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Autore: Nuel    03/03/2014    3 recensioni
Appena giunta nella città santa, Elmara Kestal viene coinvolta negli intrighi della sua nuova Casata di appartenenza. Personaggi potenti e misteriosi si muovono attorno a lei che, come un abile ragno, dovrà riuscire a sopravvivere tra le insidie del palazzo. Forse, come dice sempre sua madre, il Buio è vivo, e ha fame...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Guallidurth'
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Cap VI

Lil'Phalar sorgeva, sinistra come il suo nome, su uno spuntone roccioso a metà strada tra il basamento e la volta della grotta.
Il castello era stato abbandonato per secoli, devastato da una lotta senza quartiere che aveva portato all'annientamento della casata che lo aveva eretto; un groviglio di stalagmiti cesellate magicamente a formare torri gugliate tra cui erano lanciati ponti sospesi che erano stati ricostruiti di recente.
Un alto muro circondava la rocca, munito a sua volta di torri fortificate da cui era possibile dominare buona parte della città, ma quella era solo una delle ragioni che avevano spinto la obok a scegliere quel luogo maledetto per farne la propria dimora: il fatto che Lil'Phalar, la Tomba fosse considerato un luogo nefasto era il vero motivo per cui la straniera l'aveva scelto.
Gli Ilythiiri non sfidano i tabù.
    Lei aveva osato farlo. Sfrontata, arrogante, quella scelta era un messaggio chiaro agli abitanti di Guallidurth: io posso sfidare le vostre tradizioni.
    Gli abitanti della città santa non salivano volentieri i gradini che conducevano all'acrocoro. 
Persino con gli schiavi c'erano stati problemi, tanto che la straniera aveva dovuto importarne dal livello superiore perché i lavori fossero conclusi in fretta e lei ed il piccolo contingente che la scortava potessero trasferircisi.
    Le mura un tempo annerite dal fuoco erano state ripulite, le brecce erano state richiuse e fortificate, la scalinata era stata munita di difese magiche e Jys'arra avvertiva il potere arcano che la sondava ad ogni passo.
Una volta giunta alla sommità della scalinata, la yathtallar venne condotta attraverso un cortile interno da una guardia selvetarmita fino alla sala delle udienze del castello; un luogo cupo e dall'aspetto antico, con mura formate da grandi blocchi di pietra squadrata, a malapena illuminate dalle torce fumose che gettavano ombre sinistre intorno, tremolando leggermente al passaggio dell'ospite. 
L'ambiente era spartano, freddo, non ancora ammobiliato adeguatamente, ma era chiaro che erano già state spese cifre considerevoli per renderlo utilizzabile. 
Un eco di passi rimbalzava tra le pareti dando l'impressione che la sala fosse ancora più grande di quanto in realtà non fosse.
    Un maschio dalla testa glabra come una sfera di cristallo e di una magrezza sinistra, abbigliato con una tunica nera istoriata di candide rune magiche dette il benvenuto alla somma sacerdotessa Mizz’rinturl non appena ella ebbe varcato la soglia della sala; le andò in contro, chinando il busto in un inchino elegante e congiungendo le punta delle dita davanti al petto, la salutò con voce uggiolante. 
« Benvenuta, malla yathtallar Jys'arra Mizz'rinturl. Sono il Gran Maestro di Lil'Phalar, Y'haerrd, al vostro servizio ». Gli occhi limpidi ed astuti del maschio rivelavano un'intelligenza acuta e pronta. « Malla obok yathrin Nurlana, signora di Lil'Phalar sarà qui a momenti ».
    Jys'arra squadrò il maschio, di certo un incantatore: non mostrava armi e tanto meno un'armatura. I suoi modi rivelavano come fosse avvezzo a trattare con le alte cariche del clero e, d'altro canto, non poteva essere diversamente, trattandosi del mago di fiducia della somma sacerdotessa. 
« La vostra obok intende farmi aspettare a lungo? Non era forse informata del mio arrivo? » il suo tono deciso segnava l'inizio di una schermaglia che aveva il sapore antico delle tradizioni, le sacerdotesse dell'Unica Dea determinavano a priori chi conducesse le danze ed una fitta serie di affondi e stoccate verbali rendeva il loro primo incontro non dissimile dai rituali di accoppiamento di ben altre specie. 
    I maschi erano spesso compresi in queste scaramucce e dovevano imparare rapidamente a barcamenarsi tra i capricci delle ancelle, se volevano sopravvivere. Y'haerrd aveva, indubbiamente, imparato molto bene. 
« La malla obok desidera presentarsi a voi nel migliore dei modi. Credo stia già arrivando ».
    « E nel frattempo desidera che io veda bene il frutto del suo operato, immagino! » Jys'arra avanzò di alcuni passi nella sala, osservando il trono posto sull'alta pedana che si trovava sul fondo della sala ed il grande stendardo rosso e nero che vi pendeva sopra.
