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Autore: timeaftertime    05/03/2014    2 recensioni
America, 1850. Nel piccolo paesino di Mayford le quattro sorelle White, rimaste orfane, cercano di andare avanti in un mondo dove il denaro conta più delle persone. Una storia che parla di amore in tutte le sue diverse e meravigliose forme, di famiglia, di amicizia e di donne che superano ogni difficoltà con le loro forze. E che scoprono che l'amore non è come lo si immagina...ma spesso è molto meglio.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Mayford, United States of America, 10 Novembre 1850

Era stata una splendida giornata di sole a Mayford, nel nord dei relativamente giovani Stati Uniti d’America. La cosa era sembrata molto strana agli abitanti della cittadina, specialmente perché si era ormai giunti a Novembre e tutti aspettavano la prima nevicata. Invece nel cielo non si vedeva neanche una nuvola, e il sole d’un rosso vivo salutava tutti con i suoi ultimi raggi prima di scomparire a Ovest.
Lungo Main Road ormai poche persone si apprestavano a concludere le loro commissioni per poter finalmente tornare a casa, e tra tutte spiccava un uomo di circa venticinque anni, con un soprabito da viaggio addosso ed una valigia in mano. Se ciò non fosse bastato a far capire che era un forestiero, sicuramente avrebbe aiutato a intuirlo l’espressione confusa sul suo viso mentre leggeva il nome della via confrontandolo con un biglietto che aveva in mano.
Il Signor Everhart, il rispettabilissimo notaio della città, lo vide e decise di attraversare la strada per andare a dargli una mano.
“Povero ragazzo. Sembra così spaesato!” pensò.
Ma poi vide che qualcuno aveva fatto più in fretta e stava già discutendo con nuovo arrivato.
“Ma quella non è Doris Molton? Oh, povero davvero. Non sa cosa l’aspetta.”E scuotendo la testa continuò per la sua strada. 

“Serve una mano, giovanotto?” disse una voce acuta e nasale.
Matt levò la testa dalla lettera che stava rileggendo per la centesima volta per rispondere a quella voce che in quel momento suonava, se non gradevole, quantomeno provvidenziale. Quello che vide fu una donna di almeno quarant’anni, tutta pelle e ossa, con i capelli già parecchio ingrigiti raccolti in una crocchia, un naso aquilino e due occhi penetranti. Lui non poteva saperlo, ma si trovava davanti alla signorina Doris Molton, la donna più pettegola di tutta Mayford. Ma se anche l’avesse saputo, in quel momento non gli sarebbe importato: doveva assolutamente trovare quell’indirizzo prima che facesse buio.
“Sì, molte grazie! Mi potrebbe indicare la casa del dottor Redford?” chiese speranzoso.              
“Ma certo! Posso anche accompagnarla, se desidera. Suppongo che lei sia il signor Matthew Kraus, vero?”
Lo zio lo aveva avvisato del fatto che la cittadina era molto piccola, ma di certo il ragazzo non si aspettava che conoscessero gà il suo nome. Però ben presto, mentre camminavano e la donna continuava a blaterare senza sosta, si rese conto che lei sapeva molto altro su di lui: che era orfano di padre, per esempio, ma anche che sua madre era la sorella del dottore e che lui andava a prendere il suo posto in città come medico ora che lo zio voleva andare in meritatissima pensione. Poi la signorina Molton cominciò  a fargli una marea di domande: era fidanzato? No, signorina. Aveva intenzione di sposarsi? Come qualunque uomo di buonsenso, sì. Era un bravo medico? Non stava a lui dirlo, comunque amava molto la professione che aveva scelto. Fu sincero, com’era sua abitudine, in ogni risposta, ma tirò un sospiro di sollievo quando la donna gli disse che doveva assolutamente tornare a casa dato che stava facendo buio e gli indicò la breve strada che gli mancava per arrivare dal “caro, carissimo dottor Redford”.

Matthew stava per salutarla e ringraziarla dell’aiuto quando la sua attenzione fu catturata da un cagnolone nero che era schizzato fuori da un cancello aperto, seguito a ruota da una ragazza minuta che gridava “Rod! Rod!”.
La signorina Molton, notando lo sguardo curioso di Matthew, disse con tono aspro: “Ecco Lily White, quella ragazzina non imparerà mai come comportarsi!”.
Dalla casa uscì un’altra figura, e Matthew rimase come folgorato: era una ragazza alta, magra ma ben formata. I capelli castani, lunghi e mossi, le cadevano dolcemente sulle spalle. La ragazzina corse verso di lei gridando con tono lamentoso “Non è colpa mia!”, e lei le disse qualcosa che i due osservatori, dall’altra parte della strada, non riuscirono a sentire.
“E quella è Julia White, sempre dietro a qualcuna delle sue sorelle!” Matthew sussultò: si era quasi dimenticato della presenza di Doris Molton. Ricordandosi le sue buone maniere, la salutò ringraziandola di cuore. E mentre la signorina (che d’ora in poi avrebbe volentieri evitato) si allontanava, guardò di nuovo verso casa White. Julia era riuscita a richiamare il cagnolone nero, che ora si faceva beatamente coccolare. Poi la ragazza e il cane tornarono in casa, e anche Matthew si voltò per continuare la sua strada.


