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Autore: Biondy    27/02/2014    5 recensioni
[Song-Fic] Canzone: The phantom thieve F’scenario ~Mystery of the missing diamond~
Una famosa vendita all’asta. Il diamante della felicita’. Una giornalista piuttosto curiosa. Il diamante rubato. 9 sospettati: La cameriera, la maga, il mafioso, la poliziotta, il politico, l’attrice, la dottoressa, la meccanica, ed infine persino lo stesso venditore del'diamante. Cosa fara’ la nostra giornalista per risolvere il mistero?
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Anche se non amo usare Miku come personaggio principale questa storia deve per forza essere scritta dal suo punto di vista.
Ovviamente ci sarà anche un po’ di RinxLen(non puo mancare)
Spero vi piaccia la storia.
Attenzione, ci saranno un po' di cambiamenti sperando di rendere la storia piu' leggibile possibile
Genere: Mistero, Song-fic, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Len/Rin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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3-It wasn't me

Mi svegliai di mattina presto. Erano le otto e la sveglia stava suonando facendomi venire un forte mal di testa. Non avevo dormito per niente bene. Mi alzai dal letto e cominciai a vestirmi. Intanto guardavo la mia Suite. Anche se non era tra le migliori era comunque molto grande. Le pareti di color marrone chiaro avevano dei disegni floreali e la stanza era molto ben arredata.

La struttura della crociera era piuttosto semplice. Era divisa in tre piani. Il primo piano, chiamato “Presentation”, dove si era svolta l'asta, era un piano che conteneva una grande sala, dove ognuno si sedeva e cominciava a parlare con gli amici. Era proprio un piano ideale per presentarsi agli altri. Il secondo invece, chiamato “Low”, era il piano dove si trovavano le stanze dei dipendenti e dei clienti che, come me, potevano permettersi questo viaggio solo una volta nella vita. Il terzo piano invece, si chiamava “Double” perché era diviso in due sezioni. Quella aperta a tutti, dove si andava per prendere una “boccata d'aria fresca” o abbronzarsi un po' al sole, e quella chiamata “VIP”, dove stavano i clienti più ricchi e potenti. Sapevo che quasi tutte le persone presenti al asta dormivano lì.

Uscii dalla mia stanza. Purtroppo avevo talmente tante idee in mente che non sapevo da dove cominciare. Il corridoio era stranamente silenzioso e questo mi fece un po' paura. Feci lentamente un passo avanti e mi guardai intorno. Poi il silenzio venne spezzato dal rumore di una porta che si apriva dietro di me. Mi girai di scatto e vidi una ragazza della mia stessa età che indossava una gonna arancione e un gilet nero. Le mancava qualcosa, il suo capello. Davanti a me c'era la maga Ginnie.

-Oh, buongiorno! Perché si è svegliata così presto?- disse lei sorridendo.
-Eh? Presto? Ma non sono le otto?
-Le otto? Ha ha mia cara il tuo orologio deve avere qualche problema. Sono le sei del mattino!- rispose lei ridendo e facendo finta di disegnare un grosso sei nell'aria. Mi misi a ridere pure io.
-E io che credevo di essere in ritardo per la colazione...

Continuammo a parlare ancora un po' e lei mi disse che stava andando dai suoi amici. Mi chiese se volevo venire con lei. Ovviamente accettai. E fui anche molto felice di essere riuscita a parlarle così in fretta. Ci dirigemmo nel corridoio a destra. Alla fine del corridoio c'era una porta con scritto “Riservato allo staff”. Lei usò una chiave per aprirla. Quando entrammo non riuscii a credere ai miei occhi. Tutte le persone dello staff si erano raggruppate in questa grande sala. Parlavano, ridevano, e si divertivano. Sembravano una grande famiglia. C'erano diversi tavoli in tutta la stanza dove la gente si era seduta. Camerieri, cuochi, e persino persone che lavoravano nei motori della nave. Quasi tutto lo staff si era raggruppato lì. E dico quasi perché Marilyn, la meccanica, non c'era. Ed anche Kammer mancava al appello.