    In quel momento una porta in pesante legno di zurk, rinforzato da alte bande di metallo, si aprì con un suono sordo, sul lato lungo della sala, precedendo alcuni passi rapidi, che annunciarono l'ingresso della signora di Lil'Phalar.
    Jys'arra si girò di scatto nella direzione del rumore, le serpi della sua frusta sacra si protesero verso la nuova venuta e la yathtallar posò, per la prima volta, lo sguardo sulla madre di Elmara Kestal.
    La somma Nurlana non arrivava al metro e mezzo di altezza e la sua figura esile ed armoniosa, una volta pietrificata, avrebbe potuto adornare splendidamente la sala principale di un bordello di lusso.
    « Benvenuta a Lil'Phalar, malla yathtallar delle Mizz'rinturl. » Nurlana aveva una voce mielata, bassa, un tono che avrebbe fatto smettere di piangere un infante. « Immagino sappiate già chi io sia ».
    « Malla obok yathrin Nurlana... Signora di questo castello ». 
    Con il reciproco riconoscimento, il confronto tra le due autorità ecclesiastiche era iniziato.
    La signora del castello vestiva con grande sfarzo, ostentando una ricchezza che difficilmente si poteva vedere nella città santa; le sue vesti seguivano una moda esotica, per Guallidurth, fin troppo frivola, che sembrava pensata apposta per mettere in risalto l'avvenenza della femmina che le indossava ed i gioielli ostentavano una ricercatezza, nella composizione, degna dei migliori artigiani orafi.
I lunghi capelli candidi iniziavano ad ingiallire, unico segno dell'età non più giovane della somma sacerdotessa, null’altro tradiva i secoli che aveva già trascorso al servizio della Madre Oscura. 
Gli occhi di un intenso colore viola avevano un taglio più morbido di quelli della figlia, il naso era vezzosamente un po' all'insù, gli zigomi alti, le labbra morbide; una bellezza esotica, che la potente sacerdotessa aveva tramandato alla sua unica figlia femmina.
Le serpi della sua frusta erano annodate intorno ai suoi fianchi, ma, al sibilo delle loro simili, alzarono i capini triangolari, ondeggiando quasi ipnotiche sulle loro spire a saggiare l'aria con le lingue biforcute, ostentando una tranquillità che ben di rado si associava alle fruste di serpenti delle somme sacerdotesse.
    Istintivamente, Jys'arra comprese come una simile madre potesse inquietare la sua prole in maniere diverse da come facevano le sacerdotesse di Lloth coi loro figli.
    « A cosa devo la vostra visita, in questo luogo di sventura, Jys'arra? » Nurlana sfoggiava una tranquillità inquietante e sospetta e la yathtallar scoccò immediatamente uno sguardo in direzione del faern per scoprire cosa stesse facendo.
    Y'haerrd si era limitato ad avvicinarsi alla obok, il capo educatamente chino, ma sufficientemente vicino alla somma sacerdotessa da permetterle di determinare che Nurlana si fidava di lui.
    « Vengo perché la nostra alleanza potrebbe finire presto, se non uniamo le nostre forze contro un nemico comune » le serpi della sua frusta sibilarono forte, come forte era il tono della sacerdotessa.
    « Vi ascolto » si limitò a dire la madre di Elmara Kestal, senza togliere lo sguardo dal volto dell'altra.
    « La nostra alleanza ha scosso gli animi dei ragni più nascosti di Mizz'rinturl: non tutti approvano la tessitura di questa ragnatela e qualcuno fomenta il malcontento entro le mura del bozzolo... »
    « Non si dice anche da voi la matrona ne sa di più, malla yathtallar? » la voce uggiolante del mago si frappose nel dialogo e Jys'arra lo fulminò con lo sguardo per aver osato parlare senza permesso, ma Nurlana non pareva infastidita e l'alta sacerdotessa si chiese se non fossero atteggiamenti di quel genere a diffondere le voci sul malcostume della città straniera.
Decise di non rispondere al maschio, ché, in fondo, non aveva alcuna voce in capitolo e riprese a spiegare la situazione: « Tra costoro si trova la mia dalninil Bladen'kerst: sappiamo che sta manipolando alcuni eventi per farli apparire come un segno di sfavore dell'Unica Dea... »
    « E per eliminarvi e succedervi come prima figlia. » Nurlana sorrise. « Non mi state dicendo nulla che non sia nell'ordine naturale della cose, yathtallar: per quale ragione avete bisogno del mio intervento? »
    Jys'arra sentì il gelo dilagarle nel petto all'idea che quella nika potesse pensare che lei avesse bisogno del suo aiuto.
    « O voi del mio, Nurlana » si sbrigò a rispondere.  « Se Bladen'kerst riesce nel suo intento, vi dichiarerà guerra e non è difficile immaginare come andrà a finire! »
    Nurlana annuì, ben conscia degli ancora labili legami che aveva saputo tessere in quella città, di cui il più importante era proprio con Mizz’rinturl: se quell’alleanza fosse venuta meno, tutte le altre sarebbero cadute, per compiacere il primo casato cittadino.
