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Autore: Eris_Elly    27/02/2014    1 recensioni
- L'amore? Due cuori che si tengono per mano, tremando senza paura, due sguardi che abbracciano lo stesso orizzonte, due bocche senza parole, dove un bacio rende eterno un istante.
Britannia,anno 1732
La giovane C.c,dama di compagnia della sorella minore dell'imperatore,in un ballo a corte,incontra chi non avrebbe mai immaginato di incontrare.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: C.C., Euphemia li Britannia, Kururugi Suzaku, Lelouch Lamperouge
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Nessuno se ne accorge che io ormai non ci sono più.

ascolto,parlo,sorrido,ma non ci sono più.



















Eravamo solo all'inizio di marzo e l'aria cominciava a diventare pesante. Il cielo stava assumendo un colorito molto strano,mentre qualcuno bussò alla porta.-Avanti.-ordinò quell'uomo dall'aria annoiata.-Sapevo di trovarti qui.-irruppe il ministro con il suo solito sorriso sincero. Il sovrano,dal canto suo,era seduto sul delicato divano,mentre sorseggiava del the.
Sollevò appena il viso per incrociare il suo sguardo.-Da quanto tempo,prego entra.-l'invitò,sapendo benissimo che dai suoi movimenti poteva dedurre il suo imbarazzo. Non era ancora abituato a chiamarlo re; quando erano piccoli si chiamavano addirittura fratelli. All'esterno non era cambiato niente,ma Suzaku potè intuire che il suo animo era indaffarato con qualcosa di più grande. Governare un popolo non era una cosa semplice. Si fidava del suo istinto e delle scelte che avrebbe fatto. Non aveva mai deluso nessuno. Era sicurissimo di fare le scelte giuste,diversamente dal padre,che dopo due anni di tirannia,era stato giustiziato dal parlamento.
Si sedette accanto a lui,timoroso.-Come vanno le cose?-aveva l'impressione di non essere stato sentito,perchè il re stava leggendo e firmando parecchi documenti.-Abbastanza bene.-rispose con una piccola risata amara.-Cornelia non è qui,perciò dovrò controllare personalmente gli affari amministrativi.-un ultimo sorso e un'ultima firma,poi si lasciò cadere sulla poltrona,sfinito.
-Dev'essere dura fare il re.-scherzò il giapponese,mentre l'amico lo guardò con aria di speranza.-Se vuoi ti cedo il posto.-disse subito in preda all'euforia e alle risa. Suzaku alzò le mani al cielo,segno di negazione.-Neanche per sogno.-altre risate e quella stanza era arrivata alla temperatura giusta.

Poi,com'era arrivata,così svanì. Il volto di Suzaku assunse un espressione afflitta e seria contemporaneamente.-Il tempo della scelta si sta avvicinando.-le sue parole appesantirono l'animo del suo amico,guardandolo con stupore. La scelta? Di che stava parlando?
-Non capisco dove vuoi arrivare.-Lelouch era assai confuso,mentre Suzaku era sicuro come la morte.-E' il momento di scegliere una consorte.-inclinò la testa,come quando si parla ad un figlio per ricordargli di fare i compiti,e lui,questa parte,la stava prendendo molto sul serio.

Gli occhi del sovrano divennero più scuri di quanto non fossero stati prima. Si alzò,dirigendosi verso la finestra,la testa in subbuglio per quell'inconveniente. Doveva trovare una compagna,i desideri del popolo venivano prima di ogni altra cosa. Questo lavoro comportava rischi e sacrifici. Tutto alquanto insidioso. 

Il suo cuore aveva già gridato il suo nome. Quel nome meraviglio che l'aveva tormentato per così tanto tempo. E come per magia,era diventata sua. Aveva visto posti di lei che nessuno avrebbe mai avuto il piacere di vedere.
Sorrise al ricordo di quella notte,come se fosse successo ieri,assaporando ogni minimo dettaglio mentre i loro corpi si univano sotto quella promessa solenne.-Avevi già qualcuna in mente?-la voce di Sukaku gli fece aprire la mente,riportandolo sul pianeta terra. Quanto voleva che almeno lui lo capisse. Era il suo migliore amico,ma non poteva rivelargli di essersi innamorato della dama di compagnia di Nunnaly. Come avrebbe reagito? E sopratutto come l'avrebbe presa il popolo? 

