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Autore: LovelyLullaby    02/03/2014    2 recensioni
Liverpool, 1958.
Angel conduce una vita normale: scuola, compiti per casa, una famiglia un po' particolare, passeggiate al parco, un'amica all'apparenza insostituibile.. manca solo una cosa: un po' di sicurezza in più.
Un affascinante Teddy boy le farà battere per la prima volta il cuore e le cambierà per sempre la vita, non sempre attraverso strade spianate...
Una storia di due vite che si intrecciano nella Liverpool del dopoguerra.
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Paul McCartney, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sì, quella notte lo sognai. Era proprio come lo avevo visto poche ore prima. Bello? Bellissimo. Stavamo parlando, di cosa non ricordo; lui aveva una voce calda e gentile che mi avvolgeva il cuore e io non mi sentivo imbarazzata, anzi: ogni suo sorriso non faceva altro che aumentare la mia sicurezza. Poi improvvisamente cominciai a sentire meno la sua voce. Eravamo soli, ma il rumore di una folla di sconosciuti soffocava i nostri discorsi. Io continuavo a chiedergli disperata il nome, ma lui ormai aveva smesso di parlare e mi guardava solamente con il suo dolce sorriso. Cominciai a vederlo sempre con maggior difficoltà, fino a quando sparì. Mi svegliai di soprassalto: i palmi delle mani mi facevano male per via delle unghie che vi avevo affondato per paura di non vederlo più, mentre lo stomaco era stretto in una morsa senza scampo. Cosa significava tutto questo? Il suo nome, certo: dovevo scoprire il suo nome! Sarei andata con Anna. A casa sua.
Deciso questo, mi riaddormentai con l’immagine tranquillizzante del suo sorriso.
 
La mattina seguente mi preparai il meglio possibile e uscii con dieci minuti di anticipo: ero troppo irrequieta, o forse è meglio dire emozionata. Attraversai di corsa la strada e andai a bussare alla porta di casa McLaine. Anna era in ritardo, come al solito! Dopo averle spiegato il mio “piano” (Ma che piano! Diciamo piuttosto la mia timida intenzione), lei si velocizzò, finì di cotonarsi i capelli e in un attimo ci ritrovammo sul marciapiede. Tenevo Anna a braccetto, mi sentivo tesa. Con molta discrezione ci avvicinammo alla casa, cercando di non farci vedere… Leggemmo molto velocemente.
                    JIM McCARTNEY
                     MARY (MOHAN) McCARTNEY
Il nome femminile era stato cancellato da una grossa linea nera.
Subito dovemmo allontanarci: avevo sentito dei rumori provenienti dalla casa e l’ultima cosa che volevo era essere scoperta a curiosare le cassette della posta altrui. Sgattaiolammo lungo la strada fino ad arrivare alla fermata dell’autobus. Anna era euforica (Caspita! Lei, per qualsiasi cosa le capitasse o facesse, sembrava moltiplicare i sentimenti provati: era molto espansiva ed estroversa, cosa che io manco mi sognavo!) , mentre io avevo la testa alla cassetta della posta.. McCartney, che cognome fantastico, sembra quello di una persona importante… Jim deve essere suo padre, ma… Mary? Sua madre, ovvio, aveva un nome così dolce, ma perché era stato cancellato? Un errore casuale? O forse se n’era andata?
Anna e l’arrivo dell’autobus  interruppero i miei pensieri:
-“Hey bella, hai scoperto il suo cognome, non sei felice? Ora basta solo pensare ad un nome che suoni bene… Mmmm… Che ne dici di Edward? Edward McCartney, calza a pennello!”
Annuii con un sorriso timido e mi voltai verso il finestrino per guardare fuori.. Oh, McCartney, quale sarà il tuo nome, il tuo bellissimo nome?
 
