Capitolo
ventidue: Fucking Chaos
“Discomfort, endlessly has
pulled itself upon me
Distracting, reacting
Against my will I stand beside my own reflection
It's haunting, how I can't seem...
To find myself again
My walls are closing in...
(Crawling - Linkin Park)”
Confusione. Questa
era l’unica cosa che
albergava nella testa dei quattro ragazzi che, a notte fonda, sedevano
in terra
nella Sala Comune proprio davanti al grande camino di roccia il cui
fuoco,
oramai, non era altro che carbone e cenere.
Un
silenzio tranquillo li circondava permettendo ai loro pensieri di
viaggiare
lontano, consentendo ai dubbi, alle domande irrisolte e ai sentimenti
contrastanti
di invadere la testa, l’anima, il cuore. Allyson
abbassò lentamente le palpebre
mentre per un attimo ebbe il timore che tutta la roba che aveva dentro
stesse
per scoppiare da un momento all’altro. I suoi migliori amici
erano lì ma era
come se giorno dopo giorno avesse la netta sensazione di allontanarli
sempre di
più da lei.
- Ci sono! -
esclamò improvvisamente Hermione,
facendo sobbalzare i tre.
- Eh,
si, cosa? - mormorò Ron spaventato, svegliandosi di
soprassalto, rotolando giù
dal divano e sbattendo a terra con un gemito.
Allyson
aveva raddrizzato la testa di scatto, colpendo di striscio il mento di
Harry
che si portò una mano sul punto dolorante, lamentandosi
debolmente. La Reed si
scusò imbarazzata per poi schiarirsi la gola e ridacchiare
alla vista del rosso
che si stava rimettendo seduto con qualche lamento.
- Che
diavolo ti prende, Hermione? - borbottò ma venne palesemente
ignorato dalla
riccia che intanto stava richiudendo il libro con delicatezza.
- Che
succede? - gli fece eco Harry.
- Beh,
mentre stavo leggendo quel libro mi è venuta in mente una
cosa…- cominciò a
bassa voce, lanciando uno sguardo fugace d’intesa
all’amica che inizialmente
non comprese dove volesse andare a parare. - Ad Harry bruciava la
cicatrice
quando vi siete sentiti male, no? E se Gwendolyn Wood avesse a che fare
con Voldemort?
-
Hermione ma ti senti? - proruppe il rosso con scetticismo venendo
ignorato
nuovamente dalla Granger.
-
Perché pensi ad una cosa del genere, Hermione? -
esalò invece Potter con
serietà.
Allyson
capì le intenzioni dell’amica di voler spingere
l’attenzione di quei due su
qualcun altro per fare in modo che si dimenticassero di lei e di Malfoy
per un po'. Ma entrambe
sapevano che questo sarebbe servito a poco.
- Ho
controllato in biblioteca dopo cena. Marianne e Adolph Wood erano due
dei nomi
nella lista dei Mangiamorte più cruenti e convinti nella
causa di Lord
Voldemort. O, almeno, questo è ciò che
è stato riportato sulla Gazzetta del
Profeta di quel tempo. - spiegò la riccia con enfasi.
- E
questi due dovrebbero essere i suoi genitori? - le domandò
interessata Ally.
Hermione
annuì. La Reed non sapeva chi fossero. Se avevano fatto
parte (e lo facevano
ancora tutt’ora) della cerchia più ristretta dei
“fedeli” Mangiamorte, lei non
lo sapeva. A dire il vero, non li aveva neanche mai sentiti nominare da
nessuno.
Per quanto ne sapeva, potevano anche essere morti.
-
Potrebbero non esserlo. - commentò Ron.
- Beh,
non è che conosciamo così tanti Wood, no? -fece
Allyson con fare sarcastico. -
A parte Oliver, ovviamente. - si corresse subito dopo ricordandosi del
loro ex
capitano della squadra di quidditch.
- E da
quanto ne sappiamo, non credo che i suoi genitori avessero quei nomi. -
esordì
ancora una volta Hermione. Poi si rivolse ad Harry e gli chiese: -
Allora, che
ne pensi?
L’occhialuto
ci mise alcuni secondi per rispondere, cercando di ponderare le sue
parole.
-
Potrebbe essere plausibile. - disse lentamente, assorto. - Ma non
spiegherebbe
il motivo della tua reazione, Allyson. La mia cicatrice non avrebbe
cominciato
a bruciare se non ti fossi sentita male perché anche se
Gwendolyn Wood dovesse
possedere qualche collegamento con Voldemort la cicatrice non
brucerebbe.
Altrimenti dovrebbe farlo continuamente con Malfoy che è
diventato Mangiamorte
dall’inizio dell’anno, non vi pare?
Ragionò,
guardando i suoi amici negli occhi uno ad uno e soffermandosi qualche
secondo
in più su di Allyson.
