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Autore: Nanek    02/03/2014    9 recensioni
Tratto dalla storia
«Mi sono divertito a giocare con te Nialler, non vedo l’ora sia domani» dice sincero, volgendogli lo sguardo, sorridendo dolce.
Il bambino arrossisce appena «Sei simpatico anche tu, solo che non capisco: sei simpatico perché lo sei davvero o perché devi fare bella figura?» e il biondo scoppia a ridere; il piccolo Horan è intelligente, è sveglio, solo lui può pensare certe cose, ad un altro bambino non sarebbe mai venuto questo dubbio: per i bambini comuni, l’importante è divertirsi, poco importa se una persona finge o meno.
«Sono simpatico davvero con le persone speciali» sorride.
«E io sono speciale?» gli occhi di Niall cercano l’ombra di incertezza in quelli di Luke, invano.
«Sì, lo sei, lo giuro» si porta la mano sul cuore.
AU !kids
Storia proposta per il Contest “Winter is coming” della pagina “Una Direzione: fanfiction”
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

So wake me up when it's all over 

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So wake me up when it's all over 
When I'm wiser and I'm older 
All this time I was finding myself 
And I didn't know I was lost 


Quando Niall apre gli occhi, sa benissimo che giorno è: 25 Dicembre 2005, Natale.
Si stropiccia gli occhi, si stiracchia per bene e con ancora un po’ di sonno ad avvolgerlo, si alza dal letto per dirigersi al piano inferiore, dal quale proviene un profumino niente male, che fa borbottare il suo stomaco: Iris ha preparato le crêpes, come ogni anno.
Il bambino scende le scale velocemente, non vede l’ora di mangiare, non vede l’ora di vedere se Babbo Natale è passato a casa sua.
Vede Iris, intenta a cucinare, come suo solito, con il grembiule rosso dalle stampe bianche, i capelli raccolti in una treccia, il viso rosso a forza di stare sopra il fuoco.
Il tavolo in cucina, però, non è preparato per due persone, bensì per tre: ed ecco che Niall lo vede, il suo baby sitter maschio, che con i soliti vestiti del giorno prima, è appoggiato al muro e fissa la ragazza, con un sorrisone in viso degno di Bambi.
Ha i capelli arruffati, Luke, le borse sotto gli occhi più accennate del solito, ma Niall giura, di non aver mai visto quell’espressione così felice nel suo viso: il biondo è davvero felice, anche se sta serio, quel sorrisetto da rincitrullito lo si nota a chilometri di distanza.
Il piccolo Niall resta a spiarli per un po’, ed ecco che Iris si gira, per mettere le crêpes nei piatti, con grazia, tentando di non rovinare il tutto.
Ma Luke, non appena la vede dargli le spalle ancora, non esita ad abbracciarla da dietro, andando a baciarle il collo, ricevendo una risatina complice da parte di lei, che portando le mani sul volto di lui, si avvicina a dargli un bacio sulle labbra.
E Niall sa benissimo che questo è il momento perfetto per intervenire.
«Che schifo! Ma il vischio non è in salotto?» esordisce, notando il rossore sulle guance dei due, che si affrettano a dividersi e balbettano il loro “Buongiorno”.
«Sapevo io di avere ragione, vero Bambi?» fa l’occhiolino al ragazzo, il quale viene quasi fulminato dagli occhi di Iris, che lo guardano con aria confusa.
Luke mima con la bocca un “Ti racconterò”, per poi rivolgersi al più piccolo e dirgli di sedersi.
«Nutella o marmellata campione?» chiede e Niall lo guarda male: come se non fosse ovvio, Nutella! Chi osa rovinare una crêpe con la marmellata?
«Mettere la marmellata è... è... no, non si può proprio fare!» spiega il piccolo, mentre Iris ridacchia appena.
«Luke infatti vuole la marmellata» spiega la sorella, Niall apre la bocca dallo stupore.
«Luke sei un disastro» esordisce, portandosi le mani tra i capelli, per poi cominciare a mangiare.
 
