Ok,
devo
dire che sono molto felice del risultato che ottenuto pubblicando questa
fanfiction =)
Ben
4 recensioni,che sono davvero un record per me,
ovviamente
aspiro a riceverle sempre di più man mano che continuo ad
aggiornare.
Volevo
ringraziare per aver commentato:
ka
chan
[grazie per aver inserito la storia tra i preferiti]
memi16
[idem: è bello sapere che a qualcuno piace questa ficcy ..
]
In
questo capitolo,raccontato da Edward,noterete che non apprezza moltissimo la sua
natura e arriva quasi a desiderare di non appartenere alla sua famiglia …
Vampiro
(Edward)
Avrei desiderato che tutto ciò non fosse
mai accaduto.
Ci stavamo preparando ad una battaglia
e,perlomeno nell’epoca in cui avevo vissuto ed ero nato,non era un buon segno.
Mi chiedevo come ne saremmo usciti: vincitori?
Già,la vittoria …
Leggevo chiaramente
l’emozione,l’eccitazione sui volti dei miei familiari,pronti a
combattere.
Perché mi sentivo così estraneo a quel
luogo in quel momento?
Era come se un soldato non volesse
arruolarsi nell’esercito locale ..
come se stessi cercando di sfuggire al mio stesso destino
…
Ma no,quale destino
…
Il mio destino era già compiuto: una vita
eterna davanti ai miei occhi,fatta di monotonia e solitudine. Non esistevano i
pro nell’esistenza di una creatura dannata come me,non sarebbero mai esistiti..
Mi vergognavo di ciò che ero,ma non lo avrei mai detto a nessuno,specialmente a
Carlisle. Lo avrei ferito,sicuramente,ma avevo l’impressione che in fondo lui
l’avesse sempre saputo .. avesse sempre percepito che quella vita non era per me
…
Io avevo aspirato ad
altro.
Ma oramai era troppo
tardo.
“Tanto vale che anche il soldato Edward
Cullen si dia da fare”,mormorai tra me e me,con una vaga sensazione di
rammarico.
“Mi chiedo cos’abbia Edward …
“
Ecco,questo era esattamente uno dei tanti
contro esistenti nella vita di un vampiro.
Ovviamente non vampiri in generale,si
intende.
Pareva che al momento fossi l’unico ad
avere la possibilità,se così poteva essere definita,di percepire ogni singolo
pensiero della gente.
Girava voce che ci fosse anche qualcun
altro,forse in Italia,ma che i suoi potenziali non fossero tanto eccessivi
quanto i miei ..
Sentire quel solito e fastidioso ronzio
nella testa,mi fece irrigidire ancora di più,come se non fossi di già una statua
senza anima e cuore …
“Edward?” mi richiamò una voce
squillante,preoccupata.
“Sì?”
Quei dialoghi mentali erano davvero
curiosi nella maggior parte dei casi …
A volte preferivo non conoscere
l’opinione di Alice sui bicipiti di Jasper …
“Va tutto bene?” chiese la solita
vocina.
“Ti importa veramente?”
chiesi,indifferente.
“Andiamo … cosa
c’è?”
“Niente.” Ribattei prontamente,misurando
il salotto a grandi passi.
“Edward,sappiamo entrambi che c’è
qualcosa che ti turba.” Replicò.
Sospirai rumorosamente e mi voltai nella
sua direzione: Alice Cullen sedeva sul divanetto appostato contro la parete sud
e mi scrutava pensosa.
Mi soffermai con lo sguardo sui capelli
corvini che racchiudevano quel volto così grazioso,ma allo stesso tempo capace
di penetrarti all’interno …
Trasalii
inspiegabilmente.
Temevo forse per il fatto che potesse
esistere qualcuno capace di leggere anche me?
Beh,sarebbe stato giusto …
“Edward,parliamone.”
Continuò.
“Alice,sto
bene.”
“Non mi sembra.” Bisbigliò e la sua
vocina era un che di irritante nella mia mente.
“Sul serio .. Falla
finita.”
“Edward,magari posso aiutarti
…”
-Sto bene!- gridai
inconsapevolmente.
