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Autore: Vic_Mikaelson    03/03/2014    3 recensioni
« Non posso accettare di vederti con lei, non lo capisci? » -urlò Claire Holt.
« Lei è la mia vita, Clè, se la lasciassi perderei me stesso, la mia felicità! » -ribattè Morgan, freddo.
« E' una ragazzina, non è ancora in grado di capire il linguaggio dell'amore..» - il suo amico non ragionava, non voleva rassegnarsi a quell'idea: non c'era futuro per lui e Julia, il loro amore non poteva durare, troppi ostacoli, troppe differenze.
« Joseph, sai bene che appartenete a due mondi troppo diversi, non ci sarà pace nel vostro futuro » -la ragazza dai capelli biondi come il sole era decisa a riportare l'amico sulla retta via, combatteva per la giustizia, combatteva per l'amicizia, combatteva per Joseph Morgan, il suo amico più prezioso.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claire Holt, Joseph Morgan, Joseph Morgan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                     IV.  Il sole esiste per tutti

Messina.

" Julia Edgas Cherubini, ti dichiaro ufficialmente la reginetta delle ignoranti. Con quale coraggio hai osato accettare l'invito di Vittorio? La tua follia è così accentuata che Don Rodrigo dei Promessi Sposi in confronto sarebbe il furfantino di turno!"
Ora lo chiamerai e dirai che hai avuto un contrattempo, che è morto il cane di tua zia e devi andare al suo funerale."