-Hey ragazzi abbiamo un ospite!- disse Ginnie alzando la mano per attirare l'attenzione di tutti. -Trattatela bene!
-Benvenuta!- dissero tutti in coro girandosi verso di me. Poi tornarono alle loro solite chiacchiere.
-Ehm, Ginnie...dove ci troviamo?- chiesi
-Questo!- disse lei allargando le braccia- Questo è il paradiso dello Staff! I clienti ricchi sono i più permalosi e difficili e tutti noi abbiamo bisogno di un momento di svago. Quindi, ci riuniamo qui ogni mattina per parlare e divertirci. Ti conosciamo sai? Sei quella del intervista, qui sei più che benvenuta! Non tutti hanno il coraggio di dire al signor Gack “Quali rapporti ha con la mafia?” così normalmente.

Rimasi molto sorpresa di vedere che qualcuno sapeva del esistenza della mia intervista. Dopotutto era passata solo una notte. Cominciai seriamente a pensare che queste persone stavano lì tutta la notte, invece di stare solo la mattina.

La sala non era molto grande. Davanti a me c'erano delle finestre grandi quanto la parete, che facevano entrare dentro la poca luce del mattino. Alla mia destra notai un bar dov'era seduta Rin. La cameriera Lia stava dietro al bancone cercando di creare diversi cocktail che aveva messo in bella vista. Erano in tutto dodici e ogni bicchiere aveva un colore diverso. Sembravano più delle bellissime decorazione che dei cocktail. Mi avvicinai al banco per trovare una scusa per parlare con Rin.

-Che belli questi cocktail! Sembrano quasi delle decorazioni.
-Sono felice che ti piacciano. Ma a me non convincono per niente.
-Perché?
-Perché è ancora troppo lontana dal livello di suo padre.- rispose Rin, la quale si trovava vicino a me. - Lia mi daresti un cocktail per favore?
-Arriva subito Rin! - si girò a prendere delle bottiglie e a “giocarci” con loro. Le lanciava in aria per poi prenderle e versarle in una specie di bicchiere di alluminio. Dopo aver versato circa cinque bottiglie, chiuse con un tappo il bicchiere e cominciò a giocare anche con quello. Sembrava una vera barista. Poi aprì il bicchiere e versò il liquido in un altro bicchiere, questa volta di vetro. Il liquido che ne uscì era rosso scuro intenso, come quello del vino. Dopo lo diede a Rin che con un sorso lo finì tutto.
-Lia, i tuoi mix sono incredibili come sempre!
-G-Grazie!- rispose lei sorridendo
-Ehi, voglio provarlo anch'io!- e così cominciò una lunga chiacchierata tra noi tre.

Questo incredibile cocktail era semplicemente succo di frutta. Semplicemente un mix di tanti succhi di frutta che rendeva il cocktail tremendamente gustoso.

Parlando riuscii a scoprire che il padre di Lia era molto conosciuto nel suo campo grazie al suo cocktail “magico”. Un particolare cocktail che non ti faceva ubriacare nemmeno dopo venti bicchieri. Lia voleva riuscire a scoprire da sola come farlo e diventare così la prima barista femmina della storia.

-Ehh?! Ma questo è fantastico! Quando aprirai un tuo bar personale verrò sicuramente a farti visita puoi contarci!

Anche Rin puntava molto in alto. Diceva di voler diventare il capo di una divisione del'FBI. Aveva una cosa in comune con me, anche lei voleva prendere F per salire di grado. In quel momento cominciai a pensare che forse la mafia centrava per davvero in tutto questo.

-Quindi tu stai tutto il giorno a controllare Kenneth per capire se ha un collegamento con F?

-Si nota così tanto?! No, in realtà è stato il mio capo a ordinarmi di farlo. La famiglia di Len subì un furto da F due anni fa'. Due milioni di dollari spariti nel nulla. Io ero appena entrata in polizia e il mio capo mi disse che mi cercavano quelli del'FBI. Molto sorpresa andai da loro. A quanto pare la famiglia di Len aveva fatto un patto con loro: l'FBI avrebbe trovato F e in cambio potevano mandare un loro agente a fare da “controllore” ad un membro della famiglia, il quale, non avrebbe mai commesso nessun crimine. Quindi mandarono me a fare da “controllore” a Len, anche se la cosa non mi entusiasma per niente. Da allora il mio compito principale è assicurarmi che il piccoletto non si metta nei guai.