Solo in quel momento,realizzò che per C.C avrebbe sfidato il fuoco dell'inferno e la furia degli dei. Era pronto anche alla morte.
Quando le loro pelli si sfiorarono per la prima volta,fu travolto da sensazioni immense,come se qualcosa di forte e potente l'avesse attraversato. Scosse il capo,rimproverandosi mentalmente. Non poteva permettersi di fare altri sbagli.
Ma sopratutto non non poteva continuare a mentire a lei,alla sua famiglia e a quell'amico che si preoccupava ogni minuto per lui. 
Visto che non azzardava a proferire parola,il ministro lo incalzò,elencando varie opzioni.-Elizabeth Ford sarebbe meglio escluderla,ha solo quattordici anni,troppo giovane. Poi abbiamo Annabelle Germaine-si grattò la testa riprendendo fiato,mentre esaminava ancora una volta la sottoscritta.-cinquant'anni,troppo vecchia.-Lelouch lo guardò ammonendolo a fermarsi:non c'era più niente da fare. 

Lui aveva già scelto.

Ma l'amico non si perse d'animo,avrebbe fatto di tutto per garantirgli il totale successo,teneva molto a lui,e di conseguenza voleva anche che il paese fosse contento.-Poi c'è la contessa Fenette.-solo all'accenno di quel nome gli veniva la nausea. A corte era costretto dal galateo a comportarsi come un gentiluomo,ma in privato provava il più grande disprezzo per quella donna che non apprezzava niente della vita. Invece lei. Oh,lei l'aveva resa più solare. -Non ho alcuna intenzione di prenderla in moglie.-scosse il capo adirato per l'idea che aveva avuto l'amico.
-Qui non si parla di matrimonio per amore.-ribattè subito Suzaku.-Qui si mette in gioco il popolo di Britannia. Sai che prima o poi dovrai dare un erede,e che la contessa è un buon mezzo per ottenerlo. Non c'è donna più nobile e raffinata a corte.-forse non si rese conto di quanto erano taglienti quelle parole. Solo alla parola erede ebbe un capogiro. Il dovere coniugale era verso il bene del popolo,su questo era d'accordo con lui.
Ma aveva già scelto chi dovesse stare al suo fianco.-Il mio cuore appartiene ad un'altra.-confessò,sull'orlo di dirgli anche il resto. Anche quando abbassò il capo,notò un nota di tristezza in Suzaku.-Sulle questioni di cuore,io non posso intervenire.-aggiunse con un sospiro sommesso.-Ma rifletti su ciò.-avrebbe davvero pensato di fare la fine di suo padre?
Strinse i pugni,incoraggiando una piccola parte di se che era rimasta ancora lucida. Il minimo sbaglio e poteva considerarsi morto.

Guardò ancora fuori dalla finestra,il vento che stava soffiando all'esterno,mentre gli alberi annunciavano qualcosa di anomalo avvicinarsi.-Dimmi Suzaku,secondo te anche i desideri sbagliati si potranno mai avverare?-



















                                                                         *          *          *



















La dolce principessa vagava insieme al suo fidato cavallo su quella distesa,non si sarebbe mai stancata,ma le dolci grida di sua sorella la richiamarono.-Sta arrivando un temporale.-l'avvertì Euphemia,mentre Nunnaly alzava gli occhi al cielo.
Le nuvole avevano assunto un'aria impressionante e incredibilmente minacciosa,concentrando le loro forme in un'unica massa gigantesca. Anche l'aria era diventata gelida e pungente.-Arrivo subito.-concesse dispiaciuta,mentre lasciava il cavallo allo stalliere.
-Domani andrà meglio.-le rassicurò la sorella,mentre rientravano a braccetto per l'ingresso principale.-Lo spero.-mormorò,dando un ultimo saluto a Peg,la sua compagna d'avventura.

Erano solo le sette,ed io ero nella mia umile stanza a preparami per l'uscita serale:Oggi era il decimo anniversario della scomparsa di sua maestà,la regina Marianne. Non potrò mai dimenticare la dolcezza e la generosità di quella donna. Era un angelo sceso in terra.
E infatti aveva dato alla luce dei figli meravigliosi. Sono stata davvero fortunata ad aver avuto quel lavoro. 
E cosa più importante,ho conosciuto lui.

