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Autore: tagliarsi_con_gli_origami    02/03/2014    1 recensioni
Harry Styles amava le olive nere, il vino rosso, le rose blu, le macchine viola e le camicie rosa.
Le casette a schiera di Paddington con i giardini interni e i muri di cinta alti nemmeno due metri, l'odore del cibo da asporto delle bancarelle di Camden, e il rumore dell'ago dei tatuaggi, la consistenza dei marshmallow che non poteva mangiare, e il gusto di menta delle gomme da masticare.
Louis Tomlinson odiava i noccioli delle olive, preferiva la birra, i girasoli, le auto di lusso rigorosamente nere e le divise da calcio di un mascolino rosso, al massimo a righe.
Voleva il traffico di Piccadilly, la metropolitana di notte e le ambulanze sotto casa, i ristoranti al buio e i dolci veri, caldi, da pasticceria.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A Louis Tomlinson, Sassy da amare.
 



Quando Louis Tomlinson si pone delle domande, solitamente la risposta non esiste.
O non gli piace.









​I problemi di Louis Tomlinson con l'emotività sono cominciati in seconda media, quando il suo compagno di banco ha avuto un'erezione spontanea nell'ora di storia, mentre Cesare veniva brutalmente accoltellato da amici, parenti e affini.
Il suo alzarsi per andare in bagno a verificare che non avesse deciso di suicidarsi per l'umiliazione era stato erroneamente interpretato come un'avance, un vago tentativo di approccio sessuale fra omosessuali in erba, e semplice perversione maniacale a sfondo ossessivo, dettagli che avevano colorato il suo curriculum accademico di un pericoloso allarme rosso.
I problemi di Louis Tomlinson con il sesso sono cominciati quando tutti i suoi amici hanno iniziato ad iniettarsi l'ormone della crescita come il doping alle corse dei cavalli. Finché Liam era un tenero orsetto sorridente con orribili capelli tinti, e Zayn un rospetto dagli occhi grandi e la testa a uovo, avere degli amici era facile. GTA, patatine e calzini puzzolenti usati e riusati, non capire mai quale film porno guardare per accontentare tutti, e non farsi la doccia per una settimana intera per non dover fare la lavatrice.
Poi Liam è stato rapito dagli alieni, tornando dallo spazio con quindici chili di braccia, pettorali e addominali, e Zayn è diventato, beh, Zayn, ciglia lunghe fino a Tahiti, e la barba.
La fottutissima cazzo di barba a ricrescita rapida dei pakistani.
E un sacco di cugini altrettanto mascolini con cui mangiare la pizza italiana, fare selfies con l'aspetto di sceicchi ingioiellati peggio di 50 cent in libera uscita dai loro castelli dorati, e il broncio.
Il broncio strappamutande di Zayn Malik.
E Louis Tomlinson ha sempre pensato di essere carino, anche più di carino, quando giocherellava con la pubertà, un taglio di capelli improbabile e la voce che non sembrava voler cambiare da quando aveva dieci anni.
Le ragazze impazzivano per quell'aria da effeminata regina dei ghiacci buffona (alla fine hanno dimenticato, più o meno, l'incidente di Cesare, Bruto e l'erezione) e aveva anche preteso da se stesso una millantata eterosessualità per tutti gli anni delle superiori, ma alla fine c'era stato Liam Payne, e un paio di anni dopo anche Zayn Malik, e davvero, davvero non si può pretendere di amare le tette di nessuno, se nudo nel tuo bagno c'è Liam Payne, e in mutande sul tuo divano Zayn Malik.
E in tutta questa Guerra di Secessione fra i suoi ormoni impiegati in rocambolesche avventure con il mondo esterno, e la lotta senza fine fra il lato oscuro della Forza del suo essere essenzialmente alto una manciata di pollici più della media statura di una ragazza, e il lato buono di avere pollici a sufficienza per rendere felice più o meno ogni tipo di ragazza, Louis Tomlinson ha smesso definitivamente di pensare anche solo lontanamente di portarsi a letto le ragazze.
