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Autore: demilennon    28/02/2014    6 recensioni
"Mi prometti che rimarrai con me fino all'ultimo giorno della mia vita? E ,che ogni volta che ti farò del male,mi perdonerai? Ma soprattutto mi prometti che mi amerai ogni minuto della tua vita come farò io?"
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era la vigilia di Natale e correva l’anno 1958

“Tieni Stella, appena l’ho visto ho pensato che ti sarebbe calzato a pennello.” Mi disse Paul.

“Ma grazie Paul, è bellissimo questo golfino!” risposi fingendomi entusiasta. In realtà quel golfino era di un colore orribile, un arancione zucca misto a un giallo scambiato, non saprei come definirlo. “Appena finirà questo noiosissimo freddo lo metterò.”

Il regalo più bello che ricevetti fu quello di George. Era un diario con una copertina adornata da motivi orientali. Considerando che il mio diario stava finendo mi sarebbe davvero stato utile, quell’uomo sembrava sapere tutto.
Dopo aver dato e ricevuto tutti i regali, John mi prese da parte.

“Stella questo è il tuo regalo, aprilo solo quando sei da sola.” E mi sorrise. Era un sorriso dolce, quasi paterno, non uno di quei suoi soliti sorrisini maliziosi.

Appena arrivai a casa aprii il pacchetto. Dentro c’era un carillon con sopra una ballerina di danza classica. Era davvero adorabile. Sotto la ballerina però c’era qualcos’altro. La spostai rapidamente e capii che era una lettera. Ancora un po’ intontita la aprii e la iniziai a leggere.
 
“Cara Stella,
mi hai sempre detto che la scrittura è il miglior metodo di comunicazione e così oggi ho voluto seguire il tuo consiglio, un po’ perchè sapevo che ti avrebbe fatto piacere, un po’ perché avevo paura di dirti ciò che devo dirti, guardandoti negli occhi.
Ecco, non sono bravo con le parole, le so solo mettere insieme a una base musicale. E ora non so da dove iniziare.
 Ricordi quando eravamo piccoli e, ogni volta che Zia mimi mi sgridava, io venivo da te? E ricordi cosa mi dicevi? Mi dicevi che lei era cattiva e non vedeva il buono che c’era in me. Forse, un po’ anche per colpa mia, nessuno l’ha mai visto il buono in me. Eccetto una persona. Eccetto tu. Tu che te ne stavi ore ed ore seduta di fronte a me ad ascoltarmi, tu che non mi giudicavi mai male, tu che eri sempre dalla mia parte, anche se avevo torto. Forse perché tu sei l’unica che sia riuscita a capirmi, in tutta la mia vita. Riesco ad essere me stesso solo quando sono con te, e con te ci starei tutta una vita.”


Una lacrima bagnò il foglio, poi due, e poi tre. Iniziai a piangere e tremare come una foglia.

Mia madre mi chiamò dalla cucina “Stella scendi, sono arrivati gli zii.”
Mi asciugai la faccia, nascosi la lettera che non avevo finito di leggere sotto al cuscino e andai a salutare i miei zii e mia cugina.

“Stella, ma quanto sei cresciuta!” disse mio zio.

Mio zio era un uomo piuttosto… robusto, anzi, molto robusto. Era il fratello di papà, e veniva a trovarci, con la sua famiglia, solo a Natale e Pasqua. Viveva a Napoli, in Italia, dove si era trasferito da almeno 10 anni. Sua moglie era una donna piuttosto stravagante, non parlava mai, ma sapeva cucinare benissimo e ciò sostituiva tutte le parole non dette.

“Ciao cugina!” esclamò Beatrice.

Lei era la figlia dei miei zii, una ragazza alta, magra, con i capelli rossi e gli occhi verdi. La adoravo. Avevamo passato i primi 6 anni della nostra vita come gemelle siamesi, poi lei si era dovuta trasferire in Italia e ci eravamo perse di vista. Del resto nel 1958 le chiamate in un altro paese erano troppo costose e le lettere erano troppo lente.

“Bea, ti aspettavo.” Risposi “Per quanto tempo vi fermerete?”

“Partiamo il 5 gennaio.” Rispose mio zio.

“Così presto?” chiese mia madre dispiaciuta.

“ Zia, purtroppo il 7 ricomincia la scuola. fosse per me, resterei per sempre.” Disse Bea.

“Capisco.. comunque tra un’ora si mangia, rinfrescatevi un pochino, nel frattempo.” Annunciò mia madre.

Improvvisamene ebbi come un colpo al cuore. Dovevo finire di leggere la lettera di John prima di incontrarlo.

“Scusatemi, ora devo proprio andare in camera, mi mancano le ultime 10 pagine di un libro, devo assolutamente finirlo prima di Natale, è una scommessa con me stessa.” Dissi inventando una scusa poco credibile.

“Che libro?” chiese mia zia

“Il vecchio e il mare di hemingway” risposi senza pensare troppo, era il libro che stavo leggendo in quel periodo, del resto.

Mi diressi velocemente verso la mia camera, presi la lettera e chiusi a chiave la porta.

“Riesco ad essere me stesso solo quando sono con te, e con te ci starei tutta una vita,. Ti ho cercata nei volti di tutte le ragazze che incontravo, ogni volta che stavo con una mi chiedevo se potesse sostituirti. Ma la risposta era sempre negativa, nessuna poteva sostituirti, perché nessuna guardava oltre l’apparenza. Credo di essermi innamorato di te quando trovasti il modo di farmi incontrare mia madre senza farlo sapere a Mimi. In quel giorno capii che tenevi a me come nessun altro al mondo. E soprattutto capii che io tenevo a te, capii di amarti più di tutti, più della musica, più di Elvis, più di ogni cosa che potesse esistere. Capii che eri tu la mia metà.
Beh, credo che tu abbia capito lo scopo di questa lettera. Con te ho scoperto il significato della parola amore, ho capito che non sono un buono a nulla e che, forse, in fondo, valgo qualcosa. E se ora, come mi dici sempre, mi invidi per la mia tenacia, lo devo solo a te.
Tu non sei una semplice amica, tu sei molto di più.
Buon natale.
Il tuo John.

P.S. Ti amo.”



-Spazio autrice-

I'm baaaack! *tatatataaa*
Questo è uno di quei capitoli che mi ha fatta emozionare, praticamente lo scrivevo e piangevo... forse è anche quello più romantico, sarà il ciclo mestruale che mi rende così! 
Come sempre ringrazio tutti coloro che mandano recensioni o che leggono, vi voglio bbbbene <3

Ah, comunque, ecco la Stella che immagino io :3

 
  
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