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Autore: _Ash    26/02/2014    4 recensioni
-Il treno era fermo al binario 9 ¾ e tutti gli studenti accompagnati dai loro familiari, stavano ammassati davanti alla locomotiva che presto li avrebbero portati verso la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.- (1° capitolo)
Quest'anno, il loro primo anno a Hogwarts potrebbe essere molto più eccitante di quanto non crediate...tuffatevi anche voi in questa avventura, dove scopriremo la leggenda dei quattro maghi più irriverenti del secolo!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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BFH Snowflakes! Vedo con piacere che ci sono nuove recensioni e molte persone che mi seguono *s’inchina* GRAZIE! Tutto questo mi rende felice e mi da la forza di pubblicare – davvero! - e mi terrorizza…perché? Be, perché ho paura che la storia vi deluda, che non vi possa piacere con il passare dei capitoli, magari vi aspettate qualcosa di diverso…e ho paura di deludervi…(Visto che sono molto brava in questo -.-)
Jack: E basta con tutta questa lagna!
Io: mi conosci, non posso fare altrimenti ù.ù xD
Jack: forza, tu provaci! Nella vita bisogna pur tentare! Al massimo ti diranno che la storia farà schifo XD
Io: Haha…grazie per questa sintesi illuminante!
Hic: Hey, quella battuta è mia!   
Ok, riprendiamo il controllo; niente, avrete notato che Rapunzel e Merida hanno avuto poche parti (specie Punz) ma non preoccupatevi, arriverà anche il loro momento…;)
Questo capitolo è un po’ più lungo e spero tanto vi possa piacere >.< Cercherò di aggiornare ogni quindici giorni ok?^^
Buona lettura!
-Ash-







CAPITOLO 3: QUESTA SARà LA TUA CASA...

Alla fine della scalinata, ad attendere i nuovi studenti, c’era una professoressa, avvolta in una tunica verde con contorni d’orati, di una stoffa morbida e lucida, i suoi lunghi capelli castani raccolti in due code addobbati da dei cordoncini d’orati intrecciati tra loro a mò di treccia.
Quando tutti i ragazzi raggiunsero il pianerottolo, la professoressa gli diede il benvenuto.
«Benvenuti ad Hogwarts, giovani studenti, io sono la profesoressa Elinor. Dunque, tra non molto entreremo nella sala grande dove ad attendervi ci saranno non solo i miei colleghi professori e i vostri futuri compagni più grandi, ma anche il momento dello smistamento nelle quattro case: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e…Serpeverde.» pronunciò quest’ultima come se fosse qualcosa di indecente, cercando comunque di mantenere un certo contegno.
«Che la cerimonia abbia inizio!» così dicendo si voltò, la porta si spalancò ed iniziarono ad entrare nella grande sala.
Non c’è bisogno di dire che tutti furono ancora più meravigliati nel vedere il soffitto stellato come se fosse vero in cui galleggiavano candele accese.
La sala era immensa e composta da quattro tavolate molto lunghe, in cui vi erano, oltre ai posti vuoti che avrebbero occupato i nuovi studenti, quelli dal secondo al settimo anno, che guardavano incuriositi i nuovi arrivati.
Jack iniziò a sentirsi un po’ a disagio e cercò di guardare avanti -ma non era molto incoraggiante vedere la tavolata dei professori.
‘Mantieni la calma.’ Si disse. Si sentiva nervoso, colpevole di qualcosa che non seppe spiegarsi nemmeno lui, come se già avesse deluso tutti.
«Non voglio finire in Serpeverde!» bisbigliò Merida.
«Perché?» chiese, cercando di tornare calmo e a quella domanda lei lo guardò accigliata.
«Ah, giusto, tu non…Be vedi, a Serpeverde ci finiscono sempre i maghi o le streghe malvagi, e io non voglio assolutissimamente! Capisci!?» disse isterica
«Ok, ok, calmati. Di sicuro non ci finirai, sei troppo ingenua per quello.»
«Grazie! Che bel…Hey, un attimo, ingenua!?»
«Haha,vedi?»
Lei si imbronciò.
«Il mio era un complimento.»
Lei si girò e gli fece la linguaccia.

