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Autore: HelenaLestrange    01/03/2014    1 recensioni
1971
Clara è una ragazza undicenne che ha appena scoperto di essere una strega, e presto andrà a studiare ad Hogwarts, la grande scuola per maghi del Regno Unito.
Lì scoprirà che non potrà pronunciare il cognome di sua madre senza che tutti restino a bocca aperta, che essere una mezzosangue è difficile, e che venir odiati dalla propria nonna per esserlo è ancora più complicato.
*
La magia che era nel sangue di Jane è passata attraverso Rose , senza neanche considerarla , per poi arrivare in Helena e Andrew. Ora , Clara e Gabriel , essendo figli di Helena , per loro fortuna , hanno preso il sangue della madre , e perciò sono magici.-
Silente diede il tempo a John e alla famiglia di guardarsi e poi continuò:
-Ora , a quanto pare , voi , signor Bernat , non volete concedere ai vostri figli di andare a Hogwarts, e perciò noi siamo venuti per convincerla , e se non lo accetterà dovremo assumere estremi rimedi- disse il vecchio come se nulla fosse.
Ci fu un silenzio degno di una tomba e poi arrivò la catastrofe.
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, I Malandrini, Lily Evans, Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Buonasera.
Oggi è un grande giorno siccome, a parte essere in vacanza, sono riuscita a rimanere nei termini di tempo di pubblicazione che mi sono imposta!
Quindi è un ottimo pretesto per festeggiare!
Questo capitolo è focalizato soprattutto su Clara, e su un avvenimento che le rimarrà impresso nella mente a vita.
Faccio un piccolo avviso: ho deciso di cambiare il cognome di Helena. Da oggi in poi non sarà più Helena Bell ma sarà Helena Eyre (Quindi Rose Bell sarà Rose Eyre e la famigerata bisnonna sarà Jane Eyre.)
Motivazione: quando ho cominciato a scrivere questa long ho dato a Helena e a tutti gli altri il cognome Bell perché volevo che, dopo una serie di avvenimenti che sono già stati messi su carta e che avevo programmato fin dall'inizio, Gabriel prendesse il cognome della madre, diventando niente di meno che il padre di Katie Bell (per chi non ha letto i libri, è un personaggio della Rowling. La ragazza che finisce in ospedale perché ha toccato la collana maledetta che Malfoy voleva consegnare a Silente). Purtroppo mi son resa conto di non poter legare questi due personaggi, siccome riuscirò a malapena a far compiere a Clara il destino che ho in serbo per lei.
Perché Eyre? : per il semplice fatto che è il cognome del personaggio principale del libro chee si trova sul mio comodino in questo periodo. Vi semplifico la vita: mia  madre per il compleanno alcuni giorni fa mi ha regalato Jane Eyre di Charlotte Brontë, constatando che non potevo vivere senza leggere uno dei capolavori della letteratura inglese. Siccome sono appena all'inizio e già mi piace moltissimo ho deciso di commemorare Charlotte Brontë dando ai miei personaggi il cognome della sua eroina. È un tributo verso di lei.
Attenzione però: la mia Jane Eyre non è la stessa Jane Eyre del romanzo!
Un'ultima cosetta: alll'inizio James firmerà la sua missiva con J.C Potter. C sta per Charlus. Il copyright è di Marty Evans, che lo usa in una sua fanfiction, e che mi fa sempre ridere a crepapelle quando lo leggo.
Ringrazio chiunque legga questa long, e ringrazio ancora di più Marty Evans che recensice pazientemente ogni capitolo e ogni mia Fanfiction, facendomi notare alcune distrazioni causate appunto dalla mia diistrazione.
Che dire? 
Baci e buona lettura.
HelenaLestrange.

