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Autore: Shirangel    25/06/2008    9 recensioni
Bill ha un problema, un problema che Tom deve risolvere. E tra pianti, cactus e ricordi di Zio Eustachio, ce la farà il povero Ragazzo In XXL a riportare la quiete a casa Kaulitz?
Genere: Commedia, Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Friend For Bill


“Uffi” s’indignò Capelli Dritti “Il mio metodo ha fallito. Urge un altro piano, ma stavolta deve essere un colpo di genio degno della mia superiore intelligenza…” stava per mettersi a pensare (?) quando un lamento proveniente dal basso attirò la sua attenzione.

“Ohhhhhh!” esclamò il prode Bill, con gli occhi a cuoricino. Curioso come riesca ad accentuare notevolmente la somiglianza notevole che riscontra con i personaggi dei manga. “Checcarino!”

Cosa?

Cosa mai poteva risvegliare in lui l’istinto più primordiale, più regredito, più degenerato della Terra?

… l’istinto della fan girl, insomma?

Un orrido sacco di pulci spelacchiato e di un disgustoso color marrone sporco, ovviamente.

Se lo accaparrò e se lo strinse al petto, rischiando di soffocarlo, e se lo strusciò sulla faccia godendo dell’incredibile morbidezza (?) del pelame lercio e pieno di zecche.

“Urgh, ma come puzzi!” protestò Mr. Candore-e-pulizia Kaulitz, allontanandolo da sul viso e arricciando il naso. “Ti ci vuole un bel bagno, cane! E anche un nome, già che ci siamo…” lo osservò attentamente, scrutandolo da ogni parte, per trovare un appellativo adeguato e pertinente. “Tomi andrà più che bene.” Sentenziò dopo qualche secondo, mentre il suo inconscio collegava il livello di igiene del fratello a quello del cucciolo.

Un livello che si aggira da qualche parte sotto lo zero, secondo le stime più positive.

“Andiamo a casa, fido Tomi.” Decise, trascinandoselo dietro. “Ti lavo per benino e ti trovo una cuccia. Che ne dici della macchina in garage?” Stranamente il suo nuovo animaletto domestico non rispose, ma Il Terrore Delle Carte Di Credito non se ne curò più di tanto e proseguì imperterrito nel suo monologo. “Vedrai piccolo, piacerai un sacco al mio gemello. Si chiama come te, sai? Non ci avevo fatto caso che avete lo stesso nome! Spero di non confondermi…”

Incredibile dove possa arrivare un cantante egocentrico senza controllo.

\/\/\/\/

Incredibilmente, Tom aveva finito per stufarsi della TV zozza e perlustrava la villa disperatamente, cercando accorato il gemello.

“Dove diavolo si è cacciato quel mentecatto di mio fratello? Ho fame, per Dio!” si lamentò Il Ragazzo Con Le Tasche Capienti Come La Borsa Di Mary Poppins. “Che adempia al suo ruolo di minore, una volta tanto!”

Lo chiamò, ma nessuno rispose. Urlò, ma nessuno se ne curò. Strillò, e ancora una volta venne ignorato. Nel mentre che riposava le povere corde vocali che stavano chiedendo il rimpatrio, calò un silenzio di tomba, e Tom se ne spaventò terribilmente.

“Tutto questo è cominciato con un silenzio. La visione di Melanie disturbata, la follia di Bill per uno stupido cane, la fame perché Bill non si trova… tutto causato dal silenzio.” Ma come praticamente tutti sanno, il quieto vivere non persevera a lungo nella casa dei Terremoti in formato gemelli, e dopo pochi millesimi di secondi una sinfonia di suonerie di orologi a cucù caricati con melodie rock rimbombò per tutta la mansione. “Perdindirindina!” imprecò coloritamente Il Ragazzo Con Gli Abiti Talmente Ampi Da Sembrarne La Stampella. “È l’ora della visita alla piccina!” La piccina, come immaginerete, era la sua adorata, lucidata, coccolata, riverniciata ogni tre giorni, Lamby. O Lamborghini Gallardo, se preferite il nome completo. E uscì, diretto in garage.

E si prese una secchiata d’acqua in testa dalla vicina.

“Terroristaaah! Sono le due del pomeriggio!” esplose l’amabile vecchietta, di cui il regolare sonnellino pomeridiano era stato disturbato dal casino provocato dagli orologi di Tom.

“Chiudi il becco, vecchiaccia! Se invece di far baldoria in discoteca dormi, la notte, forse non saresti così acida il pomeriggio!” replicò il biondo, strizzandosi un rasta impregnato di H2O. E sulla zucca si beccò pure il secchio.

Di acciaio.

Pesante.

“Taci, moccioso impertinente! Se la notte invece di dormire come uno sfigato ti divertissi un po’ come me, non saresti così rumoroso il pomeriggio!” ribatté la donnetta, impettita nella sua minigonna rosso ciliegia. “E non startene lì svenuto in mezzo al passo, che mi spaventi il cane!” protestò l’arzilla signora, avviando l’impianto d’irrigazione.

Non vi stupirete quindi se vi dico che Bill, vedendo il gemello, si chiese se fosse scoppiato il diluvio universale e non se ne fosse accorto.

