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Autore: annies    02/03/2014    2 recensioni
«E io sono Harry Styles, supervisore di articoli e stagisti, quindi, tuo superiore».
Il modo pungente in cui pronuncia la parola "superiore" fa rimangiare tutti i pensieri carini che Kara aveva avuto su di lui fino a dieci minuti prima e le fa assumere un'espressione contrita; la stessa che Zayn odia, la stessa che sua madre fa fatica a sopportare e la stessa che mette su quando non le piace qualcuno.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I want the world
in my hands

6.

Ryah ha una tazza di English Tea in mano, una borsa preda da Topshop con i saldi al fianco e una Kara un po' troppo agitata di fronte. Le sta raccontando tutto di quel lavoro che ha cominciato da ormai quasi un mese e Ryah, si sente un po' in colpa ma non sta ascoltando da una decina di minuti.
Quel bar sotto casa è il loro ritrovo da più o meno sei anni: si conoscono dalle scuole superiori e dopo scuola, dalle quattro alle sei di pomeriggio loro e le altre si riunivano sempre lì, tazze e brioches alla mano e tante chiacchere.
Adesso, e Ryah un po' non se lo spiega, tutto è cambiato e non le sembra più il posto speciale che era prima; e neanche Kara che parla e gesticola e fa facce buffe la fa più ridere come una volta. E forse perché lei e Zayn si stanno cominciando a vedere con più frequenza e i sensi di colpi stanno cominciando a roderle il cervello. Forse perché non può più guardare in faccia la sua migliore amica senza pensare agli occhi scuri del suo fidanzato e al suo sorriso grande.
Forse perché dovrebbe dirglielo e lei lo sa.
«Non mi stai ascoltando, vero?» domanda infastidita Kara, la bocca sporca di zuchero a velo e crema di nocciola e le sopracciglia inarcate.
«Scusa, ho perso il filo» ammette Ryah, alzando le mani.
Colpevole. Beccata.
«Ma si può sapere che diavolo hai? E' già un po' che non mi parli come si deve. Hai novità che ancora non mi hai detto?» insiste la bruna.
Kara proprio non ha capito perché Ryah ha quello sguardo incerto, non lo sa ma ha capito che ha voglia di dirle qualcosa, che in qualche modo si sente insicura e in pericolo: lo legge dai suoi occhi che sono diventati un po' lucidi e dalle sue mani che si contorcono e si annodano. Conosce Ryah da troppo tempo.
«No, Kiki non ho niente, davvero» si scusa lei, sorseggiando il suo tea e cercando di non guardare l'amica negli occhi.
«Ma vuoi mentire a me che sono la tua migliore amica?»
«Piuttosto perché non mi racconti di quel tuo capo interessante?»
Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda.
«Perché è di questo che ti ho parlato nell'ultimo quarto d'ora» dice seccata Kara; ha ormai capito che Ryah nasconde qualcosa e ha solo voglia di alzarsi, pagare e andare a casa. Odia le persone false, soprattutto se ad essere false sono persone a cui tiene particolarmente.
«Te ne parlerò quando mi sentirò pronta, okay?» si arrende Ryah, pensando a quanti danni ne sarebbero conseguiti.
Avrebbe perso Zayn.
Avrebbe perso Kara.
Avrebbe perso tutti i suoi amici e la dignità.
Prezzo troppo alto.
«Perché non puoi parlarmene ora? E' una cosa così grave?» insiste Kara e già quasi scoppia dalla rabbia. Perché tutti in questi giorni hanno deciso di renderla la vita difficile? Harry Styles che comincia a parlarle e a scherzare con lei come se fosse una sua amica, Ryah che decide di fare la strana e Zayn scostante e troppo protettivo. Che cosa sta succedendo?
«Non ho voglia e non saprei neanche come spiegartelo».
Ryah si è alzata dal sedile rosso del pub, ha preso la borsa di Topshop e si è spostata i capelli lunghi e ricci tutti su di una spalla. Ryah è bella ed affettuosa, ma adesso sta scappando dalla sua migliore amica e la delusione di Kara cresce.
«Ryah, non chiamarmi domani. Non avrò voglia di sentirti» Kara sorride amareggiata e guarda la sua migliore amica fare un cenno d'assenso - un po' sbigottita in realtà - e sparire in pochi minuti per le vie di Londra.
Fa aderire la schiena alla superficie liscia del sedile e rimugina su quello che è appena successo: davvero la sua migliore amica le ha appena negato fiducia? Davvero anche quest'ennesimo rapporto sta subendo cambiamenti? Non ne può più, Kara, di cambiamenti. Durante l'ultimo anno si è trasferita due volte - la prima volta, ad Oxford Street l'avevano praticamente buttata fuori -, ha cambiato quasi cinque volte mestieri e ha litigato con troppe, troppe persone. Che sia sbagliata lei? Che abbia Kara Wright qualcosa di fondamentalmente scorretto? No.
Lo squillo del telefono interrompe i suoi pensieri negativi. Certo, leggere Harry Styles  sullo schermo non è poi incoraggiante, ma decide di accettare la chiamata solo  per cercare di non pensare più a Ryah e ai suoi casini vari.
«Cosa diavolo vuoi?» sbraita, appoggiando i gomiti sul tavolo.
«Non si risponde così al proprio capo!» esclama Harry. La voce roca, una risata un po' troppo bassa e magicamente Kara si rende conto di stare immaginando la sua espressione.
«Non è giornata, Styles, se vuoi parlarmi, fallo velocemente»
«Sei mestruata?»
«Non sono mestruata»
«Allora vieni in studio che ho delle scartoffie da parte di Miss Blanche da consegnarti. Si porta l'anima da ore!» Harry ha sempre il potere di far saltare i nervi saldi di Kara in mezzo secondo e adesso, proprio lei è convinta di poter esplodere da un momento all'altro.
«Ma sono vicino a Primrose Hill, non ce la farò mai!»
«Veloce!»
Harry chiude la telefonata e Kara lo vuole uccidere - come sempre. Lo vuole uccidere perché lei desidera solo il suo letto caldo e un'insalata di zucca, non lavorare con l'antipatico e lunatico Harry Styles - forse.