E loro lui, senza tanti complimenti.
C'è ancora qualche speranzosa creatura che decide di ignorare l'effeminata sfacciataggine dei suoi movimenti, le tonalità criticamente acute della sua voce, e quello sfrontato atteggiamento da reginetta di bellezza in decadenza come un'armatura a coprire gli occhi e le risate, ma le loro prospettive di successo raggiungono quelle della sobrietà eterna di un villaggio irlandese con la birra gratis.
Più o meno come un'intera conversazione sensata con Niall Horan, che comunque non si sprecherebbe ad attendere con le palpitazioni e i sudori freddi.
Ma la verità è che quella mattina non voleva essere lì, a quel fottuto McDonald's a fare colazione, ma nella pasticceria-panetteria-tavola calda a Westminster, vicino all'acquario, al London Eye, al Big Ben.
Voleva strisciare le sue Vans nella folla senza nome, ma piena di occhiali da sole di tutte le dimensioni marcati Primark, e intromettersi nelle fotografie dei turisti facendo finta di niente.
Un ciuffo di capelli, una spalla, una figura sfumata di rosa fra i sorrisi delle ragazze cinesi e il Tamigi.
Giusto per far incazzare il cattivo gusto sempre troppo sfigato di quegli scatti con l'indice sulla punta dell'orologio e la facce da ebeti.
Donare il brivido dell'imprecazione, e poi sorridere, scusarsi, sgattaiolare via a dipingere strane smorfie nelle foto di gruppo delle scolaresche turche che si tirano dietro trolley che costano più di loro e dell'affitto di casa di Louis.
Ma no, perché Zayn deve riprendersi da una sbronza epocale che puzza di vino italiano e birra, malamente mescolati insieme, in piena tradizione da cattivo bevitore marcata Malik.
Cugini, amici, parenti. Lo sceicco del Baharein e le sue centoventicinque mogli. Tutte e centoventicinque a fissare la bocca di Zayn che si muove da sotto i loro impermeabili politici con lo spazio sufficiente al massimo per battere le palpebre. Ma abbastanza per mangiarselo vivo.
Centoventicinque mogli e Gucci, Prada, Manolo sotto il tendone da circo del falso contegno.
In realtà sono Louis, Liam e Zayn da McDonald's, un orrido milkshake troppo freddo e insipido, quindici ragazzine (che si fanno le foto in mutande su Instagram lamentandosi che sono grasse) in coda per il loro quarto di bue delle quattro del pomeriggio, e Harry Styles.
Se Louis non avesse riconosciuto l'odore malconcio dei suoi capelli, probabilmente non...
Non è vero.
Se Louis non avesse riconosciuto la fantasia agghiacciante della sua bandana, la cintura confezionata da un Homo-non-troppo-Habilis nel Neolitico, gli strappi sui jeans, i rumorosi anelli contro il bicchiere di vetro e, anche, alla fine, come un perfetto sniffatore compulsivo di odori altrui, la mela della sua cera per capelli, probabilmente non lo avrebbe nemmeno visto.
Se Louis non avesse riconosciuto praticamente ogni cucitura cedevole della sua giacca di jeans imbottita dell'intero gregge di capre del nonno di Heidi, non si sarebbero nemmeno guardati.
Louis non l'ha guardato, almeno, sforzandosi di ignorare le pale da mulino a vento dell'altro che roteavano nell'aria in una pallida e quantomeno scoordinata imitazione di saluto.
Ma non è che si possa dire che non l'ho notato.
E non è stato facile come si sarebbe aspettato continuare a bere quel milkshake, preparato in ospedale assieme al brodo di pollo e la purea di patate anziché una maledetta catena di ristorazione multimilionaria di fama mondiale che fa della soddisfazione del cliente il suo marchio di fabbrica.
Lancia il milkshake mezzo pieno nel cestino dei rifiuti. 
