A Friend For Bill
“Uffi” s’indignò Capelli Dritti “Il mio metodo ha fallito. Urge un altro piano, ma stavolta deve essere un colpo di genio degno della mia superiore intelligenza…” stava per mettersi a pensare (?) quando un lamento proveniente dal basso attirò la sua attenzione.
“Ohhhhhh!”
esclamò
il prode Bill, con gli occhi a cuoricino. Curioso come riesca ad
accentuare
notevolmente la somiglianza notevole che riscontra con i personaggi dei
manga.
“Checcarino!”
Cosa?
Cosa
mai poteva
risvegliare in lui l’istinto più primordiale,
più regredito, più degenerato
della Terra?
…
l’istinto della
fan girl, insomma?
Un
orrido sacco di
pulci spelacchiato e di un disgustoso color marrone sporco, ovviamente.
Se
lo accaparrò e
se lo strinse al petto, rischiando di soffocarlo, e se lo
strusciò sulla faccia
godendo dell’incredibile morbidezza (?) del pelame lercio e
pieno di zecche.
“Urgh,
ma come
puzzi!” protestò Mr. Candore-e-pulizia Kaulitz,
allontanandolo da sul viso e
arricciando il naso. “Ti ci vuole un bel bagno, cane! E anche
un nome, già che
ci siamo…” lo osservò attentamente,
scrutandolo da ogni parte, per trovare un
appellativo adeguato e pertinente. “Tomi andrà
più che bene.” Sentenziò dopo
qualche secondo, mentre il suo inconscio collegava il livello di igiene
del
fratello a quello del cucciolo.
Un
livello che si
aggira da qualche parte sotto lo zero, secondo le stime più
positive.
“Andiamo
a casa,
fido Tomi.” Decise, trascinandoselo dietro. “Ti
lavo per benino e ti trovo una
cuccia. Che ne dici della macchina in garage?” Stranamente
il suo nuovo animaletto domestico non rispose, ma Il
Terrore Delle Carte Di Credito non se ne curò più
di tanto e proseguì
imperterrito nel suo monologo. “Vedrai piccolo, piacerai un
sacco al mio
gemello. Si chiama come te, sai? Non ci avevo fatto caso che avete lo
stesso
nome! Spero di non confondermi…”
Incredibile
dove
possa arrivare un cantante egocentrico senza controllo.
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Incredibilmente,
Tom aveva finito per stufarsi della TV zozza e perlustrava la villa
disperatamente, cercando accorato il gemello.
“Dove
diavolo si è
cacciato quel mentecatto di mio fratello? Ho fame, per Dio!”
si lamentò Il
Ragazzo Con Le Tasche Capienti Come La Borsa Di Mary Poppins.
“Che adempia al
suo ruolo di minore, una volta tanto!”
Lo
chiamò, ma
nessuno rispose. Urlò, ma nessuno se ne curò.
Strillò, e ancora una volta venne
ignorato. Nel mentre che riposava le povere corde vocali che stavano
chiedendo
il rimpatrio, calò un silenzio di tomba, e Tom se ne
spaventò terribilmente.
“Tutto
questo è
cominciato con un silenzio. La visione di Melanie disturbata, la follia
di Bill
per uno stupido cane, la fame perché Bill non si
trova… tutto causato dal
silenzio.” Ma come praticamente tutti sanno, il quieto vivere
non persevera a
lungo nella casa dei Terremoti in formato gemelli, e dopo pochi
millesimi di
secondi una sinfonia di suonerie di orologi a cucù caricati
con melodie rock
rimbombò per tutta la mansione.
“Perdindirindina!” imprecò coloritamente Il Ragazzo Con Gli Abiti
Talmente Ampi Da Sembrarne
La Stampella. “È l’ora della visita alla
piccina!” La piccina, come
immaginerete, era la sua adorata, lucidata, coccolata, riverniciata
ogni tre
giorni, Lamby. O Lamborghini Gallardo, se preferite il nome completo. E
uscì,
diretto in garage.
E
si prese una
secchiata d’acqua in testa dalla vicina.
“Terroristaaah!
Sono le due del pomeriggio!” esplose l’amabile
vecchietta, di cui il regolare
sonnellino pomeridiano era stato disturbato dal casino provocato dagli
orologi
di Tom.
“Chiudi
il becco,
vecchiaccia! Se invece di far baldoria in discoteca dormi, la notte,
forse non
saresti così acida il pomeriggio!”
replicò il biondo, strizzandosi un rasta
impregnato di H2O. E sulla zucca si beccò pure il secchio.
Di
acciaio.
Pesante.
“Taci,
moccioso
impertinente! Se la notte invece di dormire come uno sfigato ti
divertissi un
po’ come me, non saresti così rumoroso il
pomeriggio!” ribatté la donnetta,
impettita nella sua minigonna rosso ciliegia. “E non startene
lì svenuto in
mezzo al passo, che mi spaventi il cane!” protestò
l’arzilla signora, avviando
l’impianto d’irrigazione.
Non
vi stupirete
quindi se vi dico che Bill, vedendo il gemello, si chiese se fosse
scoppiato il
diluvio universale e non se ne fosse accorto.
“Meggy
Slower.” Rispose
al suo sguardo interrogativo, sputando un getto d’acqua. Il
moro
annuì,esprimendo le sue più sentite condoglianze;
era proverbiale l’antipatia
della vicina verso il biondo, considerandolo troppo
‘pantofolaio’. “Piuttosto,
volevo veder-“
“NonHoMessoUnCaneNellaTuaMacchinaTiSeiSbagliatoCiaoGrazieDellaVisitaPuoiAndare”
lo interrupe l’altro, spingendolo fuori. Tempo
mezz’ora per Tom di assimilare
il fiume di parole che gli era stato rovesciato addosso e
bussò freneticamente
alla porta.