Il palazzo di Interview Magazine, quando la luna è quasi alta nel cielo e i lampioni cominciano a scaldarsi non è imponente e spaventoso. Kara ha addosso quelle scarpe con il tacco da tutta la giornata - partecipare alla fashion week non è poi così piacevole alla fine - e la sua pianta del piede sta cominciando a strepitare.
«Vaffanculo, Styles» borbotta tra sé e sé prima di chiamare l'ascensore e entrarvi, mettendosi a braccia conserte e guardandosi allo specchio.
Certo, è abbastanza un disastro. Ha i capelli spettinati e rovinati dalla perenne umidità, il mascara che non ha ritoccato e il rossetto che è scomparso per via delle brioches che ha mangiato neanche una mezz'ora fa.
Ma cosa dovrebbe importarle? Come se dovesse vedere Zayn e non il suo capo spocchioso ed arrogante.
Kara sbuffa e scende al quarto piano. L'unica luce del piano proviene dallo studio di Harry, per il resto, il buio e il silenzio totale. Né una musica di sottofondo, né la luce dello studio di Miss Blanche; a malapena il respiro di Harry e il rumore dei tasti del suo iMac. Niente di più.
«Ma che stai facendo? Ti stai preparando per un funerale?» domanda Kara scherzosa, aprendo la porta dello studio di Harry e con uno strano sorriso involontario in viso. Che lui le facesse qualche strano effetto era ormai assodato, nonostante lei non volesse ammetterlo a sé stessa.
«Wright».
Harry è seduto davanti alla sua scrivania, sulla poltrona in pelle nera e ha le mani congiunte sotto il mento. L'espressione non è quella che Kara aveva immaginato al pub di Primrose Hill e infatti il suo sorriso si spegne quasi subito.
«Devi darmi qualcosa?» Kara cambia subito atteggiamento, perché ha capito che lo sguardo di Harry non promette niente di buono e sinceramente ha perso tutta l'allegria e l'adrenalina che un po' le si era sparsa in corpo.
«Tieni, queste cose sono da firmare e da portare alla segretaria di Calvin Klein. Trovi il numero e l'indirizzo sul retro del fascicolo» il riccio parla e si alza dalla sedia per porgerle i fascicoli di cui avrà bisogno Kara.
Pochi passi verso di lei e sono già a pochi centimetri.
Pochi centimetri.
Pochi millimetri.
Il ritmo accelerato del cuore ma il nervosismo che aumenta.
Perché Harry si sta avvicinando così tanto?
Le sue labbra, i suoi occhi, il suo naso, le sue guance, la sua pelle.
La sua pelle, le sue guance, il suo naso, i suoi occhi.
Le sue labbra.
Vicine.
«Che stai facendo?» domanda Kara e tutto si interrompe.
Scompaiono gli occhi socchiusi di Harry e la sua espressione improvvisamente meno dura. Scompare il suo fiato sul suo collo e il cuore che corre.
«Scusa» dice lui, allontanandosi bruscamente e dandole le spalle. Kara è abbastanza sicura che Harry si sta vergognando e non poco. E si, è difficile da ammettere ma lei lo avrebbe baciato se solo il pensiero incessante di Zayn, del suo sguardo deluso non le attanagliasse il cervello.
«Devo andare, Harry» dice soltanto, dandogli le spalle a sua volta e cercando di fuggire da quello studio che si è fatto troppo stretto.
Le manca il respiro.
I suoi occhi erano troppo vicini e le sue mani bruciavano sui suoi fianchi.
Perché?
Harry è bipolare e Kara ne è abbastanza certa.
Ma no, Kara, ma che stai dicendo. Harry è semplicemente solo.
Tremendamente solo.



Allora, se devo essere sincera, questo capitolo mi fa abbastanza schifo. Volevo mettere questa scena - vi ricordo che la storia sta tipo per finire - che nella mia testa era un po' più decente ma che è risultata obrobriosa. Vi giuro, ho riscritto l'ultimo pezzo una decina di volte ma non mi è uscito ninete di meglio. Perdonatemi.
Harry sta cominciando ad aprirsi ma contemporaneamente a chiudersi.
Di Ryah che ne pensate? Io la odio da morire, infatti la faccio troppo antipatica, me ne rendo conto AHHAHA fatemi sapere, insomma! E scusatemi per il ritardo.
Un bacione,
Ari

s






 
  
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