Clara

Quando Clara ricevette la lettera da parte di James dovette riflettere un po’ per comprenderla per intero.
“Allora Testona, i nostri soci hanno fiutato una possibile pista per trovare chi o cosa abbia avuto la simpatica idea di andare ad abitare nel corpo della nostra cara Camelia. Io dico di lasciarli in pace alcuni giorni, almeno perché si riprendano dopo la fatica che hanno affrontato o che affronteranno(sempre che ne escano vivi).
Buon Natale Testona!
-J.C.Potter’’
Felice che Remus e Peter avessero trovato una via che avrebbe potuto condurli verso la risulozione del loro mistero, aprì un cassetto e vi mise dentro la missiva.
Sentì il campanello suonare e corse ad aprire: era la sua amatissima nonna Rose.
Rose, nonostante la vecchiaia, era rimasta sempre bellissima. Aveva una dei meravigliosi occhi azzurri che non avevano nulla a che vedere con quelli castani della nipotina, e capelli ricci, un tempo biondi, ma diventati oramai bianchi a causa del tempo passato.
-Nonna Rose!- aveva esclamato la ragazza con un sorrisone stampato in faccia!
L’anziana l’abbracciò fortemente, lasciandola dopo alcuni minuti per poi dirle affettuosamente:
-Allora mia cara signorina, ci sono stati dei progressi in questa famiglia?-
-Non capisco cosa intendi dire nonna!- la bambina la guardava un po’ incerta –Che tipo di problemi ci dovrebbero essere?- le chiese mentre la conduceva al divano dopo aver chiuso la porta.
-Ma come? Tua madre mi ha chiamata più volte per raccontarmi che lei e tuo padre John litigavano molto, però non mi ha ancora detto su cosa erano basati i loro litigi! Tu dovresti saperlo, insomma, tra due mesi compirai 12 anni, sei già grande, puoi venir messa tranquillamente al corrente su ciò che succede e dirmelo: sai che di me puoi fidarti.- rispose gentilmente la donna.
Clara che era andata in cucina per preparale un tè si scostò dall’armadio e la guardò stupefatta.
-Veramente nonna, non so di cosa parli.- Rose la guardò dolcemente –Vuoi una tazza di tè?-
-Grazie tesoro!-
“Il secondo nomignolo con la T in meno di un’ora: siamo messi bene!’’ pensò la ragazza.
-Dove sono tutti?- domandò mentre si guardava in giro l’anziana.
-Sono andati a fare la spesa!- rispose la ragazza mentre metteva l’acqua nella teiera.
-E perché tu non ci sei andata?-
-Perché dovevo finire i compiti.-  le spiegò brevemente mentre tornava dalla nonna con un paio do biscotti.
-Di cosa parliamo mentre aspettiamo che l’acqua si scaldi?- domandò Clara.
-Oh, magari potresti dirmi cosa succede tra mamma e papà, siccome affermi in continuazione che non sai cosa succeda!- esclamò la donna ritornando sul discorso di prima.
-Non lo so! Non sapevo neanche che litigassero prima che tu arrivassi oggi!- la povera ragazza era disperata.
-Ma per l’amor del Cielo, bambina mia, dov’eri per tutto questo tempo? Nel mondo della fantasia?-
-Non proprio…-
-Come “non proprio’’?- ribatté la donna. –Ah, lasciamo perdere! Vuoi che ti aiuti con i compiti? Sai a scuola io ero molto brava, a parte che nella matematica, ovviamente!-
-Beh, ti ringrazio, ma io non vado alle medie come tutti gli altri ragazzi.- rispose un po’ timorosamente.
-E dove, di grazia?-
-In una scuola per persone speciali, diverse.- le disse la bambina.
-O povera me, ti hanno diagnosticato una qualche malattia vitale o qualcosa del genere e non puoi più andare a scuola come gli altri ragazzi della tua età! O povera cara quanto mi dispiace! Non volevo essere così maleducata.- la  donna aveva cominciato a disperarsi e a scusarsi di continuo.
-Ma nonna Rose, io non ho nessun problema, vado ad Hogwarts, proprio come ha fatto la mamma quando era giovane, come te e come la bisnonna Jane!- le disse Clara sorridendo.
Improvvisamente l’espressione dell’anziana si tramutò: dalla disperazione divenne di ghiaccio. La guardò quasi fosse un fantasma, poi come se non ci fosse. Sembrava che la stesse cercando. Allora nei suoi occhi la ragazza vi poté leggere tristezza, malinconia, per poi vederla ritornare nella realtà quando la teiera cominciò a fischiare.
Clara si spaventò.
-Vado a prendere l’acqua.- le sussurrò, quasi temesse di parlare, ma nulla: Rose rimase lì, immobile, come se non la vedesse.
La donna simulò un okay con le labbra.