Abbassai immediatamente lo sguardo quando
mi accorsi di aver letteralmente urlato … avevo ..aperto la bocca e dato fiato
alle trombe senza nemmeno pensare ..
Percepii lo sguardo di tutti su di me e
desiderai sprofondare sotto terra.
Ma non era quello l’Edward Cullen che
conoscevo: alzai a mia volta lo sguardo su di loro e li scrutai con aria
interrogativa,deciso a far distogliere l’attenzione dal momentaneo fenomeno da
baraccone.
-Ehm,comunque … - proferì
Carlisle,mantenendo l’attenzione su di me,- dovremmo organizzarci,ora.
Jasper?-
E si rivolse al figlio, in piedi accanto
ad Alice,le braccia incrociate sul petto.
Lo vidi sospirare rumorosamente,per poi
lanciare un’occhiata fugace a tutti i presenti: Emmett,a poca distanza dalla mia
postazione,sbuffò rumorosamente.
Mi voltai a guardarlo e avrei preferito
non infiltrarmi nei suoi pensieri …:
“Disposizioni … qui ci vuole ben altro …
“
Lessi sul suo volto l’afflizione,il
dolore,la disperazione,la preoccupazione che aveva tenuto nascosta per anni e
anni .. Ora tutte quelle emozioni erano riaffiorate in un colpo solo
..
Maledii gli umani,i vampiri .. tutte le
creature presenti su quello che poteva essere definito,in qualche modo ( a me
sconosciuto ) ..mondo.
Rammentai,senza volerlo, la figura di mio
fratello che tornava a casa
Cullen,il mento … l’intero volto,incrostato di sangue.
Non era sangue di cervo … grizzly … puma
..
No,ben altro: sangue
umano.
Non so quale volontà divina mi impedì di
balzargli addosso,aggredirlo,imprecare e pregare che l’Inferno lo accoglierà a
braccia aperte,se mai giungerà la sua ora …
Ma l’espressione che mi aveva lanciato ..
di dispiacere,di afflizione.. lo aveva salvato dalla mia furia
indomabile.
Avevo visto nella sua mente l’ancora ben
nitido ricordo di pochi minuti prima,quando aveva attaccato la giovane Jessica
Stanley in un vicoletto deserto della piovigginosa
Forks.
Impaurita aveva seguito ogni singolo
movimento del suo assassino …
Il passo lento con il quale le si era
avvicinato … il volto che si chinava di lato … i denti,inizialmente serrati, che
si schiudevano con un ringhio e si posavano con ferocia sul suo collo.. E poi i
suoi ultimi gemiti.. le sue ultime parole inintelligibili
….
Ed ecco Emmett che fugge,in preda alla
disperazione ..
Incapace di credere a ciò che ha appena
compiuto …
-Per ovvie ragioni,Emmett non
parteciperà.- sbottò Jasper,posizionandosi all’angolo opposto della
stanza.
-Cosa?- protestò lui,avanzando verso il
fratello con le mani chiuse a pugno.
Vidi la figura di Rosalie raggiungerlo e
condurlo verso un divano,dove lo spinse ad accomodarsi.
“Ma come …” ringhiò Emmett fra se e se,
incenerendo Jasper con uno sguardo.
Non se ne curò,ma riprese a
parlare,mentre Carlisle ed Esme mi raggiungevano con
rapidità.
Con la coda dell’occhio li vidi intenti a
mantenere le distanze fra me e loro,come se non volessero intralciare la mia
intimità ..
-Bene, ora tutti voi sapete,- continuò
Jasper,- che i Quilete sono convinti che anche Emmett sarà con noi,nonostante
abbia compiuto..
-E cosa diranno notando la sua assenza?-
intervenne Rosalie.
-Probabilmente si stupiranno,ma noi
diremo loro che ha semplicemente raggiunto il clan di Tanya a Denali.-
rispose,prontamente.
-Per fare cosa?- intervenne
Esme,lanciando ad Emmett un’occhiata compassionevole.