-
Harry, ne abbiamo già parlato. Voldemort non si affiderebbe
mai ad un
sedicenne.
- Va
bene anche questo, ma non dimentichiamoci della discussione tra Piton e
Malfoy
che Harry ha sentito.
Esclamò
Ron che questa volta non poté essere ignorato né
da Hermione e né da Allyson.
- Sentite,
Malfoy è innocuo. Si comporta in modo più che
strano ultimamente, lo ammetto,
ma come ho già detto più di una volta mi rifiuto
di credere che Voldemort abbia
potuto marchiarlo.
Sentenziò
Allyson tentando di sembrare il più naturale possibile
mentre con la mano
destra andava a sfiorare il punto della camicia che copriva il suo
Marchio Nero
che, con lo sguardo pressante di Harry addosso, sentì come
se ardesse fastidiosamente.
-
Stiamo perdendo il punto della questione. Malfoy adesso non
c’entra ma la Wood
si. - intervenne prontamente Hermione permettendo ad Ally di tirare un
sospiro
di sollievo.
-
E’
una possibilità come un’altra. Non sappiamo niente
di questa ragazza ed è
inutile continuare a ragionarci sopra senza avere niente tra le mani,
se non
due nomi e delle ipotesi. - fece Ron ravvivandosi i capelli rossicci,
come a
volersi dare un’aria di importanza. Quel gesto fece sorridere
inconsciamente
Ally.
- Si,
va bene, ma almeno è già qualcosa sapere che
dobbiamo stare attenti a ciò che
diciamo in sua presenza, no? - rispose senza neanche pensarci la riccia
che,
solo dopo aver notato il sorrisetto divertito della Reed, si rese conto
di aver
appena risposto ad un qualcuno che aveva deciso di ignorare
completamente.
Harry
annuì semplicemente per poi alzarsi e darsi una bella
stiracchiata alle
braccia. Ron, con un grosso sbadiglio, lo imitò.
-
Credo sia meglio andare a dormire. Ci si vede domani, buonanotte
ragazze.
-
‘Notte!
Le due
streghe aspettarono che i due risalissero la scala
del dormitorio e poi si
guardarono serie per qualche istante mentre lasciavano che il silenzio
calasse
nuovamente su di loro.
-
Allora?
-
Allora cosa? - bofonchiò Allyson evitando il suo sguardo.
-
Spiegami cosa è successo davvero, Ally. - fece con
ovvietà e un tono di voce
bassissimo.
-
Aspetta…- mormorò lanciandosi uno sguardo alle
spalle per poi brandire la
bacchetta. - Muffliato.
Hermione
attese che l’amica le spiegasse, stringendo tra le dita la
copertina liscia del
tomo che aveva in grembo.
-
Beh…
**
Si
diresse dritta verso l’aula di Trasfigurazione, sperando di
non prendersi
un'altra sgridata. Corse talmente veloce da raggiungerla almeno dieci
minuti prima
dell'inizio della lezione. Rallentò in prossimità
della classe, giusto per
darsi un contegno e tentare di regolare il respiro affannoso
provocatole dalla
corsa. Aveva saltato la colazione e al pensiero avvertì una
vaga sensazione di
fame. Ma, quando si ritrovò quella scena davanti, nuovamente
lo stomaco le si
chiuse in una morsa.
- Ehi! Sei Gwendolyn Wood,
giusto?
Allyson
gelò. Avrebbe riconosciuto la voce del suo migliore amico
tra mille. Sgranò gli
occhi tornando a guardare nel punto precedente e imprecando mentalmente
contro
Harry e Ron che si erano avvicinati alla nuova arrivata con fare
amichevole. Idioti,
pensò, essere così
amichevoli con lei solo per cercare di scoprire qualcosa in
più sul suo conto non sarebbe servito a niente.
Sin dalla prima occhiata,
Allyson aveva inquadrato il genere di persona che era quella strega.
Fredda,
calcolatrice, acida e senza scrupoli.
La
Wood non si scompose, né fu sorpresa da quelle voci. Si
girò, guardando i suoi
disturbatori e, per un attimo in lontananza, incrociò gli
occhi verdi di
Allyson. Il contatto parve durare
un'infinità sebbene la Reed sapesse che erano
stati solo un paio di secondi. Eppure, non riusciva a togliersi dalla
testa i
suoi occhi grigi. Solitamente, avrebbe associato quel colore a Draco.
Ma con la
Wood era diverso: mettevano suggestione, avevano le stesse sfumature
delle
tempeste invernali e, anche se non l'avrebbe mai ammesso, preferiva
starne
lontana. Perché non le piacevano affatto. Occhi di una
predatrice a sangue
freddo. Terribilmente simili ai suoi quando l’eccitazione per
la paura e il
dolore altrui prendevano il sopravvento dentro di lei.