Più indietro c’era anche qualcun altro nervoso per la scelta della casa. Hic non si aspettava certo di entrare in Grifondoro, idea troppo utopistica. Lì ci vanno il top dei top, i coraggiosi, coloro che sono capaci in tutto. E lui non riteneva di rientrare in nessuna di quelle caratteristiche.
Si sarebbe accontentato di Tassorosso o Corvonero. Ma non Serpeverde. Quello no.
Iniziò a sentire le gambe molli, ma cercò di concentrarsi e stare calmo.

«Ma è fantastico! Guarda che roba!» la ragazza dai lunghi capelli biondi continava a guardarsi attorno e ad indicare qualsiasi cosa per lei meravigliosa vedesse, e gli alti studenti iniziarono a guardarla male.
Alcuni seduti ai tavoli la notarono e si misero a ridere per la sua spontaneità; ovviamente quelli di Serpeverde avevano appena trovato un nuovo giocattolo…
Finalmente giunsero alla fine della sala, davanti al tavolo dei professori dove c’era uno sgabello con un vecchio cappello a punta.
«E quello che roba è?» chiese Jack.
«Colui che ci smisterà.»
«Ah…»
«Dunque, ora vi chiamerò uno alla volta, voi verrete avanti, e indosserete il cappello parlante che vi smisterà nelle vostre case.»
Il cappello parlante canticchiò una canzoncina, prima di iniziare:

Se in una casa tu vuoi andar,
il cappello devi indossar,
e in un attimo te lo dirà!

La professoressa tirò fuori un rotolo di pergamena e iniziò a chiamare i primi studenti. Ogni volta che un ragazzo si alzava per andare a sedersi, a Jack saltava un battito e notò che anche Merida era molto nervosa, ma non erano certo gli unici.
«Moccicoso.» quando chiamò quel nome, si fece largo spintonando gli altri studenti e il cappello parlante, una volta messo in testa, non ci mise molto a pronunciare “Serpeverde!”
La sua casa lo acclamò con entusiasmo e intanto l’elenco dei ragazzini ancora da smistare, proseguiva.
«Merida Dunbrock» Quando chiamò il suo nome, lei salì i due gradini, esitante e si mise il cappello in testa.
Era molto agitata, e sperava davvero di non finire in serpeverde.
‘Ti prego, ti prego, ti prego!’
«Oh…Si, Tassorosso!» Lei tirò un sospiro di sollievo e scappò alla tavolata, scambiandosi un occhiata con Jack, il quale gli fece l’occhiolino come a dire “cel’hai fatta”
Si sentì improvvisamente solo.
I nomi andarono avanti.

«TestadiTufo» si presentò un ragazzo biondo che Hic riconobbe subito.
«Serpeverde!» urlò il cappello.
«Chissà perché mel’aspettavo.» boffonchiò tra se.
«TestaBruta» questa volta fu sua sorella ad indossare il cappello e anche lei finì in Serpeverde.
«Rapunzel!» ad avvicinarsi quasi titubante fu una ragazza dai capelli lunghi raccolti in un intricata treccia d’orata, gli occhi grandi verdi che scrutarono la folla, per poi sedersi sullo sgabello con indosso il cappello più grande di lei.
Molti la riconobbero come colei che indicava tutto ciò che ammirava un attimo prima e si misero a parlottare tra loro, altri a sorridere, mentre altri, semplicemente, la ignorarono.
«Vediamo…Corvonero!» lei tutta contenta, come se avesse visto un sacco pieno di caramelle, andò al suo tavolo, andando ad inciampare distrattamente addosso agli studenti e ai due gradini.
«Ops, scusate! Scusa!»
Stava quasi per uscire dalla cerchia di studenti, quando inciampò nei piedi di qualcuno e andò addosso ad un ragazzo castano.
«…Come dire…Pesi!» riuscì a dire con l’ultimo respiro.
«Oh, scusami tanto!» disse lei alzandosi in piedi e tirando per le braccia anche lui, rimettendosi entrambi in piedi.
«Ah, tranquilla…» disse lui cercando di sistemarsi un attimo, poi alzò gli occhi e si ritrovò i suoi grandi occhi verdi a fissarlo con preoccupazione e curiosità.
«…Wow…cioè, vogli dire, ti sei fatta…male?» balbettò Hic.
«Oh,io? No no! Tu? Scusa, davvero, ora…meglio che vada!» si sistemò un attimo e s’incamminò per andare al tavolo, ma si fermò e urlò ancora:
«Scusa, scusa davvero!» disse e si dileguò.
«Hiccup Horrendous Haddock III» quando chiamò il suo nome lo sentì a stento, ancora stordito dallo scontro con la ragazza bionda.
Quando indossò il cappello, gli coprì gli occhi da quanto grande gli stava; il cappello ci mise un po’ prima di prendere la sua decisione:
«Sicuramente…Grifondoro!»
«Cosa?! Davvero?» chiese lui incredulo.
«Vuoi che cambi?»
«No no!» rispose Hic e posandolo delicatamente sullo sgabello;  a quella schermaglia tra il ragazzo e il cappello, molti si misero a ridere.
‘Sono un grifondoro!’  Non ci credeva.
Andò a sedersi al tavolo mentre i loro nuovi compagni si congratularono con lui, senza che lui non se ne rendesse quasi conto.
‘Io…un Grifondoro?’
Si sedette, guardandosi attorno con più attenzione e ringraziando chi gli dava il benvenuto.
‘Sono tutti così gentili.’
Notò che Astrid lo guardava in modo strano, così si voltò.