La ragazza si diresse velocemente in cucina, e improvvisamente le venne in mente il motivo delle litigate tra sua madre e suo padre: lei ad Hogwarts.
Era lo stesso motivo per il quale la nonna era appena rimasta paralizzata in salotto.
Lei.
Dopo che Silente e la McGranitt erano arrivati per convincere i suoi genitori a rispondere alla proposta di farla andare ad Hogwarts a suo padre era stato sbattuto in faccia in un solo colpo un intero mondo al quale doveva per forza credere, un mondo che sua moglie gli aveva nascosto per la bellezza di più di 11 anni.
Adesso si che Clara capiva perché litigavano.
Decise che con sua nonna avrebbe fatto finta di nulla, e che poi avrebbe scritto immediatamente a Lily e a Camelia per parlarle di ciò che aveva scoperto.
Versò l’acqua in due tazze, vi mise una bustina di tè per ciascuna e ritornò dalla nonna, che sembrava essersi ri stabilizzata.
Le sorrise, ma non era così stupida: infatti aveva capito alla perfezione che nonostante Rose non lo desse a vedere, l’atmosfera tra di loro era appena cambiata. Era talmente tesa che si poteva persino tagliare.
Bevvero entrambe silenziosamente, e dopo alcuni minuti dopo l’anziana le disse qualcosa che la fece rimanere a bocca aperta:
-Io non sono mai andata ad Hogwarts.-  Lo disse con un tono talmente secco che sembrava quasi un insulto.
-CHE COSA?- aveva urlato Clara.
-Esattamente!- le rispose malamente Rose.
-Ma perché?- domandò Clara.
-Per il semplice fatto che io non ho poteri magici. IO. NON. SONO. MAGICA.-  la donna sembrava arrabbiata, ma non con la nipote, ma piuttosto con sé stessa.
La donna gridò con tale disprezzo quelle quattro parole fecero capire a Clara che se le sarebbe ricordate per il resto della sua vita.
E di lì la nonna cominciò a parlare con un tono così arrabbiato che spaventò la ragazza.
-Veramente orribile. La mia vita nella società magica è stata una vera schifezza. Io ero la figlia della famosissima eroina Jane Eyre. La tua bisnonna era la persona più importante del mondo: era la prima donna ad aver fato notare a quelle zucche vuote del Ministero della Magia che pure le donne potevano essere importanti. Ma guarda caso, lei, la rivoluzionaria, lei, l’esempio della forza delle donne, la forza delle streghe, ha obbedito al Ministro, inviando la sua cara figlia ad Hogwarts, nonostante sapesse che lei non aveva magia nel suo sangue! Quella stupida idiota! Dopo un anno sono stata inviata a casa con una sola regola da rispettare: non tornare mai più! Io non me la sono presa tanto, ma il girone all’inferno è arrivato dopo: giornalisti che ci seguivano ovunque, chiedendo perché! Tutte quelle persone erano uscite da Hogwarts ed adesso sono più che felice di non esserci andata, non avrei mai voluto diventare come loro!C’erano giornali che pubblicavano ogni nostro movimento ed ogni giorno c’erano sempre più teorie sul perché io fossi senza poteri. Una maledizione scampata, un veleno mortale, un virus babbano e altre cose. Ma io ero l’unica a sapere la verità: a lei non importava nulla di me!-
Rose si fermò e  guardò con disprezzo Clara, che aveva tentato di non piangere per tutta la durata di quel discorso così violento.
-E guarda un po’, io che speravo di non avere dei figli che le somigliassero mi ritrovo davanti ad una nipote che le somiglia veramente troppo. Per lo meno Helena e Andrew hanno preso un po’ da me!-
La guardò sprezzante e poi si alzò, si diresse verso la porta e le disse:
-Dì alla mamma che sono passata, lei saprà cosa fare. Spero che ti diverta in quella scuola di deficienti!- e così uscì senza nemmeno salutarla.
Clara da quel momento scoppiò in un pianto dirotto.
Si accasciò contro lo stipite della porta dopo aver controllato che lei se ne fosse andata del tutto, e poi si lasciò andare.
Dopo essersi sfogata raggiunse camera sua e si mise a scrivere a Lily e a Camelia per raccontare a loro ciò che era successo.
Aveva dato poi le due missive alla sua cara civetta Beth(così l’aveva chiamata) e poi si era sdraiata tristemente sul suo letto.
Se prima credeva che sua nonna fosse una delle migliori persone al mondo, ora la sua idea era stata totalmente distrutta.
Sua nonna adesso la odiava.
La odiava perché lei era qualcosa che lei non era.
E questo l’aveva distrutta.

