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Autore: Pachiderma Anarchico    28/02/2014    1 recensioni
Può un serpente fermarsi l'attimo prima di uccidere?
Il suo sibilo sadico nasconde un messaggio occulto?
Quanto può essere velenoso il veleno di qualcuno che non può provare amore?
Esiste un serpente tanto bello quanto dannato?
Quanto era davvero pericoloso Tom Orvoloson Riddle?
Genere: Dark, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Minerva McGranitt, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Capitolo 6






La Sala Grande era gremita di studenti in divisa nera in attesa che iniziasse la prima lezione del Club dei Duellanti.

Le voci di mille timbri diversi si mescolavano, si lasciavano, si incatenavano e si rincorrevano creando un'armonia di parole ed esclamazioni che si protraeva fino all'alto soffitto.

Tom osservava l'eccitazione che lo circondava con sguardo noncurante.

Era consapevole che fuori dalle mura di Hogwarts si preparava una guerra. Forse la prima guerra magica. Ma sapeva anche, in un angolo occulto e compiacente del suo animo, che fino a quando Silente respirava nessun grande mago poteva definirsi "l'unico e solo".

In un certo senso ammirava e provava nello stesso tempo un profondo fastidio per il professore dalla lunga barba rossiccia, ammantato dalla sua aurea di profondo sapere magico ed esperienza secolare.

Era persino un amico di Grindelwald, il promotore di tutta l'agitazione, prima che entrambi scegliessero strade diverse.

Come Albus Silente potesse essere stato affascinato da una persona naturalmente portata al male, rimaneva un mistero.

Un mistero che attraeva Tom e spesso i suoi pensieri.

A quanto aveva capito in sei anni,

Silente era capace di destreggiarsi in ogni tipo di Magia, anche quella oscura. Cosa rendeva quest uomo tanto potente?

Il protagonista delle sue riflessioni era già sul lungo soppalco adibito come spazio per duellare, invitando tutti gli studenti al silenzio.

-Questo è il Club dei Duellanti- annunció la voce chiara e maestosa di Silente. -Come ben sapete, per cause esterne tutti i professori hanno convenuto che insegnare a combattere, in questi tempi funesti, deve essere la priorità. Il vostro insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure ed io ci preoccuperemo di questo insegnamento. Gli studenti verranno scelti per anno, quindi non preoccupatevi, non capiterete mai con qualcuno di livello superiore al vostro.-

I Serpeverde più grandi sghignazzavano sguazzando nella loro aria di superiorità.

Da quel momento in poi si susseguirono coppie di maghi che, sotto il controllo e le indicazioni degli insegnanti, si lanciavano fatture di base o malocchi elementari.

Tom li osservava tutti attentamente, non perchè credeva di trovare in quelle presenze qualcosa di più, o di scoprire in quelle magie qualcosa di particolare, ma per constatare che, nonostante la semplicità degli incantesimi in se, nessuno pareva spiccare singolarmente.

Spesso quelli più grandi avevano una padronanza migliore, ma dinnanzi agli imprevisti e alle sorprese non riuscivano ad essere abbastanza veloci per reagire.

Duellare, ovvero combattere, non era da tutti.

Perché non importa quanti incantesimi conosci o quanto bene li esegui, nel duello conta la forza, i riflessi, la potenza, l'intelligenza, tutte cose che non sempre un approfondito studio poteva conquistare.

Dolovh avanza sul soppalco per lottare contro una ragazza di Tassorosso.

Fischi e risate, tifo e incitamenti, cori improvvisati.

Non mi unisco a loro.

Studio invece il mio compagno di casa, lo osservo, osservo la sua forza, ma anche i suoi errori.

Uno tra tutti, sottovalutare chi hai difronte.

Dolovh lo aveva fatto nell'istante in cui la strega della casa del Tasso si era fatta avanti.

Mai sottovalutare l'avversario.

Sopravvalutare se stessi, sempre.

Sottovalutare gli altri, mai.

Ad un tratto qualcuno ha chiamato il mio nome.

Non mi sono reso conto che l'incontro è finito.

A giudicare dall'aria che tira intorno, penso che sia stata contemplata la parità.

Adesso tutti gli occhi sono fissi su di me.

Salgo sul palco, in attesa.

-Augusta Paciock- chiamó il professore di Difesa Contro le Arti Oscure.

Augusta volse lo sguardo verso Tom e si apprestó a salire, ma una mano la trattenne.

-Augusta vorrei andare io.-

-Ma.. Minerva..-

La strega voltó gli occhi cangianti verso il Serpeverde.

-Per favore amica mia.- mormoró quella di rimando, in un tono in bilico tra la concessione e la fermezza.

Augusta la guardó per un breve istante, prima di annuire di malavoglia.

-È tutto tuo.-

La Grifondoro salì sul soppalco trovandosi difronte al mago che la osservava con distaccato interesse.

-Pronti?- chiese il professore allontanadosi un po'.

-Bacchette alla mano.-

I due maghi si misero in posizione. Si inchinarono l'uno davanti all'altro e avanzarono verso le rispettive estremità.

Nell'aria aleggiava tensione quasi palpabile.

Tutti gli occhi erano posati su di loro, spalancati per non perdere neanche un dettaglio.

Silente si sistemó vicino al professore di Difesa Contro le Arti Oscure, all'apparenza tranquillo e fiducioso.

-Ragazzi solo per disarmare. Tre..due..uno..-

Uno schiocco, due lampi argentati e dorati in combinazione, impatto frontale e due bacchette volarono nell'aria nello stesso istante.

Tom guardó la sua mano vuota che un attimo prima brandiva la bacchetta, poi la mano altrettanto vuota della strega difronte a lei.

-Rufus, questi due diventeranno dei grandi maghi.- sorrise pacatamente Silente. -Adesso fermali.-

-Ma, Silente, il secondo turn..-

-Fermali Rufus. Fidati di me.-

Il collega lo osservó inizialmente perplesso, poi si alzó e con il suo corpo anche la voce.

-Complimenti ragazzi. Velocità, forza e precisione eccellenti. Dieci punti a Serpeverde e dieci punti a Grifondoro, ora..-

Il professore continuava a parlare, ma le parole non arrivavano a Tom, che continuava a vedere davanti agli occhi l'immagine della sua bacchetta che volava in aria.

Scese dal soppalco.

Non avvertì le parole e le esclamazioni dei suoi compagni, ma voltó lo sguardo di smeraldo verso la strega, verso Minerva.

Era riuscita a disarmarlo.

E ad un tratto due forze contrastanti si insinuarono prepotenti dentro di lui.

Due forze diverse e complementari, in lotta per il primato del suo animo.

Da un lato una profonda ammirazione per quella strega più capace di quanto pensasse.

Forse anche qualcosa in più, ricordando la maestria dell'incantesimo e la grazia con cui mosse la bacchetta.

Dall'altra peró, l'indignazione più nera per ció che lei era riuscita a fare e lui si era lasciato fare.

Lo aveva sorpreso, preso in contropiede.

Non sarebbe successo di nuovo.

 

  
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