«Jack Frost»
Quando sentì il suo nome sentì il cuore battere più veloce, poi si avviò verso lo sgabello, si mise il cappello e attese.
«Dunque…»
Dopo quelli che sembrarono minuti interminabili in cui il cappello era veramente indeciso e fece alcune smorfie indecifrabili, emise il verdetto:
«…Serpeverde!»
Sperava con tutto se stesso di non sentire pronunciare per lui quel nome, e invece…
«Cosa?!» urlò arrabbiato.
«Ordine, prego!» ordinò Elinor, e il pover Jack non potè fare niente di fronte al temperamento e all’ordine della professoressa, così si tolse il cappello che cadde a terra e andò a sedersi al tavolo dei Serpeverde.
Vide con la coda dell’occhio Merida, dispiaciuta, che lo guardava.
‘Perfetto.’
Giunto al tavolo, molti applaudirono al nuovo arrivato, aspettavano di poter battere un cinque, ma lui non li degnò di uno sguardo e si sedette, voltandosi dall’altra parte.
Ora che tutti i ragazzi avevano finito lo smistamento, un umone piuttosto panciuto e con una folta barba bianca seduto al centro degli altri professori si alzò e tutti si zittirono di colpo.
«Benvenuti a nuovi studenti e bentornati ai vecchi. Io sono preside di scuola, Nicholas North. Dunque, ai Prefetti come sempre miraccomando di dare opportune istruzioni ai nuovi arrivati, Ed ora…la cena è servita!»
Battè le mani due volte e le tavole, un secondo prima prive di anche il più piccolo ornamento, ora erano imbandite di ogni genere di leccornia si possa immaginare.
A quello spettacolo Jack non potè non meravigliarsi, così iniziò ad assaggiare qualunque cosa gli capitasse a tiro, a cominciare dal pollo in salsa d’arancia, roastbeef tagliato sottile, dolcetti di cioccolata e mandorle, purè di patate, tutto insieme.
«Caspita, sembri un Throll che non mangia da mesi!» sentire quella voce lo fece sobbalzare.
«E’ per soffocare l’amaro. Non dovresti essere con i tassorosso?» chiese addentando una coscia di pollo arrosto senza neanche guardarla.
«…Mi dispiace.» riuscì a dire lei guardandolo dispiaciuta.
Vide la sua mascella masticare con meno foga.
«Ma vedrai che ti troverai bene, non saranno mica tutti cattivi, giusto?»
«Hey tu, tassorosso! Questo non è il tuo posto!» urlò qualcuno
«Io sto dove mi pare e piace!» lo zittì lei.
«Dai, tornatene al tuo posto.» disse gentilmente Jack con un accenno di sorriso.
«Ok, ma se speri di liberarti così facilmente di me, ti sbagli di grosso. Ci vediamo domani!» disse lei.
Quel ragazzo gli faceva tenerezza e gli dispiaceva molto che fosse finito tra i Serpeverde. Parlandogli sul treno aveva capito che non doveva essere un tipo poi così male e si era detta che l’avrebbe aiutato a capire il mondo della magia, poiché sembrava non conoscere niente di niente.
Non voleva certo non rivolgergli più la parola solo perché era finito in Serpeverde, ma sperava che qualcuno non lo inoltrasse nel tunnel dei “cattivi ragazzi”. Aveva sempre guardato male quella casa, ma ora doveva fare un passo avanti e superare quei pregiudizi. Per lui.
«Oh cielo, che fame!» si disse.