Sotto l’albero di Natale di casa Horan, ci sono sei pacchetti regalo: due per Niall, due per Iris e due pure per il baby sitter.
Il piccolo inarca il sopracciglio: la genialità di Babbo Natale lo stupisce, perché Luke non abita con loro, eppure, i suoi regali sono sotto quell’albero!
«Babbo Natale è capace di tutto, Niall. E quando dico “tutto”, intendo proprio tutto!» spiega Iris, mentre il bambino si affretta a prendere i suoi doni, incitando i più grandi a sbrigarsi, lui non ha pazienza.
 
«Chi comincia?» chiede Iris, i due la fissano come ad incitarla a cominciare, è l’unica ragazza nella stanza, la galanteria è sempre un buon modo per conquistare una donna.
Il pacco dalla carta rosa e fiocco blu, arriva da Niall: un maglione nuovo, grigio, lo stesso che Iris ha notato tempo prima in un negozio, ma che ha lasciato perdere per non spendere soldi per niente.
La ragazza fissa il fratello, come in attesa di risposta, volge lo sguardo pure a Luke: non è carino chiedere soldi al proprio baby sitter.
Ma il più grande alza le mani al cielo, dicendo di non aver dato un solo centesimo al piccolo.
«E con cosa l’hai pagato Niall?» domanda lei, il piccolo arrossisce.
«I soldi me li ha dati mamma» borbotta, abbassando lo sguardo, sperando che lei non si arrabbi.
La sente sospirare appena, ma sente anche le sue braccia avvolgerlo, sente che gli lascia un bacio sulla guancia, e lui, felice di quel gesto, ricambia affettuoso.
Il secondo regalo di Iris, è più piccolo, è un pacchettino piccino, con la carta rossa e il fiocco d’oro: legge il bigliettino e Niall la vede arrossire come non mai, perché è da parte di Luke.
Niente meno che una collana viene tirata fuori da quella scatola, in argento, con una stella come punto luce: il biondo la mette ad Iris, e lei, continua a ripetere la parola “Grazie” a non finire, continua a fissarlo come se fosse una calamita per i suoi occhi, e Niall sa, che se lui non fosse presente, quel bacio di ringraziamento sarebbe andato sulle labbra e non sulla guancia.
 
Purtroppo però, nonostante i due regali stupendi che Luke ed Iris gli hanno fatto, Niall non si sente felice.
Non si sente felice per se stesso, non si sente felice per Luke.
Perché per quanto siano belli e costosi quei due giocattoli nuovi, lui desiderava altro per Natale: voleva che Luke trovasse, sotto l’albero, i soldi necessari a curare Tommy.
Niall sa che Luke è felice del braccialetto che gli ha regalato Iris, è felice del cappello nuovo, di lana, che lui gli ha comprato: ma sa anche, che non sono questi i doni che desiderava per Natale.
A Luke manca il suo Tommy, glielo legge in faccia e, Babbo Natale, non ha esaudito il suo desiderio.
Che la lettera non sia arrivata in tempo?
Che Babbo Natale sia davvero arrabbiato con Luke?
Perché ha voluto punirlo ancora?
Perché non ha voluto dargli un aiutino?
Babbo Natale non è così buono come dice Iris, perché non ha capito quanto l’affetto di una persona sia più importante di oggetti senza anima.
Niall è arrabbiato con il vecchio dalla barba bianca, non si è meritato il suo latte e i suoi biscotti, non si merita nulla.
E il piccolo Horan, preso dalla rabbia e dal dispiacere, non riesce a fare altro che buttarsi tra le braccia del suo baby sitter, abbracciandolo forte e cercando di dargli tutto l’affetto che ha in corpo, anche se sa, che niente è paragonabile all’amore per Tommy.
Luke ricambia quell’abbraccio, chiedendo il motivo di così tanta tenerezza, e il bambino, con voce lieve, risponde.
«Perché ti voglio bene» balbetta appena e sente la mano del ragazzo accarezzargli i capelli.

