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Autore: Soul96    03/03/2014    1 recensioni
Due amiche d'infanzia si rincontreranno in una situazione drammatica, scopriranno di non essere ciò che hanno sempre creduto, verranno a conoscenza di un passato doloroso. Solo grazie alla famiglia Cullen riusciranno a capire cosa è successo loro e cosa sono realmente. Tra molte avventure e fatti spiacevoli riscopriranno l'amore perduto.
Spero di avervi incuriosito;)
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward, Emmett/Rosalie
Note: Cross-over | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti | Contesto: Successivo alla saga
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Ricordo molto vagamente quel giorno, mi svegliai come ogni mattina per andare all'università, frequentavo il primo anno alla facoltà di psicologia di Milano, ero orgogliosissima di essermi accaparrata quel posto,sapevo che interagire con gli animi delle persone era l'unica cosa che realmente faceva parte di me. Stavo uscendo dall'edificio principale per dirigermi all' aula dell'ora successiva, era una strada che non percorreva nessuno a quell'ora, accadde tutto molto velocemente, troppo, ricordo un volto, due occhi indemoniati poi il buio più totale.
Mi risvegliai in quello che doveva essere uno scantinato buio e umido faceva venire la pelle d'oca ma quello che più mi terrorizzava era il perché mi trovavo in quel luogo, avevo paura, paura di quell'uomo il cui volto era ancora vivido nella mia memoria; non so dire per quanto rimasi li a riflettere, a cercare spiegazioni, cercando di rimanere lucida, i polsi, legati con delle carene alla parere dolevano, come pure le mie ginocchia costrette su un pavimento ghiaioso, ad un tratto sentì dei rumori provenire dal piano superiore, si aprì violentemente una porta che pochi istanti dopo fu sbattuta, poi una voce, quella voce , l'avevo ascoltata poco prima di svenire ma la ricordai bene, apparteneva a quell'uomo, al mostro che mi aveva portato lì; " allora signorina chi è il più forte adesso? Vedremo dopo qualche giochetto se ti andrà di scherzare ancora con il capo!", non mi fu subito chiaro a chi si riferisse ma poi lo vidi passare davanti alla mia cella, portava con se un'altra ragazza priva di sensi, aveva una fisionomia a me famigliare ma non la riconobbi, ero troppo stanca per pensare. 
Fui svegliata molto violentemente da uno schiaffo talmente forte che mi provocò un profondo taglio alla guancia " buongiorno puttanella è ora di divertirsi un po'!" Era lo stesso uomo del giorno prima, sembrava divertito e impaziente di giocare e ben presto scoprì cosa intendesse per gioco.
"Avanti alzati reginetta!" Mi costrinse a mettermi in piedi poi cominciò l'inferno; " Così ecco qua colei che sfida noi, i governanti di questo mondo!" Mi tirò in calcio al petto con una tale forza che mi si ruppero due costole, gemendo trovai il coraggio per parlare, dovevo almeno capire per quale motivo mi avevano catturata ormai era chiaro che non ero stata una vittima casuale, " cosa vuoi! Cos'ho fatto per meritarmi un trattamento del genere!" Non rispose subito ma si mise a ridere così di gusto da farmi provare un senso di nausea davanti a quell'essere così spregevole da ridere spudoratamente di fronte alla sua vittima, " mi deludi Jada, al mio capo non piacciono le persone che non ammettono le proprie colpe, ma vedremo se ti ritornerà la memoria tra qualche giorno!, magari" e prendendo un coltello strappò i miei vestiti "con una bella punizione capirai che a me non si mente!" Comincio a tagliarmi in più punti, il dolore era lancinante ma mi costrinsi a rimanere il più immobile possibile e a soffrire in silenzio, sapevo che avrebbe provato soddisfazione sentendomi gridare e vedendomi contorcere dal dolore e non mi sarei mai permessa di piegarmi al suo volere, mi promisi di resistere il più possibile, ma all'ennesimo taglio le lacrime scesero senza che me ne accorsi. 
Non so per quanto tempo si intrattenne ancora con me, mi picchiò altre volte sentì ancora le ossa incrinarsi per la sua forza, poi mi buttò addosso una specie di lenzuolo bianco e se ne andò.
Piansi, piansi per svariate ore in preda al panico e al dolore, faticavo a respirare, mi chiesi per quanto avrei resistito prima di cedere alla morte.
Fu mentre ero assorta in questi tetri pensieri che sentì un gemito straziante, conoscevo quella voce, apparteneva sicuramente alla ragazza che avevo visto il giorno prima, ma ancora una volta non riuscì a capire chi fosse; non fu l'unico gemito, sapevo cosa stava passando e un brivido mi attraversò il corpo poi caddi in un profondo torpore non so dire se svenni o se mi addormentai.
  
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