- Serve aiuto per la classe?
- chiese Weasley.
- Sai, è facile perdersi per il castello.
Gwendolyn
si ritrovò costretta a rispondere, probabilmente. La sua
voce fu un sussurro,
ma la decisione arrivò forte e chiara alle orecchie della
mora:
- No, grazie.
Allyson
avrebbe scommesso che non era quella la sua meta. E quando i ragazzi
proposero
di accompagnarla, non riuscì ad impedire a sé
stessa di intromettersi.
- Harry, Ron! Cielo, sono
ore che vi cerco!
Andiamo o faremo tardi!
I due
Grifondoro si volsero verso di lei, mentre Allyson mostrava il
più falso dei
sorrisi e cercava di evitare ogni minimo contatto con la Wood.
- Ally! Stavamo giusto
chiedendo a Gwendolyn
se... - ma la frase di Harry fu stroncata sul nascere. - La novellina
non ha
bisogno di indicazioni! - saltò su Allyson con un tono di
voce
involontariamente brusco. Si accorse degli sguardi interrogativi di
Harry e si
corresse subito, sforzandosi di usare una voce calma. - La classe
è proprio lì.
Ma si
accorse tardi del fatto che Gwendolyn Wood non la stava neanche
più ascoltando.
Limitandosi ad un silenzioso saluto, accompagnato da un "È
stato un
piacere conoscervi", si era avviata dalla parte opposta. Un sollievo
pervase la Reed all'istante. Quando alzò lo sguardo,
però, il suo cuore perse
un battito. Proprio davanti a lei, Draco Malfoy aveva fermato la Wood
per un
braccio, con una delicatezza piuttosto insolita da parte di uno come
lui,
dicendole qualcosa che Allyson non era riuscita a comprendere. Lo
sguardo
sarcastico della Wood, accompagnato da un ghigno divertito appena
accennato, la
fecero sprofondare nuovamente nel dolore che aveva provato la sera
prima.
-
Allyson che succede?
Lei
scosse la testa, fissando sconvolta il punto in cui Draco e
Gwendolyn stavano borbottando qualcosa.
- Sei
più pallida di Nick-quasi-senza-testa! - proruppe ad alta
voce il rosso,
posandole una mano sulla spalla.
Il
tono di voce di Ron fece attirare l’attenzione della Wood e
di Malfoy. Allyson
deglutì più volte a vuoto mentre lo sguardo di
Draco si intrecciò al suo. Si
guardarono per qualche istante. Lui ghignò. Lei, invece, si
morse con forza
l’interno della guancia imponendosi di distogliere lo sguardo
mentre il sapore
ferruginoso del sangue le invadeva le papille gustative. Si
portò una mano alla
bocca mentre avvertì un conato risalirle per la gola.
- Non
credo di sentirmi molto bene. - sussurrò appena, barcollando
nel tentativo di
voltarsi. - Andrò da Madama Chips e ripeserò per
un po’. Voi andate,
tranquilli.
Harry
e Ron si scambiarono uno sguardo preoccupato. Allyson però
insistette così
tanto da riuscire a convincerli e si avviò per il corridoio,
percorrendo la
direzione opposta per raggiungere l’infermeria. Il suono
della campanella
avvertì l’inizio delle lezioni. Lei lo
ignorò e continuò lentamente la sua
avanzata, mille domande a farle compagnia.
Che cosa
le stava succedendo,
dannazione?
**
- Non
posso crederci, Draco! Non è possibile che siano successe
così tante cose da
quando me ne sono andata. - ridacchiò Gwendolyn scuotendo la
testa divertita.
-
E’
passato molto tempo dalla tua partenza, Gwen.
Constatò
Malfoy, l’espressione indecifrabile, gli occhi chiusi e la
testa poggiata sulla
corteccia dell’albero dietro le sue spalle. Lui e la Wood
avevano deciso di non
pranzare e si erano recati nei pressi del Lago Nero. Faceva freddo ma
il cielo
grigiastro era sgombro e privo di nuvole. Gwendolyn non era abituata a
certe
temperature e sebbene fosse ben coperta da un pesante e pregiato
mantello nero
con tanto di cappuccio alzato, il freddo era riuscito a penetrarle sino
alle
ossa. Serrò la bocca e tentò di nascondere il
tremore dei denti.
- Ma
come diavolo fai a non morire di freddo, me lo spieghi? -
sbottò la rossa
cambiando completamente discorso.
Draco
le aveva lanciato a malapena un’occhiata mentre le labbra si
distendevano in un
ghigno.
-
C’ho
fatto l’abitudine. E poi non fare tanto la melodrammatica.
Gwendolyn
sbuffò bofonchiando qualcosa di incomprensibile. Il silenzio
li circondò per
qualche minuto.
