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Autore: Fiamma Erin Gaunt    02/03/2014    1 recensioni
Si preannuncia un anno movimentato per gli studenti di Hogwarts. Messaggi inquietanti che turbano la quiete delle vite degli allievi del sesto e settimo anno; segreti svelati e una caccia all’uomo nel tentativo di scoprire chi è che li conosce così bene e, soprattutto, come fa a sapere ciò che sa. Quando poi ci scappa anche il morto… bè, diventa evidente che il gioco è ben più pericoloso di quanto pensassero. 'Cause two can keep a secret If one of them is dead.
N.B. Liberamente ispirato a Pretty Little Liars.
Genere: Generale, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Dorcas Meadowes, Evan Rosier, I Malandrini, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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The Homecoming Hangover 1x09

 

 

 

 

 

 

Celeste allungò una mano accanto a sé, tastando le delicate lenzuola del letto di Marcel. Spalancò gli occhi, allarmata. Il ragazzo dormiva ancora beato, ma il Sole era già sorto e da lì a poco tutto il castello si sarebbe risvegliato. Sgattaiolò fuori dalle lenzuola, coprendosi con la camicia di Marcel che le arrivava a metà coscia, e cercando a tentoni i suoi vestiti. Li aveva appena trovati quando un lieve fruscio le annunciò che anche il suo ragazzo si era svegliato.

- Che stai facendo? – le chiese, trattenendo a fatica uno sbadiglio e fissandola con aria assonnata.

- Cerco i miei vestiti, tra poco inizierà a esserci un via vai pazzesco per i corridoi. –

Annuì, alzandosi e dandole una mano nella ricerca.

Dieci minuti più tardi, con il trucco sbavato e l’aria scarmigliata, uscì in corridoio e s’incamminò rapidamente verso la sua Sala Comune. Stava giusto per salire la scala che conduceva al dormitorio femminile, ringraziando Rowena per non aver incontrato nessuno, quando una voce la fece trasalire.

- Nottata impegnativa? –

Si voltò verso la ragazza che aveva parlato, guardandola in cagnesco, - Non credo siano affari tuoi, Carrow. –

- Hai ragione, non sono affari miei. -, ammise, - Comunque complimenti per Baston, è una gran bella conquista. – concluse, uscendo dalla Sala prima di darle il tempo di ribattere in qualche modo.

Con un sospiro, raggiunse la sua stanza e si chiuse in bagno, notando solo in quel momento che il letto di Eris era vuoto. Chiedendosi distrattamente se l’amica avesse deciso di dare un’altra occasione a Fabian, s’infilò sotto il getto caldo della doccia e rilassò i muscoli. Finalmente un po’ di pace.

 

 

 

*

 

 

 

Narcissa si svegliò con un fastidiosissimo mal di testa. Eppure non aveva bevuto molto, appena un paio di bicchieri, perciò non poteva trattarsi di post sbronza. Con la coda dell’occhio registrò che Charis non aveva ancora fatto ritorno e che Katherine, a giudicare dal rumore scrosciante dell’acqua, doveva essere sotto la doccia.

Reprimendo un gemito di dolore, indossò la sua vestaglia in pesante broccato e ciabattò verso l’armadio, recuperando la divisa che come al solito aveva perfettamente ripiegato e riposto con cura. Si potevano dire molte cose su di lei, ma sicuramente l’aggettivo che più la rispecchiava era uno: ordine. Una delle molte cose che la accomunavano con Remus, in effetti, pensò con un sorriso. Stava ancora sorridendo quando la porta del bagno si aprì e Katherine fece la sua comparsa tra il vapore.

- Dove credi di andare? – le disse, fissandola con aria minacciosa.

Le rivolse uno sguardo perplesso, - Che domanda difficile … Magari a lezione? –

- Non ti sei ancora vista allo specchio, vero? –

Aggrottò la fronte. Adesso cosa accidenti c’entrava lo specchio?

- Lo prendo per un no. Fossi in te lo farei. – disse, rispondendosi da sola e indicandole l’immenso specchio a figura intera che troneggiava nell’angolo.

Narcissa obbedì, sorprendendosi per l’ennesima volta per la stanchezza che sentiva addosso.

Cacciò un urlo, puntando un dito tremante contro la sua immagine riflessa.

- Che accidenti è quella roba?! –

- Varicella. Passerà in una decina di giorni, ma devi andare in infermeria. –

Magnifico, ci mancava soltanto che la isolassero come una raccapricciante creatura contagiosa.

- E come l’ho presa? –

Katherine si mordicchiò il labbro inferiore, pensierosa, - Di solito basta anche solo stare in un ambiente infetto, ma con uno sfogo del genere direi che l’hai presa direttamente dal malato. –

Un lampo di consapevolezza passò nella mente della ragazza. La notte precedente, dopo il ballo, aveva incontrato Remus sulla Torre d’Astronomia e ricordava perfettamente quanto la pelle del ragazzo fosse calda. L’aveva inizialmente imputato all’avvicinarsi della luna piena, ma forse era solo un attacco di tipo virale.

- D’accordo, andrò in infermeria, ma promettimi che tu e Charis mi verrete a trovare. – la scongiurò, rivolgendole la sua migliore espressione desiderosa d’affetto.

- Se la nostra bella bionda si ricorda di non poter vivere di solo sesso, verremo a trovarti dopo pranzo. – le promise con aria solenne.

Il pensiero di Regulus e Charis che si rotolavano tra le coperte le provocò un attacco di nausea.

