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Autore: SaraLaPierre    05/03/2014    3 recensioni
La storia racconta di come Rose Tyler ha imparato ad amare la metacrisi del suo Dottore.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Doctor - 10 (human), Doctor - Altro, Jackie Tyler, Peter Alan Tyler, Rose Tyler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Beeeeene! Questo è l'ultimo capitolo della mia prima fanfic!
Mi è piaciuto davvero pubblicare periodicamente e ricevere commenti quindi non escludo assolutamente l'idea di scriverne un'altra.
Intanto ringrazio davvero di tutto cuore chiunque l'abbia letta e ci si sia anche un minimo immedesimato, vuol dire davvero tanto per me!
Se i lettori lasciassero un commento finale per esprimere quello che pensano sarebbe graditissimo :)
Grazie ancora, Sara.



Non aveva il necessario.
Ed erano le 4 del mattino.
Dove avrebbe potuto trovare qualcosa di aperto a quell’ora?
Non rimase ferma a pensarci, si infilò la giacca e il cappello e corse fuori, pentendosi subito di non aver preso sciarpa e guanti.
Camminò molto, davvero molto, prima di trovare un piccolo alimentari gestito da un adorabile vecchietto abituato a svegliarsi presto che apriva il suo negozietto alle 5 del mattino.
“Buongiorno signore, avete delle palline di zucchero e della crema alla banana?”
“Per una bella signorina come lei ho tutto” disse lui sorridendo amabilmente.
Era un vecchietto dall’aria molto tenera, con due grandi occhi a palla ed un’enorme sciarpa colorata attorno al collo.
Lo vide sparire nel retro e tornare con il necessario.
“Deve preparare un dolce, signorina?”
“Si, non speravo davvero di riuscire a trovare queste palline di zucchero. Una volta qualcuno mi ha detto che in tutta la galassia aveva trovato una volta sola dei dolci a forma di palline!”
“Beh, allora lei è stata molto fortunata!”
“Si, lei mi sta salvando la vita, signore”
Lui rise di gusto, e quando lei gli chiese il motivo disse:
“Ironico il modo in cui gli eventi accadano e si mischino tra loro. Sa, lei mi ha appena detto che le ho salvato la vita, ed io quando sono solo amo appellare me stesso come Il Curatore”
Anche lei rise, senza capire che cosa straordinaria le stesse accadendo.
Comprò la sua crema alla banana e le sue palline di zucchero e diede la buona giornata al signore.
Una volta fuori si girò per appuntarsi in testa il luogo in cui quel piccolo alimentari si trovasse.
Più volte sarebbe tornata a cercarlo, e mai lo avrebbe ritrovato.
Rose Tyler non ne seppe mai il motivo.

A casa si diede da fare per preparare quei dolcetti che al suo Dottore tanto piacevano e quando furono pronti li mise su un vassoio e in silenzio entrò nella camera in cui l’aveva lasciato dormire.
Era convinta che avrebbe dovuto aspettare parecchio prima che lui si svegliasse, ma aveva preferito rimanere lì per non perdersi il momento in cui sarebbe successo. Invece quell’odore lo ridestò e con una mano sulla testa dolente la guardò.
Vedendo i dolcetti pronti sul grembo di lei esplose in un sorriso seguito da un emozionato “Con crema alla banana!”
Era meravigliosa la naturalezza con cui ripeteva frasi che le aveva già detto.
Non fingeva, non stava seguendo un copione.
Era se stesso, l’uomo più meraviglioso dell’Universo, di tutti gli Universi.
Lui affondò i denti nella crema e ripeté quanto non sarebbe mai stato abbastanza dire che le palline che si mangiano sono un capolavoro, lei continuava a guardarlo con la gioia chiaramente dipinta in volto.
Quando prese il penultimo lei lo ammonì:
“Hey Dottore, me ne lasci almeno uno?”
In un secondo entrambi compresero quello che era successo.
Quella frase sancì la loro unione e nuovamente seri si guardarono negli occhi.
“Come mi hai chiamato?”
“Dottore…”
“Oh… La mia Rose Tyler!”
La abbracciò stretta ed immerse il viso tra i suoi capelli biondi, respirando a pieno il suo odore.
Lei si lasciò stringere per un po’, poi lo allontanò e con gli occhi nei suoi disse:
“È necessario dirlo?”
Un’altra risata, poi lui si fece serio e prendendo fiato lo disse.
“Io ti amo”
La voglia di baciarlo era irresistibile ma Rose si obbligò a resistere, solo per poter essere lei stavolta a dirlo:
“Grande notizia!”
Questa volta la frase non fu detta con tono amareggiato, ma con entusiasmo.
“Io suppongo che… Non sarà proprio l’ultima occasione per dirlo!”
Poi gli prese il viso tra le mani e con sguardo solenne disse:
“Dottore…”
Non finì la frase, la lasciò a metà esattamente come aveva fatto lui due anni prima.
Ma lei non sparì, non si dissolse nell’aria come se non fosse mai stata lì.
Lei rimase e lo baciò.
Un bacio agognato da troppo tempo, il loro primo vero bacio.
Il primo in cui entrambi erano pienamente se stessi e sicuri di chi l’altro fosse.

Quel bacio era destinato a non finire mai.
Il tempo passò, anche per lui, per l’uomo che sembrava non dovesse mai fermarsi, che sarebbe dovuto andare contro il tempo per tutta la vita e che invece aveva deciso di fermarsi, donando una parte di sé ad una commessa incontrata per caso.
È forse questa la fine del Dottore?
Il Viaggiatore del Tempo finisce quando comincia l’amore vero, quello per cui è disposto a sacrificare le meraviglie dell’Universo, perché la più grande meraviglia la ha accanto?
E chi può dire chi sia adesso il Dottore?
Chi può dire che sia davvero solo uno?
Chi può dire che quell’uomo innamorato ancora, dopo anni, della stessa ragazza bionda non è lo stesso che in un altro Universo viaggia nella sua cabina blu?
Il Dottore non dimentica, anche se lasciarsi alle spalle chi è stato importante è il triste corso dei Signori del Tempo.
Ma ogni tanto, se si è fortunati, può succedere che uno di essi decida di andare contro le leggi e fermarsi.
È successo a Susan, ed è successo al Dottore.
Sembrava impossibile, ed invece era solo improbabile, che quelle due anime così lontane riuscissero un giorno a trovarsi e restare.
Il Dottore con un solo cuore è cambiato, adesso.
Le sue mani si sono coperte di rughe, i suoi capelli sono caduti e ricresciuti bianchi, i suoi movimenti si sono fatti più lenti.
Ma quel bacio è rimasto lo stesso, quel bacio cominciato tanti anni prima che ancora vive nella voglia di entrambi di stare vicini, di toccarsi e ricordarsi ogni istante che niente è impossibile e che loro ne sono la prova.
 
  
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