 Julia invece aveva varcato la soglia e ora guardava con aria severa Lily, che cercava di nascondersi dietro Hannah, la terzogenita di casa White. 
"Continui a farlo spaventare, Lily, un giorno lo farai morire di crepacuore!" cominciò.
Rod, dal canto suo, seduto accanto alla sorella maggiore, aveva l'aria di essere completamente d'accordo con l'affermazione. 
"Non è colpa mia se abbiamo il cane più fifone d'America! Quella soluzione era quasi perfetta!"
"Tanto perfetta che è esplosa! Lily, è pericoloso!"

A questo punto si rende necessaria una premessa. Lily White, la più piccola delle sorelle, ha mostrato sin da piccola una grande predisposizione verso la scienza. Il padre aveva incoraggiato questo talento, e le aveva anche allestito un minuscolo laboratorio nel sottoscala. Con il tempo, e con grande dedizione, Lily lo aveva allargato, migliorato, e quel luogo era per lei la sua intera vita. Le sorelle l'avevano sempre appoggiata, pienamente convinte del fatto che se non era un hobby da "signorina perbene" era sicuramente una passione adatta ad una donna conscia del proprio potenziale; tuttavia, negli ultimi tempi la ragazzina, ormai sedicenne, aveva ritenuto che fosse giunto il momento di dedicarsi alla chimica e da allora quasi ogni giorno dal sottoscala proveniva il suono di una piccola esplosione che portava Rod a scappare terrorizzato e Julia a rischiare un infarto. Ma ora torniamo alla risposta di Lily.

"Non è pericoloso! Devo solo fare un po' più di pratica..."
"Ma non puoi studiare le piante, tesoro, come facevi prima?" disse con tono conciliante Hannah, la cui dolcezza proverbiale riusciva di solito a placare ogni discussione. 
"Io sto rendendo un servizio alla scienza, e a tutte le donne! E tu vorresti limitarmi?"

Il tono melodrammatico di Lily fece scoppiare a ridere Julia, Hannah e un'altra ragazza che nel frattempo era entrata in salotto, attirata dal rumore della discussione. 
"Sarah è d'accordo con me. Vero Sarah?"
"Finché si tratta di emancipazione femminile sai bene che non so darti torto, Lils"
"Io ci rinuncio! E se poi dovremo chiedere al pastore di dormire in chiesa perché ci è saltata in aria la casa, non venite a lamentarvi da me!" 

Sarah lanciò un'occhiata divertita alle sorelle più piccole: Julia si preoccupava sempre per tutte loro, ma sapevano benissimo che apprezzava il lavoro di Lily. Era solo un po' apprensiva, e aveva tutte le ragioni per esserlo: dopo la morte della mamma, quando Julia aveva tredici anni, era stata lei a prendersi cura delle sorelline e della casa per aiutare il padre, distrutto dalla perdita del suo grande amore. Da allora, Julia aveva dovuto crescere in fretta, prendere sulle sue spalle tantissime responsabilità. Tre anni dopo anche papà se n'era andato, e la situazione era precipitata. 
"Quattro ragazze non possono sopravvivere senza un uomo che badi a loro!", aveva commentato Doris Molton.
Ci si aspettava che Julia sposasse un uomo anziano ma ricco, in modo tale da salvare la famiglia. Oppure che facessero adottare Lily da qualche coppia rispettabile, in modo tale da salvare almeno lei; per le altre, però, l'unica via era un matrimonio d'interesse.
 Ma le White non fecero nulla di tutto ciò. La loro grande fede le teneva salde, e avevano imparato da tempo che l'unione fa la forza, e su questo si basa ogni vera famiglia. Così, Julia lasciò da parte l'orgoglio e si fece assumere come istitutrice presso casa Redford. Il dottore aveva una nipotina adorabile che necessitava di un'insegnante, e Julia era un'ottima maestra. Pochi mesi dopo, anche Sarah seguì l'esempio di sua sorella e divenne l'educatrice delle piccole Harrys, due gemelle turbolente ma adorabili. L'introito delle due sorelle maggiori non era molto, ma bastò (unito al patrimonio familiare) a sostenere le quattro White, che pure dovettero sopportare molte privazioni.
"Ma non può piovere in eterno!" commentava sempre Hannah con aria serena quando Sarah si lamentava della povertà.
E così erano passati altri tre anni. 
  
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