 
Tuttavia, nonostante un po’ di delusione iniziale, nell’aria scorre l’animo natalizio.
Dopo un pranzo degno dei Re, i tre escono per strada, vanno a camminare per le vie, il piccolo Niall in mezzo, che tiene la mano a Luke e a sua sorella, sorride felice e quasi dimentica la tristezza che lo ha caratterizzato inizialmente.
Passano per i negozi, le luci di Natale hanno libero sfogo, Niall corre a guardare i giocattoli esposti nelle vetrine, nelle sue iridi azzurre si specchiano quei colori tanto vivaci, quei pupazzi a forma di orso, di coniglio, o di qualsiasi altro animale.
Camminano per le vie di Mullingar, fino ad arrivare al centro, dove una giostra per i cavalli fa incantare pure i ragazzi più grandi.
Iris, che a volte sa essere davvero una bambina, incita il fratellino a salire con lei, perché tanto le piace quel cavallo bianco e Niall alza gli occhi al cielo, chiedendosi quando si renderà conto di non avere più l’età adatta.
Ma nonostante questo, sorride, lasciandosi trasportare in quella giostra.
Luke non sale, preferisce guardarli, magari scatterà qualche foto, non si rende conto di cosa si sta perdendo.
I due fratelli Horan sono posizionati su due cavalli vicini: lei su quello bianco, lui su quello nero.
La giostra comincia a girare, i cavalli cominciano ad andare su e giù lentamente.
Niall non riesce a togliere lo sguardo da sua sorella, perché quello che sta vedendo, è diverso dal solito.
Fissa sua sorella, sorridendole, ridendo con lei, osserva attentamente il suo viso.
Gli occhi di Iris sono bellissimi, hanno una luce diversa, la stessa luce che Niall conosce, ma che ha imparato a dimenticare, perché da un anno a questa parte, quella luce se n’è andata con il loro papà; guarda le guance rosse di Iris, guarda il suo sorriso così semplice e perfetto, lo stesso sorriso che lei non gli ha mai fatto mancare, neanche dopo una litigata con la mamma, ma il sorriso che caratterizza oggi sua sorella, è speciale, dà ancora più calore, dà ancora più sollievo; i capelli raccolti, il cappello indossato, la voce di Iris che lo chiama, gli chiede se è felice e se si sta divertendo, e lui, non può far altro che urlare al mondo quanto sia felice, perché, lo giura, non esiste Natale migliore di questo.
Gli occhi del piccolo, poi, vanno a cercare quel ragazzo, la fonte della loro felicità.
E lo vede, Luke, mentre sorride, e li saluta con la mano.
La giostra gira, e Niall non lo vede più.
Eccolo di nuovo, sempre sorridente con le fossette visibili.
La giostra continua a girare, e poi ritorna di nuovo dalla parte di Luke, il quale però, non sta più guardando.
Luke ha il cellulare all’orecchio: si tocca con fare nervoso il cappello di lana, il suo sorriso è sparito, si muove nervosamente avanti e indietro.
«Iris che succede?» chiede allarmato il piccolo Niall, guardando la sorella, che sta fissando a sua volta il biondo.
«Tranquillo Nialler, sarà una cosa di lavoro» cerca di tranquillizzarlo con quella bugia, alla quale non crede neanche lei.
 
