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Autore: PhoenixQuill    05/03/2014    10 recensioni
Lord Voldemort è morto, durante la Seconda Guerra Magica.
Ma, alcuni suoi seguaci minacciano ancora la tranquillità di casa Weasley e dell'intero mondo magico. Una Long incentrata su una Fremione non proprio semplice, con, gravitanti intorno a loro, GeorgexAngelina, PercyxAudrey e un pizzico di HarryxGinny.
Spero vi piaccia!
Dal capitolo 7:
"Hermione, vorresti uscire con me?" Chiese Fred, a pranzo del giorno dopo. George, colto alla sprovvista, ingerì male il boccone di pane che stava mangiando e, così, iniziò a tossire convulsamente, seguito dalle risatine di Angelina e Ginny.
"Uscire con te, Weasley? E perché mai?"
Mantieni un profilo alto. Mantieni un profilo alto.
"Beh, perché sono affascinante, divertente e tante altre cose che non sto qui a dirti. Perderemmo troppo tempo, sai?" Ghignò e, alzandosi da tavola, continuò: "Fatti trovare pronta per le otto."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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                                                                                                                     10 - Sguardi



"Freddie." Una voce lo richiamò dal baratro in cui era caduto da qualche giorno. Il ragazzo si voltò, per incrociare lo sguardo perso di George. Ma niente, in quel momento, lo prese come il suo riflesso nella porta a vetri di quella stanza. Al posto del Fred Weasley vispo e sorridente di meno di una settimana prima, adesso, c'era un ragazzo dal volto pallido e sciupato. 
"Come va?" Gli chiese George, prendendo uno sgabello e avvicinandosi a lui. 
Fred prese un gran respiro e iniziò a parlare, con voce roca. "I medici dicono che è fuori pericolo. Si dovrebbe svegliare a giorni." 
"Be'..." Sospirò il gemello. "Se non è morta con quella testata, lo sarà appena ti vedrà." 
Fred guardò suo fratello meravigliato e, dopo un po', iniziò a ridere. A ridere, e ridere, tanto da non fermarsi più. Anche George lo accompagnò. Resistere per tutto quel tempo senza di lui era stato difficile. Non era abituato.
"Sei spaventoso, sul serio. Vatti almeno a dare una ripulita." 
Fred annuì e, dopo aver dato un'occhiata ad Hermione, ancora distesa tra le coperte candide, si diresse verso il corridoio. 
L'altro, rimasto solo con lei, si avvicinò e la scrutò. Aveva tentato di far confessare a Fred che fosse innamorato di lei mille volte, quei giorni. Ma, ogni volta, rispondeva con un no secco e pesante. 
Sapeva che non era vero. O, se per lo meno non era così, sapeva che suo fratello si sentiva terribilmente in colpa. Fece un giro intorno alla stanza e si accorse della cartella clinica della sua amica, che giaceva, abbandonata, sul comodino. 
Si guardò intorno e, con molto nonchalance, aprì la prima pagina. Sì, tutte cose che sapeva. Trauma cranico, frattura, bla, bla, bla. 
Scorse le pagine e arrivò dove gli interessava realmente. Dove c'era scritto, a chiare lettere, quello che aspettava Fred. 
"E' possibile che la paziente subisca una momentanea, se non permanente, perdita di memoria." Diceva quella scrittura sghemba. "Avrà bisogno di molta cura e riposo e non è detto che-" 
"Signor Weasley!" Trillò una voce dietro di lui. George, colto in flagrante, si affrettò a chiudere la cartella alla bell'e meglio. Unico risultato, però, fu quello di sparpagliare i fogli lungo il pavimento. 
"Mi scusi, non volevo ficcanasare, davver-" Il gemello alzò lo sguardo e si trovò, davanti a sé, sua sorella, che, insieme ad Harry, se la rideva di gusto. Piegati in due, continuavano a imitare goffamente i movimenti di George e a ripetere le sue parole. 
"Ah, sta' zitta!" Si lamentò lui, quando ne ebbe fin troppo. 
"Sì, forse..." Le parole morirono in bocca ad Harry, quando il suo sguardo si posò su Hermione. "Sapete niente?" 
Si sedette sullo sgabello che poco prima aveva occupato Fred e inspirò a fondo. Ginny cambiò l'acqua ai fiori. 
"Ma chi è che continua a mandarglieli? Non sanno che li detesta, i fiori?" Sbottò lei, rivolgendo una smorfia a quel lilla acceso, padrone della stanza. 
"Sono da parte di zia Muriel." Biascicò Ron, appena entrato nella stanza. "Come sta?" Chiese, indicandola con un cenno della sua testa. 
"Quella robaccia sul suo comodino dice che potrebbe perdere la memoria." Borbottò George. "Per sempre." 
Ron si sedette dall'altra parte del letto e, delicatamente, le prese una mano. "Hermione è una forte." Disse, infine. E, con un mezzo sorriso impresso sul volto, aggiunse: "Ci vuole molto più di un colpo come quello, per metterla K.O." 
Anche Ginny sorrise. Ron aveva decisamente ragione. Ci voleva molto più di una testata, per mettere K.O. Hermione Granger.
 