Nello stesso istante che Rin pronunciò la parola “piccoletto” Lia si mise a ridere a bassa voce dicendo che Len aveva un anno più di lei, ma Rin lo chiamava comunque piccoletto.

Rin ci spiegò che il suo compito era molto importante. Impedendo a Kenneth di commettere crimini si toglieva un importante elemento nella sua famiglia. Dopo tutto lui avrebbe dovuto ereditare il posto del padre. Ma con Len “fuori servizio” il gruppo mafioso della famiglia Kenneth sarebbe molto disorganizzato, visto che il padre di Len era morto un anno fa' e lui costretto a fare il Buon Samaritano. Kenneth le chiedeva ogni volta come andavano le indagini. Una volta aveva persino detto che l'FBI sembrava stranamente lenta nel risolverlo.

-Perché hanno scelto te? Non eri appena entrata in polizia?
-Perché? Ovviamente perché sono stata la migliore allieva del accademia!- si notava chiaramente quanto Rin fosse fiera di quella cosa. Dopo Rin si voltò dall'altra parte con un bicchiere di succo di frutta per vedere il mare. Lia approfittò di quel momento e, avvicinandosi a me sussurrò:
- Sai Micky, mio padre ha un amico in polizia, e gli hanno detto che non l'hanno scelta solo per i bei voti, ma anche per via di una debolezza di Len.- sentendo la parola “debolezza” la mia attenzione salì alle stelle. Finalmente avrei avuto la chiave per tirare fuori il legame tra la mafia e Kammer.
-Quale debolezza?- nonostante io fossi seria Lia a malapena tratteneva le risate
-Ecco...Len Kenneth ha un debole per le ragazze...- fermò le risate per un momento e poi aggiunse -... “Piatte”
-Cosa?! - Non sapevo come reagire alla notizia, ma le risate di Lia contagiarono anche me. Tutte e due, ridendo a più-non-posso, attirammo l'attenzione di Rin, che si girò verso di noi. Ci chiese perché stavamo ridendo. Lia le rispose che mi stava raccontando una barzelletta. Era una scusa banale ma che funzionò.

La chiacchierata durò per un po'. Dopo un po' di tempo a noi si unì anche Ginnie. Chiese a Lia un succo di frutta e come Rin, lo finì anche lei con un unico sorso.

- Avete per caso visto il mio cappello? È da ieri sera che non lo trovo più.
- Sarà sicuramente nella grande sala. Con tutta la confusione che c'era l'avrai sicuramente scordato lì. - rispose Lia tranquillamente. In quel momento decisi di parlare anch'io.
- Io l'ho visto! Era nello studio del signor Kammer quando andai a intervistarlo.
- Ah...veramente? - Ginnie assunse un aria seria anche se per pochi secondi. Dopo riprese a sorridere come faceva sempre.
- Devo averlo dimenticato l'ultima volta che ci sono andata. Eh, che sbadata che sono! - Si stava sforzando a sorridere, anche se si vedeva subito che non stava bene.
- Perché sei andata da Kammer? - Anche Rin, come me, aveva notato che qualcosa non andava bene.
- Mi ha licenziata. - disse a voce bassa. Sorpresa dalla notizia Lia fece cadere la bottiglia per terra. Il rumore attirò l'attenzione degli altri, che si girarono verso di noi.
- Va tutto bene tornate alle vostre solite chiacchierate. - disse Rin. Poi si girò verso Ginnie e le chiese il perché. Anche Lia aveva totalmente dimenticato la bottiglia frantumata a terra e guardava attentamente Ginnie.
- Ho perso le mie colombe. Sono volate via ieri durante l'asta, dopo lo sparo. Da allora non sono più tornate. Senza...non posso più fare il mio numero. E se non posso fare il mio numero, a cosa potrei servire? Però, dopo che la crociera avrà raggiunto la destinazione, il signor Gack mi troverà un lavoro come aiutante di un prestigiatore suo amico. Non male no? Poteva andarmi peggio...