-Ritrovare il giusto
equilibrio.-
“il giusto equilibrio … “ ripeté
Emmett,con un ghigno.
Tentai di concentrarmi,seppur con
discreti risultati,sulle parole di Jasper:
-Ora,sappiamo bene che la polizia locale
sta ancora investigando sulle cause della morte di Jessica Stanley e al momento
non hanno trovato una buona pista da seguire.- proseguì,- Ben presto scopriranno
che in realtà non si è trattato di un banale omicidio,vista la totale mancanza
di prove,ma non arriveranno mai ad una conclusione che potrebbe includere parole
come “vampiro” o “collo mozzato”.-
-E allora perché non posso partecipare?!-
gridò Emmett,facendo sobbalzare Esme al mio fianco,- Hai detto tu stesso che al
momento non sono ricercato dagli agenti,o no?!-
-Certo,- annuì Jasper,cercando di
mantenere la calma,- ma i Quilete,notando che sei ancora tra noi,potrebbero
indirizzare la polizia ad investigare su di te .. e gli “esperti” agenti che
hanno qui a Forks,pur di portare a termine questo caso,si inventerebbero una
qualsiasi scusa appena plausibile per sbatterti
dentro.-
La spiegazione di Jasper,la sua
teoria,sembrava avere una certa logica,e a quanto pareva dai loro pensieri,anche
gli altri erano pienamente d’accordo.
Con una piccola eccezione
…
-Perché mai i Quilete vorrebbero farmi
incarcerare?- sbottò Emmett,- Non sarebbe meglio per loro uccidermi e
basta?-
-Oh Beh … - sospirò Jasper,- A quel punto
sarebbe difficile dare una spiegazione a proposito della tua improvvisa sparizione … oppure,se volessero
mostrare il tuo cadavere agli abitanti di Forks,capire la causa della tua
morte.. A quel punto gli agenti sarebbero ancora più confusi,e più occupati.. e
finirebbero per non portare a termine ne le investigazioni sulla tua deceduta,né
su quella della Stanley. Perciò … -
-Ok,ok … - si arrese Emmett,appoggiandosi
alla poltrona con un sospiro,mentre Rosalie gli carezzava delicatamente i
capelli.
-Quindi Jasper? Quali sono le
disposizioni?- proruppe Carlisle,lo sguardo sempre più
duro.
Vidi Jasper avanzare verso la libreria
del salotto,afferrare uno dei tanti volumi e aprendolo,far scorrere le varie
pagine fino a puntare lo sguardo su un piccolo foglio bianco che riuscivo ad
intravedere dalla mia posizione.
Lo afferrò e,spiegandolo,gli diede una
rapida occhiata.
-Allora ..-
-Ma te lo sei scritto?- sbottò Emmett,con
un ghigno.
Jasper lo ignorò e nascose il foglio
nella tasca dei jeans.
“Idiota.” Borbottò una vocina
distante,che riconobbi come quella di Alice ; stava scrutando Emmett con uno
sguardo che la diceva lunga.
-Beh?- proferì Esme,facendo tornare
jasper a concentrarsi sul suo discorso.
-Ecco,io pensavo che potremmo dividerci
in questo modo: Esme e Rosalie si occuperanno di Forks e dintorni,prestando
attenzione anche ai boschi.- ed indicò le due donne,rivolgendo a Carlisle un
sorriso cameratesco: come facevano ad essere così
felici?
Non riuscivo ad essere tanto
esultante,era come se il vecchio Edward Cullen fosse scomparso …
.
-Bene.- riprese,sorridendo ancora una
volta,- Ora,sono quasi del tutto convinto che loro assegneranno lo stesso
compito ai più deboli del branco.
-Quindi,chi..?-
-Non so … - sospirò,- voglio dire ..
i pochi che conosco hanno dei
potenziali piuttosto alti e probabilmente avranno il compito che io assegnerò ad
Alice e Carlisle.-
-Sarebbe?- squittì Alice
entusiasta.
-Il confine.-
-Il confine?!- gemette Esme,e voltandomi
notai la sua espressione preoccupata.