"La mia Hermione! Come stai, tesoro?" Molly abbracciò forte la ragazza, che, però, non ricambiò. Stupita, la signora Weasley incrociò lo sguardo di lei, a chiederle il perché di quella freddezza. 
"Mi scusi, ma..." Cominciò Hermione. "Lei chi è?" 
Molly schiuse impercettibilmente le labbra, mentre, dall'altra parte della stanza, Arthur piegava il giornale per osservare la scena. Forse, stava diventando duro d'orecchi e aveva sentito male. 
"Co-come chi sono. So-sono Molly, la mamma di..." Con un dito indicò Fred, che l'aveva accompagnata fin lì in automobile. 
"Ecco, questa era un'altra domanda che volevo farvi. Chi è lui? E, soprattutto, dove sono?" 
Le labbra di Molly, questa volta, erano completamente aperte. 
Persa, persa per sempre, pensò.
Poi, però, Hermione fece una cosa che la signora Weasley non si era aspettata. Sorrise. Sorrise, come a chiederle scusa. 
"Come potrei dimenticare la donna più dolce di questo mondo?" Le buttò le braccia al collo e, sottovoce, la ringraziò di tutto. 
Asciugatasi le lacrime, Molly chiese: "Qui c'è sotto il tuo zampino, vero, Fred Weasley?" 
"Assolutamente no!" Ribatté lui, ridendo. 
Molly sorrise. E' tornato quello di sempre, pensò. Poi, lo osservò aiutare Hermione in tutto e per tutto. Forse, anche migliore.
 
La cena che seguì fu una delle più buone a cui Hermione avesse mai partecipato. In più, c'era tutta la famiglia Weasley a tavola e, tra scherzi, storielle e complimenti, la serata passò abbastanza velocemente. 
"Sembra che Fred abbia messo la testa a posto." Sussurrò Bill a suo padre. 
Il signor Weasley cercò con lo sguardo Fred e lo trovò, come prevedibile, affianco a Hermione. Lei rideva e lui aveva le orecchie rosse. Non lo vedeva in quelle condizioni da quando, da piccolo, bevve un intero barile di Whisky Incendiario dello zio Bilius e barcollò per tutto il giorno, con gli occhi lucidi e le orecchie rosse. 
"E' ubriaco." Sentenziò Arthur, continuando a gingillarsi con l'ultimo artefatto babbano che Harry gli aveva regalato. Un vero prodigio, lo aveva definito. 
"Ubriaco?" Bill analizzò suo padre, come a vedere se quello ubriaco non fosse lui. "Non ha toccato neanche un goccio di Succo di Zucca da quando è in casa." 
Arthur sorrise, compiaciuto non solo del fatto di aver fatto coincidere nove quadratini e dato, quindi, vita ad una faccia rossa, ma anche per il fraintendimento di Bill. "E' ubriaco d'amore." 
Il volto di Bill si distese e, nella sua bocca, si fece largo un unico: "Ah, ecco." 
"Guardate, Harry, Ron, ce l'ho fatta!" Con orgoglio, il signor Weasley alzò al cielo il cubo con cui si era gingillato tutta la sera.   
Per non smontare le aspettative di suo padre, Ron gli rivolse un sorriso. Non voleva smorzare il suo entusiasmo, rivelandogli che le facce da completare erano sei, e non certamente una. 
 
