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Autore: jo_gio17    27/02/2014    5 recensioni
Il mondo era ancora in preda alla resistenza, le isole fedeli al Re dei Pirati cercavano ancora di ribellarsi, ma la marina aveva intrapreso un rigido sistema di punizioni. Dopo la tragedia di Alabasta, otto mesi dopo il Grande Conflitto, le acque si placarono un poco.
Il sole brillava nel cielo che copriva il Villaggio di Coco, lì la rivolta sembrava non aver attecchito particolarmente; la gente aveva paura e non erano abbastanza forti per contrastare la potente morsa della marina. Quello che una volta era Arlog Park, adesso era la sede di un’accademia per l’addestramento delle nuove reclute: Marine Park.
Proprio in questo clima di terrore e di disperazione nascerà la nuova speranza.
Spero di avervi incuriosito... Vi Aspetto!
Baci Baci
Jogio
Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Nuovo personaggio, Sanji, Un po' tutti, Zoro\Robin | Coppie: Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fino in Fondo '
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Ieri sera ho finito di scrivere e rivedere il capitolo, come promesso è più lungo dell’ultimo XD
Buona Lettura!
 
Dov’è casa?
 
Finalmente rimasero solo in quattro nella piccola stanza. Saki mugugnava tranquilla nel suo lettino mentre Nami, Robin e Zoro discutevano.

- Saki è la mia priorità adesso. – Sentenziò decisa la neomamma.

- Sapevi che questa non poteva essere una sistemazione definitiva. – intervenne deciso Zoro - La nostra casa è il mare.

Nami puntò gli occhi dritti nel suo – La nostra casa era la Thousand Sunny e adesso giace in fondo all’oceano insieme alla Going Merry.
L’aria si faceva tesa, ogni parola, ogni gesto, aveva un peso non indifferente. – Non è questo il punto… - Intervenne Robin per paura che la situazione degenerasse. Conosceva entrambi troppo bene per non capire che il vero problema era un altro.

- Il punto è: vuoi partire con noi o vuoi restare qui? Sperando che nessuno ti riconosca o che non riconosca Sanji. Perché sai bene che non ti lascerà qui da sola. – Disse di nuovo Zoro.

Nami socchiuse gli occhi e posò la testa sulla spalliera del letto, ad un tratto si sentiva ancora più stanca. Sapeva che Sanji non l’avrebbe lasciata, era così ingiusto. Lei non voleva questo, era vero che senza il suo aiuto non ce l’avrebbe fatta, ma non era giusto ancorarlo ad una vita che non voleva. Legare Sanji a quel luogo era terribilmente sbagliato, ma lei non riusciva nemmeno a pensare di andare via. Lì era iniziato tutto; aveva conosciuto Rufy proprio in questo Villaggio,  qui riusciva a sentirlo un po’ più vicino. Come poteva rinunciare a quella sensazione… la mano di Robin la riportò alla realtà.

Aprì di nuovo gli occhi, non riusciva a pensare chiusa in quella stanza, costretta a quel letto. – Ho bisogno d’aria. – Mentì guardando l’amica e sperando che capisse la sua necessità. Doveva andare da Rufy, o meglio doveva andare nel posto in cui ancora riusciva a sentirlo, sulla sua tomba.

-Ti accompagno. – rispose Robin mentre la aiutava ad alzarsi. - Zoro, puoi occuparti di Saki finché non torniamo?

Lo spadaccino guardò la sua amata colmo di stupore, quale persona sana di mente avrebbe affidato a lui una neonata? – Chiedilo al biondino, io non saprei nemmeno che farle.

- Per favore – chiese Nami ormai in piedi. Era dannatamente magra e pallida, Zoro stentò a riconoscere nella figura rannicchiata nel letta quella che gli si parava adesso di fronte. Era solo l’ombra della forte navigatrice di appena un anno fa. Adesso capiva, comprese a pieno le parole del cuoco. Nami si era davvero autodistrutta.

- E va bene – brontolò.

 Quell’immagine lo convinse ancora di più, dovevano trovare il corpo del loro capitano, avevano il diritto piangerlo. Il Re dei Pirati non meritava una tomba vuota.