La faccia di Lia invece diceva tutt'altra cosa. Era persino più triste di Ginnie, come se le fosse morto qualcuno davanti. Potevo capirla. Dopo tutto, lei e Ginnie lavoravano nello stesso posto da chissà quanto tempo. Era come perdere una sorella per lei. La gente cominciò ad andarsene una ad una. Rin si girò, guardò il suo orologio e disse:

- Sono le sette e mezza. Dobbiamo andare! Ciao Micky è stato divertente parlare con te.

Anche Lia e Ginnie lasciarono la sala. Io invece mi diressi nella mia stanza dove tenevo il taccuino. Dovevo scrivere tutto ciò che avevo scoperto. Aprii la porta ed entrai. Le luci erano spente e le tende abbassate. Mi ricordavo perfettamente di non averle mai abbassate. Entrai con cautela nella stanza senza fare rumore. Poi improvvisamente la porta si chiuse dietro di me e qualcuno mi fermo tappandomi la bocca.

- Prova solo ad urlare e il tuo collo farà un giro di novanta gradi. E ti dico che non è una piacevole esperienza. Mi hai capito?

Non ci voleva un genio per capire che quel tizio poteva uccidermi. Mossi la testa su e giù per dire che avevo capito. Lui tolse le mani e mi disse di non girarmi. Approfittai del momento per accendere un registratore che tenevo in tasca. Speravo con tutto il cuore che lui non lo notasse.

-Chi sei?

Dai rumori dei suoi passi capii che stava facendo il giro di tutta la stanza.

-Ma come? Stai andando su e giù per la nave dicendo che vuoi catturarmi e non sai chi sono? Sono F!
-Cosa?! - di scatto mi girai ma lui si era nascosto nel ombra.
-Come faccio a crederti? Potresti benissimo essere qualcun altro che cerca di mettermi su una falsa pista.
-Fai come vuoi, ma io sono venuto qui per chiederti come facevi a sapere che avrei rubato il diamante. Solo la polizia doveva esserne a conoscenza.
-Mi sembra strano che tu lo dica, visto che sei stato proprio tu a mandarmi l'invito.
-Quale invito?
-E tu dici di essere F... questa lettera! - presi dalla tasca la lettera di F e cominciai a leggerla:
- “Ruberò il diamante della felicità questa notte all’asta, che si terrà nella stravagante S.S Royal...” - non riuscii a finire la lettera perché F mi interruppe.
- “Vienici. Ti farò vedere un bellissimo dramma.” Come l'hai avuta? -
-Non me l'hai mandata tu? - sospirò, e poi disse:
-No. Questa lettera era indirizzata al direttore del FBI...non ad una giornalista qualunque.
-Non capisco.
-Diciamo che, gli uffici postali fanno schifo. È sempre meglio mandarle di persona.
-Quindi...è uno sbaglio?
-Sei una giornalista alle prime armi, non ho mai letto nessun tuo articolo, non ho mai sentito parlare di te e poi, non sai nemmeno nascondere per bene un registratore. Secondo te?

Le sue parole mi colpivano come un pugnale. Fa troppo male sentirsi dire quelle cose.

-Ma visto che sei arrivata fino a qui come premio ti dirò una cosa molto interessante. Non sono stato io a rubare il diamante.
-Cosa?!
-Era un falso. Altro che milioni di dollari! Quello lì valeva meno della tua macchina fotografica! Ma ho visto chi l'ha preso...

Per l'ennesima volta rimasi talmente sorpresa che non riuscii a dire niente. Stavo in piedi paralizzata cercando di rimettere insieme i miei pensieri. Il diamante della felicità era un falso, e non è stato F a rubarlo. Ormai non capivo più niente.

Angolo di Biondy(la ritardataria):

Hey! Da quanti secoli non pubblicavo niente? Ormai non me lo ricordo nemmeno io. Chiedo immensamente scusa per il ritardo. La prossima volta cercherò di essere più veloce.(se ci riuscirò...)

Micky fa amicizia con Lia e Rin. Si capisce finalmente la storia del cappello. E appare F! In realtà pensavo di farlo apparire la sera ma poi decisi che era meglio la mattina quando tutti erano svegli e lui facilmente catturabile. Ma tanto F non si farà mai catturare e “giocherà” un po' con Micky...finché la poveretta non avrà scoperto il vero ladro del diamante falso.

Mi raccomando recensite e ditemi cosa ne pensate come sempre!

  
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