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Autore: hilarymalik93    05/03/2014    5 recensioni
Tutto può cambiare trasferendoti in una nuova città....nuove emozioni,nuove esperienze,luoghi diversi e sopratutto persone diverse. Londra,città dalle mille sfaccettature, porterà la vita di una ragazza;Madison , a provare emozioni totalmente inaspettate e nuove, conoscerà persone per cui vale la pena volergli bene e ad altre no. Con il lavoro del padre,ovvero un famoso progettatore di auto da corsa, entrerà a stretto contatto con cinque ragazzi particolarmente diversi fra loro , essi lavoreranno per lui, e lei conoscerà a fondo ognuno di loro...portandola addirittura a stringere una forte amicizia e forse qualcosa di più con un ragazzo che le ha toccato profondamente il cuore...........
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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cap 39 Il crepuscolo fece capolino nel cielo sfumato di color arancio e pian piano le luci dei negozi
iniziarono ad accendersi e l'aria divenne leggermente più fredda.
Per tutto il tragitto non feci altro che pensare a cosa vorrà dirmi mio padre.
Dopo lunghi quattro fottuti anni si ripresenta facendo l'apprensivo  e invitandomi a bare un caffè come se nulla fosse:
perciò mi raccomandai mentalmente di avre un certo temperamento nei suoi confronti.

Fatte alcune manovre, parcheggiai l'auto e mi recai nel bar dove era stato fissato l'incontro.
Scorsi mio padre già seduto ad un tavolino mentre sorseggiava la bevanda; mi avvicinai e il color scuro dei suoi occhi si incastrò col mio chiaro.

"Figliolo, da quanto tempo! " Mi abbracciò esclmando. A quel gesto rimasi perplesso ma poi ricambiai.

"Diavolo quanto sei cresciuto...Accomodati e se non ti dispiace mi sono permesso di ordinarti una tazza di cioccolata".

"No figurati, grazie". Che situazione imbarazzante.

"Beh, che mi racconti?"  Esordì dando vita ad un argomento.

"Le cose vanno piuttosto bene. Ho un lavoro, un appartamento tutto mio e una ragazza".

"Mmh. Di certo le ragazze non ti sono mai mancate". Sogghignò alludendo al passato, mentre prendeva un sorso dalla sua tazza. 

"Questa volta è diverso. Sono cambiato e ci tengo alla mia relazione". Affermai duro: lui non era sicuramente la persona indicata per
parlarmi di relazioni.

"Tua madre me ne ha parlato...E' la figlia di Joe Smith vero?" Agrottai le sopracciglia.

"Si, e di conseguenza sono l'operaio di suo padre".  
Ridacchiò sommessamente mentre asciugava i baffi con un fazzoletto.

"Ah Harry...Ma non ti rendi conto di cosa mi stai dicendo?"
Ora ero più confuso che mai e il suo atteggiamento stava iniziando ad irritarmi.

"No. Cosa dovrei capire?"

"Insomma dai...ti sei ridotto a fare l'operaio? Per di più con il padre della tua ragazza. Andiamo Harry,
se fossi in te cercherei qualcosa che soddisferebbe le mie aspettative".

Adesso ne ero più che certo: non era cambiato affatto in questo anni, è lo stesso  uomo presuntuoso e sicuro di sè senza peli sulla lingua.
Come si permetteva di comportarsi così dopo tutto questo tempo?

"Sappi che prima di avere questo lavoro ho dovuto rimboccarmi le maniche facendo il cameriere e lavorando in una panetteria: quindi questo
rientra nelle mie aspettative".

"Ma tu-"

"E poi non vedo il motivo di mettere in mezzo alla discussione la mia ragazza e suo padre".
Iniziai ad alterarmi.
Sospirò e quando alzò lo sgaurdo era freddo e distaccato.