Sbuffa con tutta l'aria che riesce a soffiare via.
Colpisce Zayn che si rovescia addosso mezza Coca Cola.
“Hei! Guarda che l'ho pagata!”
“Evviva. Dammi una sigaretta”
Zayn ha l'espressione da post sbronza più sexy del pianeta, probabilmente, ma è comunque una faccia da ebete, e comunque è in hangover senza ritorno, e comunque è Zayn, e quindi semplicemente gli allunga il pacchetto e basta, senza commentare il fatto che la doccia di Coca Cola non sia un rimedio ai postumi, né a nient'altro.
Liam li osserva senza parlare, perché anche Liam è Liam, e Louis ha l'espressione da gatta in calore irritata che mette su due o tre volte l'anno.
E tutti loro sanno che non si punta l'estintore addosso a Louis quando ha quella faccia. Si spera semplicemente che la detonazione avvenga lontano e lasci dei superstiti.
Louis esce, quasi inciampa nei suoi stessi piedi, nelle Vans consumate, sporche, disegnate con smile stupidi da stadio decadente dell'ubriacatura del martedì, non quelle divertenti di cui fa quasi piacere non ricordare nulla, ma di quelle sfigate, finite seduti su un muretto senza sapere come scendere, o come si è saliti.
Harry Styles non lo guarda, anche se il suo amico giallo canarino biascica qualcosa con il suo accento retrogrado da zappaterra irlandese, e ride.
È confortante per Louis immaginare le sadiche torture da sottoporgli, prima o poi, per cancellare quell'allegria di ebete amante dell'universo e trasformarlo in un solitario emo depresso che si fa i video mentre si taglia in diretta su Tumblr.
E vorrebbe fumarsi uno spinello con venti grammi d'erba, in quel momento, e non una patetica sigaretta troppo costosa per le sue tasche, triste, solitaria e sfigata.
E magari fare una strage di obesi al McDonald's, prima che i depositi di grasso nelle loro vene facciano scoppiare qualche arteria mentre stanno guidando, andando a sbattere contro qualche salutista hippy che mangia solo verdure e frutta caduta dagli alberi.
Ok no, che vadano pure nel mondo ad uccidere salutisti vegani fruttariani. O che li portino qui, tutti insieme, così posso fare una strage con i controcazzi.
Pensa di uccidere, come sempre gli capita, Louis Tomlinson, e non ha nemmeno acceso la sua sigaretta prestata, che sembra sempre così arrapante in bocca a Zayn, e così mortale fra le sue, piccole, disadattate labbra da nano rachitico con i capelli troppo lunghi.
Se fosse una storia felice e piena di romantiche coincidenze Harry Styles uscirebbe dalla porta di quel luogo omicida, friggitore di topi e animali domestici, e sfruttatore di lavoratori sottopagati, che usa in un inquietante pagliaccio che assomiglia a IT come logo mondiale, e gli sorriderebbe, senza la lingua che gli si arrampica fino nel naso e un principio di soffocamento.
E Louis potrebbe capire se quell'irritante rimescolanza di organi interni che gli capita ripensando alle sue ridicole fossette e la sua bocca larga ha una causa endogena, o semplicemente dipende dall'inclinazione degli astri, i suoi ormoni, o la vorticosa caduta della sua media di masturbazione quotidiana.
Ma ovviamente Niall Horan, che notoriamente è l'ultima persona sulla faccia della terra con cui Louis vorrebbe condividere anche un solo sprazzo di vita in questo misero mondo, e non fuma,  e sicuramente non ha l'asma o strane allergie ai marshmallow, si stiracchia accanto a lui sul gradino arancione fosforescente.
“Quindi...”
Quindi cosa? Non è un po' prestino per andare a sbronzarsi in qualche pub di irsuti ometti con il monociglio e la nostalgia dei bei tempi in cui l'IRA faceva saltare tutto?
“Harry...”
Harry un paio di palle, non siamo da Ophra, tante grazie.