-
Senti, Draco, chi era la ragazza che hai guardato prima? Quella che
stava con
Potter e Weasley. - chiese ad un certo punto Gwendolyn con un tono
volutamente
casuale.
-
Parli della mezzosangue? - iniziò lui con fare perplesso. -
Allyson Kathleen
Reed. Una mezzosangue davvero stupida e irritante. Meglio starne alla
larga. E
comunque, perché me lo chiedi?
-
Sai…
- la strega si dipinse un ghigno divertito sulle labbra per poi
continuare. -
mi domandavo il motivo della tua reazione. Quando è
sbiancata in quel modo
sembravi terrorizzato.
Draco
scoppiò in una risata divertita.
- Non
farmi ridere.
- Io
sono seria, Draco.
Il
biondo si sistemò meglio e poi rivolse uno strano sguardo
alla ragazza.
- A
che gioco sta giocando, Wood?
- Io? -
fece lei con fare innocente mentre con un sorrisetto che non lasciava
presagire nulla di buono aggiungeva - E chi ti dice che stia giocando?
Draco
la guardò per qualche istante, mentre pian piano anche il
suo viso si apriva in
un sorriso molto simile.
- Ti conosco, Gwen.
Fu
soddisfatto dal divertimento che attraversò gli occhi grigi
di lei.
- Potevi avvertirmi,
comunque. - riprese, con
una certa irritazione nel tono. Gwendolyn stese le braccia davanti a
sé,
indifferente.
- In
effetti, avrei potuto. - e ritornò quel tono menefreghista.
Draco
sospirò
impercettibilmente e poi riassunse l’aria impassibile.
- Cosa ci fai qui? - le
domandò con tono
brusco.
Lei lo
guardò in silenzio, seria. E poi, inaspettatamente, si
aprì nel suo sorrisetto
beffardo. - Mi mancavi, Draco.
-
Fottiti, Wood. - borbottò lui. Odiava quando lo prendeva in
giro. Lei rise.
- E
comunque, Malfoy. Tu non me
la conti giusta. - affermò tranquilla, lanciandogli
un’occhiata di sottecchi.
- Ah,
ma davvero? - fece con fare sarcastico mentre alzava gli occhi al cielo.
- Si.
Secondo me qualcuno si è preso una bella sbandata.
Asserì
Gwendolyn con sguardo furbo. Non che le interessasse davvero la vita
sentimentale
dell’amico ma aveva notato qualcosa di nuovo nello sguardo
che si era scambiato
con quella Reed. Per non parlare delle occhiate durante la lezione di
Erbologia, quando la ragazza si era presentata alle serre con una
faccia più
colorita e allegra rispetto alla mattina stessa.
-Chi,
Wood?
La sua
voce scocciata la ridestò. Si stampò un
sorrisetto e disse:
- Ma
come chi? Tu. Tu per la Reed. Ammettilo.
- Piantala con queste
stronzate e non deviare
il discorso. - sbottò in tutta risposta Malfoy, scoccandole
un’occhiataccia.
-
Stronzate? Io ti conosco, Draco. Dì la verità:
non aspetti altro che il momento
per saltarle addosso.
- Ho
cose più importanti da fare.
- Certo, come quelle che
sicuramente tengono
occupata lei. - le parole le uscirono automaticamente, senza neanche
pensarci.
Quasi si maledisse ma poi si disse che in fondo non aveva detto niente
di male.
A lei non importava un cazzo di quella Reed, di Potter o di qualunque
altra
persona. Beh, a parte il mago che le stava davanti in quel momento. Ma
non era
sicura nemmeno di quello.
-
Quali cose?
- E io
che ne so?
Gwen
si alzò, dandosi una stiracchiata mentre tentava di
sciogliere tutti i muscoli
che le si erano contratti per il freddo.
- Dobbiamo andare. - mormorò scocciata mentre cominciava ad incamminarsi senza neanche attendere che il ragazzo la seguisse.
L'angolo di Hono:
Eccomi qui con il ventiduesimo capitolo! ^-^ Spero davvero di essere
riuscita a far capire un po' il rapporto tra Gwendolyn e Draco e le
sensazioni che Allyson prova a vederli insieme, la confusione che sente
per i sentimenti così, diciamo, "amplificati" con cui si
ritrova. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, spero di non avervi
delusi! Mi affido a voi, come al solito :')
Passando ai ringraziamenti, come sempre un grazie va ad ognuno di voi!
Vi voglio beeene <3 Ringrazio chi recensisce, chi segue la fic,
chi l'ha inserita tra le seguite, le preferite e le ricordate. Siete
fantastici u.u Un graaandissimo grazie potteriano (?) Alla prossima
settimana con il prossimo capitolo! :3
Hono