"Ascoltami figliolo, ho fatto tanti errori e ho perso una parte della tua vita, perciò voglio rimediare.
Ma allo stesso tempo non ti permetterò  di rimanere nell'ombra: sei destinato a grandi cose Harry!"
Enfatizzò gesticolando animatamente.

"Dove vuoi arrivare papà?"
Sapevo che il fine di quell'incontro e di questa conversazione fosse destinata ad altro.
Non ci vuole molto a capire, è sempre stato così e in un certo senso mi maledissi di aver accettato ad incontrarlo.

"Vieni con me, capirai meglio".
Finii di bere e lo seguii fino all'uscita del bar.

"Ho la macchina qui,  ci andiamo insieme?"

"No, ho la mia auto. Tu và avanti, io ti seguo."
Meno male per questo non obiettò e quando fummo tutti e due sulla strada lo seguii come dissi.
Ci dirigemmo nella periferia di Londra, fin quando arrivammo al confine con  Holmes Chapel.
Dopo pochi minuti ci addentrammo in un gran capannone e visto che era sera riuscii a scorgere solo quello, poi alla fine capii.
Mi aveva portato sul suo posto di lavoro.
Parcheggiammo e ci soffermammo sulla soglia dell'entrata fin quando mio padre prese un mazzo di chiavi e accese i neon rivelandomi
una grande officina con auto in fase di restaurazione e altre altre finite ed esposte. Rimasi stupefatto: era tutto più grande e organizzato.

"Come vedi gli affari vanno più che bene qui".

"Lo vedo".

"Ti ho portato qui per dimostarti quante cose sono cambiate e se tu prendessi in considerazione di lavorare qui, come socio ovviamente".
Per poco mi strozzai con la mia stessa saliva.
Era un offerta accettabile ma se il passato fosse stato diverso non avrei battuto ciglio ad acconsentire.
Far parte di questa azienda sarebbe stato grandioso e il profitto più alto: avrei comprato una vera e propria casa, con più spazi e magari
che avrebbe soddisfatto sia me e Mad.
Ma con un'offerta non si può rimediare a tutto.

"Io non posso accettare. I lavoro che ho mi va benissimo e poi non credere che con tutto questo
riuscirai a guadagnare la mia fiducia".

"Sto solo cercando di riavere mio figlio. Davvero non ti fanno comodo altri soldi?
Con me potresti guodagnare il quaranta percento in più di quello che prendi in un mese!"

"E' davvero un grande offerta, ma non posso...non posso. Me la sono cavata fin ora e riuscirò a farlo anche nei prossimi giorni,
mesi, anni".

"Vorrà dire che non pagherò più le bollette per tua madre e metterò all'asta la nostra casa".

"Cosa?! Stai delirando..."

"Io e tua madre siamo separati in casa: ha voluto una mano con le spese e in cambio lei fà quello che deve fare e resta con me".
E io pensavo che stessero davvero insieme...

"Non puoi ricattarmi in questo modo! E poi perchè prendertela con la mamma?!
Ti ha sempre amato e rispettato ma tu?! Tu invece te ne sei sbattuto di lei: l'hai picchiata, l'hai fatta piangere e per colpa tua
me ne sono andato quando avevo solo sedici fottuti anni!"
Sbraiatai contro quell'uomo che definivo "padre". Mi stava ferendo ancora una volta e per di più mi ricattava.
Provo solo ribrezzo nei suoi confronti.

"Le cose stanno così Harry: o fai quello che ti dico o le conseguenze saranno quelle.
Quindi domani assicurati di non far parte di quella cazzo di azienda di Smith, lascia in pace sua figlia e recati subito qui!"

"Stai dando di matto! Non voglio lasciare la ragazza che amo!"

"Al diavolo l'amore Harry! Qui c'è di mezzo la mia azienda...la tua azienda! Sarai finalmente un uomo d'affari, non c'è tempo
per una donna nella tua vita e  poi potrai averne altre quando vuoi".

"Io non voglio nessun'altra all'infuori di Madison capito??! Non vado a puttane e non mando all'aria la mia storia!"