Appena le due donne uscirono, lui si avvicinò a quel piccolo essere nel lettino; la bimba appena scorse i capelli verdi di Zoro allungò una manina verso di lui, come se volesse afferrarli. Lui la osservava muoversi incuriosito, quando lei ad un tratto abbozzò un sorriso, anche il forte cuore dello spadaccino perse un colpo. Non bastavano gli occhi, anche l’espressione era identica a quella del padre; non poté far altro che sorridergli di rimando. Rufy mancava tremendamente anche a lui, non avrebbe mai pensato che nella sua vita ci fosse spazio per allacciare dei legami così indissolubili. Lui era determinato a diventare il più grande spadaccino di sempre, e in passato, questo voleva dire una vita solitaria. Invece il destino gli aveva fatto incontrare dei compagni meravigliosi, un capitano degno di fiducia e stima. E cosa più importante, gli aveva regalato Robin. Con estrema delicatezza portò entrambe le mani attorno al piccolo corpo di Saki e la sollevò. Sorrise sorprendendosi a pensare che pesava meno di una piuma.

- Se ti devo controllare, meglio che tu mi stia vicino.  – Così si sdraiò sul letto dove prima era stesa Nami e si posò la piccola Saki sul petto. La bimba si perse in un lungo sbadiglio e Zoro la sentì abbandonarsi con la testolina sui suoi pettorali. Quei pochi capelli rossicci erano così fini da trapassare la sottile maglietta bianca che indossava fino a solleticargli la pelle. Non gli dava fastidio, così socchiuse gli occhi e si incrociò le mani dietro la nuca come da sua abitudine e continuò a cullarla con il suo respiro.

 
***

Nami si appoggiò alle spalle di Robin e lei a sua volta le cinse la vita per sorreggerla, era debole ma riusciva a camminare. Uscirono di casa passando dalla cucina, sembrava non esserci nessuno.

Robin si guardò le spalle prima di varcare la porta sul retro. – Dove sono andati tutti? – Chiese perplessa. Le sue doti intuitive erano sempre vigili. Nami non badò alla domanda, rivolse il suo sguardo al cielo limpido. Nonostante fosse pomeriggio inoltrato il sole era ancora caldo e baciava la sua pelle diafana delicatamente. Inspirò a fondo e l’odore dolce dei fiori le invase le narici. Percorsero il campo in silenzio, Nami sarebbe riuscita a raggiungere la collina anche se fosse stata bendata. Arrivarono al piccolo cimitero nascosto e le sue gambe iniziarono a vacillare. Robin la strinse di più, non era abituata a vederla così. Raggiunsero la tomba di Rufy, la lieve brezza muoveva il cappello di paglia, accuratamente legato all’asse verticale della croce di legno. Nami sciolse l’abbraccio e si accasciò sull’erba verde. Accarezzò il cappello e gli tolse un piccolo fiore che si era incastrato nella paglia; quel gesto le fece velare gli occhi di lacrime. Le mancava, sentiva costantemente la sua assenza, sapere che nella terra non giaceva davvero quel corpo tanto amato la faceva stare male, allo stesso tempo però, sentiva che qualcosa di lui aleggiava in quel posto, o almeno così aveva tanto sperato che aveva iniziato a crederci.

- Non posso andarmene – sussurrò con voce affranta.

La mora posò la sua testa contro quella di Nami. – Lo capisco.

 – Non so cosa devo fare. – continuò la rossa, ma il pianto spezzò la sua voce. – Non so cosa devo fare. – ripeté tra i singhiozzi.

Un fruscio di passi e un inconfondibile odore di sigaretta si avvicinarono, non avevano bisogno di alzare la testa per capire chi fosse. Sanji si avvicinò alle due ragazze, si piegò per arrivare all’altezza dei loro visi.

Robin gli sorrise tristemente, anche lei aveva gli occhi lucidi, ma cercava di contenersi per far forza all’amica. Sanji con l’indice e il pollice catturò il mento di Nami e la costrinse a guardarlo negli occhi poi con voce dolce e rassicurante cominciò a parlare. – Possiamo restare ancora se vuoi, tu hai ancora bisogno di riposo, Saki è appena nata, hai tutto il tempo e Nojiko…- Mentre pronunciava il suo nome tornò con la mente a  quello che era successo un’ora prima. Dopo aver cercato invano di metabolizzare quelle parole Sanji uscì a cercarla. Invece si ritrovò a vagare solo tra i campi e il bosco finché non arrivò al cimitero. – Beh.. tua sorella ha ancora bisogno di te.

Sembrava che le avesse letto nel pensiero, di nuovo Nami scoppiò a piangere. Come poteva essere così buono con lei, come poteva capirla così a fondo. Si sentiva tremendamente in colpa nei suoi confronti; entrambi sapevano che lei non lo avrebbe mai amato, ma il suo cuore scoppiava di gratitudine e affetto. Così annuì forte e si aggrappò a lui ancora una volta. Era diventato la sua roccia, il suo punto fermo.

