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Autore: RoloChan105    03/03/2014    6 recensioni
Era un incubo: un grosso, terribile e sbagliatissimo incubo.
Stava dando un esame.
Un dannato esame per diventare un maestro di ginnastica.
Le domande erano semplici no?
Dovevano essere semplici!
Aveva ripassato per scrupolo anche matematica e fisica...e allora perchè?
Con i suoi ardenti occhi neri, fissò disperato il foglio, stampato in una lingua a lui sconosciuta.
Inglese.
Cos'era quello? Uno scherzo?
Un grosso scherzo, ma nessuno, lui soprattutto, non era in vena di scherzare.
Genere: Comico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kalifa, Monkey D. Garp, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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English time, Mr Roronoa


Calmo.

Doveva stare calmo.

Mantenere il controllo, restare concentrato e rilassato.

I nervi distesi, la mente sgombra da ogni pensiero negativo e respirare.

Si, questo era necessario: respirare.

Di tempo ne aveva a sufficienza e poteva concedersi ogni singolo secondo di quelle due ore di tempo. Nella grande sala, poteva sentire nettamente e perfettamente il suono delle lancette dell'orologio appeso alla parete. Sembrava prendersi gioco di lui o di tutti gli altri e poco contava se la lancetta dei secondi, rossa quanto l'inferno, si muoveva ad un ritmo veloce e cadenzato.

Lui era pronto.

Aspettava quel giorno da mesi.

Nel suo calendario in camera aveva cerchiato con fare deciso quello stesso giorno, aspettando a gran gloria il suo successo.

Ma prima, doveva vedersela con quel tenace avversario.

Dopo la gloria, le bevute, le feste e gli amici.

Dopo.

Adesso doveva concentrarsi.

Inspirò a fondo a pieni polmoni e afferrò con entrambe le mani i lati dei fogli spillati tra di loro.

Osservò con attenzione le parole incise su carta e si morse nervoso il labbro inferiore.

Aveva studiato tutta l'estate, con attenzione, abnegazione e attuato ripetizioni a non finire.

Tirocinio ai bambini, ripetizioni e molto, molto allenamento.

Conosceva le basi di tutti gli sport, dal più semplice a quello più complicato.

Ma il fato, quel giorno, sembrava essersi preso gioco di lui.

Il sudore iniziò ad imperlare la sua fronte sporgente e la schiena, sembrava un fiume in piena.

Era un incubo: un grosso, terribile e sbagliatissimo incubo.

Stava dando un esame.

Un dannato esame per diventare un maestro di ginnastica.

Le domande erano semplici no?

Dovevano essere semplici!

Aveva ripassato per scrupolo anche matematica e fisica...e allora perchè?

Con i suoi ardenti occhi neri, fissò disperato il foglio, stampato in una lingua a lui sconosciuta.

Inglese.

Cos'era quello?

Uno scherzo?

Un grosso scherzo, ma nessuno, lui soprattutto, non era in vena di scherzare.

Aggrottò le sopracciglia e imprecò più e più volte mentalmente.

Inglese...

Perchè in inglese!?

Erano in Giappone no!? Perchè diavolo doveva attuare l'esame in inglese!?

Con fare veloce, si guardò intorno e sospirò di sollievo nel vedere alcuni suoi colleghi in difficoltà esattamente quanto lui.

-Per testare le vostre capacità, occorrerà attuare questo compito in inglese- Califa, la bella esaminatrice, iniziò a passare lenta e letale tra i banchi. - Non vi chiederemo sciocche formule matematiche o pallose spiegazioni.-I suoi occhi di ghiaccio si posarono sul povero uomo che, con i nervi a pezzi, cercava di mantenere almeno in apparenza, un atteggiamento distaccato.

-Nel caso i vostri alunni siano in trasferta in altri paesi, occorrerà una buona conoscenza dell'inglese.- Un ghigno sadico si delineò sulle sue belle labbra.- è la lingua universale ormai e tutti, dovreste conoscerla.-Con uno schioccò delle dita, richiamò l'attenzione dei presenti.

-Due ore...a partire da adesso.-




Finito.

Ecco quello che era.

Finito, distrutto, i suoi sogni andati e non solo, anche l'idea di un favoloso lavoro.

Depresso, si lasciò cadere sul bancone, ordinano da bere e non aspettando l'amica per la consueta bevuta del venerdì.

-Doppio-Mormorò al barista con un filo di voce.

-Roronoa andiamo- Wanze si grattò una paffuta guancia-Non ti ho mai visto così, ma anche se so che reggi molto bene l'alcool, non ho un boccale più grosso di questo!- Gli mostrò il classico bicchiere da birra.

-Allora fammi due birre!-Ringhiò furioso mostrando i denti-Subito! ADESSO!- Il per favore, poteva anche scordarselo.

Si, anche lui poteva scordarsi la classica mancia che ogni tanto gli allungava.