"Bene, vuol dire che provvederò anche per Smith".
Corrugai la fronte e sentivo i nervi arrivare alle stelle. Odio quando diventa uno sporco manipolatore.

"Tu non provvederai per nessuno! Lasciami in pace  come hai sempre fatto cazzo! A mai più!"
Me ne andai più furioso che mai e giurai che non ci avrei più parlato in vita mia con quel verme.

Presi la macchina e tornai a Londra.
Stavo per dirigermi verso un pub dove avrei affogato la mia rabbia quando mi ricordai di una cosa più importante. Anzi una persona più
importante.
Se mi avesse visto ubriaco come minimo mi avrebbe urlato in faccia e l'avrei delusa.
Quando me ne sono andato di casa  ho promesso a me stesso che sarei diventato una persona migliore e con dei valori.
Il passato non avrebbe infangato il mio presente e soprattutto il mio futuro.
Decisi di soffermarmi in un piccolo chiosco dove vendevanoo fragole, presi anche la crema alle nocciole e partii subito dopo.

Arrivai sotto casa della mia ragazza e come i vecchi i tempi mi arrampicai sull'albero e vidi con gran sorpresa che la porta del suo
balcone era aperta.
Ci entrai silenziosamente e sentii provenire dalla porta del bagno lo scorrere dell'acqua: stava facendo una doccia.
Decisi di farle una sorpresa: mi spogliai e nascosi i vestiti nel piccolo mobiletto, posai le fragole sulla scrivania e dopo di che mi misi sotto le calde coperte
del suo letto con solo i boxer e aspettai che uscisse.

Dopo dieci minuti sentì la porta aprirsi e il profumo di vaniglia si impossessò del mio naso.
Mi accorsi che si avvicinò al letto per infilarsi la maglietta e d'improvviso uscii da sotto le coperte spaventandola.

"Santissimo cielo Harry! Pensavo che avessi finito con questi giochetti del cazzo!"
Adoravo quando si alterava , diventava ancora più sexy.

"Ahahaha la tua faccia! Dai, ho voluto farti una sorpresa piccola!" L'attirai a me e sprofondammo nel suo letto.

"M-ma tu non hai i v-vestiti".

"No piccola, lo sai che dormo così". Le ammiccai e ridacchiò.
Notai che indossava solo il reggiseno  e un paio di pantoloni ; d'istinto mi morsi il labbro inferiore.
E' perfetta cavolo, ed è mia.

"Smettila Haz, mi fai sentire a disagio". Arrossì accorgendosi del mio sguardo attento sul suo corpo.
Mi alzai e presi la confezione contente le fragole e la cioccolata: l'aprii e strabuzzò gli occhi.

"Sei sorpresa eh?"

"Mhm, molto...Ne avevo voglia già da tempo". Si infilò la maglietta ma lo bloccai.

"Resta così, è una visone piacevole per i miei occhi e poi anch'io sono mezzo nudo!"
Dissi in modo convincente e provocante, sapevo che alla fine avrebbe ceduto.

"Va bene, ma restiamo sotto le coperte perchè si muore dal freddo!
Non capisco come tu faccia a resistere".
Si rimise fra le coperte e mi aggiunsi anch'io prendendo una fragola, ne porsi un'altra a lei e la mangiò.

"Che ne dici se ci aggiungiamo la cioccolata?"

"Ottima idea Harold".
Si sporse verso la scrivania e prese il barattolo contenente la cioccolata: quando finì di mangiare, vidi le sue labbra sporche.

"Che hai da ridere?!" Mi chiese altezzosa mentre io ridevo per la sua faccia buffa da bambina.