La sigaretta si accende per miracolo, l'accendino di Zayn che lancia un ultimo afflato di vita e muore.
L'altro che sghignazza come un maledetto delfino sotto metanfetamina, Louis che cinciscia con poche once di tabacco e cancro ai polmoni e nicotina.
E Harry Styles, che alla fine deve comparire nell'allegra scenetta, perché altrimenti non sarebbe un episodio da raccontare.
Che cosa sfigata da dire.
L'ineguagliabile talento per le uscite di scena di Niall Horan, comparabile solo a quello dello Sinn Féin quando c'è davvero da prendere una decisione in Parlamento, non fallisce, e, mentre i suoi capelli tagliati come la Miley Cyrus pre-masturbazione in mondovisione spariscono dietro le porte scorrevoli del McDonald's, Harry Styles parla.
Senza la lingua gigante fra i denti o l'antistaminico ad inebetire la già lenta circolazione sanguigna, e probabilmente senza premere sui suoi centri dell'apprendimento, già provati da chissà quale cocktail mortale di latte, biscotti e miele da piccolo.
“Ciao” lo dice come se fosse “Ciaaaèèèaao” ed è la parola con poche lettere più lunga che Louis abbia mai sentito pronunciare dal mondo.
Un cenno è il massimo che il suo di cervello ritardato, riesca ad articolare prima di concentrarsi sulla brace della sigaretta che brucia ignorata e fumata dal vento.
Alla fine gli offre innervosito quello che resta, un mozzicone di tre o quattro tiri smozzicati e aspri 
“Nope. Asma. Potrei morire” lo dice sempre come se gli costasse una fatica immane pronunciare le lettere. Le allunga, le stira a puntino, inamidate e pronte all'uso. Lunghe e tossicchianti, a bassa voce.
“Che disgrazia”
“Che sfigato”
“Che novità”
La restante parte di quella conversazione non esiste, o forse Louis l'ha rimossa con una lobotomia mirata alla memoria a breve termine, perché non saprebbe descriverla.
Forse perché pare che Harry Styles abbia sorriso, forse un tasso si è introdotto nel McDonald's e ha azzannato la caviglia di un'obesa a caso con i calzini sotto i sandali aperti.
O forse IT il pagliaccio assassino è davvero arrivato a rivendicare la sua immagine contro Donald, o come cazzo si chiama quell'altro con la faccia da molestatore di bambini e l'aria da idiota.
Qualche tragedia cosmica dev'essere successa, perché Louis Tomlinson non rimane mai senza parole. Forse non sono sempre il genere di discorsi da appuntarsi e tatuarsi addosso, fosse non sono aforismi sagaci da scarabocchiare sul diario di scuola, o esternazioni di sentimenti umani, ma sono parole, riempiono il vuoto e lo spazio, i silenzi.
Invece, pare che ci sia stato silenzio. Un lungo momento.
Un momento che Harry avrebbe definito per lo meno “divertente”, e Louis quantomeno “autolesionista” e “tedioso”, ma comunque un momento che Louis Tomlinson non saprebbe riempire di parole e rumori.
Che forse non ricorda.
Ma che c'è stato.
La sigaretta è finita, ed è stata spiaccicata con violenza nel cestino dei rifiuti, con l'energia repressa e la stizza che solo Louis Tomlinson sarebbe riuscito a conferire ad un gesto così semplice mentre, probabilmente, Harry Styles ridacchiava da scemo alle sue spalle.
Enorme, goffo e disagiato Harry Styles, senza lingua gonfia ma con una bandana colorata, milleduecento anelli e ciondoli, e l'aria da grosso scimmione decerebrato.
Irritante ominide affetto dalla recente scoperta del pollice opponibile.
Zayn e Liam gli concedono la grazia di palesarsi, in un imprecisato momento, alle spalle dell'altro, restituendogli seppur solo in parte la dimensione della vera virilità, o per lo meno un canone di bellezza elevato.