Finito di mangiare, tutti gli studenti si alzarono e i Prefetti delle varie case chiamavano quelli del primo anno di seguirli e mantenere il passo in modo da non perdersi.
Hic si fece trascinare dalla folla, pieno come un uovo e stanco.
I prefetti correvano quasi e presto si dimenticò la strada percorsa fino al dormitorio dei grifondoro.
Salirono per rampe di scale, corridoi a destra, a sinistra, fino ad arrivare davanti ad un ritratto di una signora vestita di tutto punto con colori cangianti.
«Parola d’ordine?» chiese lei.
«Scalderonis» il ritratto si aprì e tutti entrarono in una specie di botola buia per poi sbucare in una stanza circolare, grande ed accogliente grazie ai colori vivaci rosso e giallo delle pareti e degli arredi (dei divani e poltrone) e un fuoco scoppiettante acceso nel camino di pietra.
«Wow, che bello!» esclamò il castano guardandosi attorno.
Il prefetto, che Hic riconobbe come Flyn Rider, iniziò a parlare per dar loro istruzioni:
«Bene, questa è la sala comune di noi grifondoro, le stanze dei ragazzi sono a destra, quelle delle ragazze a sinistra. Vi consiglio di andare a letto presto, sapete, i professori non tollerano molto i ritardatari.» disse a mò di confessione.
«Soprattutto alla professoressa Elinor, che è anche il capo della nostra casa.
Bene, troverete tutto nelle vostre stanze, dividetevi i letti senza litigare e…Buonanotte!»

I sotterranei erano bui e freddi.
Le poltrone erano già tutte occupate dai suoi coinquilini (il termine più civile che trovò) e continuava a guardarsi attorno, seduto vicino alla finestra.
Gli sarebbe mai capito qualcosa di bello, un giorno? Pensava che, una volta arrivato a Hogwarts, la sua vita sarebbe cambiata, avrebbe dimostrato a tutti che sapeva fare qualcosa, avrebbe vissuto felice, e invece…
«Hey, tu!» una voce arrogante lo fece tornare alla realtà e si trovò davanti tre bulletti.
«Forza solitario, vieni a festeggiare con i tuoi nuovi amici.» lo invitò Moccicoso.
«Lasciami stare.» rispose seccato.
«Oh, che c’è? Il poverino non si sente a suo agio in questa casa?» iniziò a prenderlo in giro e Jack si sentì prudere le mani.
«Perché non te ne torni a festeggiare e mi lasci in pace?» ringhiò lui
I tre lo guardarono e Jack si voltò dall’altra parte. Era davvero sconfortato.
«Dovrai rassegnarti, ora questa è la tua casa.» gli disse menttendogli una mano sulla spalla, e poi scoppiò a ridere.
Se avesse potuto sarebbe scappato volentieri da quella finestra…peccato che fosse murata e il cielo stellato solo una magia. Se ne andò in camera, sotto le coperte ‘Ora questa è la tua casa.’  Quella frase continuava a tormentarlo, non riusciva a pensare ad altro, mentre un lieve senso di nausea e tristezza lo pervase, facendogli male al petto.
 ‘Ora questa è la tua casa.’
«Ok, pensa a qualcosa di bello.» si impose.
‘Ora questa è la tua casa.’
Cercò di ripassarsi tutti i nomi dei dolcetti che Merida gli aveva insegnato e i nomi di quei tre professori che si ricordava.
Cominciò a funzioare e pian piano si calmò e così cercò di addormentarsi.


Scusa Jack, scusa scusa!! Mi addolora tanto averti messo in serpe…>.< ok, ora molti di voi non saranno d’accordo con la scelta delle case, o come si vede dalle fan art in giro, sono diverse…ma io ho preferito così, e c’è una ragione…(forse XD…)
Avete riconosciuto la nostra professoressa vero? :D spero di si!
Nel prossimo capitolo incontreremo un altro personaggio molto buffo e che, personalmente, mi è venuto da inserirlo all’ultimo, un lampo di genio xD
Ringrazio Kiaretta_scrittrice92 (nonché mia amica-sorellina!), Spirit734 e BeyonBday per la recensione al capitolo precedente e ovviamente, tutti quelli che mi seguono ^o^
A presto <3


   
 
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