"Hai del cioccolato spalmato sulla faccia".
Mi fiondai sulla sua bocca e iniziai a passare la lingua dove c'era cosparsa la cioccolata e le sue mani finirono dritte nei miei ricci facendomi ansimare
allo stesso tempo.
La rabbia che avevo stava sciovolando via via grazie al suo tocco.
Quando sto con lei il tempo sembra fermarsi, facendomi dimenticare di tutte le cose che mi circondano: è la mia medicina.
Mi rialzai dal suo viso e vidi che aveva ancora gli occhi chiusi e pochi secondi dopo li riaprì, facendomi affogare nei suoi bellissimi occhi.
Mi venne un'idea e non persi tempo ad attuarla.

"Che stai facendo riccio?" Chiese maliziosa.

"Ora vedrai".
Presi il barattolo di cioccolata e con un dito ne raccolsi un pò per stenderla sul collo della ragazza sdraiata sotto di me:
ne presi ancora un pò e l'applicai nella vale dei suoi seni coperti e per finire, sul ventre.

"E' meglio mangiarla così". Dissi con il fiato corto...Dio, solo a guardarla il cervello se ne andava a farsi un giro.
Subito passai la lingua dove c'era la cioccolata e intanto la sua bocca rilasciava il mio nome in piccoli sussurri.

"H-Harry...e' u-una sensazione bellissima".

"Lo so piccola lo so, anche per me è bellissimo".

"V-vorrei chiederti com'è andata con tuo padre, ma n-non mi sembra il momento adatto".

"Esatto piccola, ora ci siamo solo io e te".
Continuai ancora così per un pò; assaporando il gusto della sua pelle mischiata alla crema alle nocciole.
Finii di "pulirla" e Madison mi tirò su di lei desiderando di combaciare le nostre lebbra. Cosa che non rifiutai.
Il bacio non aveva niente di casto e la voglia di risentirla mia era tanta.

"Ho voglia di te". Mi precedette soffiando sulla mia labbra: rimasi senza parole, era la prima volta che lo diceva ad alta voce.
Le sorrisi e cominciai a baciarla di nuovo arrivando al suo collo e con le mani poste dietro la sua schiena liscia sganciai quell'inutile
pezzo di stoffa che mi privava di vedere la sua bellezza.
La sua mano si poggiò sul cavallo dei boxer e in men che non si dica li tolse.

Quel momento così intimo e passionale fu interrotto dal mio cellulare che squillava.
Me ne fregai altamente e continuai nel mio intento.

"D-dovresti r-rispondere Harry".
Sbuffai e tirai fuori l'aggieggio teconologico.

"Louis...che vuoi?!" Mi beccai un'occhiataccia da Mad  per il mio tono scontroso ma non ci feci caso.

"Harry devi venire in officina...è successo un casino!"

"Che cazzo?"

"Vieni subito, è importante".

"Ok ok arrivo".
Terminata la chiamata mi girai verso la mia ragazza che aveva un'espressione preoccupata.

"E' successo qualcosa?"

"Lou dice che è importante, viene anche tu con me?"

"D'accordo. Vestiamoci e andiamo".

"Hey!" Le bloccai i polsi e avvicinai i nostri petti.

"Ti amo piccola".

"Anch'io ti amo riccio". Mi diede una scompigliata ai capelli e u tenero bacio per poi andarci a vestire.

Che caspita succede?






   So che non ci azzecca molto ma provate a immaginare la scena tra Mad e Haz xD *O*


 Harry adessovifacciobagnaretutte Styles <3




Aloha belli! Sono ritornata yu uuuhhh!
Allora, mi dovete assolutamente perdonare per questo ritardo bestiale...vi prego! *faccia da cucciolo di panda*
Beh, spero che con questo capitolo ne sia valsa la pena dell'attesa...ma non so voi, il padre di Haz mi sta già sulle
chiappe (?).
E poi il momento hot tra Mad e Harry? *O* ahaha xD
Louis ci lascia sulle spine con quella chiamata misteriosa...che sarà successo???
Fatemi sapere cosa ne pensate :)
Vi aspetto in molte per questo capitolo ehh ;)
Grazie a chi segue già questa storia.


                                    Hilary xx






  
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