Julia si morse un labbro, infastidita, la sua coscienza era davvero insopportabile, ogni volta criticava le sue scelte ed emozioni come se ella fosse padrona del suo cuore, che stava battendo all'impazzita.
La paura era forte, ma l'emozione diventava qualcosa di indescrivibile ogni secondo che passava , sarebbe uscita con un ragazzo, il più bello del pianeta, avrebbero parlato del più e del meno, si sarebbero confrontati e dato libero sfogo alla fantasia come dei vecchi amici.
Quella giornata sarebbe stata la più bella della sua vita, nessuno gliel' avrebbe potuta rovinare, neanche il presidente della Repubblica in persona.
Appena arrivò difronte casa tirò un sospiro di sollievo, l'impazienza era così tanta che, se non fosse stato per il suo invidiabile autocontrollo, avrebbe rischiato di venir investita da una macchina di passaggio, o peggio, da un autobus con un autista in stato d'ebbrezza.
La giovane prese frettolosamente le chiavi del cancello dalla tasca inferiore dell'enorme zaino blu oltremare e quelle, giustamente, le caddero rapidamente dalle mani come un cerbiatto rincorso da un predatore.
<< Andate al diavolo, voi e le vostre maledette serrature! >> -imprecò acidamente mentre riprendeva quelle astine di ferro che avevano lo scopo di far innervosire anche i più pazienti esseri umani della terra.
Oltrepassò il cancello di corsa, chiudendolo con forza, e si apprestò a salire le scale, ignara che sua madre era lì ad aspettarla.
                                                  ***
Angelica Marchesi fissava il marciapiede con ingenua curiosità, pensando a quanto fosse orribile essere calpestati ogni giorno da persone diverse: il suo cuore in quel momento era infranto, distrutto, come se glielo avessero strappato dal petto e schiacciato selvaggiamente. Emiliano Casanova era la causa di quello smarrimento improvviso, le sue parole risuonavano insistenti nella sua mente, la testa le stava per scoppiare:
"Sono troppo dolce e ingenuo per essermi infatuato di una come te, incapace di vedere i veri valori nelle persone".
La giovane portò la ruvida mano destra sulla fronte, perché quella frase le risuonava esageratamente cattiva, ma allo stesso tempo corretta? E perché stava ancora pensando a quell'orrido ragazzo dagli occhi verde smeraldo?
<< Fanculo, Casanova! - urlò con voce acuta- Mi fai schifo! >>
Proprio nell'istante in cui disse codeste parole, un uomo sulla sessantina le passò accanto e la guardò in malo modo, impressionato.
Appena la oltrepasso lo sentì borbottare: << I giovani di oggi, sempre pronti ad offendere un povero vecchietto indifeso! >> e tanti altri insulti su quanto questi fossero maleducati e villani.
La Marchesi ignorò quel presuntuoso e arrogante, iniziando a correre verso Via Risorgimento, dove risiedeva Julia Cherubini.
                                                  ***
Non appena arrivò al terzo piano, la giovane tirò un sospiro di sollievo: il suo era stato un cammino tortuoso e faticoso, ma in fin dei conti ce l'aveva fatta, finalmente.
Aprì la porta di casa con cautela ed attenzione, quell'appartamento le aveva sempre fatto paura, possedeva qualcosa di misterioso e lugubre ma allo stesso tempo accogliente e tranquillo, in breve parole " la sua casa ideale".
Una volta entrata in soggiorno avvertì qualcosa di strano, una presenza inspiegabile, profumo di rosa.
Passando per il corridoio, ad un tratto, sentì un rumore proveniente dalla camera da letto di sua madre Adele e, non riuscendosi a trattenere, diede una sbirciatina dietro la porta, cercando di rimanere invisibile.
Vide sua madre con un bellissimo abito fino al ginocchio di un rosso acceso, le braccia nude erano ornate da incantevoli bracciali d'argento, ma la cosa che colpiva di più era il suo splendido collo in cui risplendeva una collana di diamanti.
Parlava da sola, anzi con una persona immaginaria.
<< Andrea, ti ricordi? Questa è la collana che mi hai regalato il giorno in cui ci fidanzammo, quando mi dicesti che il tuo sentimento per me era reale, che mi avresti amato fino alla morte! >>
Adèle Edgas tremò leggermente, scacciando una lacrima che le scendeva dal viso, pensava ancora a lui, suo marito.
Julia riportò alla mente quell'orribile sabato di cinque anni fa, quando lei e i suoi genitori erano  andati a cena fuori come una famiglia felice, ignari della tragedia che avrebbe scritto quella serata.
Ricordò il momento in cui suo padre le aveva detto di aspettare sul marciapiede mentre lui andava a prendere la macchina a molti chilometri di distanza. L'istante in cui attraversava la strada e una macchina nera come il petrolio gli andava incontro, schiacciandolo come una sardina sott' olio.
Il bastardo non si era nemmeno fermato a vedere i danni di cui era responsabile, aveva sfrecciato ad alta velocità e aveva abbandonato per sempre il luogo del delitto.
La giovane Cherubini all'epoca aveva solo dodici anni, ma non avrebbe mai dimenticato la disperazione e le urla che seguirono, il volto di sua madre.
Entrò di corsa nella stanza e abbracciò sua madre, un gesto istintivo e impulsivo, voleva trasmetterle tutta la forza che aveva in anima e corpo, voleva che fosse felice.
 << Esci e divertiti, mamma! Ricorda che sono orgogliosa di te, sei la donna più forte e coraggiosa che io abbia mai conosciuto! >> - esclamò accarezzandole i capelli.
Dopo gli adeguati saluti, Julia corse verso camera sua e mise sottosopra il guardaroba, doveva essere perfetta per quella giornata, avrebbe dovuto sorprendere Vittorio, il ragazzo che avrebbe dovuto vincere.
                                                ***
Angelica salì le scale frettolosamente fino ad arrivare al terzo piano dove, suonando a più non posso, aspettò che la bella Cherubini le aprisse la porta.
Quando lo fece vide una Julia diversa, meravigliosa in un leggins che si aderiva al corpo e una maglia lunga argentata, sembrava un raggio di luna.
<< Sto parlando con Julia Edgas Cherubini? Perché questa tizia che ho davanti è proprio il suo opposto! >> - disse la Marchesi entrando dentro casa.
<< Tu non indovinerai mai che cosa è successo, sono emozionatissima! - Julia emise una risata disperata, tremando leggermente- Vittorio mi ha invitato a fare una passeggiata  con lui e dopo mangeremo sicuramente qualcosa in un ristorante! >> 
<< E tu non mi dici niente? Che amica che sei! - sembrava leggermente offesa, mai poi continuò- Sta sera sarò tutta sola a casa: mia madre lavora, mio padre va dai suoi amici ed io sto in solitudine >>
<< Quanto vorrei fare qualcosa, Angy, se ti potessi aiutare sai che lo farei! >> - e le sorrise, radiosa.
<< In effetti qualcosa c'è.. - iniziò- potrei venire con voi, una cena a tre non farà male a nessuno.. - e poi passò alle minacce- se fossi una vera amica accetteresti, forza Julia, che ti costa? Sei tanto possessiva che ti tieni il bottino per te? E poi  mi lasci sola a casa. E' questo che vuoi, eh? E' questo? >>
La ragazza era sfinita, rispose soltanto: << Va bene vieni con noi, il caso è chiuso >>
                                                

Londra.

Una volta uscito dalla metropolitana, il giovane Morgan si guardò intorno: Londra era il sogno di molti giovani uomini e nobili fanciulle, eppure non era mai stato il suo, per lui era un città maledetta che aveva creato solo problemi e sventure, oltre alle incredibili sofferenze provate durante l'adolescenza, escluso da tutti a causa del suo aspetto minuto, beffato dalle ragazze per la timidezza che lo divorava quando era intento a parlare con loro.
Non era mai stato un ragazzino popolare e nessuno l'aveva mai calcolato veramente fino a quando, trasferitosi, aveva raggiunto il successo grazie il personaggio di Niklaus Mikaelson, l'Originale più tenebroso e complicato di The Vampire Diaries.
Da allora la sua vita era cambiata: amato da tutte le donne del mondo, considerato bello ed affascinate, la sua voce considerata sexy e intrigante, perchè vedeva tutto questo del tutto sbagliato?
Si diresse verso il primo albergo che vide, Novo Hotel, che a quanto pare era italiano e anche poco costoso, voleva correre il rischio, l'Italia dopotutto non era tanto male.
Si mise un paio di occhiali da sole e con una calma inquietante entrò in quella che sarebbe stata la sua casa temporanea, lasciandosi la famiglia alle spalle "ora e per sempre".
                                                        

Messina.