Quella chiesa stile gotica aveva il suo fascino,che io non riuscivo a vedere. Al suo interno erano state disposte delle rose rosse di altissima qualità insieme a dei tulipani davvero deliziosi.-Inizi a piangere già ora?-intervenne il giapponese sorridendo,non avrebbe mai voluto che la sua tenera principessa piangesse. La giovane britanna si asciugò le lacrime,in segno d'imbarazzo.-E' più forte di me.-senza che le disse altro,la tirò a se stringendola il più che poteva.
Ci voleva ancora del tempo per l'inizio della funzione,e non ebbi momento più adatto per espiare i miei peccati. Mi sarei sentita di sicuro più leggera. 
Mi avvicinai piano all'angolo dei confessionali,scoprendo con mia grande gioia,che padre Vincent era disponibile. Adoro quell'uomo. Aveva le mie stesse origini,era stato l'unico che mi riuscisse davvero a capire. Lo guardai per bene prima che si accorgesse della mia presenza. Erano anni che non lo vedevo,e i segni dell'invecchiamento erano ben visibili:La barba era più bianca dall'ultima volta e gli occhi erano ancora più scuri e stanchi. Dall'aspetto tutti l'avrebbero scambiato per un uomo rude e violento,ma in realtà era tutt'altro che questo. 
-Buonasera padre.-mi ero limitata ad una semplice occhiata,sperando che mi riconoscesse.-E' libero in questo momento?-perlustrai l'area intorno,assicurandomi la completa segretezza.
Per tutta risposta,l'uomo in nero ricambiò il suo sguardo serio e spensierato di una volta.-Bambina mia,sei tornata. Ci sono molte cose di cui dobbiamo parlare.-strinse il rosario che aveva al collo,segno che il Signore ci aveva finalmente concesso una grazia.
-Sarò felice di accontentarvi.-non ero mai abituata ad essere così regale,neanche con padre Vincent. Che era come un padre per me.-Ma adesso ho urgente bisogno di confessarmi.-
-Certamente.-mi fece un segno con la mano per accomodarmi al suo fianco.-Puoi dirmi tutto quello che vuoi. Parla pure che qui siamo nella casa del Signore.-cosa potevo dirgli? Non avevo idea di come iniziare il discorso. Era tutto fin troppo complicato. Mi era stato difficile capirlo da sola,figuriamoci esporlo ad un'altra persona.
Chiusi la tenda in fretta,prima mi ero accertata che nessuno ascoltasse quella conversazione,congiunsi le mani davanti al mio viso,facendo un grande respiro.-Io...Sono venuta meno ai miei doveri,prendendo il posto che non mi spettava.-la mia voce era un sussurro che si stava spezzando lentamente in una morsa dolorosa. Che stavo facendo? Stavo davvero dando sfogo ai miei oscuri pensieri. E se non fosse la cosa giusta? Se mi stessi sbagliando? 
Il confessionale mi aveva regalato un grande vantaggio:mentre pronunciavo la mia condanna a morte,il volto di quell'uomo era un mistero per me. Non avevo idea di che opinione si era fatto di me. Per lui ero sicuramente cambiata,e molto anche. 
Ma,di sicuro,nel silenzio che circondava quei misteriosi messaggi,stava riflettendo su cosa avessi potuto fare di tanto grave. Ma ovviamente la risposta non arrivò,non in codice almeno.-Temo di aver stretto un patto col diavolo.-cercai di rimanere lucida,ma il panico non ne voleva sapere niente. Anche se la sua espressione mi era completamente ignota,potevo avvertire tutta la disperazione di quel pover'uomo.-In che senso,cara? Spiegati meglio.-
Chiusi gli occhi,sperando che con altre poche parole capisse,la messa sarebbe iniziata tra pochi minuti.-Amo un uomo che non mi appartiene.-il mio stesso cuore gridava quelle sensazioni strazianti. Cosa avrei fatto se alla fine avesse scelto un'altra? E se fosse stato tutto un assurdo scherzo? In tal caso non c'era niente da fare. 
Quel segreto l'avrebbe portato sempre con se. Sepolto nell'eternità.
-Questo non è un peccato. Fa parte della vita.-rispose piano il parroco,riflettendo sulla risposta,selezionando quella più accurata e semplice.-Ogni giorno incontriamo migliaia di persone,ma solo il cuore può decidere per chi vale la pena soffrire.-non capivo il senso. Dove voleva arrivare? Mi stava davvero dicendo che per qualsiasi cosa faccia,sia destinata a soffrire per un amore non ricambiato?
-Vale la pena soffrire per quest'uomo?-la sua parte razionale di bloccò. Mai prima d'ora si era posta quella domanda. E se fosse frutto della sua testa? Se fosse un sogno durato troppo a lungo? 
Scostò la tenda,molta gente aveva preso posto nelle tribune per assicurarsi una bella visuale,mentre il sovrano,come naturale diritto,aveva preso il posto migliore. 
Un minuto e mi sentì scoppiare dentro,qualcosa si accendeva quando incrociavo il suo sguardo,anche per puro caso. Se non avessi mai incontrato la sua figura per un giorno intero,sarei potuta impazzire. Quelle attenzioni erano diventate fondamentali,ormai. Non potevo più resistergli. 

