Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Amor31    02/03/2014    0 recensioni
Piccola raccolta di brevi momenti Jeankasa.
Perché questi due meritano il lieto fine.
Possibilmente insieme.
- Collocazione temporale: post capitolo 51/pre 54 -
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jean Kirshtein, Mikasa Ackerman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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4. Baciami

È da tempo che Mikasa non guarda le stelle.
Da quando i Titani hanno preso il Muro Maria, la sua vita è cambiata così tanto da non lasciarle neanche il tempo di volgere gli occhi al cielo e stupirsi di quanto possa essere bella la normalità.
Ma stasera è diverso.
Senza dare troppo nell’occhio, esce dalla casupola che funge da base e si allontana. Vuole circondarsi di silenzio, ma, nonostante tutto, riesce ancora a sentire la voce squillante di Sasha e Levi che richiama tutti all’attenzione: neanche quando sono riuniti intorno allo stesso tavolo si riesce ad avere un po’ di pace. Anzi, quei brevi momenti di pausa – siano essi il pranzo o la cena – diventano sempre occasione di discussione.
E Mikasa è davvero stanca di stare a sentire tutte quelle chiacchiere che si rivelano sempre inutili.
Si appoggia alla staccionata che delimita il territorio della base e alza la testa. Non ricorda più nemmeno quando è stata l’ultima volta che i suoi occhi si sono riempiti della luce di quelle centinaia di stelle che la sovrastano. Sospira e serra le palpebre, pensando al passato che tanto l’ha segnata.
-Levi ti cerca-.
Si volta di scatto, sobbalzando. Jean è a qualche passo da lei e la guarda con serietà.
-Cosa vuole?-.
-Deve esporci il piano del Capitano Erwin. A quanto pare è qualcosa di rischioso e pretende che siamo tutti presenti. Sai com’è fatto, odia dover ripetere le cose una seconda volta-.
Mikasa alza le spalle: probabilmente Smith sta per mandare qualcuno a morte come di consuetudine. La ragazza prega soltanto che il piano non ruoti attorno ad Eren, perché la situazione sta diventando davvero insostenibile.
-Hai intenzione di venire o no?-, le chiede con insistenza Jean, piegando leggermente la testa verso destra.
-Dammi un minuto, d’accordo?-, lo zittisce.
Il compagno incrocia le braccia sul petto, in attesa, mentre lei riprende a scrutare il cielo; ma essere osservata la infastidisce e, voltandosi, esclama: -Rientra, per favore. Lasciami da sola!-.
-Levi darà di matto, vedendomi tornare senza di te-, spiega Jean. -Piuttosto… Sei più assorta del solito-.
Mikasa sospira di nuovo: è evidente che una forza maggiore non vuole che contempli le stelle.
-Sto soltanto pensando agli esperimenti che ha condotto Hanji nell’ultima settimana. Mi permetti di essere preoccupata oppure…?-.
-Le bugie non sono il tuo forte-, la interrompe subito Jean.
-Ma io non sto…-.
-Sì, probabilmente sei inquieta anche per questo motivo, ma non mi stai dicendo tutta la verità-.
Il ragazzo le si avvicina e la affianca, appoggiandosi a sua volta contro lo steccato. Segue lo sguardo di Mikasa e sente il proprio cuore perdere un battito ammirando il cielo riflettersi nelle iridi scure della compagna.
-Da quanto tempo non ti fermavi a vedere le stelle?-.
La giovane alza nuovamente le spalle, senza impegnarsi minimamente a rispondere.
-E tu?-, chiede dopo qualche secondo.
-Da ieri sera-, afferma Jean. -È l’unico divertimento che si può avere durante il turno di guardia notturna-.
Mikasa tace. Nonostante le sia stato affidato più volte quello stesso compito, non ha mai pensato di alzare la testa e osservare la volta celeste. Forse perché sono davvero troppe le preoccupazioni che nell’ultimo periodo continuano a rimbalzarle da un lato all’altro del cervello.
-Guarda, una stella cadente!-, indica all’improvviso Jean, puntando il dito in una direzione imprecisata. -Sei riuscita a vederla?-.
La ragazza non dà cenno di risposta, ma congiunge istintivamente le mani e chiude gli occhi, come sopraffatta da chissà quali pensieri.
-Cosa fai?-, le domanda il compagno.
-Sto esprimendo un desiderio-.
Jean è colpito da quella breve frase appena sussurrata. È come se si nascondesse qualcosa di sacro nella gestualità e nei piccoli movimenti che Mikasa compie.
-Avresti dovuto farlo anche tu, invece di avvertirmi-, lo riprende con un sospiro. -C’è sempre una piccola possibilità che…-.
-Il mio non si sarebbe comunque realizzato-, la interrompe. Non può certo dirle che l’unica cosa che vorrebbe prima di andare al massacro sarebbe essere baciato da lei.
-Non hai l’aria di uno che si arrende, Jean. Sei cambiato tanto, da quando ci siamo conosciuti-.
-Tu invece sei sempre la stessa – e forse è proprio questo il problema-, aggiunge, abbassando la voce.
-A cosa hai pensato?-.
-Perché non torniamo dentro?-, evita di risponderle. -Comincia a far freddo, qui fuori, e non voglio sentire Levi che…-.