"Molto fortunata, vero?" Bisbigliò Charlie a Ginny, quella sera. 
"Fortunata? Con Fred?" Sua sorella gettò la testa indietro e iniziò a ridere. 
Anche Charlie ridacchiò, ma specificò subito: "Voglio dire, una contusione del genere e non ha avuto danni di alcun genere." 
Lo sguardo di Ginny si oscurò in men che non si dica e si rivolse repentinamente ad Hermione e Fred. 
"Non fare il guastafeste, fratello." Biascicò, sistemando un ciuffo di capelli ad Harry, addormentatosi sul divano. 
"Non faccio il guastafeste." Sussurrò ancora. "Lavoro con i draghi, Ginny. Ho visto cadute peggiori di quella di Hermione, sul serio." La osservò ancora una volta. "Non riesco a credere che non abbia avuto danni di alcun genere."
 
Una volta terminata la festa, Hermione e Ginny si ritirarono nella loro stanza. 
"E' innamorato di te!" 
"Si sente solo in colpa."
Inutile dire che l'argomento della loro discussione era Fred. Fred, che amava tanto Hermione che sarebbe anche potuto venire senza magia direttamente da lei. Fred, che aveva solo tanto senso di colpa. Fred, che, testona!, ha imparato a guidare l'auto in tre giorni, per lei. Fred, che è solo un concentrato di rimorso. 
Un sonoro crak! rimbombò nelle orecchie di Hermione, che iniziò ad urlare, come non aveva mai fatto. Ad urlare e a serrarsi le orecchie, per eliminare i rumori del mondo esterno. Nella sua testa, ora, c'erano solo dolore e male, tanto, tanto male. Tutto intorno a lei, adesso, c'erano macchie nere che volevano attaccarla e lei cadeva, cadeva, cadeva. Le mancava il fiato.
Non sentì nemmeno i passi pesanti che salivano per le scale e sbattevano la porta della sua stanza. Non si accorse delle lacrime che scendevano e delle sue urla disperate. 
"Hermione, Hermione!" Ron la scuoteva per le spalle, ottenendo come risultato quello di farla urlare ancora più forte. Si era Smaterializzato nella sua stanza per vedere come stava e ora... questo! 
"Fermo, fermo!" Fred spostò suo fratello da un lato e si poggiò sul letto di Hermione. Lì, la abbracciò e soffocò le sue urla sul suo petto. 
Carezzandole dolcemente i capelli, le sussurrava: "Sta' calma. E' tutto finito, tutto finito."
Hermione strinse forte il pigiama di Fred, ma non dava minimi segni di ripresa. 
Con un'occhiata, Ginny fece uscire fuori dalla sua stanza tutti quanti. Lentamente, molto lentamente, le urla cessarono, sostituiti da singhiozzi strazianti. La voce roca di Fred, come sottofondo, che le sussurrava di tranquillizzarsi. 
 
Quella mattina, quando il signor Weasley si alzò e scese in cucina, trovò un gufo, appollaiato sulla canestra di frutta poggiata sul fornello della cucina. 
Aveva, nelle zampe, una lettera che portava il timbro del San Mungo. 
Diceva: "E' possibile che la paziente subisca una momentanea, se non permanente, perdita di memoria. Avrà bisogno di molta cura e riposo e non è detto che l'episodio possa essere elaborato dalla mente della paziente, tanto da incorrere in frequenti attacchi di panico."
Arthur fece una smorfia e abbandonò la lettera sul tagliere. 
 
 
 
-SPAZIO AUTRICE-
Rieccomi finalmente qui con il nuovo capitolo! E' stata una passione farlo, ma spero che sia abbastanza lungo per potermi far perdonare :3 
Dunque, colgo il momento per farmi un po' di pubblicità u.u 
Ho appena indetto un concorso sul forum di EFP e l'ho chiamato "A ognuno il suo... Cantante!". Basta scegliere tre pacchetti (con due cambi) e creare una storia sulle indicazioni. Mi potete trovare qui: http://freeforumzone.leonardo.it/d/10827149/A-ognuno-il-suo-Cantante-/discussione.aspx
Inoltre, a chi piacesse il personaggio di Remus, ho scritto una Drabble qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2479982&i=1
Detto ciò, mi congedo da voi, ringraziandovi tutti, uno per uno :3 
Un bacione e un abbraccio, 
PhoenixQuill
 
   
 
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