Non appena la giostra smette di girare, il bambino quasi si fa male scendendo da quel cavallo troppo alto: ma non può aspettare Iris, non può aspettare nessuno, deve correre da lui, sente dentro di sé una sensazione strana, una sensazione di ansia allo stato puro, una sensazione orribile che gli pesa nel petto, una sensazione che gli fa battere il cuore troppo velocemente, gli fa congelare le mani, gli fa tremare le gambe.
Non capisce il motivo di tale sensazione, ma non promette nulla, nulla di buono, Niall ha paura, teme di scoprire qualcosa di brutto e quel peso si fa ancora più pesante quando si trova davanti a Luke, che seduto su una panchina, piange in silenzio.
Gli si avvicina ancora, si mette davanti a lui, lo abbraccia, con il cuore in gola, mentre l’altro singhiozza e abbraccia a sua volta il piccolo, senza dire nulla.
Iris li raggiunge, preoccupata anche lei, non appena si trova davanti a questa scena, non esita a chiedere spiegazioni.
«Che è successo Luke?» si siede accanto a lui, portando una mano sulla sua schiena.
Il ragazzo biondo alza lo sguardo, con quelle lacrime che gli rigano le guance e Niall si trattiene, perché vorrebbe piangere anche lui, perché quegli occhi tristi non promettono niente di positivo.
«Tommy...» balbetta, Iris si porta la mano alla bocca, mentre Niall abbassa lo sguardo.
Ma Luke poi, riprende.
«Tommy si è svegliato» annuncia, facendo sussultare Niall, che non capisce troppo bene.
«Tommy sta bene, è sveglio, è… è… oddio non posso crederci» spiega ancora, ed ecco che tra le lacrime, compare quel sorriso tanto importante per i due fratelli Horan: quelle sono lacrime di felicità e non di disperazione.
«Ha chiamato mia mamma, ha detto che posso andare a trovarlo» dice ancora, e Niall si affretta ad abbracciarlo, appoggiando la testa al suo petto, lasciandosi andare a quelle lacrime che ha trattenuto.
«Ehy, campione... non piangere» balbetta il biondo, passandosi la mano sulla guancia, per poi stringere quel bambino, che piange in silenzio e nessuno capisce il motivo.
«Babbo Natale mi ha ascoltato» annuncia, alzando gli occhi, che sono rossi e gli bruciano «Sono tanto felice per te Luke, te lo meriti davvero» gli dice sincero, ricevendo in cambio, un altro abbraccio, che lo fa sentire bene.
Babbo Natale ha aiutato il suo amico, e nulla, potrebbe essere più perfetto di così.
 
Le campane della chiesa di Saint Paul segnano le otto e mezza di sera.
Niall è in braccio a Luke, sua sorella tiene il braccio sulla schiena del biondo, ed insieme, avanzano verso casa Horan: sono di ritorno dall’ospedale.
 
Tutti e tre, insieme, sono andati dal piccolo Tommy, Luke da solo non ce l’avrebbe mai fatta ad affrontare lo sguardo schifato della sua famiglia e ha implorato i due di accompagnarlo, per dargli un po’ di sostegno morale.
Nonostante l’imbarazzo iniziale, dato che gli occhi di tutta la famiglia Hemmings hanno squadrato dall’alto al basso i due fratelli, l’atmosfera si è sciolta non appena hanno aperto le porte, dando inizio all’orario delle visite.
Iris e Niall hanno aspettato fuori, presi da uno strano imbarazzo, ma Luke, dopo neanche due minuti, si è precipitato a prenderli, trascinandoli nella camera del piccolo Tommy, che seduto sul suo letto, attorniato dalla sua famiglia, ha sorriso loro, non appena hanno varcato la porta.
Ed Iris, catturata da quegli occhi, quasi ha esitato a dire il nome Tommy, perché nonostante i capelli rossi, quegli occhi azzurri, le hanno ricordato troppo quelli di Niall.
«Lui è Niall, mi ha aiutato a sconfiggere i nemici mentre tu dormivi e mi ha aiutato a cercare una cura per svegliarti» ha spiegato Luke, sorridente come non mai, per poi prendere la mano a Iris, arrossire, e balbettare la sua presentazione «Lei invece è Iris» e un sorriso timido si è fatto avanti sul suo volto, facendo alzare gli occhi al cielo ai due bambini, che guardandosi complici, si sono lasciati andare a una risata rumorosa.
L’abbraccio finale, tra zio e nipote, è stato qualcosa di incredibile, di speciale e, Niall, uscito dall’ospedale, si è sentito un po’ geloso di quel bambino dai capelli rossi: gelosia durata solo un istante, perché le mani di Luke, l’hanno sollevato da terra e l’hanno tenuto in braccio fino a casa, l’hanno avvolto e la voce di Luke gli ha ripetuto tantissime volte «Sei speciale, non so che farei senza di te. Ti voglio tanto bene» facendolo sorridere.
 