Non solo a lui sarebbe andata male la giornata. Chiuse gli occhi e imprecò per l'ennesima volta.

Come tutti, non aveva consegnato il foglio in bianco.

A malapena, era riuscito ad intendere poche parole quali “basket- rules – ball “ e con tutto quello che ricordava, aveva espresso in giapponese, le sue conoscenze sull'argomento.

Dietro ai fogli.

Schemi, disegni, formule e spiegazioni.

Al diavolo le domande.

Lui aveva scritto tutto quello che sapeva.

Non bastava, certamente, ma mai avrebbe consegnato in bianco e inutile sarebbe stato alterarsi.

Con un ennesimo sospiro, chiuse gli occhi e si lasciò andare su quel bancone in legno.

-Zoro!- Scattò in piedi non appena udì la squillante voce di Nami.

Con i capelli rossi a contornarle il volto e la schiena, un decoltè da favola visibile dalla scollatura a V e dei pantaloncini in Jeans microscopici, cercava di farsi largo tra la folla.

-Scusa per il ritardo-Mormorò facendogli un occhiolino e mettendosi a sedere accanto a lui.

Diavolo.

Quanto era bella si ritrovò a pensare come un idiota.

Bella e irraggiungibile.

Tra i suoi tanti traguardi, si era prefissato di confessarsi a lei dopo quel clamoroso successo.

Ma con quel disastro, cosa sperava di fare?

Con un sonoro borbottio, la salutò, passandole con fare debole, la birra doppia che aveva ordinato.

Avrebbe bevuto più tardi come un ossesso.

Da solo.

Aveva delle scorte di Rhum a casa...sarebbero bastate a perdere i sensi?

-Allora? Tutto bene?-Una frecciata dolorosa quanto una pugnalata si conficcò a forza nella sua schiena.

Cosa doveva fare? Dirle la verità?

Conoscendola, lo avrebbe deriso.

Ma conoscendola a fondo, sapeva anche che dopo le risate sguaiate, sarebbe passata al compatirlo.

E lui odiava essere compatito.

Dandosi un sonoro schiaffo mentale, decise di mentirle.

Era merito suo se aveva affrontato quella sfida.

Era stata lei a incoraggiarlo, ad aiutarlo e a spronarlo.

Quanti pomeriggi passati tra le pagine dei libri, quante ore passate al campo di Basket e quanti stracci pieni di sudore aveva gettato perchè troppo rovinati dopo aver rassettato la palestra del suo vecchio maestro per allenarsi più e più volte a settimana.

Non era leale, ma era l'unica cosa da fare.

-Si...-Finse un sorriso allentandosi il nodo alla cravatta.-Tutto ok...-

Merda, non era nemmeno tornato a casa.

Dopo aver finito di consegnare il foglio ed essersi beccato l'ennesimo sguardo assassino di Califa, era corso via al bar più vicino.

E ancora, dalle sette del pomeriggio era lì: da ben tre ore.

-Allora...-Esclamò eccitata avvicinando lo sgabello al suo-Com'è andato il test!?-

Un ennesima scoccata di freccia lo trapassò.

Il suo sorriso, esattamente come un automa si allargò e le mostrò vincente un pollice alzato.

-A-alla grande...-Mentì- Era così...facile!-

-Ah!-Urlò lei dalla felicità gettandosi al suo collo e abbracciandolo-Lo sapevo che ci saresti riuscito!-Lo lodò strizzandolo con forza al suo petto- La concorrenza sarà stata spietata, ma io sapevo che tu ce l'avresti fatta!-

Il cuore di Zoro si incrinò di vergogna per ogni lode che Nami tesseva per lui.

Come poteva crederci!?

-Ti offro da bere!-Lo liberò da quella stretta ghignando felice e richiamando l'attenzione di Wanze- Consideralo un evento speciale eh!- Rise alzandosi in piedi e attendendo il boccale. Per quanto ormai la conosceva, Nami non offriva mai da bere. MAI.

-A Zoro-Alzò in alto il bicchierino di Gin.-E al suo meraviglioso futuro!-

-Futuro...-Ripetè lui in trans.

Merda, cosa le avrebbe detto quando avrebbe ritirato il test? E se, come pensava che fosse, aveva fallito, con che faccia sarebbe riuscito a ripresentarsi d'innanzi a lei?

-No Zoro-Lo rimbeccò sventolandogli di fronte agli occhi un indice.-Si dice: SALUTE!-

-Sa...salute!-



Il giorno dopo.




-Congratulazioni – La voce piatta e monotona di Califa, piena anche di una leggera punta di sarcasmo e irritazione, giunse alle sue orecchie inebriate dall'alcool della sera prima, come uno schiaffo ben diretto.

In effetti, forse era quella la sua vera intenzione.

Non forse, lo era.

-Lei è l'unico ad aver passato a pieni voti il test.-Mormorò a denti stretti lasciando il suo posto ad un uomo ben piazzato e con un enorme sorriso in volto.