    « Con il mio intervento, comunque si risolva la faccenda, voi non correrete rischio »,
    « Se riusciremo ad arginare la mia dalninil, la nostra alleanza sarà più solida ».
    « Le alleanze cambiano. Saremmo sciocche a negarlo » la obok sorrise, niente più dello stirare dei muscoli facciali, senza alcun compiacimento, ma con la netta comprensione che se Bladen’kest avesse avuto la meglio, Jys’arra non sarebbe stata compromessa.
In un altro momento avrebbe preso in considerazione la possibilità di stabilire una seconda alleanza con la nemica della yathtallar, ma questa volta non era possibile, essendo proprio lei la ragione apparente della discordia.
    « Cosa volete che faccia? »
    « Scrutarla » scandì bene la Mizz’rinturl. « Per cominciare. Dovrete individuare i suoi alleati e poi le vostre truppe collaboreranno allo sterminio dei drider ».
    La obok ed il faern si scambiarono un’occhiata che non passò inosservata alla prima figlia di Yasraena. 
« Vi indicherò come superare le difese delle stanze di mia sorella » riprese quindi.  « E poi, sono ansiosa di vedere se questi vostri selvetarmiti sono davvero combattenti eccezionali come ho sentito dire » sorrise in tralice, quasi con tono di sfida alla sua ospite, che però mantenne un contegno impeccabile.
    « Non resterete delusa ».
    Meno di una frazione dopo, Jys’arra aveva perso interesse per la grande biblioteca ancora in gran parte vuota di Lil’phalar, ed iniziava ad esporre ogni minimo dettaglio conoscesse della sorella, con dovizia di particolari fisici, psicologici ed attitudinali.
Il ritratto di Bladen’kerst era quello di una sacerdotessa ambiziosa e capace che il capriccio della Regina Ragno aveva condannato al secondo posto pur avendo tutte le carte in regola per essere un’ottima matriarca.
    L’attuale yathtallar, però, non era da meno ed in più, sembrava, aveva quel fugace favore della Dea che le aveva permesso di nascere una decina d’anni prima di lei, così, ora, Jys’arra, per mantenere quel piccolo vantaggio, era disposta a giocare ogni carta del suo mazzo con spregiudicatezza. 
Persino legarsi a doppio filo alla somma sacerdotessa che portava con sé l’ombra di una profezia oscura.
    Sotto lo sguardo attento di Nurlana, Jys’arra prestò la massima attenzione all’operare di Y’haerrd che intesseva incantesimi con gesti misurati e precisi, recitando formule arcane in lingua draconica, che facevano apparire la sua voce cavernosa e gracchiante quasi la sua gola prestasse le corde vocali a qualcosa che riposava ancora più profondamente di loro, nella terra.
Gli occhi del faern poterono varcare le difese del castello Mizz’rinturl, certo che, se ci avesse riprovato in un altro momento, non sarebbe stato altrettanto facile, ma, per ora, Jys’arra gli aveva dato sufficienti informazioni riguardo alla sorella che insidiava la sua posizione, così da rendere al mago più facile il compito di individuarla e superare le sue difese.
    Bladen’kerst non si rese conto di nulla.
    La comparsa del sorriso affilato del mago segnò l’inizio di una lunga attesa che terminò con un nome ed un titolo molto precisi: quelli del maestro d’arme del casato Mizz’rinturl, il terzo maschio più potente della casata.
    Jys’arra sorrise ferina alla notizia della sua implicazione nella vicenda e, poco dopo, lasciò Lil’phalar con l’accordo di far sapere quanto prima a Nurlana quando mettere in campo i suoi uomini.
    Sulla tela, iniziavano a muoversi numerosi ragni, alcuni grandi, altri piccoli e la morte nera del ciclo lo stava inesorabilmente portando alla conclusione.
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Devo chiedere scusa ai miei cinque lettori.
Se sapessi i vostri nomi, vi chiederei scusa ad uno ad uno: ho latitato davvero per troppo tempo!
Spero mi perdonerete con questo capitolo a me particolarmente caro dato che mi presento, finalmente, il mio personaggio principale: Nurlana.
Per fare una citazione, Nurlana è il mio passato, il mio presente e il mio futuro ^^ 
Cinqeq punti a chi indovina la citazione! (È facile, facile, facile!)
     Inoltre, ho quasi finito un racconto breve che troverete presto nella categoria Originali » Fantasy che è legato a Oscure Trame. Perché lì e non qui, nella categoria D&D?
Facile: questo racconto è tratto da una quest giocata, mentre l'altro fa parte del BG di Elmara Kestal, inoltre, essendo sia lei che Nurlana miei personaggi, non avrei mai potuto farli incontrare in gioco.
Spero davvero che vi piaccia! Fatemelo sapere!
     Baci, 
     Nuel  

 
   
 
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