Una volta arrivati, Iris nota qualcosa di strano: la luce della cucina è accesa, e pure quella della sala, cosa strana, perché lei ha spento tutto prima di uscire, e sua mamma, è chiusa in camera.
Luke sembra notare la sua esitazione, mentre cerca le chiavi nella borsa.
«Avevo spento tutto» bisbiglia lei, tremando un po’.
Niall irrigidisce appena, Luke lo passa a sua sorella, che lo avvolge tra le sue braccia.
«Entro prima io» dice il biondo, mentre Iris annuisce.
Lo guardano entrare: il ragazzo volta il viso a destra e poi a sinistra, per poi avanzare, lentamente, e sparire verso la cucina.
È questione di pochi minuti, e Niall sente la voce di Luke urlare.
«Niall! Iris!» li chiama da dentro e, ai due fratelli, balza il cuore in gola, si affrettano a raggiungerlo, correndo.
Iris dice al piccolo di starle dietro, di avanzare quando lei glielo dice.
Sono preoccupati come non mai.
Si fermano dietro il muro, spiano appena, e vedono Luke, con le mani al cielo, immobile.
«Chi sei tu? Che cosa vuoi da noi? Chi ti ha dato le nostre chiavi?» dice una voce.
«Signore non è come sembra, posso spiegare…» dice Luke, balbettando.
«Spiegalo alla polizia allora, ladro che non sei altro!» esclama ancora quella voce.
«Signore non sono un ladro posso assicurarglielo! Iris! Niall!» urla ancora il biondo.
«Che vuoi dai miei figli? Ti stai mettendo nei guai ragazzo, non hai davanti un uomo qualunque» risponde ancora quella voce, e Niall, spalancando gli occhi, senza ascoltare niente e nessuno, corre in aiuto del suo amico.
«Papà! Luke non è un ladro! È mio amico!» esclama, aggrappandosi alla gamba del ragazzo, che tira un sospiro di sollievo.
Cala il silenzio.
Iris si fa vedere.
Le lacrime le rigano le guance.
L’uomo davanti a loro: una divisa mimetica, piuttosto sporca, gli stivali neri ancora indossati, i capelli castani, corti, quegli occhi azzurri come il ghiaccio, quelle guance rosse per il freddo, quel viso che è mancato in casa, e che ora, è di nuovo con loro: papà Bobby.
Dietro di lui, si nasconde una donna, in pigiama, e il viso spaventato: mamma Maura.
Ma alla sorella di Niall, poco importa di quella donna, si affretta ad abbracciare suo padre, il quale le accarezza la testa, la schiena, le sussurra di non piangere.
Il piccolo Niall invece, è immobile, paralizzato, batte le ciglia più volte, perché sembra tutto un sogno, sembra tutto così surreale: è davvero suo papà quello? Quello che è sparito un anno prima? È davvero lui o se lo sta sognando?
«È lui campione...» gli bisbiglia Luke, con le mani ancora alzate e il viso spaventato «Babbo Natale mi ha ascoltato» sussurra ancora, facendo sorridere il piccolo, che continua a stare attaccato alla sua gamba.
«Papà lui è Luke, è il baby sitter di Niall, non è un ladro...» spiega la voce di Iris, indicando il biondo, che abbassa finalmente le braccia.
«È anche il fidanzato di Iris» dice la voce innocente del bambino, facendo arrossire la sorella, che si allontana dal padre, per raggiungere il suo “Bambi”, prendendogli la mano, come per calmarlo.
Ed ecco che padre e figlio si guardano di nuovo, occhi azzurri che si fissano, occhi uguali che si specchiano l’uno nell’altro.
La mano di Luke incita Niall ad avanzare, mentre il padre si inginocchia e apre le braccia, per accoglierlo.
Il bambino corre, si rifugia in quel petto, che tanto gli è mancato, in quel petto che profuma di lui, quel profumo che tanto ha aspettato, che tanto ha desiderato, ma che è arrivato al punto di non volerlo, pur di rendere felice un’altra persona.
Niall sente le mani di suo padre  accarezzargli i capelli, sente il suo respiro e il suo cuore che batte forte, sente suo padre così reale davanti ai suoi occhi che vorrebbe piangere un po’, ma non lo fa, perché gli occhi che bruciano non gli piacciono.
 