Nonostante fosse anziano, sembrava ancora pieno di energie. Con fare gioviale, gli strinse forte la mano coprendole con le sue, agitando le braccia in alto e in basso.

-CONGRATULAZIONI RORONOA!- Ripetè l'uomo molto più contento di Califa.-Hai saputo dimostrare nervi d'acciaio, sprezzo del pericolo e una grande e concisa conoscenza dell'argomento.-Lo lodò abbandonando poi la stretta per passarsi deciso una mano a lisciarsi il mento ispido di barba.-Certo, il test era in inglese, ma nessuno ha saputo spiegarsi bene quanto te. Ottimo, davvero eccellente!-Continuò afferrando una penna per firmare il suo nuovo e fiammante attestato.

-Monkey D. Garp...-Lesse il suono nome e sbarrò gli occhi: era QUEL Garp? Pugno di Ferro? Quel leggendario campione olimpico?

Che stesse sognando?

Lo stavano prendendo in giro?

Era una Candid Camera? Avrebbe voluto urlare: USCITE FUORI!

-Ecco-Glielo consegnò fiero e orgoglioso.-Sii un bravo insegnante...-



-E non puoi crederci Nami!- Continuò a raccontarle quella movimentata mattinata. Foto, video, articoli e tant'altro! Era diventato indecentemente al centro dell'attenzione.

Curioso come la sorte sembrasse essersi preso gioco di lui per poi, decidere di premiarlo.

Alla fine, tutta quella fatica era stata ricompensata, insieme anche a quella piccola bugia...

-Hai visto!?-Sorrise di cuore di Nami fissandolo pieno di amore e orgoglio.-Sapevo che ce l'avresti fatta...ma non senza il mio aiuto!- Vero, ma mai glie l'avrebbe detto, troppo orgoglioso...

Adesso che ogni prova era finita, un futuro roseo lo attendeva.

No.

Si fermò fissando quasi smarrito Nami.

Doveva dichiararsi a lei.

Solo allora si sarebbe dichiarato completo.

Calma, concentrazione e coraggio.

Nervi d'acciaio, sprezzo del pericolo e tanto, tanto autocontrollo.

Aveva affrontato un test di inglese, cosa poteva fermarlo adesso?

Con decisione, si alzò dalla sedia e afferrò fermamente le mani di Nami. In automatico, intrecciò gli occhi nei suoi e mettendosi in ginocchioni, dischiuse le labbra, pronto al grande salto.

-Nami, vuoi sposarmi...?-




La sera prima...



I vertiginosi tacchi di Nami sferzavano il lucido pavimento in marmo di quell'edificio.

Tanto lusso, super lusso, ma lei, ormai, lo conosceva bene: ricca e spietata, un avvocato in piena regola.

Con fare disinvolto, aprì le pesanti porte in massello che dividevano il corridoio da quel ricercato gusto pacchiano che quel vecchio di Garp adorava.

Si era scomodata di prendere la sua Ferrari e guidare a velocità inaudita verso la sua dimora: ora, volente o nolente, l'avrebbe ascoltata.

-Nami?-Mormorò l'uomo riconoscendo il fine e distruttivo suono che produceva.

-Zio-Urlò a pieni polmoni con ancora il fiatone.-Domani, andrai qui!- lanciò contro di lui un biglietto da visita.

Troppo strano le era sembrata la reazione di Zoro, ultra strano era stato il fatto di trovarlo in camicia e cravatta, cosa che odiava e super strano era stato vederlo rincasare presto...

Ma sopratutto, non glielo aveva chiesto.

Maledetto uomo dalla zazzera verde...

-Qui?-Domandò perplessò osservando il nome dell'edificio-E perchè mai dovrei...?-

-PERCHè TE LO DICO IO!-Urlò a pieni polmoni afferrandolo per quell'insulso accappatoio di spugna color prugna. Lo agitò energicamente avanti e indietro, finchè lo Zio, avesse finalmente recepito il messaggio.-VAI A PROMUOVERE RORONOA ZORO, MI HAI SENTITO!?-Sbraitò ad alta voce fino a farlo svenire.-HAI CAPITO!? SE NON PASSA QUEL CAZZO DI ESAME, LUI NON CHIEDERà MAI DI SPOSARMI!-





Pessimo...

Tutto molto, senza dubbio, pessimo.

Ma da quanto non scrivevo una fic Zonami?

Perdonatemi per l'abominio che ho scritto in un pomeriggio, ma questo è quanto il mio cervello è riuscito a fare.

Sono impelagata con il KiddNami, ma ciò non significa che non ci pensi mai a questa coppia.

La fan fiction, la dedico a Place, che con le sue minacce e terribili maledizioni, mi “convince” sempre a portare avanti l'idea verde arancio.

Un grosso saluto a tutte le zonami di turno! Non demordete, sono tempi duri per tutti! ^^

A presto!

   
 
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