Passavano i giorni e il desiderio di conoscerlo cresceva in me sempre più, mentre guardavo incantata il suo riflesso sul finestrino dell’autobus. Non sempre c’era, e io oramai basavo il mio umore sulla sua presenza. Ad Anna non era servito dire niente: ci eravamo capite, e questo mi tranquillizzava, perché parlare di lui mi intimidiva più di quanto non lo fossi normalmente. Di fronte al suo sorriso mi sentivo impotente. Era una sensazione magica, della quale non sapevo se esserne fiera o impaurita.
Facevamo mille corse per vederlo e Anna mi aveva regalato uno specchietto per spiarlo di nascosto. Ogni tanto sbirciavo fuori dalla finestra di casa per controllare i suoi movimenti, ma senza grandi risultati. Talvolta, verso l’ora di cena, vedevo rincasare suo padre. Avevo capito chi era: a volte salutava mia madre, quando la vedeva fuori in cortile. He was very clean.
L’unica cosa era il suo nome, ma cosa fare per saperlo? Poi, però, pensandoci meglio, di lui il nome non era l’unica cosa a me sconosciuta.. Anzi,  sapevo pochissimo! Abitava nella mia stessa via, doveva avere pochi anni più di me, di cognome faceva McCartney e frequentava il Liverpool Institute High School for Boys… Ahn, dimenticavo: era anche tremendamente bello. Ma cosa potevo fare per conoscerlo? Di andare da lui e attaccare bottone non se ne parlava! Ero troppo timida, e poi: con che scusa? No, sarebbe stato a dir poco ridicolo… Avrei aspettato il momento migliore e, prendendo il coraggio a due mani, avrei fatto qualcosa.
 
 
 
Era una mattina come tante altre: solito cielo grigio, solita stanchezza. Da quando, quella mattina, eravamo andate a sbirciare il suo cognome dalla cassetta delle lettere, ero solita alzarmi con un po’ di anticipo per prepararmi meglio. Ormai il viaggio in autobus era diventata una tappa fondamentale della mia tediosa giornata. Mi recai, alla solita ora, a bussare a casa McLaine. Venne ad aprirmi suo padre, Clark:
-“Oh, ciao Angel. Mi dispiace, ma oggi Anna non verrà a scuola: ha parecchia febbre ed è meglio se resta a casa.”
Ero dispiaciuta terribilmente per la sua salute, ma allo stesso tempo la cosa mi puzzava… Il giorno prima stava bene!
Non appena feci per allontanarmi dalla porta, cadde un biglietto dalla camera di Anna. Diceva più o meno così:
“Ho finto per saltare letteratura. Buona fortuna con il tuo Principe Azzurro! Kisses”
Guardai la finestra dei camera sua e la vidi in pigiama che mi faceva l’occhiolino. Pazza! Se solo i suoi lo avessero scoperto non ci saremmo più viste fino alla fine del semestre! Ricambiai il sorriso e le mandai un bacio.
Ero leggermente tesa: non avevo mai “affrontato” lo sguardo del ragazzo senza di lei!
Arrivata in fermata salii in autobus, appena arrivato. Era stranamente pieno. Pensai che avessero soppresso quello prima e che tutte le persone nuove che vedevo erano quelli del turno precedente. Occupai gli unici due posti liberi, sedendomi vicino al finestrino e appoggiando la borsa: quello doveva essere il posto di Anna. Sospirai e cominciai a ripassare a mente l’ultima lezione di storia, quando l’autobus, appena partito, si fermò di colpo e riaprì la porta. Sobbalzai. Stava entrando proprio lui! Cavolo, e ora? Aveva le gote rosse per la corsa e il fiatone. Stava avanzando in cerca di un posto a sedere.
Tremai.
 
 
 
SPAZIO AUTRICE:
Buona sera!
Ecco postato il terzo capitolo. Del ragazzo sappiamo solo il cognome, ma per noi è scontato ormai… Al contrario di Angel, che per la curiosità non ci dorme la notte!
Questo capitolo è più lungo degli altri, è vero, nella divisione non sono eccelsa, ma cercherò di migliorare!:)
Ringrazio tutti quelli che hanno letto la storia fin’ora e spero caldamente di aver suscitato in qualcuno un briciolo di curiosità!
Inoltre vi prego di recensire, per qualsiasi cosa!:)
Grazie mille ancora, alla prossima!:)
Chiara:)
  
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