A Niall non piace piangere, sentire gli occhi gonfi e vederli rossi sul suo riflesso allo specchio.
A Niall non piace vedere sua sorella seduta in bagno, sul bordo della vasca, con le lacrime che le rigano il volto e le mani sulla bocca, per coprire quei rumori che il pianto le provoca.
A Niall non piace vedere la sua mamma sempre distesa su quel letto, che piange e non mangia, che fissa il vuoto e non si alza per andare a prenderlo a scuola.
A Niall non piace vedere quell’aria triste sul viso di Luke perché pensa a Tommy e lui non può aiutarlo a farlo guarire.
A Niall tutte queste cose non piacciono, si sente quel peso nel petto, si sente il mondo crollare addosso: Niall odia vedere quelle persone in quelle condizioni, si sente inutile perché a soli sette anni non può fare nulla per aiutarle.
Niall crede che sia stato Babbo Natale ad aiutarli, crede che quel vecchio dalla barba bianca sia un autentico genio, una persona gentile, la più buona in assoluto, che si merita tanti biscotti preparati da lui e tanto buon latte caldo.
Ma quello che Niall non sa, e forse, lo scoprirà solo più avanti, è che è lui la cura di tutti loro.
È lui il motivo per cui Iris ha smesso di piangere in bagno e ha ricominciato a vivere, guardandosi intorno, cercando una luce di speranza, senza sprecare le giornate a spaccarsi la schiena e ad arrabbiarsi con sua madre; è grazie a Niall se Iris ha guardato Luke con occhi diversi, non più occhi troppo impegnati a sopravvivere o esistere, ma con occhi che l’hanno sempre caratterizzata, occhi felici, occhi che sanno proteggere e curare chi più ne ha bisogno.
Ed è grazie a Niall se Luke non ha più pensato al gioco d’azzardo, è grazie a lui se i soldi che Luke ha guadagnato, non sono andati nelle mani sbagliate ma nella cassa di un negozio di giocattoli, per comprare quei vestiti di Batman e Robin, o nella cassa di quei gioielliere per comprare la collana per la sua Iris: se non fosse stato per Niall, Luke avrebbe speso quei soldi in modo errato, facendo crescere di nuovo quella dipendenza; ed è grazie a Niall, e al suo animo innocente, se Luke ha capito di essere Bambi e Iris la sua Faline.
E anche se Niall non lo sa, lui ha aiutato mamma Maura, che nonostante sia sempre rimasta chiusa in camera, ha avuto il coraggio di presentarsi, una notte, in camera di Niall, dandogli i soldi per comprare i regali per le persone a lui più care, dandogli quei soldi nella speranza di incominciare a cambiare le cose, verso un futuro più sereno per tutti.
E Niall forse, non le saprà mai queste cose, perché è troppo piccolo e questi sono discorsi “da grandi”, ma lui è nel cuore di ogni persona che ha aiutato, inconsciamente: con il suo sorriso, con i suoi occhi azzurri che brillano, le guance morbide che diventano rosse con poco, con i suoi abbracci inaspettati, ma che danno un calore unico, con i suoi modi di deridere gli innamorati, con la sua bontà immensa, che forse non sa neanche di avere: questo è Niall James Horan, e con lui nella tua vita, non puoi far altro che credere ad ogni cosa bella, perché lui stesso, quando le nostre vite sembrano perse nel buio, è la speranza, che spesso manca a tutti noi, perché lui, con il suo animo di bambino, ha ridato vita a tre persone.
Ed Iris, Luke e Maura, gli saranno sempre grati per questo.
 