“Meggy Slower.” Rispose al suo sguardo interrogativo, sputando un getto d’acqua. Il moro annuì,esprimendo le sue più sentite condoglianze; era proverbiale l’antipatia della vicina verso il biondo, considerandolo troppo ‘pantofolaio’. “Piuttosto, volevo veder-“

“NonHoMessoUnCaneNellaTuaMacchinaTiSeiSbagliatoCiaoGrazieDellaVisitaPuoiAndare” lo interrupe l’altro, spingendolo fuori. Tempo mezz’ora per Tom di assimilare il fiume di parole che gli era stato rovesciato addosso e bussò freneticamente alla porta.

“Fratello degenere, apri immediatamente! Tu hai messo cosa nella mia macchina?!” nel frattempo, il punto in cui sbatteva insistentemente il pugno cominciò a consumarsi, fino a lasciare un buco nel legno massiccio. Approfittò della fessura per spiare all’interno del garage, e il Radar Anti Minacce a Lamby individuò subito il sacco di pulci appollaiato sul sedile del guidatore, lasciando potenzialmente macchie e strappi.

Tempo due secondi, e l’Incredibile Tom buttò a terra la porta.

Che poi bastava abbassare la maniglia, ma evidentemente era un procedimento troppo complesso per il cervellino di Tommolo.

Subito, il cucciolo si mise ad abbaiare contro il rasta, dimostrando per lui un’antipatia a dir poco incredibile. Non sarebbe male indire una puntata di SuperQuark per studiare questo interessante fenomeno paranormale che…

Okay, la smetto. Torniamo alla storia, sempre che vi interessi. Se così non fosse quella X in alto a destra è davvero allettante, non trovate? Oppure potete semplicemente cliccare il pulsante Indietro del vostro browser.

Terminata la guida alla Fanfic che non vi piacciono, torniamo sul serio alla storia.

“Tom, non spaventare Tom! E tu, Tom, smettila di abbaiare contro Tom!” li rimproverò Giacche Di Pelle Kaulitz, severo.

“Tu… hai chiamato questo coso… con il mio Venerabile e Sacro Nome?!” si alterò il Giovane, con IL neurone sorprendentemente funzionante.

Si sa, il caldo gioca brutti scherzi.

“Si, non è stata una bella idea? Scommetto che andrete subito d’accordo!” chiocciò Bill, sorridendo con quella faccetta pucciosa che si ritrova e che mette nel sacco il Mentalmente Confuso. “L’ho trovato stamattina, qui vicino. Lo teniamo, vero?"

No.” spiegò il chitarrista. “E adesso il botolo smamma, all’istante. E se ha fatto i suoi bisogni sul sedile giuro che glieli faccio leccare!” ovviamente, non si era soffermato a pensare che se così fosse stato si sarebbe trovato l’auto lubrificata da bava di cane. Detto fatto, afferrò il piccoletto per il collare e…

Un momento, c’era qualcosa che non andava.

Il collare?

Da quando in qua i randagi hanno collari?

“Bill, questo sacco di pulci non è tuo!” esclamò trionfante il biondo. “Ha un collare, e quindi ha anche un padrone.”

“No” mugolò il gemello. “L’ho trovato e me lo tengo!” Totalmente interessato e partecipe al dramma del moro, Tom (l’umano) perlustrò il collare di cuoio alla ricerca di un segno identificativo per liberarsi la più presto della bestia immonda. Purtroppo la varichina con la quale il cantante gli aveva fatto il bagno non facilitava il compito, ma dopo una ricerca con i suoi amici della Nasa riuscì a sapere il nome riportato sopra la Sua Salvezza.

“S-slower?!”

E tutti i tasselli tornarono al loro posto.

“E non startene lì svenuto in mezzo al passo, che mi spaventi il cane!”

“L’ho trovato stamattina, qui vicino.”

Il cucciolo si mise ad abbaiare contro il rasta, dimostrando per lui un’antipatia a dir poco incredibile.

“È il cane della vecchia…” capì.

E dopo un attimo, un sorriso maligno increspò le labbra piene (di silicone? Altro mistero da sottoporre a SuperQuark…) e lasciò cadere l’animale dentro il tritarifiuti.

Acceso, certo.

Sono domande da farsi?

“Era il mio cucciolo.” Piagnucolò Bill. “Il mio!”

“Su, ne troverai un altro!” lo consolò il gemello, appuntandosi mentalmente di sterminare tutti i randagi nel raggio di cinquanta chilometri. E proprio mentre si chiedeva se usare una motosega o semplice veleno, un lamento proveniente dal basso attirò la loro attenzione. Un meraviglioso cagnolino dagli occhi pucciosi guaiva ai loro piedi.

Era senza collare.

“Tomiiiii! Lo teniamo? Ho già un nome perfetto… che ne dici di Scotty?”

Ecco a voi le origini di Scotty, il cane dei Kaulitz <3

Già dal nome intuirete se lo tengono o no XD

Era l’ultimo capitolo, spero vi sia piaciuto *-*

Tra esami e Paint Shop Pro non ho avuto tempo di aggiornare prima, I’m sorry.

Eh si, ho scoperto (e mi ci sono perduta) il magico mondo della grafica.

*rotola*

Date un’occhiata al mio profilo, mi sono dilettata in qualche fanart XD

Ah, e se vi capita di andare sul sito flashgames, NON giocate a Anika’s Odissey… farete tutta quella strada per un ridicolo coniglio di pezza. -.-°°

Non date retta a chi *sguardo su una QUALSIASI (come no XD)* dice che è carino, perché non lo è *stupida mocciosa che va dietro ad uno stupido coniglio*

Danke shon e alla prossima =*

   
 
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