La passeggiata con Vittorio era stata piacevole e, come aveva predetto, il giovane dai capelli corvini la invitò a cena.
Una volta entrati nel ristorante i due giovani si sedettero in un tavolo per due, ma una volta poggiati i sederi sulla sedia, Julia confessò che in pochi minuti sarebbe arrivata anche Angelica:
<< Ascolta Vittorio, siccome ho avuto delle divergenze con una  amica.. Bhe, l'ho le ho chiesto di venire a cena con noi. Spero non ti dispiaccia! >> -accompagnò queste parole con un contagioso sorriso, quello che spesso usava quando voleva convincere sua madre a fare qualcosa per lei.
<< Non ti preoccupare, mi fa piacere che tu abbia ancora un amica con cui litigare- sorrise- io avevo un amico, un bravo ragazzo, gli volevo molto bene. Poi è arrivato il liceo, la popolarità, il desiderio di potere, tutte quelle cose che sono in grado di rovinare una grande amicizia. Non ci parliamo da molto tempo. >> -abbassò la testa, scosso e allo stesso tempo preoccupato.
<< Perchè non lo chiami? Potresti invitarlo a cenare qui con noi! >> -rischiò.
<< Ah, non so neanche dove vive, figuriamoci il suo numero di cellulare! >>
<< Posso sapere il suo nome se non sono troppo invadente? >>
<< Emiliano.. Emiliano Casanova! >>
Se fino ad allora Julia era tranquilla ed emozionata, ora il suo animo era pervaso da uno strano terrore, voleva aiutare il ragazzo e sapeva come, ma questo avrebbe comportato guai seri con Angelica, cosa fare?
<< Io lo conosco, è un amico.. Posso contattarlo se vuoi! >>
Guardò Vittorio, sembrava indeciso, ma dopo cinque minuti rispose solo con una banalissima parola- << Fallo! >>

10 minuti dopo.

Angelica arrivò in anticipo, cosa strana visti i suoi tempi e la mania del ritardo; la sua bellezza era straordinaria, davvero, quella sera si era vestita proprio bene: un vestito di stoffa nero fino alle ginocchia, scollato al collo, e i capelli ricci sciolti come un deliziosa ribelle, perfetta.
<< Prego Angelica, sei la benvenuta>> - Era stata un azione cattiva complottare alle sue spalle, ma voleva dimostrare a se stessa che anche lei era capace di raggirare le persone, di prenderle in pugno. Non era vendetta e neanche per scopi malvagi.. Prove, Julia voleva risolvere l'enigma.
In attesa del ragazzo, Vittorio e Julia iniziarono a parlare del più e del meno senza degnare la Marchesi di uno sguardo, ma poi, fortunatamente, il rappresentante d'Istituto disse qualcosa che attirò l'attenzione della riccia:
<< Vi confido un segreto, io e la preside stiamo facendo trattative per un viaggio d'istruzione degno di noi.. Londra, questo è il luogo prescelto! >>
Angelica trattenne il fiato.
Julia soffocò un urlo.
Emiliano Casanova si fece avanti.
Angelica si alzò dalla sedia senza esitare, guardando negli occhi prima il giovane e poi l'amica: << Che ci fa lui qui? >>
Julia rimase paralizzata, ma Vittorio si alzò a sua volta: << E' un mio amico, l'ho invitato io, lui resta qui! >>
Emiliano sembrava disorientato, Vittorio lo stava davvero difendendo, onorava la loro vecchia amicizia? Gli mise una mano sulla spalla, in segno d'affetto.
Angelica emise un sospirò e con sguardo feroce urlò: << Traditori, vi siete riuniti qui per cogliermi di sorpresa, che mossa astuta! Non pensavo fossi così sfigato, Vittorio, ma devo ricredermi; Emiliano poi, così stronzo da umiliarmi davanti a tutti.. E tu, Julia Cherubini, per quello che hai fatto non ti perdonerò mai, sei la ragazza più menefreghista e orgogliosa della terra, bagascia come tua madre che se la fa con il professore di matematica! >>
<< Mi fai schifo - Julia non si trattenne, si alzò e sputò per terra- critichi le persone e non sei in grado di criticare te stessa, le tue azioni e le tue parole sono così spregevoli che sono degne di te! Tu non sei angelica, bensì demoniaca! >> - Uscì dal locale, era finita.

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Nota Autrice: Questo capitolo è sicuramente quello chiave anche se non può sembrare così, JoMo in un albergo italiano e un viaggio d'istruzione a Londra vi dice qualcosa? A me si u.u
Ho lasciato poco spazio a JoMo, lo sò, ma avevo bisogno di chiarire delle cose con Julia poichè non voglio fare capitoli troppo ampi.
Che dirvi? Scriverlo è stato tremendo, ma ce l'ho fatta!
Recensite se siete curiosi e vi è piaciuto, voglio sapere la vostra opinione :)))

                                                                                                                       Nausicaa_ Mikaelson
  
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