- Torniamo a casa. – disse Sanji mentre la prendeva in braccio. Lei rivolse un ultimo sguardo alla croce e i tre si allontanarono.

 
Nojiko era appena rientrata. La fuga non era stata una buona mossa, ma aveva agito d’istinto. Durante quel lungo pomeriggio aveva avuto modo di pensare, non voleva ammettere a sé stessa ciò che provava per Sanji. Non aveva mai davvero pensato alla durata della loro permanenza; c’erano così tanti altri problemi, così tante altre cose a cui pensare. Si sentiva una sciocca. Se ne stava sulla veranda con il giornale aperto tra le mani, anche se la sua mente era altrove. Non voleva rientrare in casa, con che coraggio avrebbe guardato Sanji. – Sono una persona orribile… - si disse, poi continuò la frase mentalmente: “Lui è di Nami, come posso essermi invaghita di lui, com’è potuto succedere?”. Alla fine si decise a rientrare, la mano le tremava leggermente, così si sbrigò a posarla sulla maniglia, fece forza ed entrò dalla porta principale. Nello stesso istante vide la porta opposta, quella che dava sul retro della casa, spalancarsi. Per la seconda volta nella giornata si ritrovò impietrita nel mezzo della cucina. La prima ad entrare fu Robin, seguita da Sanji che portava fra le braccia sia sorella. Sia lei che Robin avevano gli occhi rossi, senza ombra di dubbio erano stati alla collina. Involontariamente incrociò lo sguardo di Sanji, lo stomaco si chiuse in una morsa, ma riuscì ad appellarsi alla sua forza. Si avvicinò continuando a guardarlo, all’ultimo distolse lo sguardo e si accostò a Nami. – Stai bene? – chiese con risolutezza. In realtà non era quella la domanda che avrebbe voluto porre, desiderava sapere più di ogni altra cosa la decisione che avrebbe dovuto prendere sua sorella. Ogni fibra del suo corpo necessitava di quella risposta.

Nami annuì e inaspettatamente sul suo viso si disegnò un piccolo sorriso. – Resto qui con te. – Appena pronunciò quelle parole Sanji la rimise a terra, così che le sorelle potessero abbracciarsi. Robin si accostò alle due, il suo cuore gioì del loro piccolo momento di gioia. Sarebbe stato un errore allontanare Nami da quel posto, era troppo presto. Non aveva ancora recuperato la forza per combattere, un giorno forse… ma non quella notte.

In un attimo di lucidità Nojiko staccò di colpo dall’abbraccio della sorella, lasciandola instabile. – Dov’è Saki?

- Che zia premurosa, è con Zoro. – rispose ilarità Robin. Anche Nami si abbandonò ad un sorriso più largo, mentre Sanji alle sue spalle disse la prima parola da quando erano entrati in casa. – Cosa?- domandò quasi scioccato.

Tutto il gruppo si diresse verso la stanza, chi incuriosito, chi evidentemente preoccupato, ma nessuno di loro era nemmeno lontanamente preparato alla scena che gli si parò davanti. Zoro e Saki ancora dormivano beatamente. Lei sembrava ancora più piccola così rannicchiata sul muscoloso torace dello spadaccino, mentre lui non era mai apparso così dolce davanti a occhi che non fossero quelli di Robin.

 

NdA:
Partire o Restare? Restare… :D Devo ammettere che per un momento ho pensato di farli partire, ma non potevo resistere al caldo sole del Villaggio di Coco, né alla nuova fiamma di Nojiko. In questo capitolo ci sono emozioni e fatti per tutti i gusti, spero di aver fatto un buon lavoro e che non risulti un insieme insensato di azioni. Sarei curiosa di sapere quale momento del “lungo pomeriggio” vi è piaciuto di più? Perché personalmente mi sono proprio divertita ad affrontare le varie situazioni ed emozioni con i vari personaggi. :D
Come al solito colgo l’occasione per ringraziarvi tutti:
 chi recensisce in modo assiduo o saltuario, siete la mia carica, il motore della mia storia :)
chi ha messo la mia storia tra le preferite, seguite e ricordate, mi rende davvero felice, siete tantissimi…
Chi legge assiduamente, ma ancora non ha lasciato la sua traccia…
E anche chi è capitato questo capitolo per caso, spero vi innamorerete della mia storia…
Grazie a TUTTI!
Baci Baci
Jogio
  
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