-Esatto.-
-Jasper .. è troppo pericoloso … -
mormorò,e se non fosse stato per la consapevolezza di sapere che mia madre
adottiva era un vampiro, l’avrei sorretta per evitare che
svenisse.
-Questo non è nulla in confronto a ciò
che ho deciso di assegnare a Edward.- proseguì,rivolgendomi un ampio
sorriso.
Io sostenni il suo sguardo,cercando di
mantenere un’espressione neutra.
-E cosa
sarebbe?-
-La Push. – rispose in un
sussurro.
Notai le espressioni sbigottite di tutti
i presenti,e nel frattempo tutti i loro pensieri cominciarono a farsi spazio tra
i miei,nella mia mente.
Annuii,incapace di fare altro. La parte
meno nobile di me mi spingeva a rifiutare,ad oppormi alle decisioni di mio
fratello per il bene dei miei famigliari … ma dall’altra,ero estatico ..
probabilmente la parte cavalleresca del mio essere cominciava a riaffiorare pian
piano...
-Jasper..- lo richiamò Alice, e ci
voltammo tutti nella sua direzione.
-La Push …?-
ripeté,incredula.
-Sì. E’ il compito più adatto a lui.-
rispose,e non potei fare a meno di trattenere un
sorriso.
-Ma Jasper … - protestò Rosalie,e mi
stupii del fatto che avesse deciso di intervenire.
-Suvvia, Edward sarà molto attento,non è
vero?- borbottò Carlisle,voltandosi nella mia direzione. Annuii,e tornai subito
a concentrarmi sulle parole di Jasper:
-Ed io infine, mi appresterò ad aiutare
chi di voi ne avrà bisogno.-
-Giusto .. – sussurrò Esme,con uno
sguardo a dir poco materno.
-Esme,andrà tutto bene … - la rassicurò
Carlisle,stringendola in un abbraccio.
Per un instante che definirei infinito,il
silenzio calò sulla stanza e potei percepire,seppur non volendolo,i pensieri di
tutti:
“ Come ha potuto … Edward,voglio dire.. è
pur sempre Edward! “ piagnucolava Alice,seduta al solito
divano.
“Non sono convinta che tutto si risolverà
… “
Stranamente Rosalie con quel suo insulso
pensiero riuscì a farmi irrigidire.
“Non ci posso credere … i miei figli …
“
Cercai di ignorare i pensieri di Esme
.. probabilmente ascoltandoli,se
avessi avuto la possibilità di piangere,lo avrei
fatto.
E ovviamente Emmett e Carlisle erano
altrettanto poco convinti..
“Forse dovrei parlare con Edward …
“
Mi sorprese il fatto che Jasper stesse
rimuginando su ciò,probabilmente mi sarei aspettato un “ma guarda che idioti ..
come ci si può preoccupare di una cosa del genere?”
Mi affrettai a raggiungerlo e quando gli
fui davanti,gli rivolsi un’occhiata interrogativa.
-Hai sentito,eh?-
sussurrò.
-Già .. –
-Senti,dobbiamo parlare.- e mi condusse
fuori.
Quando si fu richiuso la porta alle
spalle,riprese a parlottare:
-Vedi,io non sono sicuro di aver fatto la
scelta giusta … -
-No jasper,vedrai che andrà tutto bene …
- lo interruppi,lo sguardo fisso davanti a me,perso nel
vuoto.
-E se così non fosse? Edward,non mi sono
mai sentito così perso … - confessò,sospirando.
-Perso? Jasper,hai fatto un ottimo
lavoro.-
-Dici? E se per caso i Quileute
assegnassero lo stesso compito di Alice a … Billy
Black?!-
-Probabile … - mormorai,- ma Alice saprà
cavarsela,in ogni caso. -
-Sai cosa devi fare Edward,vero?- si
rabbuiò,all’improvviso.
-Sì?-
-Eliminarli.-
sibilò.
-E cosa si dirà in giro a proposito della
loro improvvisa sparizione?-
-Beh .. una partenza che nessuno si
aspettava.- ghignò.
Ricambiai,ridendo di
gusto.