-Pensi che il piano coinvolga ancora Eren?-.
Glielo chiede in un soffio e Jean è preso alla sprovvista. Sente gli occhi di Mikasa trafiggerlo con crudeltà, ma gli riesce comunque impossibile non riflettere su quanto siano belli.
-È probabile-, sentenzia.
La ragazza trattiene il respiro. Sente l’impulso di gridare al mondo la propria frustrazione, ma l’unica cosa che si limita a fare è scrocchiare le dita di entrambe le mani.
-Ho paura per lui, Jean-, confessa su due piedi, abbassando lo sguardo a terra e rialzandolo un attimo dopo per incrociare gli occhi del compagno. -A cosa ci hanno portato tutti questi sforzi?-.
-Mikasa…-.
-Promettimi di aiutarmi a proteggerlo. Giurami che sarai disposto a fare qualsiasi cosa pur di tenerlo al sicuro-.
Il tono della giovane torna ad essere risoluto come sempre. Fissa le proprie iridi in quelle dell’altro, sperando di trovare la conferma che sta cercando; e Jean, sentendo un nuovo peso opprimergli il petto, annuisce in silenzio, dicendosi che, se ciò è necessario per vedere finalmente felice Mikasa, non si tirerà indietro.
-Grazie-, pronuncia con riconoscenza la ragazza, mettendosi dritta di fronte a lui.
-Possiamo rientrare, adesso?-.
-Non ancora-.
Jean la guarda con perplessità, senza avere la più pallida idea di cos’altro abbia in mente. Ma nel momento in cui si rende conto che la compagna si sta avvicinando sempre di più, per lui il tempo si ferma di colpo. I movimenti di entrambi si fanno più lenti e il giovane sente la propria testa andare in fiamme, mentre il cuore gli impazzisce al centro del petto.
Baciami”, ordina in silenzio. “Fallo e basta”.
Le punte dei loro nasi ormai si possono quasi sfiorare. È un’attesa devastante, aggravata dalla potente attrazione che Mikasa esercita su di lui. Ma cosa aspetta? Perché lo illude così, inducendolo a pensare di avere ancora una possibilità?
Se i pensieri di Jean sono così sconvolti, quelli della ragazza non possono definirsi più calmi. È già la seconda volta che una strana forza la spinge verso il proprio compagno, verso quel Kirschtein che tanto spesso si è fatto beffe di Eren. Ma allora perché gli si è avvicinata? Perché non lo ha semplicemente seguito in casa, dove ad attenderli c’è il resto della squadra e un Levi sicuramente furente?
Bacialo”.
Percepisce quell’unica parola attraversarle la mente come un fulmine a ciel sereno. No, non può essersi detta una cosa del genere. Deve essere impazzita.
Eppure non riesce a scostarsi. Prova quasi il bisogno di entrare a contatto con lui, di sentire su di sé quelle labbra. Per quale motivo si sta comportando così?
-Jean…-.
E poi ancora il silenzio. Il ragazzo azzera le distanze e fa sua la rosea bocca della giovane, che non ha neanche il tempo di replicare. Sente le mani del compagno scivolarle lungo la schiena e attrarla ulteriormente al suo corpo, mentre le loro labbra si cercano, fameliche. Mikasa pensa che tutto questo sia sbagliato, ingiusto, ma smette di curarsene subito: è questa la vita vera, non quella che si sta costringendo ad affrontare da quando si è unita al Corpo di Ricognizione.
Sembra che il tempo abbia realmente messo fine alla propria corsa. I due ragazzi hanno l’impressione di essere lontani miglia da quel piccolo accampamento nascosto nei boschi; tutto attorno a loro diventa polvere e scompare, se paragonato al bacio che si stanno scambiando.
-Ora sono io a doverti ringraziare-, le sussurra ad un orecchio Jean, abbandonando per un istante la bocca della ragazza e guardandola negli occhi.
Il volto di Mikasa assume un’espressione interrogativa e il compagno non può fare a meno di sorridere: -Hai realizzato il mio desiderio-.
La giovane sente il cuore precipitarle nello stomaco: è una sensazione strana, a metà tra la gioia selvaggia e la paura incontrollata. Nessuno le ha mai detto qualcosa di simile prima di questo momento e dunque non ha idea di come reagire; però si rende conto che le sue mani stanno agendo come animate da una forza propria. Una forza che la costringe prima ad accarezzare il volto di Jean, poi a scompigliargli i capelli, afferrandogli la nuca e avvicinando la sua testa alla propria.
-Baciami ancora-.
Crede di averlo pensato, di aver tenuto per sé quella piccola frase, ma non è così. E se ne accorge soltanto notando gli occhi del compagno spalancarsi, illuminati da una scintilla di pura felicità.
Non c’è più tempo per i ripensamenti: la vita è troppo breve, soprattutto quando si ha la consapevolezza che domani potrà essere il tuo ultimo giorno sulla terra. Jean e Mikasa dimenticano completamente che Levi li sta aspettando all’interno della casupola, scordano di dover ascoltare il piano per capire quale sarà la prossima mossa da compiere: solo il silenzio li culla, mentre in alto le stelle sembrano sorridere, benevoli.
   
 
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