- Kath, è mio cugino, vuoi forse farmi vomitare? –

- Certo che no, ma se proprio devi farlo allora vai in infermeria. – aggiunse in fretta, spintonandola scherzosamente fuori dalla stanza.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

- Che succede? – domandò Eris, alzandosi quanto bastava per permetterle di guardare il ragazzo che si stava rapidamente vestendo.

- Allenamenti. – replicò telegrafico, prima di aggiungere, - Hai visto le mie gomitiere per caso? –

Gliele lanciò al volo.

- Bei riflessi. Però ho una domanda: la squadra non ti ha ancora ucciso per via di tutti questi allenamenti extra? –

- Non sono allenamenti collettivi. Il lunedì mattina mi alleno un po’ da solo, visto che la prima ora è buca. –

- Quindi se per oggi li salti non succede nulla, no? – domandò, con un tono di voce pericolosamente seducente.

- Non iniziare, devo davvero allenarmi. – la pregò, smettendo però di vestirsi e posando lo sguardo su di lei.

- Iniziare a fare cosa esattamente? – mormorò, lasciando che il lenzuolo verde che la copriva scivolasse ai suoi piedi e la lasciasse con la sola protezione della lingerie che aveva indossato.

Sorrise davanti allo sguardo cupido con cui Rico accarezzava ogni porzione del suo corpo.

- Oh, al diavolo. – sbottò, gettando via le gomitiere e raggiungendola sul letto.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Dorcas venne svegliata da una scia di baci delicati che partivano dal lobo per poi scendere verso il basso. Quando raggiunsero la clavicola, aprì gli occhi e li puntò in quelli blu del ragazzo al suo fianco.

- Buongiorno. – sorrise, chinandosi a depositargli un casto bacio a fior di labbra.

- Buongiorno, raggio di sole. –

Il sorriso le si allargò ancora di più, contagiando anche Evan.

Un lieve e piacevolissimo odore le raggiunse le narici.

- Sono caffè e baggle al formaggio quelli che sento? –

- Potrebbero esserlo, tutto dipende dal fatto che io riceva un altro bacio oppure no. – replicò, sorridendole sfrontatamente.

Lo baciò ancora, ridacchiando, - Lo faccio solo per la colazione. –

Evan la guardò con un’aria di finta indignazione, - Ti vedi per così poco, Meadowes? –

- Solo a te, considerati fortunato. – replicò, sfuggendo alla sua presa e sgattaiolando verso il tavolo su cui era sistemato ogni sorta di ben di Dio.

- Amo questa stanza. – annunciò con aria seria, servendosi una generosa dose di caffè e zuccherandolo.

- Vuoi bere del caffè o dello zucchero innaffiato con qualche goccia di caffè? – la prese in giro, accennando al terzo cucchiaio che aggiungeva alla bevanda.

Dorcas gli rivolse una linguaccia e avvicinò la tazza al suo viso.

- Vuoi assaggiare? –

Con un’espressione schifata, Evan si tirò indietro facendola scoppiare a ridere.

- Vuoi avvelenarmi, forse? Tu e il tuo caffè ipercolesterolico state lontani da me. – replicò, afferrando la caraffa e versandosene una generosa dose. Lo buttò giù così, nero e amaro, proprio come piaceva a lui.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

La prima cosa che Celeste notò, non appena mise piede in Sala Grande, era che tutti gli studenti presenti chiacchieravano di chissà quale pettegolezzo. Vedendo Alecto Carrow in inseparabile compagnia della Jorkins, e notando che entrambe sembravano molto più agitate del solito, ipotizzò che doveva trattarsi di qualcosa di grosso o semplicemente incredibile.

Prese posto, sforzandosi di non tormentarsi con l’idea che l’oggetto di quelle chiacchiere poteva proprio essere il suo misterioso rientro mattutino alla Torre dei Corvonero.

Quando i battenti si aprirono, tuttavia, le venne confermato che le sue erano solo stupide paranoie.

Eris stava facendo il suo ingresso in compagnia di nientemeno che Rico Wilkes e, come se tutto ciò non bastasse, lo stava tenendo per mano. Entrambi i ragazzi procedevano a testa alta, apparentemente ignari che tutta la scolaresca stava commentando nient’affatto velatamente la novità.

- E quindi dopo Elizabeth anche Eris. Sembra che le Greengrass abbiano una vera passione per quel ragazzo. –

- Già, ma guardate come si guardano, secondo me la cosa andava avanti da molto tempo. –

Come era prevedibile, gli sguardi si posarono poi sulla piccola Elizabeth, che non aveva detto nulla e li fissava con l’aria di chi aveva appena ricevuto una pugnalata alle spalle.

Sforzandosi di mantenere la calma, distolse lo sguardo e afferrò un pezzo di pergamena. Scribacchiò in tutta fretta una frase e l’affidò a uno dei gufetti che aveva appena consegnato la posta al suo tavolo.

L’animaletto spiccò il volo e dopo poco atterrò davanti al destinatario del messaggio, che quando lesse quelle poche parole non potè fare a meno di ghignare con compiacimento.

 

“So chi sei, voglio essere dei vostri.

                                                          Elizabeth”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Eccomi con l’aggiornamento, dopo un’assenza scandalosa per cui non ho altre scusanti se non quella della mancanza d’ispirazione. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che sia valso l’attesa. Come sempre vi chiedo di farmi sapere che ne pensate. Alla prossima.

Baci baci,

               Fiamma Erin Gaunt

  
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