“Ce ne andiamo? Una tizia ha infilato il suo numero di telefono nel mio muffin, e per poco non mi strozzo” 
Zayn storce quelle sue agghiaccianti ciglia strappamutande in un'espressione inorridita. Liam sorride, perché sicuramente ha ripiegato il foglietto attentamente prima di affondarlo nel cestino. Perché sicuramente lui prova una strana partecipazione a cui non vuole dare alcun nome per quella ragazza ingenua alla cassa, o nel reparto dolci, o chissà cosa.
Louis no, perché se davvero qualcuno è capace di appallottolare della carta nel dolce di qualcuno  uno speranzoso tentativo di rimorchio, merita quelle sopracciglia, e quella stizza, e quell'annoiato scetticismo.
Ma Louis Tomlinson osserva Zayn Malik far scivolare la sigaretta fuori dal pacchetto, cercare l'accendino nelle tasche, fregarlo dalla sua, accenderla e affondare il fiato nel primo tiro, e pensa che, nonostante tutto, quella ragazza l'ha rischiata, che non è così male se si pensa che il premio in palio, anche se duecentomila a uno, resta sempre Zayn Malik.
Brava ragazza.
“Hei, va meglio?” Liam non finge di essere interessato. Probabilmente Liam ha annotato sul diario segreto che sicuramente tiene nascosto sotto il cuscino con la federa di Batman ogni tormento emotivo che l'allergia di Harry Styles gli ha provocato negli ultimi giorni.
Era davvero preoccupato, per dire.
“Mi sento ancora come se stessi masticando batuffoli di cotone, ma è ok...” 
Tu mastichi sempre batuffoli di cotone Styles, e se non ne hai li inventi.
Liam sorride, gli tocca la spalla, gli da' il suo numero di cellulare, lo invita a chissà quale serata al Funky Buddha che ama tanto.
Liam se ne frega se Harry Styles è l'ominide scoordinato, goffo e pieno di allergie più resistente dell'universo, e che probabilmente è anche il più socievole, e lui e il suo amico rifugiato politico logorroico si aggregheranno senza troppe cerimonie al loro disagiato ma ormai rodato trio.
Liam non capisce che Louis Tomlinson odia, usualmente, le persone, e ancora di più quei due esemplari difettosi di essere umano mai davvero cresciuto.
Lui non sa nemmeno che gli antistaminici lo fanno diventare fisico, e che probabilmente il suo fidanzato quarantenne con figlia gli ha offerto una colossale superficie corporea dove recuperare le forze l'altra notte.
Quell'amico con spalle enormi e affascinanti occhi da uomo vissuto che sa come maneggiare un enorme ragazzino alto due metri che non sa come poggiare i piedi a terra.
Ci sono un sacco di dettagli di Harry Styles con cui Louis potrebbe arricchire le piangenti melanconie di Liam e del suo diario segreto.
Biascichii, strani movimenti delle mani quando parla, e il tono di voce che rasenta il do basso quando è stanco, o fatto di antistaminici, pare.
Ma Louis Tomlinson scrolla solo le spalle, e spera che Harry Styles sia così stupido da dimenticare di segnare il numero, confondere due cifre, aggiungerne una, essere Harry Styles, e non incontrare mai più la sua accidentata strada emotiva.
Mai più.











Buona domenica di Carnevale :)
Eccomi qui, di nuovo. Chiedo scusa a Niall, anche se in questo capitolo non è stato tanto vilipeso, ma soprattutto a Zayn, che povera stella si prende i peggiori insulti dal Prologo ahahah
Domani è il mio compleanno, e praticamente io l'ho scoperto da FB, ma comunque lo è, e niente, un po' di gioia Larry ci voleva ahahahh
Poi Louis, devo dire, mi rende le cose facili per quanto riguarda questa storia, perchè è così tanto sassy che non devo nemmeno sforzarmi ahahah
A presto!

 
   
 
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