 
 

Camelia

Quando la biondina ricevette la lettera della sua cara amica fece salti di gioia.
Quando la finì di leggerla invece si sentì triste per ciò che la sua amica aveva passato.
Quando scese in sala da pranzo i genitori si accorsero immediatamente dello stato d’animo della loro figliola e le chiesero cosa fosse mai successo per renderla così mogia e più sensibile di quanto già non lo fosse.
-La mia amica ha perso ogni fonte di ispirazione.- aveva risposto Amy, sul bordo delle lacrime.
-In che senso?- le domandò la madre.
-Lei adorava sua nonna, e lei ora ha scoperto che da quest’anno va ad Hogwarts, ed ora la odia, siccome Clara ci può andare mentre lei da giovane non ha potuto. Le ha raccontato di tutta la sua vita, di come è stata trattata dalla società, dicendo alla fine di odiarla.- spiegò la bambina.
-Camelia.- cominciò a dire suo padre- non tutti i maghi hanno il privilegio di andare a scuola, ad esempio ci sono i Maghinò che…-
-Papà, io non voglio un discorso su chi può e chi non può: io voglio aiutarla, proprio come lei e gli altri mi hanno aiutata.- replicò la ragazza.
-Figliola, non tutti i Maghinò sono stati scherniti dalla società magica, di solito li lasciavano in pace. Io so di una suola Maganò che venne inseguita da tutti i giornalisti: Rose Eyre, la figlia della famosa Jane Eyre.  Se ben ricordo ha avuto due figli più che dotati nelle arti magiche, uno di loro era persino diventato Auror, mentre l’altra ha vissuto il resto della sua vita nel mondo Babbano. Forse hanno avuto figli, ma dei Eyre non si è più sentito parlare!- aveva detto la madre
-Ho già sentito parlare degli Eyre a scuola, ne hanno menzionata una mentre la chiamavano per farsi smistare, almeno credo.- rispose Camelia, sempre con un tono triste e gli occhi lucidi.
-Ad ogni modo mia cara, non puoi fare nulla per la tua amica, a meno che tu non riesca a convincere sua nonna a non odiarla. Di solito gli avi sono le persone per cui stiamo più male e a cui si dicono le cose più facilmente. Sono delle figure realmente importanti.- rispose il padre.
Dopo la cena Camelia si diresse nella camera nel quale i suoi avevano messo tutti gli strumenti che loro avevano suonato da giovani. La musica per loro era una grandissima passione, ma non avevano mai tentato di passarla alla figlia, che l’aveva sviluppata di nascosto, senza che i genitori lo venissero a sapere. Era divenuta anche una brava pozionista a scuola, ma lei non poteva praticare pozioni anche a casa, siccome non aveva ancora appreso tutto, e quindi rischiava di far saltare tutto all’aria.
Si sedette sulla panchetta di fronte al pianoforte e cominciò a suonare una melodia malinconica.
Intanto i genitori al piano inferiore si chiesero quando mai la loro figlia avesse imparato a suonare.
 