“Fratello
degenere,
apri immediatamente! Tu hai messo cosa nella mia
macchina?!” nel frattempo, il punto in cui sbatteva
insistentemente il pugno cominciò a consumarsi, fino a
lasciare un buco nel
legno massiccio. Approfittò della fessura per spiare
all’interno del garage, e
il Radar Anti Minacce a Lamby individuò subito il sacco di
pulci appollaiato
sul sedile del guidatore, lasciando
potenzialmente macchie e strappi.
Tempo
due secondi,
e l’Incredibile Tom buttò a terra la porta.
Che
poi bastava
abbassare la maniglia, ma evidentemente era un procedimento troppo
complesso
per il cervellino di Tommolo.
Subito,
il cucciolo
si mise ad abbaiare contro il rasta, dimostrando per lui
un’antipatia a dir
poco incredibile. Non sarebbe male indire una puntata di SuperQuark per
studiare questo interessante fenomeno paranormale che…
Okay,
la smetto.
Torniamo alla storia, sempre che vi interessi. Se così non
fosse quella X in
alto a destra è davvero allettante, non trovate? Oppure
potete semplicemente
cliccare il pulsante Indietro del vostro browser.
Terminata
la guida
alla Fanfic che non vi piacciono, torniamo sul
serio alla storia.
“Tom,
non
spaventare Tom! E tu, Tom, smettila di abbaiare contro Tom!”
li rimproverò
Giacche Di Pelle Kaulitz, severo.
“Tu…
hai chiamato
questo coso… con il mio
Venerabile e
Sacro Nome?!” si alterò il Giovane, con IL neurone
sorprendentemente
funzionante.
Si
sa, il caldo
gioca brutti scherzi.
“Si,
non è stata
una bella idea? Scommetto che andrete subito
d’accordo!” chiocciò Bill,
sorridendo con quella faccetta pucciosa che si ritrova e che mette nel
sacco il
Mentalmente Confuso. “L’ho trovato stamattina, qui
vicino. Lo teniamo,
vero?"
“No.” spiegò il
chitarrista. “E adesso
il botolo smamma, all’istante. E se ha fatto i suoi bisogni
sul sedile giuro
che glieli faccio leccare!” ovviamente, non si era soffermato
a pensare che se
così fosse stato si sarebbe trovato l’auto
lubrificata da bava di cane. Detto
fatto, afferrò il piccoletto per il collare e…
Un
momento, c’era
qualcosa che non andava.
Il
collare?
Da
quando in qua i
randagi hanno collari?
“Bill,
questo sacco
di pulci non è tuo!” esclamò trionfante
il biondo. “Ha un collare, e quindi ha
anche un padrone.”
“No”
mugolò il
gemello. “L’ho trovato e me lo tengo!”
Totalmente interessato e partecipe al
dramma del moro, Tom (l’umano) perlustrò il
collare di cuoio alla ricerca di un
segno identificativo per liberarsi la più presto della
bestia immonda.
Purtroppo la varichina con la quale il cantante gli aveva fatto il
bagno non
facilitava il compito, ma dopo una ricerca con i suoi amici della Nasa
riuscì a
sapere il nome riportato sopra la Sua Salvezza.
“S-slower?!”
E
tutti i tasselli
tornarono al loro posto.
“E
non startene lì svenuto in mezzo al passo, che mi
spaventi il cane!”
“L’ho
trovato stamattina, qui vicino.”
Il
cucciolo si mise ad abbaiare contro il rasta,
dimostrando per lui un’antipatia a
dir
poco incredibile.
“È
il cane della
vecchia…” capì.
E
dopo un attimo,
un sorriso maligno increspò le labbra piene (di silicone?
Altro mistero da
sottoporre a SuperQuark…) e lasciò cadere
l’animale dentro il tritarifiuti.
Acceso,
certo.
Sono
domande da
farsi?
“Era
il mio
cucciolo.” Piagnucolò Bill. “Il
mio!”
“Su,
ne troverai un
altro!” lo consolò il gemello, appuntandosi
mentalmente di sterminare tutti i
randagi nel raggio di cinquanta chilometri. E proprio mentre si
chiedeva se
usare una motosega o semplice veleno, un
lamento proveniente dal basso attirò la loro attenzione.
Un meraviglioso cagnolino
dagli occhi pucciosi guaiva ai loro piedi.
Era
senza collare.
“Tomiiiii!
Lo teniamo?
Ho già un nome perfetto… che ne dici di Scotty?”
Ecco
a voi le origini
di Scotty, il cane dei Kaulitz <3
Già
dal nome intuirete
se lo tengono o no XD
Era
l’ultimo capitolo,
spero vi sia piaciuto *-*
Tra
esami e Paint Shop
Pro non ho avuto tempo di aggiornare prima, I’m sorry.
Eh
si, ho scoperto (e
mi ci sono perduta) il magico mondo della grafica.
*rotola*
Date
un’occhiata al
mio profilo, mi sono dilettata in qualche fanart XD
Ah,
e se vi capita di
andare sul sito flashgames, NON giocate a Anika’s
Odissey… farete tutta quella strada
per un ridicolo coniglio di pezza. -.-°°
Non
date retta a chi
*sguardo su una QUALSIASI (come no XD)* dice che è carino,
perché non lo è *stupida
mocciosa che va dietro ad uno stupido coniglio*
Danke
shon e alla prossima
=*