starbucks way is the waaaay!

La disquisizione su Bill e sui ragazzi che piacciono tendenzialmente a Meli credo non sia altro che la trasposizione dei discorsi quotidiani fra me e la cicci ahah xD

Bene… credo di aver detto tutto il necessario!

Spero gradiate questo primo capitolo e ovviamente i commenti non possono farmi che piacere ^_^

   
 
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