Lily

Quando Lily ricevette la missiva di Clara aveva cominciato anche lei a saltare di gioia.
Quando invece aveva  terminato di leggere si era sentita triste anche lei per ciò che le era successo.
Petunia l’aveva vista leggere, e appena aveva notato la sua espressione triste l’aveva attaccata dicendo:
-Sono notizie di una di quelle tue amiche incontrate in quel posto per pazzi?  Devono essere sicuramente cose tristi quelle che ti ha scritto! È morta durante un’operazione?- domandò sprezzante la sorella.
-No! – aveva risposto la rossa urlando.
Non le piaceva quando qualcuno delle persone a cui voleva bene stavano male, se in più venivano insultate allora dava di matto.
Preoccupata decise di andare a fare una passeggiata per i prati per tranquillizzarsi.
Non fece più di un chilometro che già aveva intravisto la casa del suo amico Severus, e senza pensarci due minuti si era diretta verso quella piccola costruzione.
Bussò una qualche volta e il ragazzo magrolino spuntò fuori dalla porta.
-Ciao Lily, come va?- domandò con una cordialità che usava solo con lei.
-Male!- rispose secca.
-Perché? Petunia ti ha fatta arrabbiare di nuovo? Ti ho già detto di ignorarla perché lei non si merita la tua attenzione…-  Piton aveva cominciato a elencare perle di saggezza.
-In realtà è Clara…-  aveva sussurrato Lily.
-Che cosa ti ha fatto quella lurida Mezzosangue? Gliele dico io un paio di parole!- aveva esclamato il moro.
-Non insultarla che tu non sei migliore di lei!- gli aveva urlato addosso la rossa.
-Va bene, okay, cos’è successo?- domandò Piton tentando di sembrare interessato.
-La nonna di Clara le ha detto di odiarla.- disse tutto d’un fiato la ragazza.
-Beh, non è l’unica, dovremmo vedere chi altri la odia, magari potremmo fondare un gruppo in cui si parla di ogni cosa che…-
-Ma cos’è , il festival internazionale degli insultii?- rispose Lily seccata.
Piton la guardò per alcuni minuti e poi la rossa esclamò:
-Certo che sono proprio stupida! Non sarei dovuta venire da te per chiederti un parare su Clara, tu sei di parte da quando l’hai vista!-
-Perché tu invece?- protestò l’altro.
-Se la mia amica dovesse fare qualcosa di sbagliato glielo farei notare, tu invece fai apparire negativo tutto quello che fa!- rispose la ragazza.
-Si, come no!- pensò ad alta voce il ragazzo.
-Va bene, io me ne vado a farmi un giro DA SOLA! – disse la rossa.
-Ma perché?- domandò lui senza capire.
-Perché non voglio parlare di una mia amico con qualcuno che la insulta di continuo. Dopo questo ciao.- e così dicendo la ragazza si avviò verso una direzione qualsiasi, senza sapere dove dirigersi.
“Possibile che oggi tutti vogliono farmi perdere le staffe oggi?!’’ aveva pensato Lily.

 

Hogwarts

Il fatto che non ci fosse quasi nessuno nella scuola durante le vacanze natalizie rendeva più facile l’infiltrazione nelle Sali comuni delle altre Case, ma portarsi appresso una Bellatrix chiacchierona rendeva tutto ciò più complicato.
Rodolphus Lestrange era stato incaricato dal Signore Oscuro a trovare i tre oggetti principali delle case di Tassorosso, Corvonero e Grifondoro.
Per quello di Tassorosso era stato facile: quei geni avevano messo la Coppa su un piedistallo accanto al camino, lasciando come protezione una ridicola teca di vetro.
Era sicuro che per gli altri due sarebbe stato più complicato, ma non credeva fosse così difficile.
Per la Tiara di Corvonero doveva risolvere un enigma, invece per la Spada di Grifondoro aveva bisogno di un vero Grifondoro e quel maledettissimo Cappello Parlante.
Per i Grifondoro aveva lasciato perdere subito dopo aver scoperto cosa serviva, per Corvonero invece era sicuro che avrebbe trovato la risposta, almeno finché Bellatrix non si era messa in testa la malsana idea di segurlo.
-Lo sai che i nostri genitori hanno deciso di farci sposare una volta finiti i nostri studi? Io poi voglio diventare una Mangiamorte, proprio come te! Saremo una bella coppia di sposini! Non vedo l’ora , e tu?- domandava di continuo ridendo come un’oca Bellatrix.
-Si non vedo l’ora…- rispondeva sarcasticamente Lestrange.
“Saranno dei mesi molto lunghi!’’ pensava il ragazzo intanto.

 
  
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