Lui era il veleno e anche la mia cura.

I polmoni erano letteralmente in fiamme,mentre le mani si stringevano l'una all'altra cercando riparo dal freddo.-Che Dio mi perdoni.-sussurrai a fior di labbra,mentre eseguivo il segno della croce,un segnale che il parroco interpretò come un ammonimento,infatti ne avevo avuto abbastanza per oggi;
-Possa la tua anima trovare la pace.-recitò la preghiera che si usava alla fine di una confessione,forse quello mi sarebbe servito per avere un po di fortuna. Non sapevo più cosa pensare.
A volte stentavo a capire cosa fosse giusto o sbagliato.

E lui era in cima a entrambe le liste.

Il suono dell'organo mi fece ridestare dai miei pensieri,prendendo posto vicino a Nunnaly,che mi aveva fatto un cenno da lontano. 
Durante la funzione,la dolce principessa aveva stretto la mia mano incessantemente. -Non lasciarla mai.-non doveva temere niente,di me poteva fidarsi. Anzi,non tanto,dopo quello che avevo fatto alle sue spalle. Mi sentivo come un topo in trappola,incapace di uscire alla luce del sole,era come se la rivelazione fosse ancora più scottante dell'atto che avevo adempiuto fino alla fine.
Quando le porte della chiesa si aprirono per far passare i reali,fui investita da una strana brezza. Che fosse questo un segno del destino?
Il re sembrava sconvolto,ogni anno aveva la stessa espressione,come se perdesse in continuazione quella donna che per lui era stata un dono. Mai avrebbe rinnegato quella dolcezza,e mai sarebbe stato capace di farne a meno.

-Mi dispiace tanto.-confessò la contessa a mezzo metro da lui,la sua voce era così acuta e acida,che avrei giurato fingesse. Ma io non ero nessuno per giudicarla.-Vostra madre era una donna meravigliosa,non mi stupisco che abbia avuto un figlio così bello.-come poteva approfittare di quel momento doloroso per fare dei complimenti? Non aveva il minimo senso della sensibilità?
Il re non accennava a muoversi,digrignando i denti in modo convulso,sperando che la rabbia si consumasse in fretta.-Posso allietarvi con la mia presenza?-aveva ripreso la contessa,aumentando la sua sfacciataggine. Lelouch si girò un attimo per scrutare il volto di Suzaku:sicuro come non mai. Gli fece un segno d'assenso,trasmettendogli che quello era la cosa giusta da fare.-Certamente.-usò un filo di voce e le offrì per l'ennesima volta il braccio,il pentimento per quella mossa era alle stelle. Mai nella sua vita aveva sentito del disprezzo per qualcuno.
Ovviamente la prima persona era stata il padre.

Il palazzo era immerso nel più antico silenzio. Quando ebbi la certezza di non essere osservata,radunai tutti i miei spiriti più oscuri,cercando di concentrarmi,ma una fitta di dolore s'impadronì del mio corpo,circondandolo da spasmi dolorosi. Nessuno avrebbe potuto aiutarmi,ero inerme e atterrita per la paura. 
Pensai che sarei morta,quando una figura alta e indistinta notò il mio malessere.-Si sente bene?-con quella domanda tutti gli occhi della gente fu su di me. In quel momento non m'importava della figura che stavo per fare. Le forze mi stavano abbandonando,perdendomi in quelle anime ignoranti.
I sensi mi abbandonarono del tutto,cedendo alla morsa distruttiva della stanchezza. 
Prima che potessi formulare una spiegazione,il mio corpo e la mia mente caddero nell'oblio più totale.



















                                                                     *          *          *




















Egli aspettava fuori,nervoso come non mai,sperando che ricevesse presto una risposta positiva. Gli ospiti erano rimasti nel salone ufficiale,agitati quanto lui per quell'evento sconvolgente.
Il dottore uscì fuori,l'espressione non prometteva niente di buono. Gli occhi trasparivano qualcosa di maligno e assolutamente non previsto.-Mi dica tutto.-scattò subito lui,che era appoggiato al muro,la tensione minacciava di mangiarlo.
-Vede,dopo accurati esami.-iniziò l'uomo,che dall'altra parte sapeva benissimo quello che stava per dire.-Ho dedotto che...-

I secondi scemarono,la frase che seguì lo rimase atterrito,come quando una bottiglia viene lanciata in mare. E non fa altro che cadere,fin quando non tocca il fondo.
Mille spine lo attraversavano e il suo animo fu scosso da un colpo dritto al cuore,come un pugno ricevuto in pieno petto.

-...E' incinta.-






  
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