The End


 
 
Note di Nanek
Rileggere questo capitolo finale, mi ha fatto un po’ rabbrividire, forse ho davvero esagerato con questa dolcezza, con tutti questi pregi verso il piccolo Niall, diciamo che questo finale mi commuove anche, non lo nego.
Care lettrici, siamo alla fine insomma! La mia terza long è conclusa, una in meno! E… non so davvero cosa dire: è una storia così piccina, ed è già finita, ma doveva essere così =)
Viva gli innamorati Luke ed Iris, viva Bobby e il suo ritorno, viva Tommy e il suo risveglio, viva Maura e la sua guarigione dalla “Nostalcuta”, ma soprattutto, viva Niall e il suo buon animo, che mi fa davvero troppa tenerezza <3
Non mi dilungo, passo a ringraziarvi <3

Grazie a voi per aver messo la storia tra le preferite <3 vi adoro <3
fight_till_its_over 
 Hollypops98 
Imlovinit
 luce_ghiaccio 
Nerhs 
payphoran 
Ste Sam
TheBlueRose 
 xHemmo1996

 
Grazie a voi per aver messo la storia tra le ricordate <3 vi adoro <3
cassiecas 
flwsniall 
Marty1DFire 

 
Grazie a voi per aver messo la storia tra le seguite <3 vi adoro <3
calumstattoo 
Dauntless_ 
fight_till_its_over 
Grehoran93 
HoransCoffee 
Marty1DFire 
She loves writing 
Ste Sam 
xHemmo1996 
_loje

 
Grazie a voi per aver recensito <3 vi adoro <3
fight_till_its_over
TheBlueRose
She loves writing
luce_ghiaccio
Nerhs
Marty1DFire

 
Grazie a tutte coloro che si sono fermate a leggere, grazie a tutte coloro che si sono commosse come non mai, grazie insomma per aver dato una possibilità a questa storia, che spero, vi sia piaciuta e vi abbia fatto sorridere un po’ (perché piangere e basta... che tristezza! :D)
Ringrazio come faccio sempre il mio idolo: Nek, perché lui è la mia fonte d’ispirazione, e anche se non è un protagonista di questa storia, lui c’è in ogni cosa che scrivo <3
Ringrazio Luke, per essere un personaggio così adorabile, il mio pinguino preferito, troppo amore nei tuoi confronti <3
Ma un grazie anche a Iris suvvia :D mi assomiglia così tanto, perché non ringraziarla anche lei? ;)
Ma soprattutto, ringrazio Niall, il Niall di sette anni ma anche quello di quasi 21, perché, nonostante l’età diversa, Niall resterà sempre uguale, non cambierà mai <3 lo ringrazio e un po’ lo vorrei strozzare ahahah perché adesso, ogni volta che sento “Wake me up” (canzone che fa da sfondo a questa storia) l’unica cosa a cui riesco a pensare, è questo bambino dagli occhi azzurri che ti abbraccia per renderti felice, il piccolo Niall è davvero troppo speciale <3
E con questo, chiudo, mi dilungo sempre troppo, che chiacchierona che sono ;)
Grazie davvero di cuore a tutte voi <3
Nanek

 
  
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